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IL CONTROLLO SULLA DURATA DE LLE INDAGINI PRE LIMINARI E LA LORO PROROGA

R elatore:

dott.ssa Giovan n a ICH INO

GIP del Tribu n ale di Milan o

SOMMARIO: 1. La n ecessità di u n con trollo giu risdizion ale su lla du rata delle in dagin i.

- 2. L’in dividu azion e del term in e a qu o. - 3. L’in dividu azion e del term in e fin ale. - 4. I lim iti di du rata m assim a delle in dagin i prelim in ari e il prin-cipio costitu zion ale di obbligatorietà dell’azion e pen ale. - 5. Il con trollo su l-la pu bblicità delle in dagin i. - 6. La rich iesta di proroga avan zata dal P.M.

dopo la scaden za del term in e. - 7. Il procedim en to din n an zi al GIP. Ri-corribilità del provvedim en to di con cession e o din iego della proroga. - 8.

L’in u tilizzabilità degli atti com piu ti dopo la scaden za del term in e delle in-dagin i. - 9. La du rata delle in in-dagin i e le m isu re cau telari.

1. – La n ecessità di u n con trollo giu risdizion ale su lla du rata delle in -dagin i.

La rigorosa disciplin a dei term in i delle in dagin i prelim in ari era giu stificata – n ell’origin aria form u lazion e del codice – dal fatto ch e la fase procedim en tale avesse com e u n ico scopo qu ello di verificare la su ssisten za degli elem en ti su fficien ti per l’esercizio dell’azion e pe-n ale: si voleva evitare, d’altro cape-n to, ch e u pe-n a persope-n a potesse essere sottoposta ad in vestigazion i per u n tem po illim itato.

Gli in terven ti del legislatore e della Corte Costitu zion ale, m u tan do la fin alità delle in dagin i prelim in are e, in particolare, prescriven do ch e le stesse sian o il più possibile com plete e m irate al raggiu n gi-m en to di risu ltati processu algi-m en te rilevan ti, h an n o in dotto gi-m olti giu-dici a du bitare dell’opportu n ità di m an ten ere u n lim ite di du rata m as-sim a (tan to più ch e l’attività in vestigativa, specie n ei procedim en ti di crim in alità organ izzata, risu lta oggi poten ziata sia con riferim en to ai n u ovi “m odu li organ izzativi” delle in dagin i collegate e coordin ate a livello n azion ale, sia con riferim en to ai più am pi poteri con cessi al-la polizia giu diziaria).

Diven ta tu ttavia an cor più problem atico con sen tire agli organ i in qu iren ti di svolgere in vestigazion i sin e die, da qu an do son o stati

estesi i tem pi in cu i l’in dagin e pu ò svolgersi all’in sapu ta degli in da-gati ed è stato sovvertito il regim e di u tilizzazion e degli atti com piu ti n el corso delle in dagin i dal P.M. e dalla stessa P.G. Con l’in serim en -to n el fascicolo dibattim en tale di tu tti gli atti assu n ti per roga-toria all’estero (art. 431 co. 1 lett. d), m od. dalla l. n . 356/92, con il n u o-vo regim e delle con testazion i dibattim en tali (artt. 500 e 503 c.p.p.), con l’am pliam en to delle possibilità di lettu ra per sopravven u ta irri-petibilità (art. 512 c.p.p.) o per le qu alità del dich iaran te (art. 512 bis c.p.p.) gli atti delle in dagin i, an ch e se com piu ti da u n a parte pro-cessu ale, posson o oggi essere direttam en te valu tati com e prova dei fatti e costitu ire il fon dam en to della decision e del giu dice.

Occorre du n qu e che il GIP svolga u n con trollo efficace: il vero pro-blem a n on è in fatti qu ello di evitare che l’in qu iren te in daghi a tem po in determ in ato (m a pu r sem pre en tro il term in e di prescrizion e del reato), ben sì qu ello di evitare che la P.G. e il P.M. com pian o per u n tem po illim itato atti d’in dagin e, su scettibili di u tilizzazion e a fin i di pro-va an che in dibattim en to, all’in sapu ta dell’in dagato e al di fu ori da qu al-siasi con trollo giu risdizion ale.

Prim a di affron tare le qu estion i con n esse alla du rata m assim a delle in dagin i è com u n qu e im prescin dibile verificare in qu ale m o-m en to esse debban o con siderarsi in iziate.

2. – L’in dividu azion e del term in e “a qu o”.

L’art. 405 com m a 2 c.p.p. – riprendendo testualm ente il dettato del-la legge delega (art. 2 punto 48) – stabilisce che “Il pubblico m inistero richiede il rinvio a giudizio entro sei m esi dalla data in cui il nom e del-la persona aldel-la quale è attribuito il reato è iscritto nel registro delle no-tizie di reato”. Tale disposizione, pur dovendo essere correlata all’obbli-go sancito nell’art. 335 c.p.p. di iscrivere im m ediatam ente la notizia di reato e – contestualm ente o dal m om ento in cui risulta – il nom e del-la persona aldel-la quale il reato stesso è attribuito, privilegia ai fini del com puto del term ine delle indagini il m om ento della form ale iscrizio-ne rispetto a quello della m ateriale percezioiscrizio-ne o acquisizioiscrizio-ne della no-tizia stessa: criterio, quest’ultim o, accolto invece dal legislatore nei suc-cessivi com m i tre e quattro dell’art. 405, ove stabilisce che, se è neces-saria una condizione di procedibilità o di proseguibilità, il term ine de-corre dal m om ento in cui queste pervengono al pubblico m inistero.

La scelta del legislatore sta ad in dicare ch e il term in e delle in -dagin i prelim in ari n on decorre au tom aticam en te dalla com m ission e del fatto-reato o dalla com u n icazion e dello stesso al P.M. (e, del re-sto, con la legge 356/92 si è ricon osciu to alla Polizia u n m argin e ela-stico per riferire al P.M. la n otizia di reato, con la possibilità n el frat-tem po di com piere in dagin i au ton om e, al di fu ori da qu alsiasi lim i-te i-tem porale e di specifich e direttive del P.M.).

L’aver in dividu ato il dies a qu o n ella data di iscrizion e della n o-titia crim in is soggettivam en te qu alificata den ota ch e si è riten u ta n e-cessaria u n a sia pu r m in im a attività valu tativa da parte del m agi-strato in qu iren te in ordin e alla su ssisten za di u n a n otizia di reato (ch e altrim en ti potrebbe essere ru bricata n el registro m od. 45 delle

“n on -n otizie di reato”) e alla attribu ibilità della stessa ad u n deter-m in ato soggetto.

Il sistem a processu ale in trodotto dal n u ovo codice prevede u n a serie di m eccan ism i di con trollo giu risdizion ale, volti a garan tire la correttezza delle determ in azion i del P.M. in ordin e alla speditezza e com pletezza delle in dagin i e all’esercizio o m en o dell’azion e pen ale.

Ciò n on ostan te, n on prevede espressam en te la possibilità di u n con -trollo da parte del giu dice su lla tem pestività delle iscrizion i n el regi-stro delle n otizie di reato, se n on n ella specifica ipotesi di cu i all’art.

415 com m a 2 c.p.p. (procedim en to con tro ign oti ove il Gip – in ve-stito della decision e in ordin e alla rich iesta di proroga – se ritien e ch e il reato sia da attribu ire a person a già in dividu ata, ordin a ch e il n om e di qu esta sia iscritto n el registro).

Ad eccezion e di qu esto caso, il G.I.P. n on pu ò effettu are u n con -trollo ex post su ll’operato del P.M., stabilen do i tem pi en tro i qu ali avrebbe dovu to pren dere le su e decision i in ordin e alla n otizia di rea-to perven u tagli.

Un con trollo del gen ere si ispirerebbe n ecessariam en te a criteri di valu tazion e alqu an to soggettivi ed arbitrari e fin irebbe per deter-m in are u n a in giu stificata disparità di trattadeter-m en to fra gli in dagati.

Si pen si ad esem pio all’ipotesi in cu i la n otizia di reato n on sia oggetto di espressa den u n cia o di com u n icazion e da parte della P.G., n é em erga ictu ocu li dai verbali delle operazion i di in tercettazion e am bien tale giorn alm en te redatti dagli operan ti, lim itan dosi tali ver-bali ad eviden ziare le n otizie di reato con cern en ti differen ti e più gra-vi reati (ad esem pio u n a associazion e per delin qu ere fin alizzata al traffico di stu pefacen ti ed i reati-fin e, n on ch é i soggetti cu i tali

rea-ti potevan o essere attribu irea-ti e n on an ch e u n episodio di corru zion e em ergen te da u n a con versazion e e riferibile a person e n on pien a-m en te iden tificate).

Deve ritenersi in tal caso che la notitia crim inis venga “form ata” dal P.M., dopo che lo stesso l’ha direttam ente appresa dalla lettura delle tra-scrizioni integrali delle conversazioni. E vale la pena di sottolineare in proposito quanto afferm ato dalla dottrina con riferim ento alle “notizie di reato non qualificate” che il P.M. ritenga debbano essere fatte oggetto di indagini: l’iscrizione delle stesse nel registro ha natu ra costitu -tiva della qualifica di indagato, a differenza di quanto avviene per l’iscri-zione delle altre notizie espressam ente denunciate o com unicate, che è soltanto ricognitiva e si lim ita a form alizzare l’individuazione dell’inda-gato (cfr. DOMINIONI, Com m entario al nu ovo codice di procedu ra pe-nale, su b art. 61, Giuffrè Milano 1989, pp. 390 e 392).

Talora è la stessa “pon derosità” della com u n icazion e di reato e dei su oi allegati (sia in term in i m eram en te cartacei, sia in term in i di com plessità del con ten u to da u n pu n to di vista dei fatti esposti o em ergen ti da trascrizion i telefon ich e) ch e porta ad esclu dere in ogn i caso ch e si possa riten ere acqu isita e com piu tam en te presa in esam e dal P.M. ogn i sin gola ipotesi di reato rilevabile dagli atti, n ella stes-sa data in cu i qu esti u ltim i arrivan o all’u fficio in qu iren te.

Il criterio della “im m ediatezza” della iscrizion e delle n otizie per-ven u te alla Procu ra, san cito dall’art. 335 c.p.p., deve du n qu e essere con tem perato con altri param etri, qu ali la com plessità della fattispe-cie, l’om essa eviden ziazion e da parte della P.G. delle n otitiae crim i-n is, l’opportu i-n ità di acqu isire più dettagliate ii-n form azioi-n i dai verba-lizzan ti per m eglio delin eare il con ten u to della com u n icazion e, il ca-rico di lavoro dell’Ufficio, ecc. E , com e si è detto, sarebbe del tu tto arbitrario che il G.I.P., con u n a valu tazion e a posteriori, stabilisse in qu an ti giorn i o m esi il P.M. avrebbe dovu to effettu are le su ddette atti-vità, prodrom iche rispetto all’iscrizion e della n otizia di reato a carico di person a determ in ata.

Ci si dom an da piu ttosto se, in u n ’ipotesi in cu i è la stessa atti-vità di in dagin e posta in essere del P.M. ad eviden ziare l’avven u ta ac-qu isizion e e valu tazion e da parte su a della n otizia di reato, n on deb-ba in dividu arsi l’in izio delle in dagin i prelim in ari su lla scorta del da-to sostan ziale (oggettivo im pu lso delle stesse), an zich é del dada-to for-m ale (for-m ateriale effettu azion e dell’adefor-m pifor-m en to afor-m for-m in istrativo rela-tivo all’iscrizion e n el registro).

Non pu ò obiettarsi – a favore della secon da ipotesi – ch e tali in-dagin i eran o dirette solo a verificare in via prelim in are e gen erica la fon datezza della n otizia di reato: n el sistem a del n u ovo codice, in-fatti, son o dirette a tale scopo proprio le in dagin i ch e il P.M. deve com piere n ella fase an teceden te il processo, per decidere se esercita-re l’azion e pen ale o ch iedeesercita-re l’arch iviazion e: in dagin i ch e ai sen si dell’art. 405 c.p.p. devon o essere com piu te in u n periodo di sei m esi, prorogabile dal G.I.P. solo in presen za di ben precisi lim iti e con -dizion i. Si verrebbe altrim en ti a creare u n a u lteriore fase del proce-dim en to, prelim in are rispetto alla stessa fase delle in dagin i prelim i-n ari e del tu tto svii-n colata da term ii-n i ed adem pim ei-n ti, posti a ga-ran zia del diritto di difesa.

Collocan do l’in izio delle in dagin i prelim in ari n el m om en to in cu i il P.M. h a com piu to il prim o atto di in vestigazion e in relazion e ad u n a determ in ata e soggettivam en te qu alificata n otizia di r eato, il G.I.P.

n on si sostitu isce al P.M. n el valu tare il m om en to in cu i deve – o avrebbe dovu to – dare in izio alle in dagin i stesse, m a si lim ita a con statare u n fatto processu alm en te rilevan te e derivan te da u n “com -portam en to con clu den te” posto in essere da u n a delle parti.

Verrebbe in caso con trario a verificarsi u n a illecita prostrazion e delle in dagin i prelim in ari, al di fu ori da qu alsiasi con trollo giu risdi-zion ale e in aperto con trasto con lo spirito della disciplin a dettata dagli artt. 405 e segu en ti c.p.p., ten den te a salvagu ardare il diritto di difesa dell’in dagato e l’in teresse di qu alu n qu e cittadin o a n on essere sottoposto ad in dagin i a su a in sapu ta, per u n tem po illim itato.

Credo du n qu e si possa afferm are ch e, se l’iscrizion e della n otizia di reato vien e effettu ata in u n m om en to su ccessivo rispetto ad atti di in vestigazion e – ch e presu ppon gon o la valu tazion e positiva dell’in -qu iren te circa l’esisten za di u n a n otizia di reato – sia la stessa attività con clu den te del P.M. a segn are l’in izio delle in dagin i e il m om en -to dal qu ale devon o decorrere i term in i.

3. – L’in dividu azion e del term in e fin ale.

L’art. 407 c.p.p. fissa la du rata m assim a delle in dagin i prelim i-n ari ii-n diciotto m esi.

Son o tu ttavia previste alcu n e ipotesi in cu i, in deroga alla regola gen erale, le in dagin i posson o essere prorogate di u lteriori sei m esi:

A. – Qu an do le in dagin i abbian o ad oggetto i delitti previsti dall’art.

275 com m a 3 c.p.p., oltre al delitto di cu i all’art. 416 c.p., n ei casi in cu i è obbligatorio l’arresto in flagran za (v. Cass. sez. VI u d. 9.12.1992, n . 192949).

Il rinvio operato dall’art. 407 lett. b) – così com e m odificato dalla legge 6.8.92 – alla categoria dei delitti per i quali è obbligatoria la custo-dia cautelare in carcere è alquanto discutibile: le esigenze che stanno a fondam ento dell’art. 275 com m a 3 sono infatti diverse da quelle che dovrebbero giustificare una proroga fino a due anni della durata delle in -dagini. Se, infatti, per quanto concerne i delitti che presuppongono l’esi-stenza di una associazione crim inosa, le indagini si rendono necessa-riam ente più lunghe e com plesse, non altrettanto può dirsi in astratto per i delitti di rapina o in m ateria di arm i ed esplosivi, per i quali si ricorre spesso (o addirittura obbligatoriam ente) al giudizio direttissim o.

B. – Qu an do si tratti di “n otizie di reato che ren don o particolar-m en te coparticolar-m plesse le in vestigazion i per la particolar-m olteplicità di fatti tra loro collegati ovvero per l’elevato n u m ero di person e sottoposte alle in dagi-n i o di persodagi-n e offese” (art. 407 com m a 2 lett. b) c.p.p.),

Men tre n on sem bran o su ssistere du bbi in terpretativi per qu an to con cern e i presu pposti di cu i alla secon da parte delle disposizion i, ci si è dom an dati qu ale sign ificato attribu ire all’espression e “fatti tra lo-ro collegati”.

A m io parere essa deve essere in terpretata n el sen so di u n a plu -ralità di procedim en ti storici e n on di fatti-reato. Mi sem bra eviden te, in fatti, ch e l’esigen za di u n a proroga delle in dagin i debba essere ri-collegata alla obiettiva com plessità delle stessa, da valu tarsi in con-creto e n on in astratto. In altre parole, è u n dato di esperien za co-m u n e ch e talora il procedico-m en to pen ale rigu ardan te u n u n ico reato (si pen si ad esem pio alle in vestigazion i relative ad u n solo om icidio) possa rich iedere in dagin i assai più approfon dite e com plicate di u n procedim en to aven te ad oggetto u n a plu ralità di ipotesi delittu ose di facilissim o accertam en to (si pen si ad u n a m olteplicità di lievi viola-zion i fin an ziarie o dogan ali). D’altra parte la ratio dell’art. 407 c.p.p.

deve essere in dividu ata alla lu ce dei prin cipi costitu zion ali e all’in-tern o del sistem a in trodotto dal n u ovo codice.

La fin alità delle in dagin i prelim in ari, qu ale pu ò essere desu n ta dal disposto dell’art. 326 c.p.p., è qu ella di persegu ire risu ltati ch e ri-levin o ai fin i delle determ in azion i in eren ti all’esercizio dell’azion e

pe-n ale. Il pripe-n cipio trova il su o com pletam epe-n to pe-n ell’art. 358 c.p.p., ove l’espression e “ogn i attività n ecessaria” in dica ch iaram en te ch e le in-dagin i devon o essere com plete e m irate verso il raggiu n gim en to di risu ltati rilevan ti.

Appare eviden te la n ecessità di n on creare disparità di trattam en to fra situ azion i processu ali sostan zialtrattam en te sitrattam ili, per n on in -cen tivare affrettate rich ieste di arch iviazion e e su ccessive rich ieste di riapertu ra delle in dagin i, le qu ali porterebbero ad u n a irrazion ale lesion e di elem en tari prin cipi di bu on an dam en to della pu bblica am -m in istrazion e (art. 97 Cost.).

Si pen si ad esem pio all’ipotesi in cu i la m olteplicità di fatti rife-ribili ad u n u n ica n otitia crim in is, su cu i an cora il P.M. voglia in vestigare, em erga solo in prossim ità del term in e di scaden za delle in dagin i. In terpretan do restrittivam en te la n orm a, il P.M. dovrebbe in terrom pere ogn i in vestigazion e allo scadere dei diciotto m esi. Al con -trario, se la n ecessità di tali in dagin i in terven isse dopo la scaden za del term in e m assim o e dopo l’em ission e di u n decreto di arch ivia-zion e, essa giu stifich erebbe u n a riapertu ra delle in dagin i ex art. 414 c.p.p., con n u ova iscrizion e della n otizia di reato e con segu en te n u o-va decorren za del term in e.

Mi è ca p ita to, in u n p r oced im en to p er cor r u zion e, ch e solo p o-ch i gior n i p r im a d ello sca d er e d ella ter za p r or oga em er gesse o-ch e su l con to cor r en te d i u n gior n a le, d i cu i l’in d a ga to er a d ir ettor e, er a n o sta ti ver sa ti im p or ti cor r isp on d en ti a l p r ezzo d ella cor r u zion e d a p a r te d i zion u m er osissim e p er sozion e, a sser ita m ezion te a titolo d i a b b on a m en to. Sen on ch è, d a i p r im i con tr olli, è em er so ch e ta li p er -son e o er a n o d eced u te o n on a veva n o effettu a to a lcu n ver sa m en to.

Le in d a gin i p er a cqu isir e i cer tifica ti d i m or te, p er sen tir e tu tti color o ch e r isu lta va n o a ver effettu a to i ver sa m en ti fa su lli ed a ccer -ta r e i lor o r a p p or ti con l’in d a ga to n on p oteva n o p iù esser e

Le in d a gin i p er a cqu isir e i cer tifica ti d i m or te, p er sen tir e tu tti color o ch e r isu lta va n o a ver effettu a to i ver sa m en ti fa su lli ed a ccer -ta r e i lor o r a p p or ti con l’in d a ga to n on p oteva n o p iù esser e

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