3. Blockchain e Supply Chain
3.1 Stato dell’arte delle implementazioni della Blockchain nella Supply Chain
Il SCM risulta essere un terreno fertile, ma ancora in gran parte inesplorato, per possibili applicazioni della Blockchain Technology (BCT). Al fine di verificare lo stato dell’arte dell’interazione tra la nuova tecnologia e la filiera logistica, un team proveniente dall’Università di Hassan (Marocco) in collaborazione con l’Institute for Forecasting and Futuristics, ha analizzato la letteratura presente sull’argomento, identificandone i trend topics [58]. Il campione esaminato è composto da quaranta paper, selezionati mediante il metodo systematic mapping study. Lo studio ha evidenziato come l’aspetto considerato maggiormente innovativo e caratterizzante la BCT sia la tracciabilità, in particolare l’applicazione della stessa nelle Supply Chain dei settori food, pharma e dangerous goods. È infatti evidente come la necessità dell’identificazione puntuale di provenienza, posizione e condizioni al contorno è tanto più importante quanto la merce trasportata risulta avere particolari esigenze correlate alla sicurezza di tutti i gli attori della catena logistica, quali produttori, trasportatori e cliente finale. Dallo studio è altresì emersa l’attenzione per l’effettiva applicabilità della tracciabilità tramite la BCT al SCM. Diversi sono stati infatti i paper riguardanti lo sviluppo di un sistema ciberfisico, ovvero un sistema informatico in grado di interagire in modo continuo con il sistema in cui è operante, finalizzato all’analisi del flusso dei materiali ed al life cycle assessment. Lo studio evidenzia inoltre come la presenza di letteratura riguardante la Blockchain sia aumentata esponenzialmente dalla nascita della tecnologia ad oggi.
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3.1.1 Hype
Uno strumento per valutare la crescita di interesse nel tempo per nuove tecnologie è l’Hype Cycle teorizzato dalla società di consulenza Gartner [59]. Esso rappresenta graficamente come variano nel tempo le aspettative nei confronti di una nuova tecnologia Figura 3.2.
Figura 3.2 - Hype cycle [59].
La curva mostra l’iniziale fermento all’interno di un settore a seguito del rilascio di una nuova tecnologia che si riflette in un aumento esponenziale delle aspettative (innovation trigger). In tale step non sono ancora stati sviluppati casi applicativi, ma solamente proof-of concept i quali, insieme alla pubblicità operata dai media, sono responsabili dell’elevato hype. Il punto di massimo per le aspettative è raggiunto in concomitanza con le prime applicazioni pratiche della tecnologia, che ne mostrano i reali benefici e criticità (peak of inflated expectations). A seguito dei primi fallimenti, infatti, vi è un periodo di disillusionment che porta al minimo della curva, ovvero il punto di minime aspettative da parte del pubblico nei confronti della tecnologia. Con il passare del tempo si comprendono i reali campi di applicazione della tecnologia e si diffondono i feedback riguardanti i primi successi. Le aspettative subiscono quindi un rialzo, detto enlightenement, per poi tendere a stabilizzarsi, nel momento in cui è stata determinata la tecnologia dominante, le modalità di implementazione e i reali benefici ottenibili (plateau of productivity). La BCT compare per la prima volta nell’Hype Cycle of emerging technologies nel 2016 e, a distanza di un anno, le aspettative sulla Blockchain risultano aver già superato il loro massimo (è però da tenere a mente che tale tecnologia è strettamente legato alla criptovaluta Bitcoin, la quale, essendo quotata in borsa, non ha un valore costante). Tale
39 volatilità potrebbe riflettersi sulla fiducia riposta nell’intera tecnologia Blockchain). Nel 2019 la società di consulenza Gartner ha pubblicato un intero Hype Cycle dedicato alla BCT e alle sue possibili applicazioni, visibile nella Figura 3.3.
Figura 3.3 - Hype cycle per la Blockchain nel 2019 [60].
Il grafico mostra come la Blockchain possa essere alla base di applicazioni differenti per settore e grado di maturità: dall’ambito giuridico con gli smart-contract, alla finanza con le criptovalute. Quest’ultima in particolare è il campo in cui la BCT ha fatto la sua comparsa, infatti si può notare come le aspettative nei confronti di tale applicazione abbiano già superato la gola, quindi la fase di disillusionment, per avviarsi verso una fase di equilibrio. Per quanto riguarda l’applicazione della Blockchain alla Supply Chain, oggetto di tale elaborato di tesi, si può osservare come la stessa sia attualmente nel momento di maggiore hype: si ipotizza che la stessa possa risolvere o comunque migliorare le criticità delle filiere esistenti. Sono stati effettuate le prime prove di implementazione e alla lettura si stanno aggiungendo sempre più case study che mettono in luce le difficoltà, ma al contempo i benefici riscontrabili nella Supply Chain grazie alla BCT. Il proliferare di numerosi casi applicativi è lo scenario tipico presente in concomitanza alla diffusione di una tecnologia emergente, tuttavia, come è consueto che
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accada, solo alcuni progetti si rivelano di successo: si stima che solamente l’8% dei pilot riguardanti la BCT possano considerarsi riusciti, mentre i restanti tramontino in breve tempo [61].
3.1.2 Business value della Blockchain nei diversi settori applicativi
La società di consulenza McKinsey&Company ha condotto nel 2018 un’analisi volta ad identificare lo stato dell’arte delle applicazioni della BCT all’interno dei diversi settori, pubblicata sotto il nome di Blockchain beyond the hype: what is the strategic business value?
[27]. In particolare, a partire da un campione di novanta case study, si è quantificato il risvolto economico dell’implementazione della tecnologia emergente nel breve periodo e si è valutato se lo stesso fosse o meno sostenibile nel lungo periodo, tramite un focus sulla fattibilità dell’implementazione nei vari campi.
Dallo studio è emerso che il ritorno monetario è divisibile in quattro fattori, elencati per percentuali di impatto decrescenti: costi, ricavi, benefici sul capitale e sociali. La Figura 3.4 mostra l’entità dell’impatto monetario in base ai differenti settori industriali. È emerso che il valore aggiunto apportato dalla Blockchain sia dovuto per oltre il 70% dalla riduzione dei costi, aspetto che impatta su ogni campo. Come precedentemente accennato, la riduzione dei costi è dovuta all’efficientamento dei vari processi coinvolti. Esempi sono la digitalizzazione delle informazioni, condizione che permette lo snellimento delle operazioni e tempistiche burocratiche, oppure l’identificazione univoca ed il tracing/tracking degli item, aspetto che permette una localizzazione e monitoraggio più precisi dei singoli prodotti in modo da evitare gli sprechi o orientare precisamente le eventuali campagne di recall dei prodotti. Il terzo settore per importanza è il beneficio sul capitale: esso si riferisce alle agevolazioni fiscali o agli sgravi patrimoniali concessi alle imprese che, in un’ottica di raggiungimento dell’Industria 4.0, implementano nuove tecnologie. In particolare in Italia è stata varata la Manovra Digitale 2019 che concede incentivi e possibilità di iperammortamento alle imprese che investono nell’innovazione digitale: i fondi stanziati per Blockchain, AI e IoT sono stati 15 milioni nel 2019, e altrettanti sono stati stanziati per il 2020 [62]. Infine non è da sottovalutare il risvolto sociale dell’implementazione della Blockchain. Data la crescente attenzione del consumatore finale per la sostenibilità dell’intero ciclo di vita del prodotto e la conseguente maggiore oculatezza nell’acquisto, la visibilità sui diversi processi a cui è sottoposto il prodotto e l’affidabilità delle informazioni veicolate potrebbe indirizzare la scelta del consumatore verso un brand specifico.
41 Figura 3.4 - Entità dell'impatto dell'introduzione della BCT per settore industriale [27].
Il vantaggio di lungo periodo non può prescindere dalla compatibilità della nuova tecnologia con il business model dell’impresa. È un campo ancora parzialmente inesplorato, in quanto la natura disruptive della BCT e la conseguente capacità di adattamento della realtà aziendale può palesarsi solo in un orizzonte temporale di anni. Inoltre vi è un’ulteriore difficoltà nell’identificare la correlazione diretta tra l’utilizzo della tecnologia e i benefici riscontrati in quanto mutano le condizioni al contorno. È infine da considerare che la capacità di adattamento dipende, oltre che dall’abilità della singola impresa, dal grado di innovazione introdotto dalla tecnologia rispetto al business model preesistente e dal grado di maturità della realtà aziendale e del settore in cui opera in riferimento a quattro aspetti: asset, technology, standards and regulations, ecosystem. Asset: possibilità di digitalizzazione degli asset trattati
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(tokenizzazione). Technology: grado di scalabilità della tecnologia nel dato settore, da un punto di vista di capacità di storage, consumo di energia e ammontare di transazioni. Standars and regulations: standard comuni per la redazione e fruizione dei dati e conseguente interoperabilità tra i diversi sistemi. Ecosystem: relazioni tra i vari player appartenenti al network, influenzate dal cosiddetto coopetition paradox affrontato nella sottosezione 3.6.1 Coopetition paradox .Tenendo in considerazione gli aspetti sopracitati, McKinsey&Company ha condotto uno studio di fattibilità dell’implementazione della Blockchain nei vari settori industriali, riassunto graficamente nella Figura 3.5. È interessante sottolineare come per il fattore asset sia avvantaggiato il settore finanziario, data la natura digitale della maggioranza dei servizi offerti e la conseguente facilità di associazione degli stessi ai token. Per quanto concerne invece l’ambiente esterno, sono penalizzati i mercati altamente frammentati, in cui storicamente è mancata la collaborazione tra gli attori per il raggiungimento di vantaggi di costo globali.
43 Figura 3.5 - Fattibilità dell'implementazione della BCT per settore industriale.