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copia autoreCALIGOLA: GLI ANNI DI CAPRI

Le tradizioni storiografiche e la costruzione negativa

ABSTRACT

Caligola andò a vivere con Tiberio a Capri poco prima o poco dopo la caduta di Seia-no; l’imperatore protesse e promosse la carriera politica del figlio di Germanico e Agrippina Maggiore, che ben presto poté contare anche su un gruppo di sostenitori, tra i quali spiccava la figura del prefetto del pretorio Macrone; il giovane Caligola è descritto dalle tradizioni storiografiche specie non giudaiche come bramoso di potere e scaltro, e particolarmente ipocrita, allo stesso modo in cui descrivevano Tiberio, e soprattutto all’adulazione da parte di Caligola viene ricondotto il buon rapporto che si instaurò tra i due. Proprio a Caligola Tiberio dovette guardare come a un successore, anche se nel suo testamento, in relazione alla trasmissione del patrimonio, poté met-tere sul suo stesso piano anche il nipote di sangue Tiberio Gemello, nominandoli eredi congiunti.

In relazione al periodo trascorso a Capri da Caligola, pare evidente come la mag-gior parte delle fonti storiografiche abbia cercato di proiettare sul giovane una topica negativa alla luce della quale avrebbe poi descritto il suo Principato. In tal modo, le azioni di Caligola a Capri sono decontestualizzate, e le illazioni – come quella che as-sociava Caligola (e Macrone) al soffocamento del vecchio imperatore – trovano am-pio spazio.

Caligula moved to Capri to live with Tiberius shortly before or after Seianus’ fall; the emperor protected and promoted the political career of the son of Germanicus and Agrippina the Elder, who was soon able to count on a group of his supporters, among which the praetorian prefect Macro stood out. The young Caligula is described espe-cially by non-jewish historiographic traditions as power-hungry and shrewd, and par-ticularly hypocrital as they portrayed Tiberius: the good relationship that was estab-lished between Caligula and Tiberius is attributed principally to flattery of the first to the second.

Tiberius rightly viewed Caligula as his successor, even if in his will, in relation to the transfer of his estate, he placed his blood grandson Tiberius Gemellus in equal po-sition, instituting both of them as joint-heirs.

As for the period that Caligula spent in Capreae, it seems evident that most histo-riographic sources tried to project on the young a negative image, in whose light they would have described his Principate as well. Indeed Caligula’s actions at Capreae are decontextualized, and rumours – like the one that linked Caligula (and Macro) to the suffocation of the old emperor – find large room.

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Per il trasferimento di Caligola a Capri le fonti antiche non ci consento-no di risalire a una datazione precisa, e di conseguenza permane tra gli stu-diosi moderni una collocazione divergente dell’evento. Esso va comunque osservato in rapporto alla caduta di Seiano nell’ottobre del 31 o comunque alla sua azione politica: il potente prefetto del pretorio, forte di una base di appoggio che aveva raccolto buona parte di coloro che in precedenza era-no stati sostenitori di Germanico ma che poi proprio in Seiaera-no videro il continuatore della concezione di principato che era stata di Germanico, portò avanti una annosa e sempre più aperta lotta contro le cosiddette

par-tes Agrippinae, il gruppo di senatori riconducibili per lo più

all’aristocra-zia tradizionalista, con il cui inedito sostegno la vedova di Germanico ave-va cercato, a partire dal 23 e dalla morte di Druso II, di promuovere la car-riera e le prospettive di successione del figlio primogenito Nerone, oltre a fare ostacolo al governo di Tiberio e alle iniziative di Seiano1.

Svetonio, in un capitolo in cui compendia molto in sintesi i trasferi-menti di Caligola prima del principato, pone quello a Capri come avvenu-to nel diciannovesimo anno2, e dunque il tempo in cui può essere circo-scritto va dal 31 agosto dell’anno 31 al 30 agosto dell’anno 323; tale trasfe-rimento sarebbe stato dovuto alla chiamata da parte di Tiberio, e questo apre l’interrogativo anche sulle ragioni di tale decisione.

Tiberio (ricondurremmo certamente all’imperatore la decisione)4 già aveva fatto trasferire Caligola – la cui madre era stata relegata probabil-mente appena prima del 285– nella casa della nonna paterna Antonia Mi-nore: lì il figlio di Germanico e Agrippina Maggiore era andato a vivere dall’estate-autunno del 29 dopo la morte di Livia, in onore della quale pro-nunciò l’elogio funebre6; ora l’imperatore impose un nuovo cambio di re-sidenza al nipote, e le motivazioni di ciò appunto si intersecano con ogni probabilità in maniera non troppo libera con la sorte di Seiano.

1Seguiamo la ricostruzione della dinamica politica proposta da Mario Pani in vari studi, tra i quali ri-cordiamo soprattutto Pani 1977; 1979.

2Suet., Cal. 10,1: …et undevicesimo anno aetatis anno accitus Capreas a Tiberio uno atque eodem die

togam sumpsit barbamque posuit. La lezione undevicesimo non è comunque universalmente accettata.

3Non è chiaro su quale base Nony 1988,169 stabilisca la residenza di Caligola a Capri “a partire dalla fine dell’estate del 30”.

4Per la problematica cfr. Balsdon 1934,13.

5Il trasferimento di Caligola nella casa di Livia è collocato di seguito all’esilio della madre Agrippina Maggiore da Suet., Cal. 10,1; la testimonianza di Tacito, inserita però all’interno di un contesto estrema-mente lacunoso (Ann. 5,3 ss.), fissa così la sequenza evenemenziale: la morte di Livia determina ancor più Tiberio e Seiano contro Agrippina, che insieme ai figli maschi di età maggiore ebbe a subire gli attacchi e i provvedimenti più duri a partire dalla fine del 29, quando Livia non era più sulla scena, e infine il processo nel 30 (cfr. anche Rogers 1931 (a),162). La testimonianza di Velleio Patercolo (2,130), nella sua vaghezza per quanto attiene alla cronologia precisa, senza essere cogente pare deporre maggiormente a favore della datazione svetoniana.

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Se il trasferimento a Capri imposto al nipote si dovesse collocare dopo l’ottobre del 31 e la caduta di Seiano, parrebbe molto probabile che esso vada contestualizzato nell’ambito dei progetti di successione che un impe-ratore ormai avanti con gli anni doveva aver maturato; in questo caso, Ca-ligola potrebbe essere stato individuato come un successore da far familia-rizzare con il potere, o come un candidato alla successione le cui effettive capacità andavano verificate osservandole da vicino, e magari raffrontan-dole con quelle del nipote di sangue Tiberio Gemello, del pari fatto venire a Capri, pur ancora dodicenne al più7. A un simile periodo di osservazione e valutazione era già stato sottoposto con buona probabilità Druso III fra-tello di Caligola, che però venne rimandato a Roma da Tiberio, ciò che au-torizzò Seiano ad attuare una trama esiziale ai danni del secondogenito di Germanico8; ma non va trascurato il dato che il trasferimento a Capri ven-ne ven-negato allo stesso Seiano, ven-negli ultimi mesi della sua vita9.

Resterebbe però ulteriormente da capire se Tiberio puntò su Caligola dopo che non poteva più puntare su Seiano – ammesso che l’avesse mai fatto –, o se invece puntare su di lui, e contestualmente cominciare a con-ferirgli sacerdozi10, voleva essere un tentativo di riconquistare un’opinione pubblica turbata dalla persecuzione contro la casa di Germanico, nonché di assecondare le probabili pressioni della cognata Antonia Minore (che tra l’altro, secondo una tradizione estrema riferita da Cassio Dione – e che a mio parere può riflettere in realtà il dato di un duro contrasto tra Antonia Minore e Claudia Livilla che sosteneva Tiberio Gemello –, non avrebbe esitato a far morire di fame la figlia, dopo le accuse sulla base delle quali quest’ultima, come complice di Seiano, avrebbe fatto avvelenare Druso II)11: nel momento in cui Tiberio faceva condannare Seiano, in qualche modo avallava le recriminazioni per la triste parabola e fine di Agrippina

7Dodicenne sulla base di Tac., Ann. 2,84,1, che si riferisce al 19 come all’anno di nascita di Gemello, non necessariamente incompatibile con Ann. 6,46,1, ma ben più con Suet., Cal. 15,2, in cui si afferma che Caligola, appena divenuto princeps, fratrem Tiberium die virilis togae adoptavit appellavitque principem

iuventutis (cfr. Cass. Dio 59,8,1): ciò costringe ad abbassare la data di nascita di Gemello al 20, tanto più

che Cassio Dione, pur esagerando, in riferimento al 33 scrive che Gemello ἔτι γὰρ παιδίον ἠ˜ν (58,23,2); Filone afferma di Gemello che nel 37 ἄρτι γὰρ ἐĸ παίδων εἰς μειράĸιον ὁ δύστηνος μετῄει (Leg. 23); cfr. Smallwood 1961, 169 ss.; 172.

8Cass. Dio 58,3,8, con la frase ἐπεὶ δὲ ὁ Τιβέριος ἁπλῶ ς τὸν Δροῦσον ἐς τὴν Ῥώμην ἔπεμψεν, che difficilmente può far presupporre un punto di partenza verso Roma diverso da quello di Capri; al limite, potrebbe piuttosto esporsi a discussione la durata del soggiorno di Druso a Capri, ma il fatto che nella testi-monianza dello storico severiano si parli di Druso come rimandato a Roma, e che la circostanza autorizzi Seiano a portare un attacco alla sua posizione ritenuta ormai debole, fa pensare a una valutazione di non adeguatezza o di non fiducia da parte di Tiberio verso il nipote.

9Cass. Dio 58,7,5.

10Cass. Dio 58,7,4; 8,1; vd. infra per la non necessaria identificazione con l’augurato.

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Maggiore, Nerone e Druso III, pur se l’imperatore non palesò alcun penti-mento diretto a riguardo. Si è talvolta pensato che nella scelta di Tiberio di far trasferire Caligola a Capri e di prenderlo in considerazione come suc-cessore potesse aver giocato una parte il suo apprezzamento del fatto che Caligola non si era fatto coinvolgere nei disegni di Agrippina e Nerone prima, e dei superstiti seguaci delle partes Agrippinae e di Druso III poi12: ma in realtà non avrebbe potuto prendervi parte, soprattutto per la giovane età, e inoltre il trasferimento presso la nonna Antonia, se da un lato lo esponeva a un’atmosfera di simpatie antoniane, dall’altro lato lo metteva di fronte a frequentazioni di prestigio e gli permetteva di intessere legami importanti, anche con primattori della scena politica non solo dell’Urbe, ma orientale in generale, e giudaica, egizia e di Mauritania e di Tracia in particolare, che avrebbero giovato alla sua formazione, alla sua autoconsa-pevolezza, e allo sviluppo di un carisma13.

Se invece il trasferimento di Caligola a Capri fosse stato imposto prima della caduta di Seiano, la questione è comprendere con quanto anticipo ri-spetto a questa: se avvenne a ridosso14, allora si potrebbe pensare che il trasferimento – tanto più che a Seiano era stato negato, come si è detto – sia stato un segnale di tale caduta, mentre se si fosse verificato più in pre-cedenza15, si potrebbe pensare che Tiberio avesse voluto allontanare Cali-gola: o da Seiano stesso – il cui imperversare contro la famiglia di Germa-nico potrebbe in tal caso essere stato valutato come eccessivo da Tiberio (il quale, però, avrebbe in tal caso potuto limitare il proprio prefetto)16–, o al contrario da un ambiente in cui il giovane poteva essere fatalmente ri-succhiato nel clima di ostilità verso le decisioni e la persona stessa di Tibe-rio. Secondo Winterling, Caligola venne fatto trasferire a Capri alla fine del 30, e lì sarebbe stato una specie di ostaggio che garantiva la sicurezza dell’imperatore con il suo stesso trovarsi a Capri17; ma la sicurezza di Ca-ligola aveva a propria volta bisogno di essere tutelata, come prova l’accusa

12Cfr. Rogers 1931 (a),146 s.; 164; Balsdon 1934,14-15.

13Ferrill 1996,56 definisce questo periodo “forse il più felice della sua vita”.

14Secondo Barrett 1992,57, subito dopo il diciannovesimo compleanno, dunque nel settembre del 31; cfr. De Visscher 1960,245; Sidari 1985,198.

15Alla prima metà del 31 pensa Guastella 1992,111.

16Si inserisce in questo filone interpretativo la tradizione confluita in Suet., Tib. 61,1, che è dichiarata attinta a un memoriale tiberiano De vita sua: etsi commentario, quem de vita sua summatim breviterque

composuit, ausus est scribere “Seianum se punisse, quod comperisset furere adversus liberos Germanici fi-lii sui”. Originale ma difficilmente sostenibile la posizione della Sidari, secondo la quale Tiberio avrebbe

allontanato Tiberio da Roma proprio per sottrarlo all’influenza di Seiano, che in nome della prosecuzione dell’ideologia divinizzante di Germanico avrebbe prima alienato ad Agrippina le sue partes per attrarle a sé, e poi conquistato l’entusiasmo di Caligola (1985,200 ss.).

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a Sestio Paconiano di aver tramato contro Caligola di concerto con Seiano, ciò che gli costò un attacco diretto da parte dello stesso Tiberio18, che del resto nei suoi Commentari riconduceva la caduta di Seiano proprio alla sua azione contro i figli di Germanico19.

Più si tiene bassa la datazione del trasferimento a Capri di Caligola, più esso assume una connessione stretta con la necessità di lasciare in qualche modo prefigurata la successione al principato. Del resto occorre dare tutta la sua importanza al fatto che proprio a Caligola Tiberio affidò l’elogio fu-nebre di sua madre già nel 29, così come Cesare aveva affidato a Ottavia-no l’elogio funebre di sua sorella Giulia quando il futuro princeps aveva quasi la stessa età di Caligola alla morte di Livia20.

È realmente sorprendente come Tiberio e Caligola siano riusciti a tra-scorrere insieme lunghi anni a Capri a prescindere da quanto occorso alla famiglia stessa del terzogenito superstite di Germanico: malgrado la triste fine dei familiari di Caligola, alcuni dei quali furono fatti morire perfino e proprio durante il soggiorno a Capri del congiunto, quest’ultimo coltivò il rapporto con Tiberio fino a consolidare ed affermare il proprio profilo di successore; quanto a Tiberio, nonostante lo scontro mortale con la madre di Caligola e le condanne che non risparmiò ai fratelli del giovane, poté fi-darsi di Caligola e subordinò all’ipotesi di una successione da parte sua perfino quella di Claudio, che era il più anziano tra i potenziali candidati, e la cui presunta inadeguatezza va certamente ridimensionata, se non ven-ne avvertita come tale ven-nemmeno da quanti si trovarono a dover portare ad effetto la convulsa successione a Caligola anni dopo.

Pare veramente arduo ricollegare tutto ciò a una reciproca intesa tra Ti-berio e Caligola fondata sull’amore per gli studi, come suggerisce il Bar-rett sulla base di un passo di Giuseppe Flavio21.

Dopo il trasferimento a Capri di Caligola, si verificò una serie di azioni e di eventi che va nel senso di un’influenza progressivamente crescente del nipote di Tiberio sulle dinamiche politiche.

Subito nel 32 Tiberio inviò una lettera contro Sesto Vistilio, che era sta-to un caro amico di suo fratello Druso I ed era membro della corte stessa del princeps; la vicenda condusse Vistilio al suicidio, e la ragione dell’ac-cusa viene da Tacito descritta in questi termini: seu composuerat quaedam

in C. Caesarem ut impudicum, sive ficto habita fides22.

18Tac., Ann. 6,3,4; cfr. Barrett 1992,57.

19Suet., Tib. 61,1.

20Suet., Aug. 8,1.

21AJ 19,209.

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Se ricolleghiamo a questa vicenda la topica ostile a Caligola, che vole-va il futuro imperatore sorpreso mentre, in casa della nonna Antonia Mi-nore, era in atteggiamenti promiscui con la sorella Drusilla23, ed in genera-le macchiatosi di rapporti incestuosi anche con genera-le altre due, riusciremo a proiettare su queste notizie contenute in alcune delle fonti antiche (non in Filone e soprattutto in Seneca, ad esempio) la luce di una questione stret-tamente politica, per spiegare la quale è superfluo pensare al desiderio di Caligola di imitare i costumi egizi24: in realtà e più semplicemente, quanti osteggiavano le prospettive di promozione di Caligola costruirono fin dai tempi di Capri una campagna di diffamazione del giovane che, alla luce dello scarso rilievo avuto da quello nella vita pubblica ancora a vent’anni, non poteva che concentrarsi principalmente sulle sue attitudini private; e quello della libidine è un Leitmotiv costante contro i regnanti, di cui si era-no avvalsi in ampia misura già i tragediografi greci.

Ovvio che tali dicerie avranno poi tratto ulteriore linfa dal rilievo poli-tico e dalle onorificenze pubbliche che Caligola intese conferire alle sorel-le al momento della sua ascesa al principato: tali onorificenze sono testi-moniate, tra l’altro, anche dalla serie di sesterzi del 37-38 in cui sono effi-giati sul recto lo stesso imperatore, e sul verso le sue tre sorelle con tanto di nomi riportati per esteso, e rappresentate come trasposizioni di

Securi-tas (Agrippina), Concordia (Drusilla) e Fortuna (Livilla)25. Nel caso di Drusilla, dopo la sua morte precoce nel giugno del 38, Caligola ne fece la prima donna ad essere divinizzata a Roma – e oltretutto, come attestano gli

Acta Fratrum Arvalium, il 23 settembre, genetliaco di Augusto –, venerata

come Pàntea ed equiparata a Venere26. Non si può non notare il tentativo di alcune delle fonti di assimilare implicitamente Caligola a Nerone, sia accentuandone la libidine, sia descrivendola come rivolta anche ad azioni incestuose.

Tornando al tentativo di Vistilio contro Caligola, esso riflette almeno in parte l’ambiguità dell’atteggiamento tenuto da Tiberio nei confronti della famiglia di Germanico almeno fino a quando il trasferimento di Caligola a Capri divenne permanente, e con esso l’avvicinamento dei due; non si può infatti non ricordare come l’accusa rivolta da Vistilio a Caligola di

impudi-23Jos., AJ 19,204; Suet., Cal. 24,1; cfr. Cass. Dio 59,3,6; 11,1; 26,5; Aur. Vict., Caes. 3,10; Epit. de

Ca-es. 3,4; Eutr. 7,12, secondo il quale Caligola avrebbe addirittura avuto una figlia dalle unioni incestuose

con le sorelle (stupra sororibus intulit, ex una etiam filiam cognovit); Oros. 7,5,9.

24Come invece pensava Köberlein 1986,88.

25RIC I2,110, n. 33; cfr. Köberlein 1986,50 ss., che presuppone una ripresa di soggetti isiaci; Barrett 1992,107 s.; 139 ss.

26CIL 6,2028 e: A(nte) d(iem) VIIII K(alendas) Octobr(es); Sen., Cons. ad Pol. 17,4-6; Suet., Cal. 24,2; Cass. Dio 59,11; cfr. Barrett 1992, 40 ss.

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cizia ricalcasse in realtà, certo consapevolmente da parte di Vistilio che in-tendeva fare il gioco di Tiberio, quella più o meno analoga che era stata a monte della rovina di Nerone suo fratello: amores iuvenum et impudicitia, un’accusa che Tacito27fa rimontare allo stesso Tiberio come a una calun-nia (confingere). Ma i disegni dell’imperatore erano mutati, e nel 32 Visti-lio – cui tale circostanza sfuggiva – aveva fatto ricorso a un’accusa effica-ce e topica nei tempi però sbagliati: questa volta Tiberio non solo fermò l’attacco contro il nipote, ma colpì lo stesso accusatore.

La politica matrimoniale si profilava come un tassello cruciale per sor-reggere le ambizioni di Caligola e i progetti di Tiberio su di lui28.

La data delle prime nozze di Caligola è variamente riportata nelle fonti: secondo Tacito nel 33 – ciò che potrebbe essere puntellato dal non multo

post che Svetonio inserisce rispetto alla data del trasferimento a Capri, e

soprattutto dal deinde con cui il biografo introduce l’augurato dello stesso 33 rispetto al matrimonio –, secondo Cassio Dione invece nel 3529, il gio-vane sposò Giunia Claudilla, figlia del console del 15 e princeps senatus30

M. Giunio Silano, il quale si era recentemente distinto per il sostegno a una linea durissima perfino contro la memoria di Livilla e i beni di Seiano, dopo che Tiberio aveva appreso le voci inerenti al loro adulterio e alla loro trama contro Druso II31.

Tacito dedica un intero capitolo del III libro degli Annali32 a esporre una vicenda dell’anno 21, in cui la posizione di Marco Giunio Silano rive-lò la sua altezza a beneficio del fratello, Decimo Giunio Silano: Tiberio ri-chiamò quest’ultimo dall’esilio per l’adulterio con Giulia Minore, nipote di Augusto, e ciò grazie alla potentia di Marco Giunio Silano, qui per

insi-gnem nobilitatem et eloquentiam praecellebat.

La realtà di un matrimonio riservato a Caligola con la figlia di un uomo molto potente, che infatti avrebbe aiutato il futuro imperatore nella sua ascesa, acquista ancor più rilievo alla luce di altre due circostanze: nello

27Ann. 5,3,2; cfr. Vell. Pat. 2,130,4; Suet., Cal. 54,2.

28Cfr. Winterling 2005,37.

29Tac., Ann. 6,20,1; Cass. Dio 58,25,2 (seguono la datazione dello storico severiano tra gli altri Bal-sdon 1934,15 e Ferrill 1996,60; contra, tra gli altri, Syme 1983,7 e Nony 1988,169, che ribadiscono l’anno 33); la testimonianza di Svetonio (Suet., Cal. 12,1), introducendo con deinde l’augurato di Caligola rispetto a queste nozze, fa della carica sacerdotale (per la quale vd. RIC I2,113, n. 63), prevista una prima volta già nel 33 ma poi superata dal pontificato, comunque un t.a.q. probabile per il matrimonio, e avvalora la data-zione tacitiana, che è compatibile anche con il t.p.q. individuato da Svetonio nella morte di Druso III