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Azione antifrode e tutela della legalità nel comparto agroalimentare : XIII Commissione agricoltura della Camera dei deputati audizione del Comando carabinieri politiche agricole e alimentari

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AZIONE ANTIFRODE E TUTELA

DELLA LEGALITA’ NEL COMPARTO

AGROALIMENTARE

XIII COMMISSIONE AGRICOLTURA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

AUDIZIONE DEL COMANDO CARABINIERI POLITICHE AGRICOLE E ALIMENTARI

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E TUTELA DELLA LEGALITÀ

NEL COMPARTO AGROALIMENTARE

XIII CommIssIone AgrIColturA dellA CAmerA deI deputAtI

AudIzIone del ComAndo CArAbInIerI polItIChe AgrICole e AlImentArI

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Coordinamento editoriale: Raffaella Zucaro, Antonella Pontrandolfi e Benedetto Venuto Realizzazione grafica: Ufficio grafico Inea

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III

Presentazione del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali V

Presentazione del Presidente della XIII Commissione Agricoltura

della Camera dei Deputati VII

Presentazione del Presidente Inea IX

Capitolo 1

XIII Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati. Programma dell’indagine conoscitiva sulla situazione del sistema agroalimentare,

con particolare riferimento ai fenomeni di illegalità 1

Capitolo 2

Relazione del Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari alla

XIII Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati 3 2.1 Attribuzioni ed organizzazione del Comando Carabinieri Politiche

Agricole e Alimentari 3

2.2 L’azione di contrasto alle frodi comunitarie 5

2.3 L’azione di contrasto all’Agropirateria 14

2.4 Considerazioni sul circuito dell’illegalità nel comparto agro-alimentare 21

2.5 Principali riferimenti normativi e criticità 23

2.6 Linee generali dell’azione di contrasto: conclusioni 26

Capitolo 3

Azioni a tutela del “Sistema Italia” nella lotta alla contraffazione e alle frodi 29 3.1 Il ruolo svolto in seno al Consiglio Nazionale Anticontraffazione 29 3.2 Le linee d’azione per il contrasto all’Agropirateria 30 3.3 Le azioni di recupero delle illecite erogazioni e la collaborazione istituzionale

con la Corte dei Conti 32

3.4 La Convenzione sulla protezione degli interessi finanziari delle Comunità

Europee 33

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Attività operativa anno 2011 35

4.1 Premessa 35

4.2 Azione di contrasto alle frodi alimentari 35

4.3 Azione di contrasto alle frodi comunitarie 37

Allegato Tecnico 1 - Schede tecniche delle principali azioni anti-frode 2011 39

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V

L’iniziativa intrapresa dall’Istituto Nazionale di Economia Agraria di pubblicare la Relazione del Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari presentata alla Commissione Agricoltura - XVI Legislatura risponde all’esigenza di divulgare un’analisi sulle illegalità che vanno ad incidere sul sistema agroalimentare nazionale secondo i dati di esperienza acquisiti da un osservatorio particolare quale è quello dei Nuclei Antifrodi Carabinieri.

L’azione antifrode rappresenta una priorità strategica che ho inteso conferire al mio mandato governativo, convinto più che mai che la tutela della legalità costituisce un tutt’uno con la tutela dell’efficienza e della qualità delle produzioni agro-alimentari nazionali. E quanto emerge dalla Relazione evidenzia aspetti salienti su cui l’azione del Governo con il sostegno del Parlamento potrà incidere sul futuro dell’agricoltura nazionale.

Un primo aspetto riguarda l’esigenza di conferire ulteriore impulso all’azione di controllo sul sistema dei finanziamenti comunitari, specie rispetto alla nuova Politica Agricola Comune che ci chiama a più rigorose politiche di gestione nel contesto europeo. L’azione antifrode sviluppata dai nac va in questa direzione, ed il modello organizzativo

dell’Arma dei Carabinieri, con la sua forte presenza sul territorio e la sua capacità di proiezione internazionale, rappresenta una credenziale che fa accrescere l’autorevolez-za dell’Italia nella lotta alle frodi comunitarie.

Un altro aspetto importante concerne la necessità di sostenere ulteriormente l’a-zione a tutela del Made in Italy specie in riferimento ad un sistema di pratiche inganne-voli di condotte fraudolente che vanno a danneggiare i consumatori, i produttori onesti e l’eccellenza della nostra produzione agroalimentare di qualità. L’Italia con i suoi 243 prodotti Dop, Igt, Sgt ha conquistato la leadership in Europa nei marchi di qualità e

pertanto è necessario che l’azione antifrode anche in questo settore sia sviluppata con la massima attenzione proprio per conferire credibilità e autorevolezza all’organizzazione dei controlli del sistema agroalimentare nazionale.

L’analisi del Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari presentata alla Commissione Agricoltura offre quindi importanti spunti di riflessione per orientare più efficacemente l’azione di governo e la stessa funzione legislativa, ed opportunamente il Comando ha evidenziato la necessità di porre uno sguardo più attento agli interessi che nel settore si palesano sempre più invasivi e strutturati in vere e proprie forme di criminalità organizzata.

Per tali ragioni presento davvero con soddisfazione la Relazione del Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari, cui rinnovo il mio personale apprezzamen-to per l’opera meriapprezzamen-toria e instancabile, quotidianamente svolta sovente in silenzio e lontano dai clamori mediatici. Anche per questo stile e per il rigore istituzionale con

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VI

questo particolarissimo Reparto Speciale dall’Arma dei Carabinieri che opera alle di-pendenze del Ministero a tutela della legalità del comparto agroalimentare.

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VII

della Camera dei Deputati

La XIII Commissione Agricoltura della Camera, nel febbraio 2010, ha deliberato di avviare un’indagine conoscitiva sulla situazione del sistema agroalimentare, con particolare riferimento ai fenomeni di illegalità che incidono sul suo funzionamento e sul suo sviluppo.

L’iniziativa è nata dall’esigenza fortemente avvertita di una riflessione più ampia sulla situazione del sistema agroalimentare italiano, che, soprattutto in una situazione di crisi economica e finanziaria, mostrava (e mostra) elementi di fragilità che lo rendo-no particolarmente esposto a preoccupanti ferendo-nomeni di illegalità, che rischiarendo-no di alte-rare pesantemente il normale funzionamento dei mercati, con serie conseguenze per la sicurezza e la qualità delle produzioni nazionali e per le potenzialità di sviluppo di un settore strategico dell’economia.

Questi fenomeni di illegalità appaiono ancora più gravi laddove risultano connes-si alla presenza della criminalità organizzata e al rischio che le organizzazioni crimi-nali, a fronte della sostanziale debolezza del tessuto produttivo dell’agricoltura, orien-tino la propria capacità di pressione e di investimento nel settore, garantendosi così la possibilità di riciclare capitali di provenienza illecita e di accedere ai finanziamenti pubblici destinati allo sviluppo dell’agricoltura.

Nel corso dell’indagine, la Commissione ha incontrato non solo le rappresentanze delle categorie e di diverse associazioni in grado di offrire la loro testimonianza, ma soprattutto i responsabili di enti pubblici, delle forze di polizia e della magistratura.

Dai contributi di analisi e di proposta acquisiti, sono venuti in particolare eviden-za gli effetti devastanti generati delle aggressioni delle mafie al settore agroalimentare. Tale fenomeno danneggia tanto gli imprenditori, costretti a soccombere di fronte a ricat-ti e minacce e ad operare in un mercato dove la libera concorrenza cede forzatamente il passo a condizioni di monopolio, quanto i consumatori, obbligati a subire l’inevitabile aumento dei prezzi determinato dalle condizioni imposte da mafia, camorra e altre or-ganizzazioni criminali.

Tra l’altro, sono stati denunciati i tentativi delle organizzazioni criminali di eser-citare un controllo delle filiere di produzione e di commercializzazione dei prodotti agroalimentari o addirittura di acquisire il controllo e le proprietà delle aziende. Non meno preoccupante l’esistenza di un vero e proprio mercato fondiario parallelo in cui gli agricoltori sono costretti a cedere la terra o l’attività ai clan. In tal modo, un gran numero di imprese legali hanno rischiato e rischiano di finire nell’orbita delle organiz-zazioni delinquenziali, a scapito del mercato e delle aziende che operano in condizioni di legalità.

In questo contesto ad essere in pericolo non sono solo la frutta, il pane, il latte,

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VIII

L’indagine ha tuttavia testimoniato anche che il sistema dei controlli in Italia è efficace ed efficiente. Tra questi, gli eccellenti risultati che hanno caratterizzato l’attività di contrasto agli illeciti in agricoltura da parte del Comando Carabinieri politiche agri-cole e alimentari, guidati dal colonnello Delli Santi, indicano quanto sia potente l’argine che lo Stato ha alzato contro gli agropirati e gli agrofurbi. L’ Italia, che vanta tra l’altro un apparato investigativo dell’Arma espressamente dedicato all’azione di contrasto del-le frodi comunitarie del settore agroalimentare, è un modello cui guardare ed ispirarsi anche per altre realtà europee e non.

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IX

Nel panorama delle attività svolte dall’Istituto Nazionale di Economia Agraria, è stato avviato un filone specifico di ricerca e assistenza tecnica il cui obiettivo è arricchi-re il quadro delle conoscenze sulla tematica dei controlli della qualità merceologica dei prodotti nel comparto agroalimentare, a supporto delle Amministrazioni competenti, che intendono promuovere azioni di controllo più efficaci ed efficienti.

Il comparto agroalimentare nazionale è fortemente influenzato dalle dinamiche dei mercati nazionali e internazionali che in alcuni momenti e contesti possono presen-tare fattori favorevoli allo sviluppo delle frodi agroalimentari. Ne sono esempi il ribasso dei prezzi al consumo dei prodotti agroalimentari e l’aumento della complessità delle filiere, costituite da una sempre più complessa rete di attori, che possono dare spazio a fenomeni fraudolenti eterogenei per dimensione e per gravità.

L’attività di controllo operata dai vari organismi competenti risulta fondamentale a livello generale per il comparto agroalimentare ed ancor più in un momento storico di sfiducia da parte degli imprenditori italiani, se si pensa che a livello nazionale solo nel terzo trimestre del 2011 si è verificata una riduzione del numero d’impresa dello 0,23%, pari a 1.975 unità in meno rispetto al trimestre precedente e sul versante occupazionale il settore agricolo, nello stesso periodo, ha registrato una diminuzione degli occupati (-0,6%) rispetto al trimestre precedente.

È noto che gli illeciti e le frodi di natura merceologica determinano situazioni di concorrenza sleale, oltre a minare i diritti dei consumatori a una chiara e corretta infor-mazione. Inoltre, il sistema dei controlli è fondamentale per la tutela del Made in Italy, poiché condotte fraudolente mettono in circolazione sul mercato prodotti a basso costo o surrogati dei prodotti italiani dando vita al fenomeno del cosiddetto Italian Sounding che, oltre a danneggiare i consumatori e i produttori onesti, recano gravi danni all’im-magine della nostra produzione agroalimentare di qualità nel mondo. Se si considera che l’Italia presenta ben 243 prodotti Dop, Igt e Sgt e che pertanto a livello europeo è ai

primi posti in termini di marchi di qualità, si capisce l’importanza per il sistema agro-alimentare nazionale dell’azione antifrode operata e dell’attività di controllo.

Per tali motivazioni l’Inea considera molto importante contribuire, attraverso il

supporto tecnico alle Amministrazioni impegnate in questo settore e l’attività di ricerca, ad aumentare le conoscenze in tale ambito in modo da riuscire, in alcune situazioni, a prevenire gli eventi fraudolenti e ad aumentare l’efficacia e l’efficienza del sistema di controllo nazionale.

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Capitolo 1

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IndagIneconoscItIva sullasItuazIonedelsIstema agroalImentare

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conpartIcolarerIferImentoaIfenomenIdIIllegalItà

«… I gravi fatti che si sono verificati recentemente a Rosarno e ancor prima, nel set-tembre 2008, a Castel Volturno hanno posto all’attenzione generale i fenomeni di disagio sociale connessi alla diffusione di forme di irregolarità nel mercato del lavoro agricolo, che coinvolgono principalmente, ma non esclusivamente, lavoratori stranieri.

Questi fatti hanno sollecitato la Commissione Agricoltura ad una riflessione più am-pia sulla situazione del sistema agroalimentare italiano, che (soprattutto in una situazione di crisi economica e finanziaria) mostra elementi di fragilità che lo rendono particolarmen-te esposto a preoccupanti fenomeni di illegalità, che rischiano di alparticolarmen-terare pesanparticolarmen-temenparticolarmen-te il normale funzionamento dei mercati, con serie conseguenze per la sicurezza e la qualità delle produzioni nazionali e per le potenzialità di sviluppo di un settore strategico dell’e-conomia.

Appare poi del tutto evidente quanto maggiori debbano essere le preoccupazioni per questi fenomeni di illegalità laddove essi risultino connessi alla presenza della criminalità organizzata. In proposito, appare fondato il rischio che le organizzazioni criminali, a fronte della sostanziale debolezza del tessuto produttivo dell’agricoltura, possano orientare la pro-pria capacità di pressione e di investimento in tale settore, garantendosi così la possibilità di riciclare capitali di provenienza illecita e di accedere ai finanziamenti pubblici destinati allo sviluppo dell’agricoltura.

I settori nei quali i predetti fenomeni di illegalità e il condizionamento della crimina-lità organizzata si concentrano sono diversi e investono sia gli aspetti organizzativi e il fun-zionamento dell’attività produttiva sia gli aspetti strutturali delle imprese agroalimentari.

Innanzitutto, viene in evidenza la situazione del mercato del lavoro agricolo, con i noti fenomeni del “lavoro nero”, dello sfruttamento della manodopera, spesso immigrata e irregolare, che si realizza con il “caporalato” nell’intermediazione tra domanda e offerta di lavoro, nonchè dell’inosservanza delle normative sulla sicurezza e la salute dei lavoratori. Vi sono poi i casi di vere e proprie truffe agli enti previdenziali, per esempio attraverso la costituzione di rapporti di lavoro totalmente o parzialmente fittizi.

Altro campo di enorme importanza è quello delle frodi e delle contraffazioni dei pro-dotti agrolimentari, fenomeno che produce danni per i consumatori, sia dal punto di vista economico sia da quello della sicurezza alimentare, per i produttori onesti, che vedono alterato il gioco della concorrenza, nonchè in generale, per l’economia nazionale, in con-siderazione dell’incidenza negativa sull’immagine e sui consumi dei prodotti interessati, anche a livello internazionale.

Altrettanto gravi appaiono poi le denunce circa i tentativi delle organizzazioni cri-minali di esercitare un controllo delle filiere di produzione e di commercializzazione dei prodotti agroalimentari o addirittura di acquisire il controllo e le proprietà delle aziende. Tali tentativi si realizzano attraverso pressioni, minacce, furti ed estorsioni nei confronti degli agricoltori oppure attraverso il fenomeno dell’usura, che trae alimento dalla

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tradizio-2

nale carenza di liquidità e di redditività delle imprese del comparto. E’ stata per esempio denunciata l’esistenza di un vero e proprio “mercato fondiario parallelo”, in cui gli agri-coltori sono costretti a cedere la terra o l’attività ai clan. In tal modo, un gran numero di imprese legali rischiano di finire nell’orbita delle organizzazioni delinquenziali, a scapito del mercato e delle aziende che operano in condizioni di legalità.

Va in proposito ricordato che, come emerso dagli allarmi provenienti dalle associa-zioni di rappresentanza settoriale, la concreta presenza degli interessi delle organizzaassocia-zioni criminali in agricoltura è questione riferibile non soltanto al Meridione, ma anche ad im-portanti regioni settentrionali.

A tal fine, la Commissione Agricoltura ha inteso avviare una indagine conoscitiva, ai sensi dell’articolo 144 del Regolamento, allo scopo di analizzare in profondità la natura e l’entità dei fenomeni di illegalità che interessano il sistema agroalimentare, per verificare i settori nei quali essi si manifestano, le ragioni che sembrano rendere il sistema stesso par-ticolarmente esposto a tali fenomeni, le distorsioni che essi provocano nel funzionamento dei mercati, i rischi che ne derivano per le imprese, i lavoratori, i consumatori e, più in generale, per il sistema economico e produttivo, gli strumenti di carattere legislativo e am-ministrativo che è possibile mettere a punto per contrastarli efficacemente e per garantire il corretto e libero svolgimento delle attività produttive. In tale ambito, speciale attenzione andrà riservata all’analisi della presenza e delle modalità di azione delle organizzazioni criminali.

In particolare, sono state programmate le seguenti audizioni:

- Ministri con competenze nella materia oggetto dell’indagine;

- rappresentanti delle regioni e degli enti locali;

- rappresentanti di autorità, organismi ed enti pubblici che possono fornire un contributo all’analisi di tutti i fenomeni di illegalità nel sistema agroalimentare, ivi comprese anche le forze di polizia e la magistratura;

- rappresentanti delle organizzazioni delle imprese agroalimentari e delle altre organizza-zioni di categoria interessate ai temi oggetto dell’indagine;

- rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei lavoratori;

- rappresentanti di centri di studio e ricerca e di esperti della materia.

Sono state inoltre programmate alcune missioni, il cui dettagliato programma è stato sottoposto a specifica autorizzazione del Presidente della Camera.»

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2.1 Attribuzioni ed organizzazione del Comando Carabinieri Politiche Agricole e

Alimentari

Il Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari, secondo quanto ribadito dal D.Lgs. 5 ottobre 2000, n. 2971 e dal D.P.R. 22 luglio 2009, n. 1292, svolge controlli straor-dinari sull’erogazione e percepimento di aiuti comunitari nel settore agroalimentare, della pesca ed acquacoltura, sulle operazioni di ritiro e vendita di prodotti agroalimentari, ivi compresi gli aiuti a Paesi in via di sviluppo e agli indigenti. Inoltre, esercita controlli spe-cifici sulla regolare applicazione dei regolamenti comunitari nell’attività di prevenzione e repressione delle frodi nel settore agroalimentare.

Ai sensi del D.M. 2 dicembre 1997, esegue anche controlli per la prevenzione e re-pressione degli illeciti concernenti l’ippicoltura.

Il D.M. 28 aprile 2006 “Riassetto dei comparti di specialità delle Forze di Polizia” ha quindi attribuito al Comando “un ruolo preminente con riguardo alle frodi nel settore agroalimentare”.

L’attribuzione duale dell’azione di controllo conferita al Comando Carabinieri Politi-che Agricole e Alimentari sia sul fronte delle “frodi comunitarie”, intese in senso tecnico come riferite alle illecite erogazioni comunitarie, sia sul fronte delle “frodi agroalimentari” in senso più generale, volta a tutelare qualità e sicurezza alimentare, risponde quindi ad una visione unitaria e strategica in cui legalità ed efficienza debbono necessariamente co-niugarsi per rendere sempre più moderno e competitivo il comparto agroalimentare, atteso peraltro che il rigore nelle azioni di sostegno e la qualità delle produzioni saranno i punti di riferimento delle politiche di sviluppo del prossimo decennio di tutta la filiera agroali-mentare anche alla luce delle nuove dinamiche competitive globali.

Analogamente l’inquadramento organico del Comando Carabinieri Politiche Agricole e Ali-mentari in seno alla Divisione Unità Specializzate ed al Comando Unità Mobili e Specializ-zate risponde ad una visione strategica ben delineata nel modello organizzativo dell’Arma dei Carabinieri in cui l’azione prevalentemente “investigativa” svolta dai Nuclei Antifrodi Carabinieri è inserita in una attività globale di contrasto alla illegalità che nello stesso comparto agroalimentare spazia su un vasto ventaglio di illeciti che vanno dall’inosser-vanza delle norme sull’impiego dei lavoratori alle violazioni sulla normativa ambientale e sulla salubrità degli alimenti. In tali ambiti, com’è noto, operano tutte Unità Specializzate dell’Arma – in particolare i Nuclei Antisofisticazioni e Sanità (Nas), i Nuclei Ispettorati del Lavoro (NIl) e i Nuclei Operativi Ecologici (NOe) – con cui il Comando Carabinieri Politiche 1 «Norme in materia di riordino dell’Arma dei Carabinieri, a norma dell’articolo 1 della L. 31 marzo 2000, n. 78». 2 «Regolamento recante riorganizzazione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, a norma

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Agricole e Alimentari elabora condivise strategie di intervento.

Il Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari si articola su 3 Nuclei Anti-frodi Carabinieri (Nac) con sede in Parma, Roma e Salerno con competenza territoriale rispettivamente per il Nord, il Centro ed il Sud Italia, e su un Nucleo di Coordinamento Operativo (NcO) con sede in Roma. Il Reparto conta complessivamente una forza organica di 83 unità (attualmente la forza effettiva è di 80 unità). Per lo svolgimento delle sue atti-vità si avvale della collaborazione, oltre che degli altri Reparti Speciali dell’Arma, soprat-tutto delle 4.600 Stazioni Carabinieri presenti su soprat-tutto il territorio nazionale. Per le attività all’estero, il Comando si avvale altresì della rete di cooperazione internazionale di polizia e in particolare in ambito Olaf, l’Ufficio Europeo per la Lotta alla Frode, di un Agente Tem-poraneo provienente dai ranghi del Comando.

Per un primo elemento di valutazione sull’attività svolta dal Comando si possono qui richiamare i seguenti dati di sintesi riferiti ai risultati conseguiti nella Attività Operativa svolta nel 2010 (scheda 2.1).

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Scheda 2.1 – Sintesi dell’attività operativa 2010

17 Scheda 2.1 – Sintesi dell’attività operativa 2010

Attivit

Attivit

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operativa 2010

operativa 2010

• effettuati effettuati controlli su 1375 aziendecontrolli su 1375 aziende, in particolare sulla grande distribuzione , in particolare sulla grande distribuzione

organizzata e sull

organizzata e sull’’intera filiera agrointera filiera agro--alimentare, verificando in particolare alimentare, verificando in particolare l

l’’osservanza della normativa nazionale ed europea a tutela della qosservanza della normativa nazionale ed europea a tutela della qualitualitàà alimentare;

alimentare;

• sequestrate sequestrate 12 mila tonnellate12 mila tonnellate di prodotti alimentari falsamente indicati come di prodotti alimentari falsamente indicati come

DOP, privi di indicazioni sulla tracciabilit

DOP, privi di indicazioni sulla tracciabilitàà, inseriti illegalmente nel circuito , inseriti illegalmente nel circuito nazionale, in cattivo stato di conservazione o scaduti di validi

nazionale, in cattivo stato di conservazione o scaduti di validittàà;; •

• accertati oltre accertati oltre 17 milioni di euro17 milioni di eurodi contributi comunitari illegalmente percepiti di contributi comunitari illegalmente percepiti

negli aiuti alle produzioni agricole;

negli aiuti alle produzioni agricole;

• sequestrati oltre sequestrati oltre 115 milioni di euro115 milioni di eurodi beni immobili, conti correnti bancari, e di beni immobili, conti correnti bancari, e

altri valori sottratti al circuito illegale;

altri valori sottratti al circuito illegale;

• individuati e deferiti allindividuati e deferiti all’’AutoritAutoritààGiudiziaria Giudiziaria 374 autori di reato374 autori di reatoe segnalati e segnalati 527 527 soggetti economici

soggetti economicialla Corte dei Conti per il recupero del danno erariale.alla Corte dei Conti per il recupero del danno erariale.

Fonte: CCPAA, 2010

2.2 L’azione di contrasto alle frodi comunitarie

La Politica Agricola Comune assorbe attualmente il 40% circa del budget comunitario e per l’Italia si traduce in apporti finanziari stimati in circa 5 miliardi di euro annui per i pagamenti diretti della PAC e in circa 1,25 miliardi di euro annui per il finanziamento dei Piani di Sviluppo Rurale

Regionali.

In particolare, i dati dell’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura attestano che, relativamente al 2010, gli aiuti diretti (fondo FEAGA) erogati all’agricoltura italiana ammontano a circa 4,951

miliardi di euro mentre gli aiuti legati allo sviluppo rurale (fondo FEASR) ammontano a circa 1,253

miliardi di euro (comprensivi della quota di co-finanziamento nazionale pari a circa 637 miliardi di euro) (graf. 2.1). A questi importi si aggiungono i non trascurabili stanziamenti per le forniture degli aiuti alimentari agli indigenti, ammontanti a circa 123 milioni di euro, gli aiuti interamente a carico del bilancio nazionale erogati al comparto agroalimentare ammontanti a circa 11 milioni di euro nonché

Fonte: CCpaa, 2010

2.2 L’azione di contrasto alle frodi comunitarie

La Politica Agricola Comune assorbe attualmente il 40% circa del budget comunita-rio e per l’Italia si traduce in apporti finanziari stimati in circa 5 miliardi di euro annui per i pagamenti diretti della Pac e in circa 1,25 miliardi di euro annui per il finanziamento dei Piani di Sviluppo Rurale Regionali.

In particolare, i dati dell’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura attestano che, re-lativamente al 2010, gli aiuti diretti (fondo Feaga) erogati all’agricoltura italiana ammon-tano a circa 4,951 miliardi di euro mentre gli aiuti legati allo sviluppo rurale (fondo Feasr) ammontano a circa 1,253 miliardi di euro (comprensivi della quota di co-finanziamento nazionale pari a circa 637 miliardi di euro) (graf. 2.1). A questi importi si aggiungono i non trascurabili stanziamenti per le forniture degli aiuti alimentari agli indigenti, ammontanti a circa 123 milioni di euro, gli aiuti interamente a carico del bilancio nazionale erogati al comparto agroalimentare ammontanti a circa 11 milioni di euro nonché gli importi erogati in attuazione del programma di aiuto alimentare a favore dei paesi in via di sviluppo, am-montanti a circa 1 milione di euro3.

3 Quanto alla distribuzione dei finanziamenti è stato osservato che il 2% delle aziende agricole europee benefi-cia del 32% degli aiuti diretti totali (poco meno di 40 miliardi di euro), mentre dall’altra parte una maggioran-za di imprese (il 44% del totale) raccoglie premi inferiori a 500 euro annui, che sommati non arrivano al 2% del budget complessivo. In Italia si stimano in 210 i beneficiari che nel 2009 hanno incassato somme comprese tra i 200.000 e i 500.000 euro, e in 150 le aziende che hanno ricevuto aiuti diretti per oltre 500.000 euro, mentre il 42% degli agricoltori ha incassato il 3% dei fondi.

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Grafico 2.1 – Ripartizione degli aiuti erogati all’agricoltura italiana – anno 2010

Fonte: CCpaa, 2010

La rilevanza economico-sociale degli interessi finanziari comunitari nel comparto agroalimentare pone dunque l’esigenza di assicurare un “sistema di controlli” efficace ed incisivo che eviti indebite destinazioni di contributi pubblici che possono alimentare anche il finanziamento delle organizzazioni criminali.

Il nostro Paese nel contesto europeo in passato ha evidenziato una certa incidenza dei fenomeni fraudolenti nelle erogazioni comunitarie, ma su questo aspetto l’atteggiamento delle Istituzioni Europee in questi ultimi anni è radicalmente mutato. In particolare, giova ricordare che il Parlamento Europeo nella “Relazione sulla tutela degli interessi finanziari delle Comunità Europea e la lotta alla frode – Relazione annuale 2008” ha sottolineato che «come rilevato dalla Commissione, un alto volume di irregolarità finanziarie riscontrate in uno Stato Membro non implica necessariamente un numero di errori e di frodi maggiori rispetto agli altri Paesi ma può essere il risultato di controlli capillari e stringenti».

Secondo la Commissione Europea, in particolare, «tassi di sospetta frode più elevati non significano necessariamente una maggiore attività fraudolenta a danno degli interessi finanziari dell’Unione Europea in determinati Stati membri. Rivelano anzi il buon funzio-namento dei sistemi antifrode in uso (capacità di individuare le frodi e volontà di segnalar-le), che produce sempre risultati più elevati».

In quest’ottica, lo stesso Parlamento Europeo nella “Relazione sulla tutela degli inte-ressi finanziari delle Comunità Europea e la lotta alla frode – Relazione annuale 2009”, si è detto «preoccupato in relazione ai tassi di sospetta frode stranamente bassi di Spagna e Francia, tenuto conto in particolare delle dimensioni di tali Paesi e del sostegno finanziario ricevuto».

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In altri termini, le Istituzioni Europee hanno preso coscienza che in Paesi come l’I-talia l’elevato numero di frodi denunciate non è necessariamente indice di una maggiore propensione alla frode ma è anche il risultato di un sistema di controlli che funziona.

Sul punto, il lavoro svolto dai Nuclei Antifrodi Carabinieri a supporto ed integrazio-ne dell’intero apparato di vigilanza consente di evidenziare la particolarità tutta italiana di avere una componente dedicata di una Forza di Polizia specificamente orientata sul contrasto delle frodi comunitarie nel comparto agro-alimentare. In particolare l’Italia può dimostrare di aver predisposto una azione di vigilanza efficace sulle frodi comunitarie non solo con controlli in via amministrativa, ma anche con l’apparato “investigativo” proprio dell’Arma dei Carabinieri che è in grado di assicurare proiezione internazionale, oggi sem-pre più necessaria, e soprattutto capacità di penetrazione anche nei fenomeni legati alla criminalità economica ed organizzata.

a. Analisi del fenomeno

Per effetto della riforma della Pac, dal 2005 l’erogazione degli aiuti al comparto agri-colo sta subendo un graduale ma radicale cambiamento. In linea generale, le risorse eco-nomiche sono sempre più orientate al finanziamento dei cosiddetti “aiuti diretti” (calcolati in relazione alle superfici agricole condotte secondo le buone condizioni agronomiche e ambientali) ed al finanziamento delle misure strutturali previste dai Prsr (Programmi Re-gionali di Sviluppo Rurale).

In effetti, le attività investigative di questo Comando stanno riscontrando un adegua-mento del modus operandi degli illeciti nel settore. A tal proposito le condotte criminose più diffuse riguardano:

- la falsa attestazione di conduzione di superfici agricole (anche di proprietà pubblica) finalizzata all’illecito percepimento del Premio Unico o all’illecito accesso alla distribu-zione dei Titoli di aiuto da parte della Riserva Nazionale;

- l’attestazione di operazioni inesistenti (realizzazione o ammodernamento di strutture aziendali) o sovrastima dei costi di acquisto di macchinari e/o realizzazione di impianti finalizzate allo sviamento delle risorse assegnate dalle erogazioni dei fondi strutturali del comparto.

Da ciò l’esigenza che le attività di controllo sui finanziamenti comunitari sia svolta compiendo riscontri documentali e sul “campo” per verificare la titolarità effettiva dei ter-reni e l’esecuzione effettiva delle attività finanziate.

L’esemplificazione dei modus operandi qui riportati (evidentemente illustrati in chiave di sintesi divulgativa) non deve però indurre a sottovalutare il fenomeno che nelle modalità operative reali (come peraltro evidenziato anche dalla Corte dei Conti nella Re-lazione Speciale) presenta in alcuni casi marcati caratteri di offensività ben articolata e strutturata.

A titolo di esempio, in questa sede è opportuno citare una specifica esperienza ope-rativa che nel 2010 ha portato al deferimento all’Autorità Giudiziaria di oltre 200 persone, tra amministratori di società cooperative, organizzazioni di produttori, aziende agricole, industrie di trasformazione, società di commercializzazione, autotrasportatori, pubblici ufficiali e liberi professionisti ritenuti, a vario titolo, responsabili di associazione per de-linquere finalizzata alla truffa aggravata in danno dell’Unione Europea. Nel contesto sono

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state segnalate anche 31 società facenti capo alle persone coinvolte per gli illeciti previsti dal D.Lgs n. 231/2001. I soci di queste organizzazioni di produttori e cooperative agricole, attraverso false dichiarazioni di consistenza aziendali, indicavano la coltivazione, la produ-zione e il conferimento (mediante autotrasportatori compiacenti o l’utilizzo di veicoli ine-sistenti, inidonei o radiati) di ingenti quantitativi di prodotti ortofrutticoli inesistenti alle industrie di trasformazione, che certificavano l’ingresso e ne simulavano la trasformazione, occultando il prodotto “virtuale” finito, attraverso una serie di società sia in campo nazio-nale sia in uno Stato estero, il tutto con la complicità di pubblici ufficiali addetti alle ve-rifiche, che ne certificavano l’ingresso e la trasformazione attraverso il rilascio dei verbali di controllo, ideologicamente falsi. Sul conto dei pubblici ufficiali addetti ai controlli, sono stati accertati atti di corruzione avendo ricevuto vari milioni di euro in contanti, assegni e merce varia. Nel contesto investigativo è stata acclarata anche l’emissione di fatture false per operazioni inesistenti per un valore di circa 15 milioni di euro ed è stato accertato che la struttura criminale era riuscita a percepire, negli anni 2005 e 2006, oltre 2 milioni di euro di finanziamento. In tale quadro, si riporta di seguito la sintesi dell’azione di contrasto posta in essere nel settore nell’ultimo biennio dal Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari (tab. 2.1).

Tabella 2.1 – Sintesi delle azioni di contrasto frodi comunitarie 2009-2010

Frodi Comunitarie Finanziamenti Comunitari verificati

2009 2010 Variazione

2009-2010

I trim. 2011 2009 - I trim. 2011

€ 17.944.597,98 € 21.264.405,86 18% € 1.915.222,00 € 41.124.225,84

Finanziamenti Comunitari illecitamente percepiti

2009 2010 Variazione

2009-2010

I trim. 2011 2009 - I trim. 2011

€ 7.929.390,00 € 17.687.921,69 123% € 69.804,00 € 25.687.115,69

Fonte: CCpaa, 2011

Dall’analisi dei valori della tabella sopra riportata:

- in ordine al valore dei finanziamenti comunitari verificati nel 2010, si registra un au-mento pari al 18% rispetto al valore di quelli verificati nel 2009;

- in ordine ai finanziamenti comunitari illecitamente percepiti, si rileva che nel 2010 è stato accertato un incremento pari al 123% rispetto a quelli accertati nel 2009.

Come si evince dalla tabella 2.2 di cui sopra, l’attività di contrasto alle frodi comuni-tarie, con specifico riferimento al reato di cui all’art. 640 bis. c.p., registra nel 2010 un au-mento pari al 114% rispetto al 2009. Deve anche rilevarsi che il numero delle denunce per il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche relativamente al 2010 non tiene ancora conto degli esiti delle numerose e complesse indagini che a tutt’oggi sono in fase di sviluppo.

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Tabella 2.2 – Sintesi delle azioni su reati 2009-2010

Frodi Comunitarie

Persone denunciate per singole fattispecie di reato

2009 2010 I trim. 2011 2009 - I trim.

2011 Denunce per art. 640 bis c.p.– (truffa

ag-gravata per il conseguimento di erogazioni

pubbliche) 103*

221

(+114%) 21** 345

Denunce per art. 316 ter c.p. (indebita perce-zione di erogazioni a danno dello Stato) e/o

art. 2 l. 898/1986 8 1 /// 9

Denunce per art. 416 c.p.(associazione per delinquere) e art. 416-bis c.p. (associazione

di tipo mafioso) 99 32 24 155

altre denunce penali connesse con le frodi

comunitarie 182 138 15 335

Totale denunce 392 392 60 844

* Nel 2009 sono stati deferiti alla competente autorità Giudiziaria per truffa aggravata ai danni dell’Inps (ex.

art. 640-bis c.p.) anche n. 4779 braccianti agricoli risultati assunti fittiziamente.

** Nel 2011 ai danni dell’Inps sono stati deferiti alla competente autorità Giudiziaria per truffa aggravata (ex.

art. 640-bis c.p.) anche n. 19 persone, tra imprenditori agricoli, responsabili di CaF e procacciatori d’affari. Fonte: CCpaa, 2011

Sulla incidenza delle frodi comunitarie nel comparto agro-alimentare un’autorevo-le analisi è rappresentata anche dalla Relazione Speciaun’autorevo-le 3/2010 della Sezione controllo affari comunitari e internazionali della Corte dei Conti su “Irregolarità e frodi in materia agricola”.

Nel referto, la Sezione di controllo per gli affari comunitari e internazionali ha esami-nato il Fondo agricolo europeo, sezione garanzia e orientamento, osservando in particolare:

- con soddisfazione, che è stato individuato un ufficio unico che segnala le irregolarità, cosa che ha migliorato il regime delle comunicazioni e dello scambio di informazioni con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, che cura la trasmissione informatica all’Olaf;

- l’esigenza di adeguare il sistema informatico del MIpaff affinché indichi fra i dati il terri-torio nel quale l’aiuto ricade, per stabilire l’entità delle sovvenzioni di cui ogni Regione può beneficiare, al fine di una più efficace politica di prevenzione;

- la notevole rilevanza, sia per gli importi interessati e per il loro numero sia per le moda-lità di realizzazione, delle irregolarità segnalate nel periodo 2003-2009, seguite da se-gnalazioni non tempestive e da inerzia delle Amministrazioni che non sempre attivano procedure amministrative di recupero degli importi erogati prima della conclusione del contenzioso (un rilevante importo, che costituisce quasi il 46% delle entità finanziarie da recuperare, è stato dichiarato irrecuperabile a causa di intervenuta insolvenza dei beneficiari e risulta, quindi, sottratto a qualunque iniziativa di sostegno e sviluppo);

- carenze nelle attività di controllo di primo e secondo livello, atteso che i casi di irre-golarità segnalati sono accertati prevalentemente dai controlli ispettivi dell’Arma dei Carabinieri, del Corpo Forestale dello Stato e della Guardia di Finanza, e in specie del controllo di secondo livello affidato a strutture esterne, che, seppure consentito dalla

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normativa comunitaria, andrebbe disciplinato da ogni Amministrazione con metodiche predeterminate;

- la particolare entità dei casi penalmente rilevanti (70% delle irregolarità) e le modalità attuative riscontrate, che vanno dalla falsità documentale e dalla responsabilità di fun-zionari o di incaricati del controllo ai casi di «vera e propria organizzazione criminale, finalizzata all’elusione di norme e all’ottenimento delle sovvenzioni attraverso la crea-zione di un’associacrea-zione di agricoltori e commercianti tramite la quale si documentava l’acquisto e la successiva rivendita di prodotti totalmente fittizia o di gran lunga supe-riore a quella reale, emettendo false fatture fiscali e consentendo a numerosi produttori di presentare false domande di aiuto alla produzione per beneficiare di indebito contri-buto».

Sul tema va pure ricordata la Comunicazione UIf (Unità Informazione Finanziaria) dell’8 luglio 2010 che ha posto in luce come «nell’ambito dell’azione di prevenzione del riciclaggio assume crescente rilievo il fenomeno degli abusi nell’erogazione e nella gestio-ne dei finanziamenti pubblici alle imprese» e per tali ragioni l’UIf ha ritenuto opportuno richiamare gli intermediari bancari e finanziari «a prestare particolare attenzione sia alla fase prodromica alla concessione dei fondi, inclusa l’istruttoria finalizzata alla erogazione dei fondi, sia alla fase relativa all’impiego degli stessi».

b. Attività di verifica negli aiuti ai Paesi in via di sviluppo

Come già evidenziato, gli importi erogati nel 2010 in attuazione del programma di aiuto alimentare a favore dei Paesi in via di sviluppo ammontano a circa 1 milione di euro.

Il settore è oggetto di attento monitoraggio in relazione alle finalità dei programmi finanziati in cui purtroppo anche in questo settore si insinuano operatori senza scrupoli.

Una recente esperienza operativa nel settore è stata sviluppata dal Comando Cara-binieri Politiche Agricole e Alimentari in collaborazione con l’Olaf, l’Ufficio Europeo per la Lotta alla Frode, ed è indicativa, anche in questo caso, di iniziative illegali strutturate particolarmente insidiose per la regolarità del sistema degli aiuti ai Pvs.

In particolare l’attività investigativa del Nac di Roma ha preso avvio dalle verifiche sulle attività svolte dal 2003 al 2007 da una Società di broker di Roma operante nelle gare internazionali dell’Unione Europea per l’approvvigionamento di apparati per l’impiantisti-ca industriale, ospedaliera ed agricola destinati agli aiuti ai Paesi in via di sviluppo.

Nel corso delle indagini, che hanno visto lo svolgimento anche di approfonditi accer-tamenti documentali, sequestri presso gli stabilimenti commerciali nonché perizie tecni-co-scientifiche del RIs e dell’Olaf, sono state accertate, da un lato, l’attività di corruzione nei confronti di funzionari nigeriani della National Planning Commission preposti ai con-trolli e, dall’altro, la condotta truffaldina dei due principali indagati, un imprenditore roma-no e un operatore commerciale d’origine venezuelana, che hanroma-no contraffatto i documenti d’origine degli articoli medico-sanitari destinati agli aiuti per i Paesi in via di sviluppo sostituendo le scritte Made in China e Made in Pakistan con altre indicazioni attestanti la provenienza europea prevista dai bandi di gara.

Il danno per l’Unione Europea è stato stimato in circa 3 milioni di euro di finanzia-menti indebitamente versati alla società.

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(misuratori di pressione, dispositivi per analisi cliniche, bilance elettroniche, ecc.) desti-nati alle strutture mediche e ospedaliere della Nigeria.

L’attività investigativa si è conclusa quindi con l’esecuzione di ordinanze di custodia domiciliare nei confronti dei due principali indagati e con la segnalazione alla Corte dei Conti per gli ulteriori accertamenti sul danno erariale.

Come già evidenziato, il rafforzamento della collaborazione dei Nuclei Antifrodi Ca-rabinieri con l’Olaf costituisce uno degli obiettivi prioritari che il Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari da tempo ha inteso perseguire rafforzando le attività di cooperazione internazionale nell’azione di contrasto alle Frodi Comunitarie.

Uno specifico programma d’azione è stato infatti oggetto di un recente incontro pres-so il Comando con il nuovo Direttore dell’Olaf, il magistrato italiano Giovanni Kessler, con cui sono state condivise comuni strategie di intervento.

c. Le azioni di recupero delle illecite erogazioni e la collaborazione

istituzionale con la Corte dei Conti

L’attività di recupero delle somme indebitamente percepite costituisce l’obiettivo pri-oritario che l’Unione Europea ha conferito agli Stati membri per assicurare la tutela degli interessi finanziari dell’Unione anche in relazione agli obblighi derivanti della Convenzione (PIf) sulla Protezione degli Interessi Finanziari del 26 luglio 1995. A riguardo va ricordato che le modalità di recupero delle somme indebitamente erogate nell’ambito dei finanzia-menti derivanti dai fondi agricoli comunitari sono attualmente disciplinate dal Regolamen-to (Ce) n. 1848/2006 emanato dalla Commissione e dal Reg. Ce n. 1290/2005, istitutivo dei fondi agricoli (Feaga e Feasr) che agli artt. 32 e 33 prevede che qualora il recupero delle somme irregolari non abbia avuto luogo nel termine di quattro anni dalla data del primo verbale di accertamento amministrativo o giudiziario, oppure nel termine di otto anni nel caso di procedimento giudiziario davanti ai tribunali nazionali, le conseguenze finanziarie del mancato recupero sono per il 50% a carico dello Stato membro e per il restante 50% a carico del bilancio comunitario.

In tale quadro, è evidente che, anche per la diretta tutela dell’erario statale, primaria importanza assume la tempestiva attività di recupero dei contributi comunitari indebita-mente percepiti.

Il sistema delle azioni di recupero per la tutela degli interessi finanziari dell’Unione Europea è incentrato essenzialmente sull’attivazione degli organismi pagatori per il recu-pero e la sospensione delle erogazioni nei confronti dei soggetti economici deferiti all’Auto-rità Giudiziaria o sottoposti a misure di prevenzione.

Tuttavia, vanno evidenziati anche i particolari strumenti normativi apprestati dall’or-dinamento giuridico nazionale quali:

- da una lato, la giurisdizione della Corte dei Conti affermatasi nell’ultimo decennio an-che nei confronti dei soggetti privati beneficiari o gestori di fondi comunitari e an-che in materia di recupero dei contributi comunitari indebitamente percepiti si dimostra par-ticolarmente efficace, sia per la peculiare funzione della magistratura contabile a deter-minare il danno erariale, sia per la speciale misura cautelare a tutela del credito erariale azionabile dalle Procure Regionali, quale il sequestro conservativo ex art. 5 L. 19/1994, oltre a tutte le azioni a tutela del credito previste dalla procedura civile;

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- dall’altro, gli strumenti interdittivi dell’esercizio di impresa previsti dal D.Lgs. n. 231/2001 sulla responsabilità degli Enti per illeciti amministrativi dipendenti da reato.

A tal fine, tutti i casi di frode o di irregolarità individuati dal Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari sono stati portati, senza ritardo, a conoscenza agli Organi-smi Pagatori e alle competenti Procure Regionali della Corte dei Conti, affinché possano essere avviati tempestivamente i procedimenti di recupero delle somme indebitamente percepite (scheda 2.2).

Scheda 2.2 – Rapporti del Ccpaa alla Corte dei Conti

Le attività di recupero si inseriscono nel quadro delle linee d’azione del Comando finalizzate ad aggredire i patrimoni criminali, o comunque illecitamente percepiti.

Nel dicembre 2010, il Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari, a conclusione di

specifica ricognizione info investigativa, ha inoltrato alla Procura Generale della Corte dei Conti n. 30 segnalazioni, relative a n. 527 soggetti deferiti all’Autorità Giudiziaria, e ad

azioni di recupero del danno erariale stimato per complessivi 100.953.756,37 euro. Segnalazioni alla Corte dei Conti ...

Valore danno erariale ...

30 € 100.953.756,67

Nell’ottica di rafforzare ulteriormente il sistema di contrasto alle frodi e recupero dei contributi indebitamente percepiti, in sede di Comitato Interministeriale per la Lotta contro le Frodi Comunitarie previsto dall’art. 76 della Legge 19 febbraio 1992, n. 142, il Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari ha sottolineato l’esigenza di:

- prevedere un corpus iuris di matrice comunitaria che armonizzi gli strumenti giuridici ed investigativi degli ordinamenti giuridici di tutti gli Stati membri al fine di uniformare le capacità di contrasto e di rilevamento delle frodi;

- elaborare una modifica normativa che potrebbe consentire di superare le note difficoltà che il nostro Paese incontra sul piano delle azioni di recupero dei contributi Pac inde-bitamente percepiti, prevedendo l’estinzione della sanzione amministrativa (contestata ex art. 3, L. 898/1986) per l’indebito percettore che provvede alla integrale restituzione dei contributi indebitamente percepiti.

d. Attività di verifica sul regime delle quote latte

Sul tema può essere opportuno ricordare (in un necessario quadro di sintesi) che in diverse occasioni sono state insediate Commissioni di Indagine Ministeriale per l’accerta-mento dei livelli di produzione nazionale rispetto al sistema comunitario delle cosidette “quote latte”.

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A seguito dell’ultima Relazione della Commissione di indagine amministrativa isti-tuita con D.M. 25.06.2009 n. 6501, le verifiche compiute dal Comando Carabinieri Poli-tiche Agricole e Alimentari hanno riguardato essenzialmente un’analisi amministrativa documentale, riferita ai metodi di calcolo e alle fonti di rilevamento dei dati di produzione, Banche dati Agea-Sian, Associazione Italiana Allevatori, Istituto Zooprofilattico Sperimen-tale di Teramo (Banca dati nazionale bovina) che ha portato nell’aprile 2010 alla Relazione

di approfondimento sui dati utilizzati per il calcolo del prelievo supplementare. In tale documento sono stati forniti alcuni elementi di valutazione da approfondire a cura dei competenti organi tecnico-amministrativi del Ministero, ed in tal senso lo stesso Dicastero nel Documento di approfondimento sui dati utilizzati per il calcolo del prelievo

sup-plementare del giugno 2010 ha valutato che «nessuno elemento oggettivo contenuto nella relazione può supportare, allo stato, l’ipotesi che in passato si sia verificata, nel quadro della applicazione del regime delle quote latte, un errata quantificazione della produzione nazionale».

La questione è ora riproposta all’attenzione con ulteriori iniziative di approfondi-mento sul piano politico-amministrativo da parte del MIpaaf anche in ragione delle av-viate procedure di ingiunzione di pagamento nei confronti degli allevatori che non hanno provveduto al pagamento delle sanzioni riferite alle eccedenze produttive e di revoca delle quote assegnate gratuitamente nel 2009 a favore dei produttori che non hanno accettato di regolarizzare la loro posizione in materia di debiti pregressi.

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2.3 L’azione di contrasto all’ Agropirateria

La lotta all’ agropirateria costituisce l’altro obiettivo prioritario per il Comando Cara-binieri Politiche Agricole e Alimentari anche in relazione alla normativa europea e nazio-nale che sul piano del commercio internazionazio-nale rappresenta il sistema complessivamente più avanzato ed articolato di tutela della qualità dei prodotti alimentari.

Come è noto, a livello europeo l’indicazione in etichettatura del luogo di origine del prodotto agricolo al momento è obbligatoria solo per alcuni prodotti quali, ad esempio, l’olio extravergine di oliva, l’ortofrutta fresca e la carne bovina, ma vi sono concrete diffi-coltà a livello comunitario nel far recepire tale previsione come regola generale per tutti i prodotti agroalimentari.

Con l’approvazione della Legge 3 febbraio 2011, n. 4 “Disposizioni in materia di eti-chettatura e di qualità dei prodotti alimentari”, l’Italia prevede l’obbligatorietà dell’indica-zione in etichetta per i vari tipi di alimenti non solo il luogo di origine e di provenienza, ma anche i dati relativi alla coltivazione, all’allevamento, all’ultima trasformazione delle materie prime utilizzate.

L’iniziativa potrà rappresentare anche per l’Unione Europea un riferimento per una futura “etichettatura europea”, nell’auspicio che siano superate le riserve di quelle compo-nenti che ritengono che il provvedimento possa nuocere al principio della libera circola-zione delle merci.

Il Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari seguirà con attenzione l’at-tuazione del provvedimento che prevede l’emanazione di successivi decreti ministeriali e tempi di adeguamento delle produzioni nazionali, ma in ogni caso sarà l’impegno comune di cittadini, operatori del settore, associazioni di categoria a garantire effettività ad una regola che ormai è sentita come necessità per garantire la qualità alimentare.

In tale quadro, si riporta di seguito la sintesi dell’azione di contrasto posta in essere dal Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari nel settore dell’agropirateria.

Dall’analisi dei valori della tabella 2.3 si evince:

- in ordine alle violazioni amministrative, un aumento del numero delle violazioni accer-tate nel 2010 pari al 30% rispetto a quelle acceraccer-tate nel 2009;

- in ordine alle violazioni penali, un aumento del numero delle violazioni accertate nel 2010 pari al 69% rispetto a quelle accertate nel 2009.

Nel complesso, l’incremento dell’attività di contrasto all’agropirateria registrata nel 2010 vede un aumento dell’43% delle violazioni accertate.

I valori sintetizzati nella tabella 2.4 denotano che l’attività di contrasto all’agropira-teria condotta dal Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari – Nuclei Antifrodi nel corso dell’anno 2010 si è caratterizzata per il notevole aumento sia della quantità dei prodotti sequestrati (sestuplicata rispetto al 2009) sia del valore dei medesimi prodotti sottoposti a procedimento ablativo.

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15 Ta be ll a 2 .3 – A zi on i a nti -p ir ate ria 2 00 9-20 10 f rod I a gro al Iment ar I Per sone segnala te/ denuncia te 2009 2010 Variazione n. 2009-2010 I trim. 2011 2009 - I trim. 2011 n. Val or e n. Val or e % n. Val or e n. Val or e € p er violazioni amminis tr ativ e 73 331 .332,50 95 213. 758,00 30 48 666. 768,20 216 1.211 .858, 70 p er violazioni penali 36 986.650 ,00 61 3. 049.620 ,00 69 8 10 .000 .000 ,00 105 14. 036.270 ,00 Tot ale 109 1.317 .982,50 156 3.263.378,00 43 56 10 .666. 768,20 321 15.248. 128, 70 Fonte: C C paa , 2011 Ta be ll a 2 .4 – S in te si f ro di a gr oa lim en ta ri 2 00 9-20 10 f rod I a gro al Iment ar I Pr odo tti seques tr ati* 2009 2010 I trim. 2011 2009 - I trim. 2011 Quantità Val or e Quantità Val or e Quantità Val or e Quantità Val or e (t on. ) (€ ) (t on. ) (€ ) (t on. ) (€ ) (t on. ) (€ ) p rodo tti agr o-alimentari seques tr ati 2. 080 1.685.229 11 .872 22.559.266 3. 103 10 .325.200 17 .055 34.569.695 (+ 470%) (+ 1 .239%) Maggior e Conserv e, la ttier o caseari, olii, pr odo tti vinosi. la ttier o caseari, concentr at o po-modor o, olio e xtr av er gine di oliva , ittici, la tt e buf alino e pomodor o. o lio , fr utta e pesce . Fonte: C C paa , 2011

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16 Ta be ll a 2 .5 – S in te si de nu nc e p er f ro di a gr oa lim en ta ri 2 00 9-20 10 frod I a gro al Iment ar I Per sone denuncia te per f attispecie di r ea to 2009 2010 Variazione 2009-2010 I trim. 2011 2009 - I trim. 2011 Denunce per ar t.515 c .p . (fr ode nell ’eser

cizio del commer

cio ), ar tt . 517 c .p . (v endita di pr odo tti indus

triali con segni mendaci) – 517 bis c

.p (cir cos tanza aggr avant e) . 14 39 178% 4 57 Denunce per ar t. 517 qua ter c .p . (contr aff

azione di indicazioni di origine o

de-nominazioni di origine dei pr

odo tti agr oalimentari) 0* 14 /// * 0 14 a ltr

e denunce penali connesse con l

e fr odi agr oalimentari 22 8 -63% 4 34 To tal e denunce 36 61 69% 8 105 *

Valore non determinabile in relazione all’introduzione nel 2009 d

el reato di cui all’art.

517

-quater c

.p

. per e

ff

etto della legg

e L . 23 luglio 2009, n. 99, “Disposizioni per lo s vilup

po e l’internazionalizzazione delle imprese

, nonc hé in materia di energia” . Fonte: C C paa , 2011

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Il valore della tabella 2.5 evidenzia dunque un incremento tra il 2009 e il 2010 stima-to almeno del 69% delle denunce di reastima-to per le più gravi fattispecie criminose del setstima-tore tra le quali la nuova fattispecie di reato di cui all’art. 517-quater c.p. introdotta dalla legge 23 luglio 2009, n. 99.

a. Analisi del fenomeno

Sulla base di alcune elaborazioni valutate dal Ministero delle Politiche Agricole Ali-mentari e Forestali, il fenomeno dell’agropirateria riguarderebbe un volume d’affari per l’Italia pari a più di 4 miliardi di euro, mentre nel resto del mondo il falso Made in Italy è stato ritenuto pari a 50 miliardi di euro, rappresentando più della metà del fatturato ali-mentare nazionale.

In tale quadro, i principali illeciti riscontrati nel settore dal Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari hanno riguardato essenzialmente le seguenti condotte cri-minali:

- la falsa “evocazione” in etichetta e sui documenti di vendita di marchi DOp (che hanno riguardato prevalentemente le carni nonché i pomodori pelati destinati all’estero come “DOp San Marzano” ma in realtà prodotti in altre zone);

- l’introduzione nel circuito commerciale nazionale di pomodoro concentrato cinese non dichiarato in etichettatura e nei documenti di vendita, di pomodoro falso biologico, di prodotto privo di documentazione sulla tracciabilità nonché di pomodoro in cattivo stato di conservazione;

Tabella 2.6 – Dati sequestri pomodori, anno 2010

Pomodoro sequestrato Quantità (ton.)

Falso Dop San Marzano 525,84

Falso Biologico 1.400,00

Concentrato di pomodoro Cinese 861,5

in cattivo stato di conservazione 1.217,00

Totale 4.004,34

Il settore è meritevole di attenzione poiché alcune statistiche indicano come l’importazione di pomodoro di origine extra UE sia incrementata nell’ultimo anno del 187%; queste quantità di prodotto potrebbero essere utilizzate fraudolentemente in produzioni dichiarate quali nazionali.

Fonte: CCpaa, 2011

- la commercializzazione anche nelle catene della grande distribuzione di formaggi e de-rivati evocanti falsamente marchi DOp nonché di carne ovina falsamente indicata come Igp;

- la commercializzazione di false produzioni indicate come “biologiche” in specie nel settore delle carni;

- la commercializzazione di “olio di oliva” o “olio di semi” alterato con la clorofilla, olio lampante in luogo di olio extra vergine di oliva che ha riguardato anche il circuito della ristorazione;

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- la commercializzazione di prodotti ittici recanti nell’etichettatura e nei documenti di vendita false date di scadenza o di prelevamento (in particolare per molluschi bivalvi)4.

4 Il nac di Parma sta svolgendo mirati controlli nel settore ittico congiuntamente alle Unità Navali dell’Arma fi-nalizzati alla tutela e salvaguardia delle norme nel settore ittico. Le attività hanno consentito di evidenziare, in prevalenza, i seguenti fenomeni di illegalità:

- violazioni dell’art. 515 c.p. (frode nell’esercizio del commercio), con particolare riferimento alle anomalie relative all’etichettatura dei prodotti (es. dichiarazioni di origine dei prodotti non corrispondenti con la realtà, mancanza di tracciabilità, ecc.);

- attività di pesca illegale (quale, ad esempio, quella esercitata in zone non consentite o senza la prevista autoriz-zazione o la pesca svolta con mezzi natanti non conformi).

A riguardo, nel mese di dicembre 2010, nella Laguna Veneta, è stata svolta un’attività con il Nucleo Natanti Cc di Venezia che ha consentito di sottoporre a sequestro circa 13 tonnellate di prodotti ittici per un controvalore di 100.000 euro circa.

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b. Filiera della Mozzarella di Bufala Campana D

op

Una particolare attenzione è stata conferita nell’anno 2010 ai controlli sulla filiera della Mozzarella di Bufala Campana DOp in relazione alle segnalazioni di possibili inseri-menti nella filiera di latte vaccino e/o latte congelato o in polvere (scheda in allegato) che alcune componenti del settore hanno denunciato presente anche nelle produzioni a deno-minazione di origine.

In particolare, a margine delle attività svolte dal Comitato di Garanzia, istituto con Decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali del 14 gennaio 2010, il Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari – Nuclei Antifrodi ha eseguito una capillare attività ispettiva e di controllo, monitorando l’intera filiera produttiva della Moz-zarella di Bufala Campana, i cui esiti più significativi sono sintetizzati in tabella 2.7 e nel grafico 2.2.

Tabella 2.7 – Sintesi sequestri su Mozzarella di bufala Campana 2010

Sequestri Quantità Valore

(ton.) (€)

c/o caseifici

latte cagliata bufalina sequestrata 46 110.000,00

c/o centri/caseifici dotati di impianto di congelamento

latte sequestrato 8.105 11.160.000,00

latte sequestrato in violazione norme sanitarie 4.200 5.850.000,00

Totale 12.351 17.120.000,00

Fonte: CCpaa, 2011

Grafico 2.2 – Sequestri di latte/cagliata 2010

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20

Il Comitato di Garanzia ha quindi svolto una complessa attività finalizzata a:

- rivitalizzare il ruolo e le funzioni del Consorzio, nell’ottica di conferire un rinnovato impulso alle attività di garanzia della genuinità del prodotto;

- assegnare maggiore rappresentatività alla componente allevatoriale;

- potenziare i controlli all’intera filiera della Mozzarella di Bufala Campana;

- conferire effettività agli interventi sanzionatori rivolti a coloro i quali violano le norme statutarie.

Le proposte avanzate dal citato Comitato di garanzia, relativamente alla modifica dello Statuto del Consorzio, sono state recepite nel Decreto Ministeriale MIpaaf del 2 marzo 2011.

c. Criticità nel contrasto al falso Made in Italy e all’ Agropirateria

L’attività di contrasto al falso Made in Italy e più in generale al fenomeno dell’Italian

Sounding che penalizza gravemente le produzioni agroalimentari nazionali incontra alcu-ni limiti riconducibili essenzialmente ai seguenti aspetti:

a. carenza di strumenti di tutela a livello internazionale per la mancanza di una normativa che renda obbligatoria l’indicazione in etichetta della vera origine del prodotto agroa-limentare. In atto, la tutela delle produzioni nazionali avverso il fenomeno dell’Italian

Sounding può essere attuata solo parzialmente attraverso la registrazione del marchio presso il Paese di commercializzazione del prodotto. Risulta pertanto necessario pro-muovere opportune iniziative in ambito WtO/comunitario in modo da impegnare la co-munità internazionale sulla condivisione di un corpus iuris che preveda idonei stru-menti, anche di carattere penale, per arginare il fenomeno;

b. il concetto di “lavorazione sostanziale” mutuato dalle disposizioni doganali comunitarie finisce per “nazionalizzare” significative quantità di prodotti agroalimentari stranie-ri che hanno subito cicli di trasformazione nel nostro Paese. Emblematico può essere quanto si è verificato nel caso del “triplo concentrato di pomodoro cinese”: a seguito di sequestro – convalidato dal GIp – di ingenti quantità di prodotto “doppio concentrato di pomodoro” ottenuto dalla diluizione di prodotto “triplo concentrato di pomodoro” di origine cinese ma commercializzato come Made in Italy, un Tribunale del Riesame, no-nostante un articolato parere dell’Agenzia delle Dogane, ha annullato il provvedimento di sequestro sull’assunto che la vigente normativa consentirebbe l’indicazione Made in

Italy anche in tale situazione, atteso che la lavorazione era avvenuta in Italia.

Più in generale, per quanto concerne invece il sistema comunitario e nazionale di tutela dei “Marchi di qualità” è noto che alcune criticità sono insite nella funzione di vigilanza assegnate ai Consorzi e alle Associazioni di Produttori. Risulterebbe pertanto molto opportuno un intervento normativo anche sul piano della “autoregolamentazione” che possa rendere più rigorosi i “disciplinari” che devono garantire la qualità dei prodotti, e soprattutto il regime dei controlli che potrebbe essere più incisivo conferendo agli agenti vigilatori competenze e attribuzioni più estese nel controllo della filiera agro-alimentare.

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2.4 Considerazioni sul circuito dell’illegalità nel comparto agro-alimentare

Il quadro generale della “illegalità” del comparto agro-alimentare si presenta tenden-zialmente diffuso sul territorio nazionale sia con iniziative di singoli soggetti che operano individualmente sia con attività ben più strutturate ed organizzate riconducibili a forme di criminalità economica di cui si è già parlato.

In un quadro di valutazione complessiva del sistema di illegalità che interessa il com-parto agro-alimentare, certamente hanno assunto rilievo le più recenti indicazioni sull’in-cidenza della criminalità organizzata. In merito l’attività del Comando sta sviluppando investigazioni in alcuni contesti territoriali in stretta intesa con gli organi speciali e le au-torità giudiziarie distrettuali competenti in materia di criminalità organizzata e pertanto su tali ambiti si potrà riferire più compiutamente a conclusione delle attività.

I dati di esperienza comunque acquisiti nel settore possono perciò in questa fase rife-rirsi ad alcune attività confermate da esiti giudiziari che può essere opportuno richiamare per valutare la portata del fenomeno:

- nell’aprile 2010 la DIa ha condotto l’Operazione “Sud Pontino” che ha evidenziato «l’e-sistenza di un fitto intreccio di interessi e relazioni tra famiglie mafiose siciliane (….) clan camorristici, la ‘ndrangheta calabrese, per il sistematico controllo del trasporto su strada di merci da immettere nella grande distribuzione, giungendo ad una sorta di monopolio, che impone alle ditte di autotrasporto i prezzi di acquisto della merce dei produttori» (O.C.CC. n. 46565/05 RGNR – 3710/06 RG G.I.P. Tribunale di Napoli del 17.04.2010; v. Relazione del Ministro dell’Interno al Parlamento sull’attività della Dire-zione Investigativa Antimafia – I semestre 2010 – pag. 19);

- il 23 aprile 2010, nell’ambito dell’Operazione “Migrantes” la Procura della Repubblica di Palmi ha emesso un’ordinanza di misura coercitiva e contestuale decreto di sequestro preventivo nei confronti di 34 persone per i gravi episodi di violenza verificatisi a Rosar-no nel gennaio 2010, accertando le responsabilità dello sfruttamento della maRosar-nodopera clandestina da parte dei proprietari terrieri;

- nel gennaio 2011, nell’ambito dell’Operazione “Decollo ter” della Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro è emerso che un’organizzazione legata alla ‘ndrangheta ha rici-clato proventi del narcotraffico provenienti dalla Colombia finanziando alcune società di trasporto calabresi che il sodalizio ha cercato di imporre con attività estorsive per l’affidamento dei trasporti (riguardanti anche i prodotti agro-alimentari) ad importante struttura della GDO.

Questi esempi di interessi criminali anche nel comparto agro-alimentare confermano

dun-que le linee evolutive delle attuali organizzazioni criminali per la gestione della

“criminali-tà d’affari”, di una criminali“criminali-tà economica in cui si assumono nuove forme di controllo del

territorio basate essenzialmente sulla contaminazione del circuito finanziario.

L’analisi trova significativi riscontri informativi anche nelle più recenti relazioni del-la Direzione Nazionale Antimafia ove viene evidenziato il rischio dell’infiltrazione mafiosa nelle attività ausiliarie del comparto agro-alimentare e nell’accaparramento dei finanzia-menti destinati dell’agricoltura.

A riguardo, può essere utile richiamare quanto rappresentato anche dalla “Relazione sulla Politica dell’Informazione per la Sicurezza – Anno 2010” frutto dell’analisi degli orga-ni di intelligence nazionali, ove nel capitolo dedicato alla “Criminalità Orgaorga-nizzata”, si evi-denziano i seguenti «trend particolarmente insidiosi» della criminalità mafiosa nazionale:

Figura

Tabella 2.1 – Sintesi delle azioni di contrasto frodi comunitarie 2009-2010
Tabella 2.2 – Sintesi delle azioni su reati 2009-2010
Tabella 2.6 – Dati sequestri pomodori, anno 2010
Tabella 2.7 – Sintesi sequestri su Mozzarella di bufala Campana 2010
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