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cosa.LEGUMINOSAE

Nel documento Informazioni legali: (pagine 130-134)

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foto: F. Conti FENOLOGIA ECOLOGIA

Lum 9

Tem 6

Con 2

Umi 3

Nut 2

pH 7

Habitat di riferimento: prati aridi esposti a sud, nelle

pinete naturali e di rimboschimento a Pinus nigra, nelle formazioni a roverella e nelle leccete degradate (altitu-dine 750-1050 m).

Fitosociologia

Alleanza: Crepido lacerae-Phleion ambigui Autore: Biondi et Blasi

Anno: 1982

Descrizione: prati aridi con vegetazione steppica nell'Italia Centrale.

Normativa

Internazionale:

Convenzione sulla conservazione di flora, fauna, habitat naturali - Berna 1979

Direttiva Flora-Fauna-Habitat - Dir. 92/43/CEE

Aggiornamento Dir. Flora-Fauna-Habitat - Dir. 97/62/CEE Nazionale:

Legge regionale dell’Abruzzo - L.R. n° 45 dell'11-09-1979

Bibliografia

Anzalone B., 1970 - Bernardo L., 1996 Conti F. et al., 1996 - Frattaroli A. et al., 1988 Gruppo Lav. Cons. Nat. S.B.I., 1971 Pogliani M., 1971 - Tammaro F. et al., 1979 Tammaro F., 1995 - Veri L., 1971

Astragalus aquilanus Anzal.

Distribuzione: Abruzzo - La specie cresce in poche stazioni nei

pres-si della città dell'Aquila (Monte Luco di Roio e altre stazioni nella con-tigua Conca Aquilana), nel comune di S. Pio delle Camere, Valle del Giovenco presso Pescina in loc. Selva di Pescina, lecceta presso Casali d'Aschi e presso Terranera ai piedi del Monte della Cerreta (Sirente). Nel secolo scorso fu raccolta anche tra Pacentro e Sulmona, come risulta da esemplari d'erbario e dalla bibliografia, ma in seguito non vi è stata più rinvenuta nonostante apposite ricerche. Calabria - M. Pollino, su di un costone tra il Vallone Cornale e il Vallone Torta (Morano Calabro, Cosenza).

Consistenza delle popolazioni: le popolazioni conosciute sono

limi-tate a superfici molto esigue. La pianta non è più stata riconfermata nella stazione tra Pacentro e Sulmona (Conca Peligna).

Principali cause del deperimento: attività ricreative e problemi

con-nessi con queste, quali il calpestio e l'accumulo di immondizia.

Status: VU (I.U.C.N. 2000), vulnerabile.

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Osservazioni: Astragalus maritimus fu raccolto per la prima volta dal Moris nel 1827 “in arenosis litoreis

Spalmatura de fora” nell’Isola di San Pietro e fu dieci anni più tardi descritto in maniera incompleta dallo stesso autore. I campioni su cui si basa la descrizione furono raccolti nel mese di gennaio ed erano privi di infiorescenze, annessi vi erano solo alcuni legumi raccolti da terra. Da quel momento sino al 1970 il taxon non è mai stato raccolto (De Marco G. et al.,1973), di conseguenza per effetto della incompleta descrizione la specie è sempre stata considerata dubbia dallo stesso Moris e dagli autori posteriori (Bertoloni A., 1850; Martelli U., 1892; Charter A. O., 1968). Solo nel 1977 De Marco et al. descrivono il taxon in maniera completa e ne rivendicano l’indipendenza, successivamente confermata da CORRIAS (op. cit.) e da PIGNATTI (1982) che riconoscono inoltre la netta differenziazione rispetto agli affini Astragalus leptophyllus Desf. del nord Africa e Astragalus haarbachii Spruner ex Boiss. del Mediterraneo orientale (Bulgaria, Grecia e Creta). (G. Bacchetta)

Morfologia: pianta perenne, multicaule, glauca o scarsamente pelosa per peli basifissati, 0,3-0,6 mm lunghi. Cauli prostrato-ascen-denti, 20-40(50) cm, peli biancastri e patenti lungo gli internodi, bruno-violacei e appressati ai nodi. Stipole triangolari, acuminate, connate sino a 1/3-1/2, erbaceo-membranacee, con peli bruno-violacei fitti ed appressati, le inferiori lunghe 8-10 mm, le superiori 4-6 mm. Foglie paripennate, (4-6)8-15 cm lunghe, picciolo e rachide pubescenti per peli patenti di colore bianco; foglioline (5)7-14 paia, (6)7-16(23) cm lunghe e 4-10 mm larghe, brevemente peduncolate da obovate ad ellittiche, troncato-smarginate all'apice o più rara-mente rotundato-truncate, ciliate al margine e lungo la nervatura centrale della pagina inferiore. Infiorescenze subeguali o più lunghe delle foglie, con peduncoli leggermente costato-sulcati, spesso spruzzati di rosa-vinaccio, con peli patenti bianchi; racemi ad antesi anadroma, (6)8-16(20) fiori, densi all'inizio dell'antesi, distanziati e lassi in seguito. Fiori su pedicelli 0,5-2 mm lunghi, con brattee erbacee lunghe 2-4 mm, da ovato-oblonghe a oblongo-lanceolate, rotundate all'apice, scariose, internamente glabre, esternamente con peli appressati bruno-violacei. Calice tubuloso (7)8-9(10) mm lungo, pubescente per peli bruno-violacei fitti ed appressati; denti calicini strettamente triangolari, più brevi del tubo, 3-4 mm lunghi. Corolla (15)18-20 mm lunga, bianco-rosata, con screziature rosa-violacee, giallastra nel secco; vessillo obovato-spatolato, ristretto verso l’alto e sovente smarginato; ali oblonghe, ottuse all'apice, più corte del vessillo, 5-6 mm lunghe, screziate di rosa violaceo al centro; carena rotundata all'apice, più corta delle ali, 1,5-2 mm lunga, rosa-violacea. Stami 10 diadelfi, ovario subsessile, stigma capitato. Legume lanceolato-oblungo, (20)25-30 mm lungo, arcua-to e acuminaarcua-to all'apice, compresso dorso-ventralmente, cordaarcua-to in sezione per sutura inferiore profondamente introflessa, di consi-stenza membranacea e coriaceo a maturazione. Semi reniformi, (5)6-7(8) per loculo, disposti in due loculi perfettamente divisi. Forma biologica: emicriptofita scaposa.

LEGUMINOSAE

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foto: A. Scrugli FENOLOGIA ECOLOGIA

Lum 9

Tem 6

Con 2

Umi 3

Nut 2

pH 7

Habitat di riferimento: specie eliofila e termo-xerofila che

colonizza i pratelli emicriptofitici e le garighe camefitiche costiere poste all'estremità nord della Cala dello Spalmatore nell'Isola di San Pietro. Si rinviene a quote comprese tra i 25 e i 30 m s.l.m., in una stretta fascia costie-ra larga 50 m e lunga 200 m a una distanza dalla battigia di 20 m, in situazioni di debole acclività, comprese tra i 5° e 10° e con esposizione prevalente S-SW. Il substrato pedo-genetico su cui si sviluppa è costituito da tufi liparitici tene-ri e da lipatene-riti vitrofitene-riche con granaglie di lipatene-riti vatene-rie (De Marco et al., op. cit.).

Fitosociologia

Alleanza: non nota Autore:

Anno: Descrizione:

Normativa

Internazionale:

Convenzione sulla conservazione di flora, fauna, habitat naturali - Berna 1979

Direttiva Flora-Fauna-Habitat - Dir. 92/43/CEE

Aggiornamento Dir. Flora-Fauna-Habitat - Dir. 97/62/CEE

Bibliografia

Bacchetta G. et al., 1999 - Bacchetta G. et al., 2000b Bacchetta G. et al., 2000c - Bertoloni A., 1850 Bocchieri E. et al., 2000 - Chater A.O., 1968

Corrias B., 1978 - Diana Corrias S., 1978 - De Marco G. et al., 1973 - De Marco G. et al., 1976-7 - Martelli U., 1892 - Moris G.G., 1837

Astragalus maritimus Moris

Distribuzione: paleoendemismo relitto (CORRIAS, op. cit.) a

distribu-zione puntiforme presente solo in località Casa del Ciò, all'estremità nord della Cala dello Spalmatore, nell'Isola di San Pietro.

Consistenza delle popolazioni: all'inizio degli anni settanta DE

MARCO et al. (op. cit.) stimarono l'unica popolazione conosciuta della specie in circa 400 esemplari, successivamente per un ventennio non si sono effettuati censimenti e gli ultimi dati pubblicati (Bocchieri E. et al., 2000) stimano che la popolazione si sia ridotta a circa 300 esem-plari. Dalle ultime osservazioni effettuate alla fine dell'estate 2000, risul-ta che la popolazione si è ancora ridotrisul-ta a causa di un incendio che ha interessato gli esemplari posti nella gariga retrostante la Cala dello Spalmatore. Attualmente si stima la presenza 150-200 esemplari.

Principali cause del deperimento: il principale fattore di minaccia è

costituito dallo sviluppo delle attività turistiche di carattere balneare, secondariamente dagli incendi causati o connessi a tali attività.

Status: CR C (I.U.C.N. 2000), gravemente minacciata.

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Osservazioni: la specie è stata con-siderata dubbia sino al 1978, anno in cui CORRIAS (op. cit.) ha rinvendicato l’au-tonomia del taxon descritto da MORIS nel 1837. A non rite-nere valida l’entità fu MARTELLI nel 1892 che lo mise in sinonimia con Astragalus tuberculosus DC. della Siria, Cappadocia e Mesopotamia. Gli autori venuti in seguito hanno tutti accettato tale teoria, solo CHA-TER nel 1968 in Flora Europea ammette che la specie possa essere ritenuta valida, anche se dichiara che manca materiale sufficiente per poter definire in maniera univoca questo problema tassonomico. (G. Bacchetta)

Morfologia: pianta perenne dal portamento prostrato, a radice fittonante spesso ingrossata, con fusti annuali

legno-si alla base, lunghi 3-10 dm, provvisti di peli patenti lunghi e sottili. Stipole scariose, connate, lungamente

attenuato-acuminate; picciolo pubescente, lungo 8-16 mm; foglie imparipennate lunghe (6)8-12(15) cm, a 7-15 paia di

foglioli-ne (4-8 x 8-15 mm), brevemente peduncolate, ovato-oblanceolate, troncato-smarginate all'apice, provviste di peli

sot-tili sul lembo fogliare e lungo la nervatura centrale. Infiorescenze subeguali alle foglie o poco più lunghe,

tendenzial-mente lasse, in forma di racemi (4)5-8(10) flori; brattee fiorali membranacee, pubescenti e lungatendenzial-mente ciliate al

mar-gine, più brevi del calice; calice lungo 9-11 mm, tubuloso, con densi peli bianchi e nerastri, dotati di lacinie lineari ed

acute, inferiori o subeguali al tubo; corolla lunga (14)16-18 mm, di colore roseo-violaceo; vessillo romboidale,

arro-tondato-smargiato all'apice, ali sagittate, arrotondate all'apice e poco più lunghe della carena; legumi freschi

ovato-acuminati, falciformi, rosso-vinosi (a maturazione color ocra), rigonfi e turgidi per la presenza di parenchima

acquife-ro spesso e di consistenza spugnosa, rugoso-tubercolati con radi peli, compressi e marcatamente solcati sul dorso,

coriacei a maturazione, 10-15 mm larghi e 20-25(30) mm lunghi; loculi con (3)5-15 semi, parzialmente divisi da

sot-tile setto membranoso, coriaceo a maturazione, originatosi dall'accrescimento della sutura dorsale dei carpelli; semi

irregolarmente reniformi, larghi 4-5 mm e di colore variabile dall'ocra all'aranciato.

Forma biologica: emicriptofita scaposa.

Nel documento Informazioni legali: (pagine 130-134)

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