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La Politica di Vicinato Europea (ENP)

Capitolo 4 ITERRITORI PALESTINESI OCCUPATI

5.4 La Politica di Vicinato Europea (ENP)

L’Unione Europea fornisce assistenza ai rifugiati palestinesi ed è considerata il principale finanziatore di aiuti umanitari nei Territori Palestinesi Occupati. L’assistenza finanziaria ai rifugiati palestinesi risale al 1971, quando l’Unione Europea effettuò la prima donazione all’Agenzia per i rifugiati palestinesi (UNRWA) 227.

La cooperazione dell’Unione Europea nei confronti dei Territori Palestinesi Occupati risale al 1995 con la firma della Dichiarazione di Barcellona (Barcelona Declaration). A partire da quella data l’Autorità Nazionale Palestinese divenne uno dei partner del Partenariato Euro-Mediterraneo (Euro-Mediterranean

Partnership)228.

L’avvio del Partenariato Euro-Mediterraneo ebbe luogo a partire dalla conferenza di Barcellona del 27-28 novembre 1995, la quale portò alla firma della Dichiarazione di Barcellona da parte di 15 Stati membri dell’Unione Europea e i cosiddetti “partners dei Paesi arabi” quali: Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, Israele, Giordania, Siria, Libano, Turchia, Autorità Palestinese, Cipro e Malta229. Il cosiddetto processo di Barcellona avviò l’attuazione del Partenariato Euro- Mediterraneo, il quale era volto ad instaurare nuovi rapporti di collaborazione e cooperazione globale tra i Paesi dell’Unione Europea e i paesi “della riva Sud” del Mediterraneo e prevedeva l’attuazione di tre panieri: il primo aspetto era quello politico e di sicurezza, il secondo quello economico e finanziario, il terzo infine

226

V. supra alla nota 217. UNRWA. Gli accordi di Oslo del 1993 (Oslo I) fissavano il limite di pesca nella Striscia di Gaza fino a 20 miglia.

227

Vedi European Commission, Europeaid (2013): “Occupied Palestinian Territory” . In: http://ec.europa.eu.

228

Ibidem. 229

ROSEMARY HOLLIS, “Europe in the Middle East”, in Fawcett Louise, International

era rappresentato dall’aspetto sociale, culturale e umano. Come evidenzia Salvatore Bono230, i modi operativi di attuazione degli obiettivi enunciati nella Dichiarazione di Barcellona furono allegati alla Dichiarazione nel Programma di lavoro, il quale poneva maggiore attenzione al “cesto” economico-finanziario e prevedeva l’attuazione entro il 2010 di una zona euro-mediterranea di libero scambio.

Nel 1995 quindi, l’Autorità Palestinese diventò paese partner e membro del Partenariato e nel 1997 venne firmato un Accordo bilaterale (denominato Interim

Association Agreement on Trade and Co-operation) fra l’Unione Europea e

l’Organizzazione di Liberazione della Palestina (OLP) a nome dell’Autorità Palestinese, il quale prevedeva la cooperazione fra le parti al fine di creare progressivamente un’area di libero scambio. Tuttavia, con lo scoppio della seconda Intifada nel settembre del 2000, l’attuazione concreta dell’Accordo divenne sempre più difficile231.

In seguito al progressivo allargamento dell’Unione Europea da 15 a 27 membri le modalità d’azione del Partenariato Euro-Mediterraneo232

hanno subito delle variazioni ed è stata introdotta dalla Commissione Europea la Politica europea di

vicinato (European Neighbourhood Policy, ENP), annunciata nel marzo 2003 con

lo scopo di “stabilire rapporti di intesa e di cooperazione con i paesi confinanti” e “operare in modo autonomo e differenziato nei confronti di ciascun paese”233

. Nel maggio 2005 l’Unione Europea e l’Autorità Palestinese hanno concordato delle linee d’intesa e delle priorità comuni al fine di proseguire il processo di cooperazione attuato in precedenza (ENP Action Plan) .

Per quanto riguarda i programmi di cooperazione fra l’Unione Europea e l’Autorità Palestinese, il programma più recente è il PEGASE (Mécanisme

230

SALVATORE BONO, Un altro Mediterraneo, Roma, Salerno Editrice S.r.l., 2008, pp. 164- 165. Il progetto di Barcellona è stato elaborato dalla Commissione Europea, senza partecipazione diretta dei paesi non europei. È stato inoltre evidenziato il fatto che l’aspetto commerciale sia stato considerato prioritario da Parte dei Paesi membri dell’Unione Europea, i quali perseguivano lo scopo “costruire una zona di prosperità condivisa”. Inoltre,Vedi: Barcelona Declaration, 28 Nov. 1995. In: http://ec.europa.eu.

231

Vedi supra alla nota 229. 232

V. supra alla nota 227. Le politiche dell’Unione Europea all’interno del Partenariato con i paesi partner della riva sud del Mediterraneo avevano comportato una serie di Accordi bilaterali (bilateral Association Agreements) fra l’Unione Europea e Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, Giordania, Libano, Israele e Autorità Palestinese.

233

Palestino-Européen de Gestione et d’Aide Socio-Economique) lanciato il 1

febbraio 2008, rappresenta il meccanismo europeo di aiuti umanitari in supporto della popolazione Palestinese. PEGASE rappresenta il principale strumento attraverso il quale l’Unione Europea e gli Stati membri possono assistere economicamente l’Autorità Palestinese. Per l’esattezza sono stati allocati finanziamenti all’Autorità Palestinese volti principalmente a progetti nell’ambito di ricostruzione delle infrastrutture pubbliche, di sviluppo sociale, di sicurezza, di sanità ed educazione, nonché finanziamenti volti ad aiutare la famiglie più disagiate234. Nel 2008 infatti, il Processo di Barcellona è stato rilanciato sotto la denominazione di Unione per il Mediterraneo (Union for the Mediterranean,

Ufm) con l’avvio di nuovi progetti regionali riguardanti ambiti quali: economia,

ambiente, energia, salute, migrazioni e cultura235.

L’Unione Europea, come è già stato detto, fornisce assistenza umanitaria diretta ai rifugiati palestinesi tramite contributi annuali all’Agenzia per i rifugiati palestinesi (UNRWA) 236.

Il 22 agosto 2011 la Commissione Europea ha annunciato un supporto finanziario addizionale nei confronti dei Territori Palestinesi Occupati per quanto concerne servizi di sanità pubblica per i rifugiati, gestione dell’acqua e scolarizzazione237. Infine, per quanto concerne il ruolo dell’Europa nei confronti dei Territori Palestinesi Occupati, la Dichiarazione di Venezia del 1980 attesta l’unità di visione della Comunità Europea (in linea con le risoluzioni Onu 242 e 338) e riafferma il diritto dei palestinesi dei Territori Occupati di esercitare pienamente il loro diritto di autodeterminazione, affermando altresì la necessità di coinvolgere l’OLP nei futuri negoziati di pace, affermando allo stesso tempo l’esigenza del riconoscimento arabo di Israele238.

234

V. supra alla nota 227. European Commission, EuropeAid (2013). 235

Vedi Euro-Mediterranean Partnership (EUROMED) . In: http://www.eeas.europa.eu/euromed. 236

Ibidem. 237

Vedi Europeaid. In : http://ec.europa.eu. 238