• Non ci sono risultati.

CAPITOLO QUINTO

CONCLUSIONI GENERALI E LINEE DI RICERCA FUTURE

5.2. Cooperazione, scelta morale e spazio peripersonale.

5.2.1. Giustizia come mutuo vantaggio

Le questioni morali sorgono quando gli interessi personali devono conciliarsi con quelli altrui. Un individuo può compiere diverse scelte: 1) opporsi agli interessi degli altri per meglio favorire i propri; 2) operare per un mutuo vantaggio; 3) privilegiare gli interessi altrui e favorire i propri.

Dennett nel 1976 ha proposto sei condizioni che definiscono il concetto di “persona morale”: in primo luogo, la persona a cui riconosciamo tale statuto deve essere dotata di razionalità; in secondo luogo, deve essere capace di attribuire uno stato intenzionale ad altri individui. Terzo, deve essere oggetto di una certa attitudine, per esempio, il rispetto. Quarto, deve essere capace di reciprocità, in modo da poter rispondere a questa attitudine. Quinto, deve essere capace di comunicare con gli altri. Sesto, l’individuo in questione deve essere capace di “coscienza di sé”. La terza, la quarta e la quinta condizione implicano in modo esplicito una dimensione sociale.405

La reciprocità è stata impiegata all’interno delle tradizione contrattualista per elaborare una teoria della giustizia come mutuo vantaggio (Justice as Mutual

Advantage), il cui massimo proponente è David Gauthier.406 La teoria della giustizia come mutuo vantaggio viene vista come “modello” che cattura l’essenza di uno specifico modo di pensare la giustizia. I postulati normativi della giustizia come mutuo vantaggio sono i seguenti: 1) Non vi è nessun dovere basato sulla giustizia che impone dei costi senza controbilanciarli con dei benefici. I doveri basati sulla giustizia sono accettabili solo quando promuovono i vantaggi di ogni persona e non il bene della società come intero. 2) Non vi sono doveri basati sulla giustizia nei confronti di persone che non possono offrirci nulla in cambio. La giustizia del mutuo vantaggio prevede che gli individui siano agenti razionali ed

405 Dennett, Condition of Personhood, in A. Rorty, The identities of Persons; Berkley, University of California Press, 1976, pp. 175-196.

406 Zaluski, W., A Game Theoretic Analysis of Justice as Mutual Advantage, in Studies in the Philosophy of Law. Game Theory and the Law, 7, Copernicus Center Press, 2011, pp. 79-100,

egoisti che incarnano il cosiddetto “uomo economico”. Poiché gli obblighi non derivano da una moralità ogettiva e a priori, la Teoria della giustizia come mutuo

vantaggio si pone come alternativa alla morale tradizionale dove si parla di “uomo

morale”.

La Teoria dei Giochi è una teoria matematica sviluppata per studiare i conflitti di interesse e gli accordi; per questo rappresenta uno strumento utile per il filosofo morale.407 Le persone che effettuano una scelta devono valutare i risultati che possono essere ottenuti, pertanto, la scelta di una azione equivale alla scelta di un risultato. Colui che sceglie un risultato x, deve avere una propria preferenza al fine di rendere significativa la propria scelta.408 Vi è dunque un interesse personale (la preferenza) che conduce a una determinata scelta x e che porta al risultato preferito y. Se il guadagno viene elargito in denaro, il valore psicologico della somma potrebbe non essere direttamente proporzionale al valore numerico (si ritrova dunque la differenza tra il valore oggettivo e quello soggettivo del compenso).409

Una delle branche della Teoria dei Giochi usata per spiegare le regole della Giustizia come mutuo vantaggio è la bargaining theory che studia le scelte di agenti impegnati in una interazione strategica con altri agenti. In primo luogo, poiché essa si occupa di come deve essere diviso un surplus che deriva dalla cooperazione di due agenti razionali, il problema di tale divisione è la sola situazione rilevante dal punto di vista della Teoria della giustizia come mutuo

vantaggio. In secondo luogo, perché le soluzioni al bargaining problem sono

definite sulla base degli “assiomi di razionalità” che non introducono alcun assunto morale, i suddetti assiomi sono le uniche regole ammesse anche dalla

Teoria del mutuo vantaggio. Di quest’ultima gli assunti sono: 1) gli individui sono

razionali ed egoisti; 2) la morale è razionale perché le sue prescrizioni sono quelle della ragione. In terzo luogo, le soluzioni al bargaining game favoriscono il

407 Braithwite, R.B., Theory of games as a tool for the moral philosopher: an inaugural lecture delivered in Cambridge on 2 December 1954; Cambridge : University Press, 1969.

408 Rapaport, Theorie des jeux à deux personnes: les principes essentiels, ["Two-person game theory, the essential ideas"], trad. Francese di V. Renard, Paris, Dunod, 1969, cap. II.

partner più forte o con una posizione più strategica anche nella teoria della

giustizia per un mutuo vantaggio i giocatori più forti sono quelli più ricchi e, proprio per questo, con meno attitudine al rischio.

Alla teoria della giustizia come mutuo vantaggio si obietta che la razionalità strumentale e l’interesse personale siano motivazioni umane troppo deboli per giustificare il problema dell’accordo che si traduce nella massima “pacta sunt

servanda.” Ci si domanda se sia razionale per un uomo economico rispettare un

accordo che viene concluso, soprattutto se la violazione dell’accordo comporta un aumento dei benefici personali.410 Lo stesso problema si trova in teoria dei giochi nel momento in cui si deve giustificare la scelta di cooperare nel gioco del

Dilemma del Prigioniero. Infatti, nel gioco, la scelta di cooperare viene vissuta

come “irrazionale”. Gauthier compie il tentativo di dimostrare esattamente l’opposto, ovvero che agenti razionali ed egoisti agiranno in modo cooperativo. Il prossimo paragrafo illustrerà i passaggi essenziali della argomentazione di Gauthier che aiutano a trovare una nuova chiave filosofica attraverso la quale si intravedono nuove potenzialità dei risultati ottenuti dopo la interazione cooperativa.

5.2.2. Gauthier: la morale del mutuo vantaggio.

L’analisi di Gauthier prende le mosse dal Dilemma del Prigioniero di cui verrà presentata la struttura. Il Dilemma del Prigioniero è un gioco ideato dai matematici Merrill Flood e Melvin Dresher nel 1950. Esso faceva parte delle ricerche sulla teoria dei giochi promosse dalla R.A.N.D (Research and Development) Corporation per le possibili applicazioni ad una strategia nucleare globale (il contesto è quello della Guerra Fredda). Il gioco si articola nel seguente modo. Due persone sospette di aver compiuto un crimine vengono messe in due celle separate. Se entrambi confessano, ognuno sarà condannato a cinque anni di galera. Se solo uno confessa, questi sconterà un anno e sarà utilizzato come

410 Hume, D., An Enquiry concerning the Principles of Morals, Oxford University Press, Oxford, 1988, p. 155

testimone contro l'altro che invece ne sconterà dieci. Se nessuno dei due confessa, entrambi sconteranno la pena di due anni in carcere. Nessuno dei due giocatori può conoscere in anticipo la scelta dell'altro. La matrice dei benefici che derivano ai giocatori in funzione della giocata (payoff), è schematizzata nella figura 7. X

B

Confessa Non confessa

A

Confessa 5 , 5 1, 10 Non confessa 10, 1 2 , 2

Fig. 8- Matrice dei playoff del Dilemma del Prigioniero

Il dilemma del prigioniero è un gioco ad “informazione completa” poiché a entrambi i soggetti è nota la funzione che determina il payoff di ciascun giocatore in rapporto alla combinazione delle scelte di tutti i giocatori. In questo gioco ci sono dei vantaggi evidenti che derivano dalla cooperazione. Infatti, il miglior risultato per entrambi, lo si otterrebbe se nessuno dei due confessasse. Il dilemma nasce dal fatto che i due prigionieri, non potendo comunicare, non sono nelle condizioni di mettersi d'accordo. Inoltre, se anche fosse realizzabile un accordo, non ci sarebbe alcuna garanzia del rispetto di esso poiché ad entrambi conviene che uno confessi e l'altro no. I giocatori sono messi di fronte ad una prova di fiducia reciproca. Alla luce di queste considerazioni, nonostante il vantaggio evidente, ciascun giocatore preferirà confessare piuttosto che non farlo, a prescindere dal tipo di decisione che viene presa dall'altro. Se si gioca una singola partita, scegliendo di confessare, si è certi di limitare i rischi possibili. Ogni giocatore diventa un free rider perchè sfrutta le risorse altrui senza mettere a

disposizione le proprie.411 Il gioco è regolato allora da un unico equilibrio (A confessa/ B confessa) e la scelta di confessare (C) operata dai due prigionieri è detta “strategia dominante.”

Un punto di vista ormai condiviso è che il gioco riesca a catturare molto precisamente il conflitto esistente tra la razionalità di gruppo e la razionalità individuale ed è proprio du questo aspetto che si concentra Gauthier nello sviluppare le sue argomentazioni. La sua riflessione si focalizza sul contesto della inter-azione che rende inter-dipendenti le scelte dei singoli individui e trasforma il significato di “massimizzazione.”

Secondo Gauthier, il criterio di massimizzazione della utilità non deve essere applicato a una particolare strategia di un agente, quanto piuttosto alla

disposizione a scegliere una determinata strategia. L’autore individua due

disposizioni: la massimizzazione semplice e la massimizzazione vincolata. Oggetto della massimizzazione semplice sono delle scelte volte alla tutela dei propri interessi immediati, cosicché l'agente razionale tenta di massimizzare, qui ed ora, l'utilità che si attende dal loro soddisfacimento. Questo tipo di preferenze sono definite di “primo livello”, in Reason and Maximization.412 Tuttavia, in un contesto di azioni inter-dipendenti, l'agire secondo massimizzazione semplice, impedisce forme più vantaggiose di interazione cooperativa. Il Dilemma del Prigioniero dimostra proprio tale inefficienza. Le considerazione immediatamente massimizzanti sono prioritarie solo sotto due condizioni: 1) che il contesto della deliberazione sia irrilevante e dunque le azioni siano indipendenti; 2) che si rinunci ad un risultato reciprocamente ottimo. La tesi avanzata da Gauthier è la seguente: per ottenere i migliori risultati in termini di soddisfacimento complessivo delle proprie preferenze immediate, non si deve ricorrere alla loro semplice massimizzazione, bensì, in un contesto di azioni inter-dipendenti, predisporsi alla loro massimizzazione vincolata. Individuare dei limiti di massimizzazione esprime la capacità di un individuo di operare una scelta a lungo termine circa il modo di decidere quali scelte realizzino la propria soddisfazione.

411 Osborne, M.J., Rubinstein A.,A Course in Game Theory; Cambridge: MIT Press, 2001. 412 Gauthier, D., Reason and Maximization, Canadian Journal of Philosophy Vol. 4, No. 3, Mar.,

Fratini suggerisce di chiamare “meta-scelta” l'operazione che porta a decidere, in vista di un lungo termine, il tipo di azione più funzionale alla soddisfazione propria ed altrui.413 In questo processo di scelta, le preferenze di primo livello cedono il passo alle preferenze di secondo livello, le quali certificano una predilezione a lungo termine per un certo stato di cose. Dunque, il massimizzatore vincolato basa le sue azioni su di una strategia congiunta per godere di benefici che non sono a disposizione di un massimizzatore semplice. Un massimizzatore vincolato deve saper riconoscere la disposizione dell’altro giocatore e ciò presuppone la trasparenza di tutti i giocatori agli occhi di un massimizzatore vincolato.

Sono stati individuati diversi limiti alla teoria di Gauthier. In primo luogo, essa non si spiega il motivo per cui un soggetto che ha come disposizione la massimizzazione vincolata dovrebbe resistere alla tentazione di cambiare scelta quando arriva il proprio turno. Infatti, sarebbe razionale fingersi un massimizzatore vincolato e, all’ultimo momento, rivelarsi un massimizzatore semplice. In secondo luogo, anche dopo che si è scelta la propria disposizione e si è propeso per una massimizzazione vincolata, non è chiaro il motivo per cui non si venga meno all’accordo pattuito. Traspare una sorta di “meccanismo deterministico alla cooperazione” che, togliendo libertà alla posizione del massimizzatore vincolato, diventa implausibile.414 Dunque, per risolvere il problema dell’accordo bisognerebbe rigettare l’assunto dell’uomo economico e assumere che vi siano agenti ipotetici con preferenze etiche (come fa Rawls quando formula la teoria della giustizia come imparzialità). 415

Nonostante i limti individuati, la posizione di Gauthier aiuta a cogliere due aspetti rilevanti per le riflessioni future sugli esperimenti svolti. Innanzitutto, aiuta a mettere il contesto della interazione sotto una luce che, fino ad ora, non è stata colta. Le azioni inter-dipendenti si differenziano dalle azioni indipendenti. Le prime, a differenza delle seconde, sono il prodotto di un contesto di scelta condiviso dove le decisioni altrui diventano significative e determinanti per il

413 Fratini, op.cit., pg. 59.

414 Zaluski, W., A Game-Theoretic Analysis of Justice as Mutual Advantage; art. cit. 415 Ibidem.