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Corden Pharma Bergamo s.p.a. (ex Farchemia S.r.l.)

Nel documento Città di Treviglio (BG) (pagine 49-66)

Si riportano le principali informazioni trasmesse dal gestore, contenute in particolare nei seguenti documenti:

- Notifica (ex art 13 e 23 D.Lgs. 105/2015 + allegati) del maggio 2016 revisionata nell’ottobre 2016 a seguito della richiesta presentata dall’ISPRA relativa alla specificazione dei nomi di alcune sostanze da esplicitare nella sezione B e di una serie di schede di sicurezza non pervenute da inserire nella sezione N.

- Rapporto di sicurezza (ex art.8 D.Lgs. 334/99 e s.m.i.) del dicembre 2011.

documentazione integrale disponibile presso gli uffici comunali.

5.3.1 Dati Identificativi dell’Azienda

Azienda: Corden Pharma Bergamo s.p.a. (ex Farchemia s.r.l.)

Sede legale: Treviglio (BG) – Via Bergamo 121

Stabilimento: Treviglio (BG) – Via Bergamo 121

Telefono: 0363 31401

Fax: 0363 45985

Settore attività: produzione di prodotti farmaceutici Gestore dello stabilimento: Laura Coppi

Portavoce società Laura Coppi

Codice MATTM IT\ND175

5.3.2 Struttura aziendale

L’insediamento si estende su una superficie complessiva di 44564 mq ad uso industriale di cui 7067 mq coperti (uffici, magazzini di stoccaggio, reparti di produzione, attività accessorie) e 21497 mq scoperti impermeabilizzati.

L’insediamento occupa circa 160 persone a cui si aggiungono giornalmente circa 35 persone appartenenti ad aziende esterne e visitatori.

Internamente ai confini aziendali si distinguono le seguenti aree:

 Reparto di produzione “A”, sintesi di principi attivi;

 Reparto di produzione “B”, sintesi di principi attivi;

 Reparto di essiccamento, finissaggio e confezonamento “C”;

 Aree di stoccaggio e deposito “D”;

 Reparto ecologia – Incenerimento reflui di processo e trattamento acque “E”;

 Uffici amministrativi “F” e laboratori “F2”;

 Ambulatorio medico e mensa aziendale “G”;

 Deposito materiale antincendio – magazzino “H”;

 Aree ausiliarie per il personale di impianto “I”;

 Officine imprese esterne “M”;

 Tettoia ricevimento materie prime “N”.

5.3.3 Descrizione dell’attività svolta

Le attività sono svolte a ciclo continuo su tre turni giornalieri, in modo da ricoprire completamente l’arco delle 24 ore per 7 giorni alla settimana.

Lo stabilimento è dedicato alla produzione bulk di principi attivi farmaceutici ed intermedi avanzati mediante sintesi chimiche condotte in impianti di tipo con produzione a batch. Le produzioni avvengono a campagne che possono avere la durata di alcune settimane o alcuni mesi. Le produzioni sono condotte in impianti che possono facilmente essere utilizzati per effettuare piu di una produzione (impianti multipurpose).

In azienda la produzione viene svolta in due reparti distinti (A e B) ed il prodotto ottenuto e ultimato (essiccato e confezionato) presso il reparto finissaggio ( C ).

Le operazioni comunemente svolte nei reparti oltre le reazioni chimiche sono, in termini esemplificativi e non esaustivi: distillazione, estrazione, dissoluzione, cristallizzazione,

Diverse sono le tipologie di reazione condotte nei reparti produttivi, si enunciano a titolo esemplificativo: Alchilazioni, Alogenazioni, Clorometilazioni, Condensazioni, Disidratazioni, Deidrogenazioni, Esterificazioni, Friedel Crafts, Idrogenazioni, Idrolisi, Metilazioni, Nitrazioni, Ossidazioni, Riduzioni con idruri metallici, Risoluzioni ottiche.

Con riferimento ai luoghi dello stabilimento in cui sono presenti sostanze rientranti nell’Allegato 1 parti 1 e 2 del D.L.105/2015, risultano essere di interesse: Reparti di produzione A e B; Reparto di finissaggio C; Aree di stoccaggio di materiale sfuso e/o confezionato, Reparto D; Tettoia di ricevimento delle materie prime.

La tecnologia di base adottata nella progettazione degli impianti dello Stabilimento in esame attinge alle conoscenze ingegneristiche relative all'utilizzo e costruzione di impianti per i processi di produzione del settore farmaceutico. Le apparecchiature in uso sono tra le più comunemente utilizzate in tali industrie e pertanto si può ritenere ormai ottimizzata e standardizzata la procedura di progetto nell'ambito delle normali attività di buona ingegneria.

Le materie prime principali vengono prelevate, mediante pompe o con spinta di azoto, da cisterne interrate o da serbatoi fuori terra ed inviate alle unita di processo. L’erogazione avviene mediante pipeline che viaggiano ad un’altezza adeguata e si sviluppano in un opportuno reticolo al fine di servire le diverse utenze. Le macchine installate in produzione sono, poi, allineate ai manifold di consegna delle materie prime mediante collegamenti flessibili.

Non si escludono casi in cui le materie liquide o in polvere vengono aggiunte manualmente nei suddetti reattori tramite appositi imbuti/silos/tramogge o direttamente dai boccaporti (previa procedura di inertizzazione manuale) o da collettame mediante condizione di vuoto residuo nell’apparecchiatura di ricevimento.

I prodotti finiti vengono scaricati e destinati all’impianto di essiccamento. Solo dopo esito positivo ai controlli del grado di essiccamento, i prodotti vengono trasferiti alle fasi di finissaggio e confezionamento.

I reflui di processo vengono trattati nel reparto ecologia, costituito da un impianto di incenerimento e da un impianto di trattamento delle acque reflue.

Presso lo stabilimento opera un’equipe di tecnici con il compito di controllare, studiare e migliorare le complesse interazioni tra i cicli produttivi, l’ambienti di lavoro e l’ambiente esterno.

Tabella – Autorizzazioni e certificazioni in possesso della società (da Notifica del maggio 2016)

5.3.4 Natura dei rischi di incidente rilevante

Nelle tabelle che seguono, estratte dalla Notifica presentata dal gestore, si riportano le categorie di sostanze pericolose presenti nello stabilimento.

Per quanto riguarda l’elenco delle singole sostanze significative ai fini del rischio di incidente rilevante, i quantitativi di dettaglio e le loro caratteristiche, stante il rilevante numero delle stesse si rimanda alla Notifica presentata dal gestore dello stabilimento riportata in allegato 1.

Tabella – Sostanze pericolose presenti nello stabilimento (da Notifica del maggio 2016)

L’esito della verifica condotta dal gestore conferma l’assoggettamento all’art.13 e 15 del D.Lgs 105/2015 (vedi allegato 1); il Rapporto di sicurezza in edizione vigente risale al dicembre 2011; il gestore provvederà all’aggiornamento quinquennale nell’anno in corso.

5.3.5 Descrizione del territorio circostante lo stabilimento

Lo stabilimento si colloca nella porzione nord del territorio comunale limitrofo al confine con il comune di Castel Rozzone.

Le coordinate geografiche del sito sono:

 latitudine (N) 45°33’04”

 longitudine (E) 09°35’59”

Lo stabilimento è confinante:

 ad est con SS 42;

 a sud ed ovest con aree agricole;

 a nord con l’area di cava.

Gli elementi territoriali rilevanti presenti nei dintorni dell’insediamento industriale sono riferiti sostanzialmente ai Centri abitati di: Castel Rozzone a 800m ad est, Arcene a 1900 m a nord, Treviglio 1750m a sud, e con nuclei abitati quali Castel Cerreto a 1800 m ad ovest e le case sparse di c.na Battaglie a 500m a sud.

Infrastrutture di trasporto:

 SS 42 (al confine in direzione est);

 SP 126 (300 m direzione sud);

 SP 142 (1500 m direzione ovest);

 SP 127 (1500 m direzione nord-est);

 Strada comunale Via Ada Negri (al confine sud).

Ferrovie:

 linea Treviglio-Bergamo (650m ad ovest);

 stazione ferroviaria di Treviglio (3000m a sud).

E’ segnalata la rete acquedottistica “Acquedotto delle Battaglie” posto a 400 m in direzione sud-ovest.

Figura – inquadramento territoriale dello stabilimento e principali centri abitati (da Google maps – 2016)

I principali luoghi pubblici, scuole, ospedali ecc sono collocati sostanzialmente nell’ambito del contesto urbano di Treviglio e Castel Rozzone ad una significativa distanza dal sito dello stabilimento:

 scuola delle Battaglie posta a 550 m in direzione sud (Treviglio);

 chiesa delle Battaglie posta a 550m in direzione sud (Treviglio);

 scuola media di Castel Rozzone posta a 1200m in direzione est;

 scuola primaria di Castel Rozzone posta a 1500m in direzione est;

 impianto sportivo di via XXIV maggio di Castel Rozzone posto a 950m in direzione est;

 parco giochi via Don Bosco – Castel Rozzone posto a 1650m in direzione est;

 parco giochi di via Papa Pio XII – Castel Rozzone posto a 1500m in direzione est;

 municipio di Castel Rozzone posto a 1600m in direzione est;

 parrocchia di Castel Rozzone posta a 1600m in direzione est.

Corden Pharma Bergamo spa

Castel Rozzone

Treviglio

Figura – mappatura degli elementi territoriali nel raggio di 1,5km (da RDS del dicembre 2011)

Elementi territoriali presenti in area limitrofa all’impianto sono riportati sull’estratto di mappa che segue.

Figura – Elementi Territoriali limitrofi allo stabilimento

Elementi ambientali rilevanti sono invece riportati nel seguente elenco:

 pozzo approvvigionamento acqua potabile posto a 100m in direzione sud-ovest

 pozzo approvvigionamento acqua potabile posto a 1800m in direzione ovest;

 roggia di Sopra 10m direzione nord;

 roggia Vignola 10m in direzione nord

 acque sotterranee: acquifero superficiale posto a >-10m da p.c.

La figura che segue riassume a livello cartografico gli elementi ambientali presenti nel territorio circostante lo stabilimento.

Il sedime dello stabilimento rientra nelle aree inquinate da cromo esavalente ed è lambito a sud ovest dalla fascia di rispetto pozzi; su tre lati il perimetro dello stabilimento confina con il PLIS della Gera d’Adda; il sedime dello stabilimento è lambito dalla fascia di rispetto stradale e del reticolo idrografico.

Al margine del proprio confine si segnala il tracciato di piste ciclabili in sede propria connesso a verde stradale.

Sismicità

Il territorio comunale è classificato in “zona sismica 3” e il gestore dichiara di aver svolto uno studio per la verifica sismica delle strutture ed impianti ed avere allo studio interventi specifici di adeguamento.

Terremoti, inondazioni e trombe d’aria e fulmini

Secondo il gestore questo tipo di eventi non hanno mai avuto effetti ai fini della sicurezza delle installazioni.

Il numero di fulminazioni a terra indicata dal gestore è pari a 1.51 fulminazioni/anno.

Figura – Elementi ambientali vulnerabili (da tavola dei vincoli Studio geologico del PGT)

5.3.6 Natura dei rischi di incidente rilevante e misure di prevenzione e protezione adottate Stante l’elevato numero degli eventi incidentali esaminati dal gestore e delle misure di prevenzione e protezione adottate si rimanda alla notifica presentata riportata in allegato 1 . Il gestore ha analizzato e valutato i rischi anche della nuova sintesi cloroalcoli da cui evince che non risulta mutato il quadro dei rischi e ritiene che le relative ipotesi incidentali siano ricomprese nelle casistiche analizzate nel RDS del dicembre 2011.

5.3.7 Ipotesi incidentali

La tabella che segue riporta gli scenari incidentali analizzati dal gestore con coinvolgimento del territorio circostante ed i comportamenti da seguire in caso di emergenza.

Tabella – Scenari incidentali suscettibili di manifestare un impatto all’esterno dello stabilimento (da Notifica del maggio 2016)

5.3.8 Stima delle distanze a cui potrebbero manifestarsi effetti pericolosi per la salute e per l’ambiente

La tabella che segue riassume le informazioni di dettaglio sugli scenari incidentali con impatto all’esterno dello stabilimento sulla base delle valutazioni effettuate dal gestore.

Con separata comunicazione da parte del gestore, ai fini della redazione del presente documento è stato considerato un ulteriore evento incidentale con zone di danno esterne al perimetro dello stabilimento (peraltro già inserito dal gestore nell’RDS del dicembre 2011):

 TOP 3 (tox) in area impianto: rilascio di sostanza tossica (Metanolo) con dispersione all’esterno del confine dello stabilimento; zona di danno II (IDLH) pari a 12,5m.

Tabella – Stima delle distanze di danno (raggio in metri da punto sorgente) in relazione agli scenari incidentali esaminati (da Notifica del maggio 2016)

5.3.9 Effetto domino

Il gestore ha effettuato la valutazione dell’effetto domino interno. In conclusione alla luce delle misure impiantistiche, gestionali e logistiche di stabilimento il gestore ritiene l’effetto domino una condizione estremamente improbabile.

5.3.10 Piani di emergenza

Riguardo il PEE (piano di emergenza esterno), è stato predisposto dalla Prefettura ed è datato Giugno 2010.

Il Piano di Emergenza Interno è stato predisposto dall’azienda.

5.3.11 Elementi per la valutazione della compatibilità ambientale e territoriale

La valutazione della compatibilità territoriale ed ambientale viene rimandata per approfondimenti all’allegato 4 come previsto dalle linee guida regionali vigenti.

In questo paragrafo si riporta la sintesi degli esiti degli approfondimenti condotti dal gestore in merito alla definizione delle zone di danno e la sintesi degli elementi derivanti dalla lettura delle caratteristiche territoriali ed ambientali delle aree potenzialmente coinvolte negli eventi incidentali considerati.

Compatibilità territoriale

Stante la rilevante casistica rappresentata dal gestore per motivi di sintesi e per le finalità del presente documento la rappresentazione grafica delle aree (o zone) di danno viene condotta solo per quegli scenari incidentali che comportano un potenziale coinvolgimento del territorio esterno al perimetro dello stabilimento.

Per la definizione delle categorie territoriali compatibili sono state prese a riferimento le tabelle 1 e 3a del DM 9/05/2001.

Per quanto riguarda l’estensione della zona di danno “lesioni reversibili” derivante da un eventuale rilascio di sostanze tossiche, non essendo disponibili specifiche valutazioni da parte del gestore si assumono, in prima approssimazione ed a scopo precauzionale, le determinazioni disponibili inserite nel Piano di Emergenza Esterno Provinciale (vs giugno 2010) relative alla

“zona di attenzione”.

Il Piano Provinciale non risulta aggiornato con le più recenti analisi e valutazioni dei rischi condotte dal gestore in quanto riporta riferimenti a possibili scenari incidentali che coinvolgono sostanze pericolose (ammoniaca) ad oggi esclusi mentre non considera nuovi scenari che coinvolgono altre sostanze prima non considerate (ossido di etilene).

Seguendo il principio di cautela più volte richiamato dalla normativa di riferimento la zona di danno riferita alle “lesioni reversibili” viene inserita nelle valutazioni che seguono a scopo precauzionale al fine di permettere all’amministrazione competente specifiche valutazioni in relazione alla propria pianificazione urbanistica anche in aree immediatamente limitrofe a quelle a maggior impatto che nel caso della dispersione di sostanze tossiche, come prevede il DM citato, coincidono con le zone di danno “elevata letalità” e “lesioni irreversibili”.

La valutazione di compatibilità territoriale per la zona di danno “lesioni reversibili” non assume quindi carattere cogente ma fornisce elementi utili per la pianificazione urbanistica del territorio e

matrici ambientali potenzialmente coinvolte nell’evento incidentale; per questo motivo le categorie territoriali compatibili vengono rappresentate col carattere corsivo.

Con queste assunzioni si perviene alla seguente rappresentazione delle zone di danno; le figure che seguono riportano l’inviluppo delle zone di danno interne ed esterne in riferimento alle tabelle che precedono, su base cartografica tecnica comunale (in azzurro è riportato il confine dello stabilimento). Distanze di danno scenario rilascio in

fase liquida (metri)

17 55

Categorie territoriali compatibili (ex tab.3a DM 9 maggio 2001)

EF CDEF

*in questo caso la rappresentazione cartografica fa riferimento a due punti sorgente distinti presenti all’interno dello stabilimento

Figura – potenziali zone di danno conseguenti allo scenario incidentale TOP 1.2 rilascio per evaporazione da pozza di ossido di etilene

effetti attesi e relativa probabilità di accadimento

p.s. = punto sorgente

Evento TOP 2.1

Rilascio di acido cloridrico (probabilità 3,30*E-5)

1^ zona (elevata letalità)

2^ zona (inizio letalità)

3^ zona (lesioni irreversibili)

4^ zona (lesioni reversibili) Distanze di danno scenario rilascio in

fase gas/vapore (metri)

26 103 494*

Categorie territoriali compatibili (ex tab.3a DM 9 maggio 2001)

EF CDEF BCDEF

*da Piano Emergenza Provinciale (2010)

Figura – potenziali zone di danno conseguenti allo scenario incidentale TOP 2.1 rilascio in fase gas/vapore di acido cloridrico

effetti attesi e relativa probabilità di accadimento

Evento TOP 3 (tox)

rilascio di sostanze pericolose (Toluolo, Metanolo) in area impianto (probabilità 4,17*E-4)

1^ zona (elevata letalità)

2^ zona (inizio letalità)

3^ zona (lesioni irreversibili)

4^ zona (lesioni reversibili) Distanze di danno scenario rilascio in

fase liquida (metri)

n.d. 12,5

Categorie territoriali compatibili (ex tab.3a DM 9 maggio 2001)

- DEF

Figura – potenziali zone di danno conseguenti allo scenario incidentale TOP 3 tox rilascio in fase liquida (Toluolo, Metanolo)

effetti attesi e relativa probabilità di accadimento

Per quanto riguarda gli scenari incidentali che prevedono il rischio incendio con aree di danno esterne le valutazioni si riportano nella tabella e nella rappresentazione cartografica che seguono.

Evento TOP 3

Incendio in fase liquida (Toluolo, Metanolo)

(probabilità 4,26*E-6)

1^ zona (elevata letalità)

2^ zona (inizio letalità)

3^ zona (lesioni irreversibili)

4^ zona (lesioni reversibili) Distanze di danno scenario pool fire

(metri)

21 28 32 38

Categorie territoriali compatibili (ex tab.3a DM 9 maggio 2001)

EF DEF CDEF BCDEF

Figura – potenziali zone di danno conseguenti allo scenario incidentale TOP 3 incendio in fase liquida (Toluolo, Metanolo)

effetti attesi e relativa probabilità di accadimento

p.s. = punto sorgente

Analisi delle eventuali criticità sul sistema viabilistico

Nelle valutazioni dell’azienda i rischi per l’ambiente e la salute derivanti dalle attività di carico e scarico rientrano nelle valutazioni viste in precedenza per la possibilità di sversamento di sostanze pericolose.

Compatibilità ambientale

In generale l’accostamento tra realtà produttiva ed elemento ambientale vulnerabile può presentare criticità nel caso di:

- rilascio di sostanze pericolose per l’ambiente presenti nell’attività;

- aumento del traffico di merci sulle infrastrutture di trasporto del comune indotto dalla presenza dell’attività.

In merito al primo aspetto è possibile nello specifico riassumere le situazioni rilevanti che emergono dalla lettura dell’ambiente circostante lo stabilimento:

- suoli caratterizzati da ghiaia sabbiosa e ghiaia con sabbia da fine a grossolana;

- la posizione dei pozzi di emungimento pubblico posti immediatamente a sud dal punto di vista idrogeologico rispetto allo stabilimento (il senso di flusso della falda è da nord a sud con andamento da nord/est a sud/ovest nel settore occidentale del territorio);

- acquifero libero, con vulnerabilità da moderata ad alta e soggiacenza della falda posta a

>-10m da piano campagna;

- lo stabilimento insiste su un territorio caratterizzato da contaminazione delle acque per presenza di cromo esavalente con sorgente presumibilmente esterna al territorio comunale;

- presenza della rete idrografica superficiale locale (posta a confine est e sud dello stabilimento) ;

- presenza nel territorio limitrofo di aree naturali protette (PLIS).

Lo stabilimento è responsabile di un inquinamento dell’acquifero da sostanze chimiche diverse da quelle potenzialmente coinvolte negli scenari incidentali approfonditi dal gestore; allo stato attuale sono in corso attività di messa in sicurezza e monitoraggio della falda.

Per gli scenari incidentali individuati e contraddistinti da un potenziale impatto ambientale poichè coinvolgenti sostanze eco tossiche il gestore ritiene che le conseguenze siano riconducibili al più alla categoria di danno “Significativo” riprendendo la terminologia espressa nel D.M. 09/05/2001.

Le conseguenze identificate nel corso dell’analisi di rischio nell’RDS del dicembre 2011 risultano contenute in quanto gestite da una consolidata regola aziendale e mediante le seguenti misure tecniche:

 pavimentazione a tenuta stagna (aree di stoccaggio, movimentazione, baie di carico/scarico);

 applicazione delle norme di buona tecnica nella progettazione, installazione e gestione delle apparecchiature potenziali sorgenti di danno ambientale;

 procedure/istruzioni operative/schede di intervento per far fronte e contenere l’evento incidentale in corso oltre che per ripristinare le condizioni di sicurezza;

 sistemi di contenimento e di trattamento acque di scarico.

Nel mese di agosto del 2011 è stata fatta un’ispezione televisiva della fognatura principale che raccoglie le acque del piazzale e del reparto produttivo B, l’esito della verifica è stato positivo in quanto non si sono evidenziate ne perdite ne rotture.

Lo stabilimento ha già realizzato una barriera idraulica di sbarramento sul lato sud del confine che consentirebbe, in caso dovesse manifestarsi l’esigenza, di intercettare, per emungimento diretto da falda, l’eventuale inquinante in dispersione evitando situazioni di mancato controllo e di deriva.

Il gestore ritiene quindi estremamente improbabile la possibilità che eventuali rilasci di sostanze ecotossiche possano compromettere l’integrità ambientale degli elementi vulnerabili posti intorno al sito.

Nel documento Città di Treviglio (BG) (pagine 49-66)