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Il contributo dell'aspetto verbale

Capitolo 1. I ruoli tematici

1.4 Generalized event knowledge

1.4.2 Ruoli tematici e priming

1.4.2.3 Il contributo dell'aspetto verbale

Ferretti e altri (2007) analizzano il contributo dell'aspetto verbale all'attivazione di determinati tipi di conoscenza, in particolare quella legata ai LUOGHI in cui avvengono e

si sviluppano gli eventi.

In Ferretti e altri (2001) non viene registrato alcun effetto di priming verbo-LUOGO (vedi

par. 1.4.2) e ciò ha dei riscontri sia nel momento in cui esaminiamo le nostre abituali conversazioni, sia se analizziamo testi o parti di essi, poiché risulta spesso difficile trovare dei riferimenti espliciti ai LUOGHI: questo tipo di informazione sembra implicita

e viene considerata auto-evidente e, in quanto tale, non necessita di ulteriori chiarimenti. Tuttavia i risultati di altri esperimenti (Morrow, 1985; 1990) mostrano come i soggetti sfruttino questo tipo di informazioni di background per interpretare le frasi e lo facciano soprattutto nel caso di verbi con aspetto imperfettivo. Ciò viene spiegato alla luce del continuum temporale degli eventi: inizio, durata e conclusione sono le tre fasi nelle quali le azioni si sviluppano e ciascuna di esse è caratterizzata da LUOGHI, STRUMENTI,

entità partecipanti che entrano ed escono dalla scena. L'AGENTE, in quanto iniziatore

dell'evento, risulta saliente nelle prime fasi degli eventi, invece il PAZIENTE risente

dell'avvenimento di un evento, perciò l'attenzione è indirizzata verso di lui quando gli eventi giungono a conclusione. LUOGHI e STRUMENTI, invece, sembrano maggiormente

centrali nel corso dello svolgimento degli eventi (Moens & Steedman, 1988).

Per fare ulteriormente luce su questi fenomeni, Ferretti e colleghi (2007) raccolgono, in primo luogo, norme semantiche riguardo i LUOGHI tipici in cui si svolgono gli eventi: ai

partecipanti viene chiesto di esprimere un giudizio di tipicità su una scala da uno a sette, in cui uno significa “luogo non comune” e sette “luogo estremamente tipico”; i risultati sono suddivisi in quattro liste di coppie verbo-LUOGO, di cui sei contengono verbi con

aspetto perfettivo associati a nomi di LUOGO tipici per quegli eventi (was skating-

arena), sei includono coppie verbo con aspetto imperfettivo-LUOGO non correlato (was

praying-arena), altre sei contengono coppie verbi perfettivi-LUOGHI tipici (had skaten-

arena), infine sei comprendono verbi perfettivi associati a LUOGHI non correlati (had

Le coppie sono presentate sullo schermo di un computer, al cui centro per 250 ms viene visualizzato un “+”, in seguito al quale viene mostrata la parola prime per altri 250 ms; infine la parola target resta sullo schermo finché il partecipante non la nomina a voce alta e vengono registrati i tempi di reazione.

I risultati mostrano effetti di priming nel caso di nomi di LUOGHI associati a verbi con

aspetto imperfettivo, quando cioè l'attenzione è indirizzata sulla struttura interna di un evento, ma non nel caso di coppie nome di LUOGO-verbo perfettivo, quando l'evento

viene osservato nella sua globalità. L'aspetto verbale gioca perciò un ruolo chiave, poiché determina l'attivazione della conoscenza dei luoghi tipici in cui gli eventi avvengono e questi risultano particolarmente salienti nel caso di verbi imperfettivi. In un secondo esperimento, gli autori analizzano le preferenze dei soggetti in un task di completamento di frasi contenti verbi perfettivi e imperfettivi. Alla luce dei risultati dell'esperimento precedente, si ipotizza che nel caso di frammenti contenenti verbi con aspetto imperfettivo, i soggetti completino le frasi con complementi di luogo, mentre attuino altre strategie nel caso di verbi con aspetto perfettivo.

Vengono creati dei frammenti di frasi come “the diver was snorkeling –”, “the cow had grazed –” e ai soggetti viene detto di completare le sequenze, esprimendosi liberamente. I risultati confermano le aspettative: ancora una volta, nel caso dell'aspetto imperfettivo, vengono preferiti i complementi di luogo, mentre nel caso dell'aspetto perfettivo i soggetti tendono a focalizzare l'attenzione sui partecipanti all'evento e, di conseguenza, completano le frasi con le proprietà delle entità coinvolte.

Tutto ciò sembra legato al fatto che nel momento in cui osserviamo un evento nella sua globalità, tendiamo a prendere in considerazione gli effetti di quell'evento e i cambiamenti che ha causato, proprio in quanto è avvenuto. Inoltre, una volta che un'azione giunge a compimento, è poco probabile che i partecipanti restino fermi nello stesso luogo in cui l'azione è avvenuta: quando i nuotatori finiscono una lezione, per esempio, tendono a spostarsi per tornare a casa, compiono cioè delle azioni che implicano un cambiamento di luogo e di scena; questo fattore può spiegare la minor salienza dei luoghi nel caso di verbi con aspetto perfettivo.

Nel caso dell'aspetto imperfettivo, invece, i nomi di luogo sono maggiormente salienti e sono prodotti in maniera naturale dai soggetti, mentre non lo sono i cambiamenti di stato che l'evento causa, proprio perché non è ancora giunto a compimento.

In un terzo studio, Ferretti e colleghi analizzano la componente N400, considerata indice di quanto un nome di luogo venga atteso dai soggetti nel momento in cui sentono un verbo. Vengono scelti e presentati verbi con aspetto perfettivo e imperfettivo, seguiti da nomi di luogo, al fine di verificare se e quando, durante la comprensione, l'aspetto verbale generi aspettative sui luoghi in cui avvengono gli eventi.

Sono utilizzati stimoli come “the diver was snorkeling in the ocean” (aspetto imperfettivo, LUOGO altamente tipico), “the diver was snorkeling in the pond” (aspetto

imperfettivo, LUOGO non tipico), “the diver had snorkeled in the ocean” (aspetto

perfettivo, LUOGO altamente tipico) e “the diver had snorkeled in the pond” (perfettivo, LUOGO non tipico).

L'analisi dei risultati mostra che l'ampiezza della N400 varia in funzione dell'aspetto verbale e della tipicità del luogo per l'evento dato, risultando minima nel caso di verbi con aspetto imperfettivo associati a luoghi tipici.

In definitiva, tutti gli esperimenti precedenti mostrano che, durante la comprensione, vengono messi in atto dei meccanismi di recupero delle informazioni che sono guidati non solo dal verbo e dai partecipanti agli eventi, ma anche dall'aspetto verbale.