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3 L’analisi dettagliata del rendiconto finanziario di cinque aziende cartarie lucchesi

3.2 Lo studio del rendiconto e calcolo degli indicatori

3.2.1 SCA Hygiene Products – Società per azioni

3.2.1.4 Copertura a medio/lungo termine

Il Cash flow to long term debts rappresenta la parte di debiti a lungo termine che si può coprire con il flusso di cassa operativo; considerando che per tutti e tre gli esercizi i debiti a lungo termine sono relativamente esigui rispetto al flusso di cassa operativo, l’indicatore presenta dei valori molto alti.

Il Cash return to shareholders misura l’apporto di capitale fornito dagli azionisti alla creazione del flusso di cassa operativo. È un indicatore molto utile per comprendere se l’andamento dell’azienda assicurerà un futuro rendimento per gli azionisti. Molto più importante del ROCE o del ROE poiché dipende dal flusso di cassa operativo che, come sappiamo, è difficile da manipolare. Per quanto riguarda i dati a nostra disposizione, possiamo dire che l’andamento altalenante non ci

fornisce una comprensione chiara sulla possibile evoluzione futura, ma sicuramente possiamo affermare che il miglioramento verificatosi dall’esercizio 2014 a quello 2015, passando da un valore del 16% al 31%, è rassicurante.

3.2.2 Sofidel – Società per azioni

Iniziamo anche in questo caso, con una rapida analisi dei prospetti di bilancio. Il conto economico mostra che la società ha realizzato dei ricavi di vendita che sono decresciuti in maniera notevole fra il 2013 e il 2014, a causa probabilmente del nuovo calo dell’economia, ma che sono poi tornati ad aumentare cospicuamente, nel 2015. Anche l’EBITDA risulta crescente fra i tre esercizi considerati. L’incasso dei dividendi, distribuiti da una società controllata, ha contribuito a creare un livello di utile per il 2015 molto più alto rispetto ai due precedenti, che comunque hanno riflesso il trend dei risultati operativi corrispondenti.

Lo stato patrimoniale evidenzia una notevole crescita delle attività fra il 2013 e il 2015, crescita che va imputata all’aumento dell’attivo corrente, con un magazzino che è quintuplicato dal 2013 al 2015. Si nota anche un elevato sbilanciamento fra attivo e passivo corrente con il conseguente indice di liquidità (0,90-0,70-0,63) e quello di copertura delle immobilizzazioni (0,93-0,78-0,80) non corrispondenti ai livelli adeguati in nessuno degli esercizi esaminati, anche se in netto miglioramento nel 2015 rispetto al 2013. L’indice di indipendenza finanziaria, che oscilla tra 25% nel 2014 e il 27% nel 2015, ravvisa una situazione di marcato squilibrio finanziario.

L’esame della posizione finanziaria netta fornisce maggiore chiarimento sulle fonti di finanziamento utilizzate dalla società, si nota infatti che un aumento delle attività, fra il 2013 e il 2015, è stato finanziato con un aumento del debito verso gli istituti bancari sia a breve, che a lungo termine; l’aumento dei crediti finanziari infragruppo, cresciuti di quasi 4,5 volte dal 2013, hanno contribuito ad abbassare la posizione che da 245 milioni nel 2013 è passata a 242 nel 2014 e è ulteriormente scesa a 208 milioni nel 2013. Disponibilità liquide di valore irrisorio, un

patrimonio netto sbilanciato e un debito complessivo molto alto non fotografano una situazione ottimane della società.

3.2.2.1 Liquidità e solvibilità

Analizzando l’andamento dell’Operating cash flow ratio notiamo che i valori riscontrati nella nostra analisi sono decisamente inferiori rispetto a quelli che di norma si ritengono adeguati per questo quoziente, poiché molto distanti dalla soglia del 40%. Nel 2013 riscontriamo un valore dell’8%, che, addirittura, è peggiorato nel 2014, pari infatti al 2%, per poi migliorare notevolmente nel 2015 attestandosi al 16%. Valori molto bassi di questo indicatore stanno a significare che la società non riesce affatto a far fronte al debito a breve scadenza con il cash flow generato dalla gestione reddituale e quindi deve utilizzare altre fonti di liquidità più onerose, incrementando così il rischio di default. Anche il Cash debt

2015 2014 2013

Operating Cash Flow Ratio

0,160

0,029

0,088

Cash Debt Coverage Ratio

0,065

0,019

0,048

Cash Return on Asset

0,073

0,014

0,035

Cash turnover

-4,584

-6,945

-11,656

Earning Quality

3,433

1,182

2,118

Cash Flow Margin

0,118

0,024

0,050

Cash Flow to Long Term Debts

0,274

0,053

0,107

Cash return to Shareholders

0,268

0,056

0,131

Liquidità e solvibilità

Efficienza

Redditività

coverage ratio non prospetta una situazione favorevole per l’azienda attestandosi,

nella migliore condizione, nel 2015, al 10%.

Quanto detto sopra viene riconfermato anche dando un rapido sguardo al prospetto sulla composizione dello stato patrimoniale, riscontrando un andamento in linea con l’operating cash flow ratio. Infatti si può notare che, in tutti e tre gli esercizi considerati, vi è uno sbilanciamento tra attività e passività a breve e, quindi, l’impossibilità per l’azienda di poter far fronte alle passività in scadenza entro l’esercizio soltanto con l’attivo a breve termine.

L’analisi fin qui svolta può significare la presenza di un grande indebitamento, oppure l’incapacità dell’azienda di generare sufficienti flussi di cassa operativi. È necessario analizzare più attentamente il CCNC e i flussi di liquidità extra- reddituali.

Studiando il rendiconto si intuisce che gli esercizi 2013 e 2015 presentano un operating cash flow ratio più alto derivante da un flusso di cassa reddituale più alto, rispetto all’esercizio 2014, notiamo anche che, per il 2013, le passività correnti sono molto inferiori. Per quanto riguarda la variazione del CCNC riscontriamo che è andato via via decrescendo passando da circa 12 milioni nel 2013, a circa 0 nel 2014 per poi variare in modo negativo nel 2015. Nel 2013 gran parte della liquidità liberata dal CCNC è dovuta all’aumento dei debiti commerciali, negli altri due esercizi, invece molta liquidità è stata assorbita dai crediti verso le aziende del gruppo e nel 2015 dall’aumento delle rimanenze, d’altronde nell’esercizio 2015 vi è stata la distribuzione dei dividendi da parte di un’azienda controllata e questo ha portato a realizzare un flusso di cassa operativo molto alto.

Uno studio dei flussi di liquidità extra-reddituali, in accordo con quanto spiegato nella relazione sulla gestione, dimostra che la Sofidel spa è impegnata in una ambiziosa politica di espansione. L’impiego di una discreta quantità di liquidità negli investimenti con l’accensione di finanziamenti massicci, giustificano parzialmente la crisi di liquidità che sta vivendo.

Nei tre esercizi analizzati, considerando un peggioramento della crisi nel 2014 e l’aumento del costo delle materie, la società ha realizzato sempre flussi di cassa operativi positivi, un utile positivo e un EBITDA crescente.

3.2.2.2 Efficienza

Lo studio del Cash return on assets o cash ROA chiarisce se l’azienda è stata efficiente nel riuscire a creare un buon flusso di cassa operativo date la quantità di attività a disposizione. L’andamento dell’indicatore è altalenante e presenta dei valori piuttosto bassi, da un 3,5% del 2013 si scende ad un 1,4% nel 2014, per poi tornare al 7% del 2015. La capacità della Sofidel di sfruttare i propri assets, nel 2013 e nel 2014, comparata col 2015 è molto bassa; tra il 2013 e il 2014, infatti, ad una crescita delle attività, si è accompagnata una riduzione del flusso di cassa operativo e di conseguenza una riduzione dell’efficienza, dovuta alla maggiore difficoltà dell’azienda di riscossione dei propri crediti dalle sue controllate. Nel 2015 la crescita delle attività, associata ad un flusso di casso operativo molto più rilevante, derivante, nella totalità, dall’incasso dei dividendi verso una società del gruppo, è la causa della maggiore efficienza riscontrata.

Un‘ulteriore analisi si esegue confrontando il cash ROA con il ROA classico, quest’ultimo indicatore però non presenta valori dissimili da quelli riscontrati per il cash return on assets.

Lo studio del Cash turnover, nel caso della Sofidel, non è stato di nessun aiuto poiché se la liquidità disponibile media dal rendiconto è negativa (vi sono compresi gli scoperti di conto corrente), anche l’indicatore è negativo e quindi inutilizzabile. Se calcoliamo l’indicatore andando a considerare le disponibilità liquide, di inizio e fine periodo, dello stato patrimoniale, ci accorgiamo che il valore è molto alto e crescente, poiché le disponibilità liquide sono molto basse e nel corso dei tre esercizi analizzati stanno via via diminuendo, per effetto di una variazione totale della liquidità sotto lo zero.