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Questi esempi di interessi criminali anche nel comparto agro-alimentare confermano dun que le linee evolutive delle attuali organizzazioni criminali per la gestione della “criminali-

Scheda 3.2 – Principali illeciti riscontrat

3.4 La Convenzione sulla protezione degli interessi finanziari delle Comunità Europee

È stata la Convenzione sulla protezione degli interessi finanziari delle Comunità eu- ropee (nota come Convenzione PIf del 26 luglio 1995, ratificata con la legge 29 settembre 2000 n. 300) ad indurre un obbligo per tutti gli Stati membri dell’Unione Europea di perse- guire i comportamenti fraudolenti ai danni degli interessi finanziari comunitari con «san- zioni penali, effettive, proporzionate e dissuasive» e a fornire una definizione armonizzata di frode sia sul fronte delle spese che delle entrate della Comunità. Costituisce frode, lesiva degli interessi finanziari della Comunità, «qualsiasi azione o omissione intenzionale rela- tiva all’utilizzo o alla presentazione di dichiarazioni o di documenti falsi, inesatti o incom- pleti cui consegua il percepimento o la ritenzione illecita di frodi provenienti dal bilancio generale della Comunità Europea (con riguardo alle spese)… o la diminuzione illegittima (con riguardo alle entrate) di risorse del bilancio generale della Comunità Europea»; non- ché «la mancata comunicazione di una informazione in violazione di un obbligo specifi- co»... o «la distrazione di tali fondi per fini diversi da quelli per cui sono stati concessi o... la distrazione di un beneficio lecitamente ottenuto, cui consegua lo stesso effetto».

Nei casi di frodi gravi, gli Stati devono punire le condotte con sanzioni penali. La nozione di irregolarità, secondo il Reg. (Ce) n. 2988/1995 del 18 dicembre 1995, prevede «qualsiasi violazione di una disposizione del diritto comunitario derivante da una azione od omissione di un operatore economico che abbia o possa avere come conseguenza un pregiudizio al bilancio comunitario attraverso la diminuzione o la soppressione di entrate provenienti da risorse proprie percepite direttamente per conto della Comunità o a causa di una spesa indebita». La convenzione PIf è stata seguita poi da un primo protocollo del 27 settembre 1996, che ha introdotto il cosiddetto “principio di assimilazione” che prevede l’obbligo per gli Stati di incriminare i propri funzionari nello stesso modo in cui sono incri- minati i funzionari comunitari per le condotte illecite previste dalla convenzione. Un se- condo protocollo del 19 giugno 1997 ha previsto obblighi in materia di incriminazione del riciclaggio, nonché di confisca dei proventi derivanti da tali reati e dalla corruzione passiva e di responsabilità delle persone giuridiche per frodi, corruzione attiva e riciclaggio.

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3.5 L’Ufficio Europeo per la lotta antifrode (o

laf

)

l’Olaf è lo strumento giuridico d’indagine di cui si è dotata l’Unione Europea per garantire una migliore tutela degli interessi comunitari.

L’ufficio è entrato in funzione il primo giugno 1999 ed ha sostituito la task force “Co- ordinamento della Lotta Antifrode” (Uclaf) del Segretariato Generale della Commissione creata nel 1988.

L’Arma dei Carabinieri è presente in Olaf con un Ufficiale superiore del Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari, distaccato presso l’“Unità Aiuti all’Agricoltura e Commercio di Prodotti Agricoli”.

Attualmente l’Olaf conta circa 330 agenti, compreso il personale non statutario. I responsabili delle indagini dell’ Olaf hanno una solida esperienza professionale, acquisita nei servizi investigativi e giudiziari dei rispettivi Paesi di provenienza.

La caratteristica della squadra di investigatori dell’ Olaf è la sua pluridisciplinarietà che consente di avere un approccio globale e intersettoriale alle attività di contrasto.

Il Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari è pertanto in grado di svilup- pare attività investigative articolate e complesse anche sul piano internazionale valutando prioritario l’interesse di tutelare il Made in Italy anche nel comparto agroalimentare. I programmi d’azione in tale ambito vedono quindi lo sviluppo di ulteriori iniziative volte a rafforzare la cooperazione internazionale di polizia nella lotta alle frodi agro-alimentari che assumono dimensioni transnazionali anche avvalendosi degli strumenti operativi e informativi posti a disposizione dai sistemi Interpol, Europol, Shengen e nel quadro degli accordi di cooperazione bilaterale che si vanno sviluppando nei più ampi scenari inter- nazionali dall’America Latina alla Cina, dal Mediterraneo ai Paesi dell’Est Europeo. In tale quadro l’attività svolta dai Nuclei Antifrodi Carabinieri è stata incentrata anche a supportare il Ministro per le Politiche Europee e il Comitato per la Lotta contro le Frodi Comunitarie (cOlaf) nelle iniziative volte a valorizzare l’incisiva azione antifrode condotta dall’Italia e quindi, in sinergia anche con il Nucleo per la Repressione Frodi della Guardia di Finanza, nel ricercare il giusto riconoscimento dell’impegno assunto dall’Italia nei con- fronti dell’Unione Europea.

È stato così possibile che nel “Rapporto Annuale della Commissione Europea sulla protezione degli interessi finanziari dell’Ue Lotta alle Frodi Anno 2009” per la prima volta è stato valutato che per i Paesi, come 1’Italia, che presentano più alti tassi di frode fra gli Stati membri « non significa che in quei Paesi vengono commesse più frodi quanto invece che essi sono in possesso di un efficace sistema antifrode (sia in termini di capacità di scoprire le frodi, che di comunicarle) in grado di produrre più risultati».

L’attività di verifica dei flussi internazionali delle produzioni agricole alimentari è svi- luppata in piena sinergia anche con l’Agenzia delle Dogane, un organismo di assoluto rilie- vo strategico per una efficace attività di vigilanza nel sistema complessivo di import-export della produzione agroalimentare, con il quale il Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari ha inteso sviluppare privilegiati rapporti di collaborazione info-operativa.

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a

ttIvItàoperatIva anno

2011

4.1 Premessa

Secondo quanto sancito dal D.Lgs. 5 ottobre 2000, n. 297 e dal D.P.R. 22 luglio 2009, n. 129, sono essenzialmente 2 le macroaree di intervento dei Nac: le frodi comunitarie

e le frodi agroalimentari. Questo modello operativo esclusivo ha consentito di caratte-

rizzare l’elevata efficienza operativa degli 80 uomini dei Nac come dimostrano i risultati conseguiti nel 2011: 1.768 aziende controllate, 332 denunce 187 violazioni amministrative contestate, accertamenti illeciti contributi comunitari per oltre 8 milioni di euro, oltre 7.000 tonnellate di prodotti alimentari sequestrati, 209 milioni di valore dei beni seque- strati sottratti al circuito illegale.

Tabella 4.1 – Sintesi dell’attività operativa 2011

aziende controllate 1768

tonnellate prodotti agroalimentari sequestrati 7.127,80 t

Valore 18.595.499 €

Valore beni immobili, conti correnti ed altri beni sequestrati 209.701.891 €

aiuti indebitamente percepiti / richiesti 8.084.424 €

Violazioni penali 164

Violazioni amministrative 187

persone segnalate autorità Giudiziaria 332

Segnalazioni alla Corte dei Conti 34

In relazione alle attribuzioni dei Nuclei antifrodi Carabinieri, previste dal D.Lgs. 5 ottobre 2000, n. 297 e dal D.p.R. 22 luglio 2009, n. 129, i dati operativi indicati sono da riferirsi ad attività investigative complesse sviluppate in contesti di criminalità economica e organizzata. Il Comando Carabinieri politiche agricole e alimentari ha svolto tali attività con 80 unità in forza al Reparto.

Fonte: CCpaa, 2011

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