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4. La diffusione della contrattazione integrativa al Contratto collettivo nazionale

4.2. Contrattazione di secondo livello e analisi delle dinamiche che legano struttura

funzionamento del mercato del lavoro: primi risultati. 59

Nel quadro della convenzione operativa CNEL-ISTAT per la realizzazione del progetto “Produttività, struttura e performance delle imprese esportatrici, mercato del lavoro e contrattazione integrativa”, è stata prevista una specifica linea di indagine campionaria mirata a rilevare l’estensione e le caratteristiche della contrattazione integrativa in Italia in relazione agli andamenti della produttività aziendale.

Con il progetto si è cercato di dare risposta a un duplice ordine di esigenze. Da un lato, per quanto concerne il CNEL, integrare l’assetto dell’archivio istituito presso il CNEL dalla legge 30 dicembre 1986, n. 936, assetto derivante dalla strategia definita in comune con l’ARAN a seguito del decreto legislativo 150/2009 e capace, a regime, di consentire di operare sull’universo dei contratti di pubblico impiego acquisiti con modalità sistematiche. Dall’altro lato, per quanto riguarda l’ISTAT, avviare la costituzione di un sistema informativo sulla contrattazione collettiva di secondo livello da realizzare in collaborazione con tutti i soggetti pubblici e privati che già operano sulla materia.

In particolare, il CNEL si è posto l’obiettivo di potenziare il proprio archivio acquisendo una strumentazione che consentisse la rilevazione sistematica e significativa della contrattazione nel settore privato, specie di secondo livello, e correlativamente di fornire un importante contributo all’analisi del mercato del lavoro italiano. Il coinvolgimento dell’ISTAT è scaturito dalla consapevolezza dell’impossibilità di acquisire l’universo dei contratti, dalla necessità di pervenire a un quadro rappresentativo e aggiornato sulla diffusione della contrattazione di livello aziendale, sulla rilevanza in termini quantitativi della retribuzione di secondo livello rispetto sia a quella totale che a quella definita dalla contrattazione nazionale.

La Commissione speciale dell’Informazione (III) del CNEL ha ritenuto opportuno organizzare, con la collaborazione tecnica del II Ufficio di supporto agli Organi collegiali, un workshop dedicato al tema: “Indagine sulla contrattazione di secondo livello nel settore privato in Italia”.

L’evento, tenutosi il 17 dicembre 201460

, è stato finalizzato ad illustrare lo stato di avanzamento dell’indagine, le risultanze che ne sono emerse e, più in generale, a fornire un contributo per una approfondita riflessione sullo stato della contrattazione di secondo livello nel nostro Paese, nel quadro dell’evoluzione del sistema di relazioni industriali attualmente in atto.

I lavori61 sono stati coordinati dal Presidente della Commissione III, Cons. Tiziano Treu, che ha presentato il progetto di ricerca “Contrattazione di secondo livello nel settore privato in Italia: caratteristiche e impatto sulla performance delle imprese”

59 A cura di Giuditta Occhiocupo - CNEL

60 Il materiale presentato in occasione del workshop CNEL-ISTAT del 17 dicembre 2014 è consultabile sul sito istituzionale del CNEL www.cnel.it.

61 Una sintesi dei lavori è rinvenibile nel “Notiziario dell’Archivio contratti”, n. 16 dicembre 2014, consultabile sul portale CNEL, nelle sezioni Documenti e Archivio nazionale dei contratti collettivi di lavoro.

96 realizzato nell’ambito della convenzione operativa CNEL-ISTAT sopra citata. Nell’intervento introduttivo il presidente ha sottolineato l’importante evoluzione del livello contrattuale decentrato destinato a diventare una funzione essenziale per la modernizzazione delle relazioni industriali. Ad esso vengono demandati obiettivi di rilevanza strategica per le vita delle imprese, a cominciare dalla ricerca condivisa degli strumenti organizzativi idonei a conseguire una maggiore produttività. Di conseguenza, per promuovere l’esplorazione e il monitoraggio degli effetti (soprattutto in termini di crescita della competitività e dell’occupazione) derivanti dal complesso di iniziative legislative in materia di politiche del lavoro che si attivano attraverso le dinamiche relazionali, diventano essenziali sia la conoscenza dei contenuti dei contratti decentrati sia l’aggiornamento delle loro trasformazioni.

Si è quindi fatto presente come, alla realizzazione di questi due obiettivi, possa contribuire l’archivio nazionale CNEL della contrattazione collettiva previsto dalla legge 30 dicembre 1986, n. 936. Un archivio che, in un primo tempo concentrato sulla contrattazione nazionale, con successive modifiche normative (legge n. 15/2009, decreto legislativo n. 150/2009) ha incluso tutta la contrattazione di ogni livello del settore pubblico e che, allo stato attuale, necessita di essere implementato per quel che concerne le raccolte campionarie della contrattazione privata, aziendale e territoriale, che risultano aggiornate al 2009. A tal fine, nella consapevolezza dell’inadeguatezza degli elementi informativi esistenti a fornire un quadro sufficientemente rappresentativo della diffusione di tale livello di contrattazione e della sua rilevanza in termini quantitativi, si è sottolineata l’opportunità di potenziare e valorizzare l’archivio nel suo complesso e di integrarlo in particolare nella sezione dedicata alla contrattazione di secondo livello nel settore privato.

Si è pertanto individuato nel progetto congiunto CNEL-ISTAT l’opportunità di analizzare l’estensione e le caratteristiche qualitative di tale livello di contrattazione e la relazione con la performance delle imprese. Si è fatto presente come il progetto si sia sviluppato in due fasi: 1) analisi delle informazioni provenienti dalle indagini sulle imprese, volta a identificare una serie di indicatori (per dettaglio settoriale, dimensionale e territoriale consentito dal campione) utili a tracciare le caratteristiche della contrattazione di secondo livello; 2) associazione delle informazioni sulla contrattazione integrativa a livello individuale ed informazioni provenienti dalle indagini sui risultati economici delle imprese e/o di altre indagini ISTAT e archivi amministrativi e fiscali (come indicato nel Par. 4.3). Il workshop è stato strutturato attorno alle relazioni del CNEL62 e dell’ISTAT63, rispettivamente dedicate al “Contributo per la definizione di un sistema di classificazione degli accordi collettivi di secondo livello nel settore privato” e alle “Evidenze empiriche nell’ambito del progetto ISTAT “Sistema informativo sulla contrattazione aziendale in Italia”, cui ha fatto seguito il dibattito con le parti sociali.

62 Il prof. Pedersini, dell’Università di Milano, in qualità di consulente della Commissione sul tema.

63 La dott.ssa Cardinaleschi, in qualità di responsabile del Progetto Istat SICA “Sistema informativo sulla contrattazione aziendale” all’interno del quale si è anche avviata la rilevazione, i cui dati sono presentati nel Cap. 4. Il prof. Riccardo Leoni dell’Università di Bergamo ha presentato un paper relativo agli aspetti teorici su “La contrattazione decentrata: caratteristiche e impatto sulla performance delle imprese”.

97 In particolare, la prima si è focalizzata sul contenuto informativo e sulle funzionalità integrate dell’archivio, nonché sulle altre iniziative del CNEL finalizzate a potenziarne la possibilità di fruizione: la consultazione dei testi contrattuali, lo strumento che consente una “lettura ragionata” degli stessi e i notiziari periodici che forniscono un’analisi delle caratteristiche e delle tendenze della negoziazione ai vari livelli.

In considerazione dell’intensa stagione degli accordi interconfederali su rappresentanza e rappresentatività, avviata nell’estate del 2011, con i quali sono stati ampliati gli spazi della contrattazione decentrata, trova conferma l’importanza di fornire dati accurati e aggiornati soprattutto su quanto accade nelle imprese e nei territori. Il workshop ha consentito di tracciare le indicazioni metodologiche che dovrebbero orientare una efficiente raccolta dei contratti: la copertura complessiva degli accordi territoriali, partendo dai settori nei quali tradizionalmente la contrattazione decentrata si esercita a questo livello (agricoltura, edilizia, turismo, artigianato) o dai temi centrali, come il welfare, che può essere trattato a livello aziendale e/o territoriale; la predisposizione di un campione di imprese rappresentativo su base nazionale, delineato secondo le tre variabili della dimensione (20-49 dipendenti, 50-249 dipendenti, 250 dipendenti e oltre), del settore di attività (industria manifatturiera, servizi), dell’area geografica (Nord, Centro, Mezzogiorno); la periodicità della raccolta dei contratti, proponendo una periodicità di tre anni e concentrando l’attenzione sull’eventuale integrativo aziendale e sugli accordi di maggiore rilievo; la classificazione degli accordi per una sintetica analisi dei contenuti contrattuali. Fra le aree tematiche da considerare, sono indicate quelle più tradizionali già utilizzate in altre esperienze di studio della contrattazione aziendale (sistema di relazioni industriali, informazione e consultazione; occupazione e contratti di lavoro; orario di lavoro; organizzazione del lavoro; formazione; ambiente, salute, sicurezza; parte economica e salario di risultato e di produttività; benefit e welfare).

Particolare attenzione dovrebbe essere dedicata alla definizione dei tratti innovativi della contrattazione collettiva, anche in relazione alle più recenti evoluzioni della normativa, e come lo schema generale di classificazione dovrebbe mantenere una sostanziale continuità nel tempo, al fine di garantire la comparabilità dei dati.

Nella convinzione che un sistema così strutturato richieda il pieno coinvolgimento e la collaborazione delle parti sociali, sia in fase di discussione dello schema di rilevazione e classificazione sia per quanto riguarda la raccolta dei testi contrattuali, è stato indicato il CNEL come sede più opportuna e meglio attrezzata per svolgere tale ruolo fondamentale di raccordo e coordinamento. Peraltro, è stata altresì evidenziata la necessità di realizzare sinergie e di promuovere collaborazioni istituzionali finalizzate a sviluppare e a consolidare il grado di conoscenza dello stato delle relazioni di lavoro nel nostro Paese. A tal fine, è stata ritenuta assai proficua l’integrazione sistematica fra le rilevazioni effettuate dall’ISTAT che, attraverso l’ampiezza dei campioni, il controllo dei metodi di indagine, gli strumenti di verifica rigorosa della qualità dei dati, consentono di raccogliere informazioni sulla regolazione del lavoro in Italia in modo particolarmente accurato e puntuale, aumentando potenzialmente l’ampiezza e il dettaglio delle analisi e la raccolta periodica dei testi contrattuali da parte del

98 CNEL. L’obiettivo comune da porsi sarebbe infatti quello di offrire a operatori, parti sociali, responsabili politici e studiosi un sistema informativo che consenta di studiare i medesimi fenomeni da punti di vista e con livelli di dettaglio e approfondimento diversi.

Il contributo ISTAT al workshop è stato incentrato sullo stato dell’arte dei sistemi informativi sulla contrattazione aziendale in Italia, cui è collegabile l’indagine relativa al clima di fiducia delle imprese, condotta con riferimento ai dati di gennaio 2014 e orientata alla valutazione qualitativa dell’andamento del fenomeno. I rappresentanti delle parti sociali presenti al CNEL hanno suggerito di ampliare l’analisi dei dati relativi alle variabili che caratterizzano la contrattazione di secondo livello, aziendale e territoriale (diffusione del contratto nazionale per settori di attività, rilevazione dei contratti nazionali a cui corrisponde più intensa contrattazione integrativa, ricorso all’elemento di garanzia retributiva, tasso di sindacalizzazione per settore di attività economica, livello di interdipendenza fra contratti nazionali e contratti di secondo livello).

La descrizione del contesto di riferimento è partita dal gap informativo rilevato nell’ambito del Piano Statistico Nazionale 2011-2013 sulle tendenze della contrattazione e sulla sua relazione con la performance delle imprese, che ha condotto alla costituzione di un gruppo di lavoro ISTAT per la realizzazione di uno studio di fattibilità e di implementazione del Sistema Informativo sulla Contrattazione Aziendale. Il gruppo di lavoro si è confrontato con altre istituzioni attive su questa linea di lavoro, ritenendo prioritari i seguenti ambiti: rapporto a livello macroeconomico che lega la struttura della contrattazione collettiva alla performance economica; impatto della contrattazione di secondo livello sui differenziali salariali, anche di genere; peso e modalità della contrattazione decentrata in presenza di forza lavoro anziana (condizioni di lavoro, premialità, ecc.).

In merito a caratteristiche e impatto della contrattazione decentrata sulla performance delle imprese, il workshop ha posto in luce ancora una volta la centralità del tema-chiave della produttività, declinabile sotto i diversi profili della competitività delle imprese, della distribuzione dei redditi, dell’occupazione connessa alla capacità delle imprese di difendere le quote di mercato o acquisirne di nuove.

Dal punto di vista metodologico, si è segnalata una eccessiva eterogeneità delle informazioni e delle fonti, nonché il frequente utilizzo nella contrattazione aziendale di criteri “di parte”, in quanto riferiti solo alle caratteristiche macro-aziendali. Con le elaborazioni dell’ISTAT si intende indagare l’esistenza di forme di complementarietà fra l’adozione di pratiche organizzative e gestionali innovative (team working, flessibilizzazione orari di lavoro, reingegnerizzazione dei processi) e l’incentivazione, economica e non, come pure la eventuale relazione fra forme di incentivazione e andamento della performance aziendale. Un’ulteriore esigenza conoscitiva riguarda gli effetti della contrattazione decentrata sulla performance dell’impresa, declinabile rispetto a diversi indicatori-obiettivo (produttività, redditività, qualità, sviluppo delle competenze, presenze/assenze, riorganizzazione, flessibilità negli orari, processi di innovazione, ecc.)

99 Dal dibattito con le parti sociali è emersa la necessità di promuovere un nuovo rapporto tra imprese e lavoratori, anche mediante il potenziamento della contrattazione decentrata e l’approfondimento delle caratteristiche dell’attuale modello contrattuale, ormai superato e bisognoso di rilevanti aggiornamenti al fine di renderlo più aderente al mercato del lavoro e alle dinamiche economiche. A tal fine, è stato rilevato come la contrattazione di secondo livello abbia bisogno, come prerequisito, di una classe dirigente preparata, di maggiori livelli di produttività, del superamento delle criticità derivanti dalle inadeguate dimensioni di impresa, cui si aggiungono temi più attuali come la green economy, relazioni industriali più innovative all’interno dei posti di lavoro, nuove ed incidenti soluzioni organizzative promosse e condivise tramite lo strumento della contrattazione. Con specifico riferimento al rapporto tra i due livelli di contrattazione, si è sottolineata la tendenza alla diminuzione del peso di quella nazionale, alla quale non sembra fare riscontro un generale, pari incremento del secondo livello, mentre rimane da esplorare il collegato grado di copertura dei lavoratori da questa forma di contrattazione. Le parti sociali hanno sottolineato infatti come tali dinamiche potrebbero a loro volta contribuire ad un incremento delle disuguaglianze. Da qui l’opportunità di riadattare e meglio codificare ruolo e funzioni del contratto decentrato, soprattutto in considerazione dei diffusi processi di ristrutturazione che inevitabilmente caratterizzeranno gli assetti delle imprese nel breve e medio termine.

Le parti sociali hanno anche affrontato il tema della relazione tra norme innovative contenute nel Jobs Act e contrattazione collettiva, sostenendo come, nell’evoluzione delle relazione industriali, la contrattazione nazionale debba mantenere le funzioni di indirizzo per le trattative di secondo livello, cui spetta la regolamentazione della vita dall’interno delle imprese. Una preliminare comparazione condotta tra i contratti di secondo livello stipulati prima e dopo tale riforma farebbe infatti ipotizzare una limitazione degli ambiti di trattativa (si veda, ad esempio, la nuova disciplina sul demansionamento, sul controllo a distanza, sul compenso orario minimo). Un rafforzamento della contrattazione di secondo livello viene rilevata nel Jobs Act solo nella definizione degli strumenti dedicati ad affrontare situazioni di crisi aziendale (ad esempio i contratti di solidarietà) e nel ricorso agli ammortizzatori sociali. I ritardi nell’attuazione degli accordi sulla rappresentanza e rappresentatività sindacale rappresentano un vincolo all’accelerazione e sviluppo della contrattazione decentrata.

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4.3. Diffusione e caratteristiche della contrattazione di secondo livello in