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La Cooperazione Italiana allo Sviluppo

Capitolo 4 ITERRITORI PALESTINESI OCCUPATI

5.5 La Cooperazione Italiana allo Sviluppo

Nell’ambito della cooperazione internazionale e degli interventi di emergenza in corso, l’Italia è coinvolta in numerosi progetti umanitari in diverse aree geografiche del mondo: Africa Subsahariana, Nord Africa e Vicino-Medio Oriente, America Latina e Caraibi, Asia e Pacifico ed Europa Orientale e Mediterranea. I Territori Palestinesi attualmente fanno parte di numerosi interventi di emergenza da parte del Ministero degli Affari Esteri Italiano e dei suoi partner239.

Per quanto riguarda l’assetto normativo, le attività della Cooperazione Italiana allo sviluppo sono regolate dalla Legge n.49 del 1987, tramite la quale è stato creata la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (Dgcs) nell’ambito del Ministero degli Affari Esteri240

.

La Cooperazione italiana si è sviluppata a partire dagli anni ’50 fondamentalmente al fine di contribuire al mantenimento della pace globale, assicurare la crescita economica di tutti i popoli e cercare di garantire il rispetto della dignità umana. La scelta dei Paesi in cui intervenire e la definizione delle iniziative effettuate dalla Cooperazione italiana tengono conto delle linee guida e degli impegni assunti all’interno dell’Unione Europea e delle Nazioni Unite. Per quanto riguarda i partner di collaborazione della Direzione Generale per la

Cooperazione allo Sviluppo essi sono: Unione Europea, Organizzazioni

Internazionali, Ministeri, Enti pubblici, Organizzazioni Non Governative, Paesi in via di sviluppo, Imprese e Università. Risulta evidente quindi, la centralità della collaborazione tra Stato, Organizzazioni Internazionali, ed altri enti statali e non all’interno del funzionamento della cooperazione internazionale.

Per quanto concerne gli interventi di emergenza, la Cooperazione italiana “fornisce assistenza alle popolazioni vittime di crisi umanitarie determinate da eventi catastrofici, siano essi di origine umana o naturale, con l’obiettivo di tutelare la vita, alleviare o prevenire le sofferenze e mantenere la dignità delle persone, laddove governi ed operatori locali siano impossibilitati nell’azione o

239

Vedi Ministero degli Affari Esteri (2013). In: http://www.esteri.it.

240

non vogliano intervenire”241

. Inoltre, la Direzione Generale per la Cooperazione

allo Sviluppo agisce nelle tre fasi principali dell’aiuto umanitario, ovvero: la fase

della prima emergenza (“relief”), la fase di emergenza (“recovery”) ed infine la fase di post-emergenza (“Linking Relief and Rehabilitation to Development”). È opportuno sottolineare il fatto che gli interventi umanitari della Cooperazione Italiana vengono attuati attraverso diversi canali di finanziamento e sono rivolte principalmente ai seguenti settori: sicurezza alimentare, accesso all’acqua ed ai servizi sanitari, protezione dei rifugiati e degli sfollati, promozione della condizione femminile, tutela dei gruppi vulnerabili (ovvero minori e diversamente abili), istruzione etc.242.

Come abbiamo detto, la Cooperazione Italiana agisce tenendo conto degli obiettivi generali, degli impegni e delle linee guida assunti a livello internazionale. La Dichiarazione del Millennio, approvata nel 2000 nel corso della Sessione Speciale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite da 186 Capi di Stato e di Governo stabilisce otto finalità (Millennium Development goals) che devono essere prese in considerazione dall’azione di cooperazione internazionale tra gli Stati e fornisce quindi un quadro di riferimento globale. L’obiettivo centrale consiste nel dimezzamento della povertà assoluta entro il 2015 e tra le otto finalità vi è la lotta alla povertà e alla fame come obiettivo primario243. Nello specifico, gli interventi di emergenza attuati dalla Cooperazione Italiana nei Territori Palestinesi Occupati, alcuni dei quali ancora in corso, hanno come obiettivo principale quello di contribuire a migliorare le condizioni socio- economiche e sanitarie dei palestinesi di Cisgiordania, Gerusalemme Est e Striscia di Gaza aggravate dalle restrizioni alla mobilità della popolazione palestinese e dalla costruzione del Muro. Inoltre, alcune iniziative di emergenza mirano a ripristinare i servizi essenziali nel settore sanitario, agricolo, sociale, nonché a tutelare e promuovere i diritti dell’infanzia, dare sostegno psico-sociale ai bambini e alle famiglie particolarmente disagiate dei campi profughi, affidando spesso interventi specifici alle Organizzazioni Internazionali competenti del settore in questione o alle Organizzazioni Non Governative (ONG). Ad esempio, Un

241

Vedi supra alla nota 239, 22 aprile 2013, Cit., Ministero degli Affari Esteri. 242

Ibidem. 243

progetto della Cooperazione Italiana, avviata nel febbraio 2010 dalla durata di 10 mesi, facente parte dell’iniziativa “Emergenza a favore della popolazione residente nella Striscia di Gaza” e mirante ad assicurare la protezione dei minori dai rischi di violazione dei diritti fondamentali tramite coinvolgimento diretto delle comunità locali (sensibilizzazione della comunità, con particolare attenzione all’ambiente scolastico) è stato affidato l’Organizzazione Non Governativa Save

the Children. Nel marzo 2010 invece, è stato avviato un progetto della durata di

10 mesi avente lo scopo di favorire il cambiamento delle condizioni delle donne che vivono nella Striscia di Gaza tramite il coinvolgimento del Centro Risorse di Genere (CRG), il quale è ubicato presso la sede del Palestinian Working Society

fof Development (PWWSD) a Gaza City, mirante a promuovere la consapevolezza

di genere delle donne e delle loro associazioni. La gestione, anche in questo caso è stata affidata ad una ONG (La Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi emergenti- COPSE). Tra i progetti rilevanti nella gestione delle risorse locali, l’iniziativa

“Emergency rehabilitation and water & sanitation – Phase 1,2,3” , avviato nel

2009, è stata affidata all’Organizzazione Internazionale UNRWA con lo scopo di migliorare le condizioni di vita della popolazione rifugiata colpita dall’operazione militare Piombo Fuso. L’iniziativa, composta da tre fasi di intervento nel settore dell’igiene pubblica, prevede l’intervento di UNRWA nei campi profughi della Striscia di Gaza per ridurre il rischio di diffusione di malattie infettive. Infine, vorrei citare “l’iniziativa di emergenza per il sostegno al settore agricolo e idrico nella valle del Giordano”, avviato nel 2010 ed affidato all’Organizzazione Internazionale FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura), in questo caso, il finanziamento alla FAO risponde all’appello dell’Onu per l’emergenza umanitaria244

.

244

5.6 Il ruolo chiave dello Organizzazioni Non Governative (ONG) nel