Tornando al Ritratto veneziano e all’atmosfera di Venezia, occorre evi- denziare che cosa nel racconto appartiene integralmente ad esso. Venezia è una donna. In questa identificazione tradizionale va ammirato il coraggio dello scrittore, la sua audacia, nel rinnovare la metafora. La protagonista del Ritratto, la Contessa Giuditta Terzan, è un’emanazione della città, anche se non di nebbia e luce, ma viva e appassionata. Nonostante le voci che circolano in città, custodiscono un mistero che solo per un istante si rivela al narratore. Nel racconto si parla di due amori, per la città e per una donna. L’incontro con quest’ultima è preceduto dal contatto con la città, nuovamente inverosimile. La donna emerge dai primi vagabondaggi del narratore per le strade e i canali veneziani. La sua casa mezza diroccata è un’emanazione di Venezia, una metonimia della città. E che cosa dire di lei, inaccessibile, che si lascia avvicinare a poco a poco! Ovviamente a condizione che l’uomo sia in grado di entrare nella sua tonalità, rivelando la sua passione per la pittura e la città. È una delle fate, delle “streghe” di cui è ricca la letteratura.
L’argomento dei personaggi femminili di questi racconti e del loro ma- gnetismo erotico richiederebbe molto spazio. Una caratteristica del mondo di Herling è che, attraverso l’amore, la bramosia che le donne suscitano, ci scontriamo col mistero del male. Uno dei misteri dell’opera di Herling- Grudziński, il suo skandalon è costituito dal legame tra amore e male, dall’effusione dell’oscurità dalla superficie della vita. Ricordiamo Srebrna
Szkatułka (Il cofanetto d’argento), Madrygał żałobny (Madrigale funebre), Hamlet piemoncki (Amleto piemontese), Ex-voto, Spowiedź egzorcysty 11] G. HERLING-GRUDZIŃSKI, Dziennik...1993-1996, op. cit., p. 416.
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LA CITTÀ, LA DONNA, IL RITRATTO
(Breve confessione di un esorcista), Prochy (Polvere. La caduta della casa
Loris)…12 La tragedia, in queste opere, ha molti luoghi di rivelazione. Uno
di questi è l’“amore oscuro”13: difficile trovare in questi scritti un amore
senza macchia, che propizi la vita. In alcuni racconti, l’impulso erotico esige la distruzione degli altri legami: fiorisce non tanto al di là del bene e del male, ma all’ombra del male.
Il rapporto della Contessa Giuditta col figlio la separa dal mondo, dalla possibilità di un altro amore. La passione dell’innamorata non impedisce di vedere la crudeltà che si rivela nel suo cherubino dai boccoli d’oro. La reazione non è il rifiuto di tale adorazione, ma la trionfale conferma del legame. Trionfale perché l’obiettivo di lei sarà di immortalare il figlio nella falsificazione pittorica, introdurlo tra i capolavori della pittura, col tetro segreto fissato nei tratti del giovane condottiero. Il narratore attribuisce alla Contessa una sorta di idolatria, imponendole di inscenare l’inaugurazione all’Accademia veneziana sul modello dell’altare con le candele accese sui lati14. In Herling l’amore-passione diviene
spesso un elemento distruttivo, non riesce a trovare un posto nella realtà sociale e non è in grado di costruire. Il suo ruolo è di diversa natura: è di strappare il velo. Un’esperienza di questo tipo, anche distruttiva, è un valore in sé, come l’esperienza della trascendenza. Diverse storie ruotano intorno a tale esperienza, più di tutte forse Cmentarz Południa (Cimitero del Sud)15 o Zjawy
saraceńskie (Fantasmi saraceni). Il male scatenato dall’amore (chiamiamolo
peccaminoso) indica che nella sua visione dell’erotismo non si deve cercare la sublimazione metafisica. Questa visione ricorda l’atteggiamento cristiano che separa eros e agape. Esiste tra di essi la stessa tensione che c’è tra due filosofie diverse e completamente estranee, tensione senza la quale Herling non riesce a immaginare una vera, risvegliata coscienza individuale.
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ostellAzioneAlcuni racconti contengono una ricapitolazione dei più importanti temi di Herling. Compaiono in tutta la sua produzione di racconti sin da Skrzydła
ołtarza (Pale d’altare)16. Quando lo scrittore si scrolla di dosso il peso
12] Per l’ed. it. di questi racconti cfr. G. HERLING, Ritratto veneziano, trad. it. di D. TOZZETTI e M. MARTINI, op. cit. e Don Ildebrando, trad. it. di M.MARTINI, Feltrinelli, Milano 1999. 13] W. BOLECKI, Ciemna miłość. Szkice do portretu Gustawa Herlinga Grudzińskiego, Wydawnictwo
Literackie, Kraków 2005.
14] G. HERLING-GRUDZIŃSKI, Dziennik... 1993-1996, op. cit., pp. 91-92. 15] Ed. it. in: Id., Ritratto veneziano, op. cit., pp. 291-312.
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della tematica politica, approda a questioni più profonde, più universali. L’atmosfera dominante nei suoi scritti non si rasserena mai del tutto, anche se, come sappiamo, si rasserena la sua umana vecchiaia. Attingendo ai problemi della sua esistenza, fin dai tempi di Suchedniów, accelera il ritmo (lo scrittore non si sente vincolato dalla regola del silenzio). I racconti sono composti di tasselli-immagini dall’origine spesso lontana. Si tratta di uno dei metodi da lui adottati: la costruzione a partire da frammenti preesistenti, dal materiale biografico e culturale.
I problemi di cui Herling parla si configurano ai miei occhi come una costellazione di temi che proverò a descrivere in questo modo:
1) L’amore e la morte, la questione del loro reciproco compenetrarsi nella psiche, dove l’amore è vissuto come pressione sui limiti morali e materiali; l’amore che va oltre la morte e offre la possibilità di stabilire un contatto coi morti, al di là dei vincoli del tempo e della corporeità. 2) Il male come mistero, ormai non più in una dimensione collettiva
(la storia, la società), ma personale; l’inaddomesticabilità del male, attraverso qualsiasi tentativo filosofico e religioso: il suo “essere qui”. Lo scrittore respinge con rabbia le differenze tra male prodotto dalla natura e male inflitto dagli uomini (che sia la Mano Invisibile o una mano che regge un’arma). Lo spazio buio e muto di fronte al quale nasce la ribellione o la rassegnazione popolare che non pone domande (il racconto Macerie)17.
3) La penna – e il pennello – che agisce come un bisturi, che taglia lì dove è più difficile e più doloroso; che scopre ciò che sembrerebbe impossibile da nominare, da rappresentare. Né la letteratura né l’arte gli interesserebbero al di fuori di un compito inteso in questo modo. Così intendeva Gustaw il proprio lavoro e il lavoro dei più grandi maestri della pittura. A volte compare un’altra metafora: la scrittura – la pittura – come preghiera. Come nel vecchio Ribera nella straniera città di Napoli.
4) Il sogno rispetto alla veglia, il sogno che urta con la veglia rivelando altri fondi della realtà che decidono della crescita spirituale18.
La saggezza di Herling non permette di parlare di determinismo psico- logico, ma piuttosto di una deliberata fedeltà a se stesso. Il giovane uomo che ha vissuto all’interno di quel “mondo a parte” nel nord sovietico si è imbattuto in questi “disegni del destino” prima che lo scrittore maturo li abbia potuti registrare. È questa la risposta dello scrittore alla scomparsa
17] G. HERLING, Diario scritto di notte, op. cit., pp. 144-159. 18] Id, Dziennik...1984-1988, Instytut literacki, Paryż 1989, p. 153.
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dalla coscienza dei contemporanei dell’impressione che ogni singola vita abbia significato e lasci una traccia nel mondo. Una risposta non solo alla filosofia dell’assurdo, ma anche alla riduzione dell’esistenza e della cultura a mattoncini con cui costruire sistemi nuovi, ma sempre chiusi.
Si può parlare di una costellazione di problemi che continuamente, ma in modo non omogeneo, illumina il suo Diario e i racconti. La gamma delle singole concretizzazioni è ampia: dall’elegante razionalismo di Ritratto
veneziano all’inquietudine dei Fantasmi saraceni, fino alle nefaste fantasie
di Zima w Londynie (Inverno a Londra), l’elemento fantastico o, se si vuole, soprannaturale è sempre più presente. L’immaginazione letteraria di Herling-Grudziński lavora con coerenza in tutta la sua produzione. Entrano in gioco elementi dell’esperienza italiana, dell’esperienza del tempo passato. È difficile affermare che compaiano novità. Lo scrittore dichiarò più volte che la sua immaginazione e la sua capacità di sviluppare una trama erano limitate, ovvero strettamente legate ad alcune esperienze di base. A lui interessava la propria personalità nel mondo dell’esperienza. Il nucleo della propria personalità attorno al quale la realtà si organizza in circoli più ampi. Il moralismo di Herling e il soprannaturale di certi racconti sono per lui strumenti per ordinare il mondo che lo circonda, per imporre al mondo il “primato della vita spirituale”. Lo scrittore non ci permette di dimenticare neanche per un momento – ricollegandosi a Joseph Conrad, uno dei suoi scrittori preferiti – che camminiamo su un sottile strato di ghiaccio che in qualsiasi momento può crollare sotto i nostri passi19.
(Traduzione di Lorenzo Costantino)
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