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I Costi di transazione privati

4.3 Gli aspetti teorici della contrattazione

4.3.2 I Costi di transazione privati

I costi di transazione sono l’insieme dei costi sostenuti dai soggetti che sono protagonisti di uno scambio allo scopo di definire, iniziare, controllare e completare una transazione (Dudek e Wiener, 1996). Le prime idee in merito all’approccio dei costi di transazione furono formulate da Coase (1937) nel celebre articolo “The nature of the firm” (Allen e Lueck , 2003). Coase si poneva nuove domande sulle origini, sulla struttura e sui limiti delle imprese in quanto il mercato e i meccanismi dei prezzi non erano in grado di spiegare le motivazioni che spingevano alla nascita delle imprese e che giustificavano la loro diversità (Coase, 1937). Williamson formalizzò le idee di Coase, cercando di capire l’origine e le cause dei costi di transazione, spiegando cioè le motivazioni che spingono le transazioni ad essere organizzate in modi differenti (Slater e Spancer 2000)12. Nella Tabella 4.4 sono riportate le principali differenze tra l’approccio neo-classico e l’approccio dei costi di transazione.

12 Un altro approccio, per certi versi distante da quello che sarà utilizzato nel resto della tesi, si riferisce ai lavori di diversi autori, come Steven Cheung, Yoran Barzel, Douglas North, basato maggiormente sul ruolo delle istituzioni come promotori dello spostamento dalle regole informali a regole formali della transazione. La definizione da parte delle istituzioni di regole formali ha l’effetto di ridurre i costi di transazione, principalmente identificati come costi di ricerca delle informazioni (North, 1990). Lo stesso North, riconosce che l’unico punto di contatto tra i due approcci è il riconoscimento dell’importanza dei costi di transazione.

Tabella 4.4. Confronto tra approccio neo-classico e l’economia dei costi di transazione

Approccio Neo-classico Economia dei costi di transazione

Lente di analisi Scelta Contratto

Contratto Semplice Complesso

Efficienza del contratto Allocazione delle risorse Vantaggi reciproci

Costi di transazione Zero Positivi e variabili

Unità di analisi Beni e servizi Singole transazioni

Cognizione Onniscienti (contratto completo) Razionalità limitata (contrattazione

incompleta)

Adattamenti Autonomi (mercato) Coordinamento (gerarchia)

Fonte Williamson (2004) modificata.

L’economia dei costi di transazione si contrappone alla concezione neo-classica dell’impresa, ossia cerca di capire come funzionano le imprese, andando ad investigare all’interno della “black box” dell’organizzazione dell’impresa (Hart, 1995). Nell’approccio neo-classico è supposto che i costi di transazione siano nulli, pertanto l’allocazione delle risorse sarà indipendente da qualunque struttura di governance adottata (Van Huylenbroeck et al., 2004).

Nell’approccio dell’economia dei costi di transazione, l’unità principale dell’analisi è la transazione (Commons, 1934). Williamson (1975) riproponendo il famoso esempio della fabbrica di spilli di Adamo Smith, identifica l’oggetto dell’analisi in ognuna delle diciannove transazioni per la produzione dello spillo. La transazione è definita da Williamson (1975) come “il trasferimento di un bene o un servizio attraverso un raccordo separabile dal punto di vista tecnologico, mentre Ménard (2000) definisce la transazione come il trasferimento dei diritti tra due parti. La transazione è caratterizzata da un oggetto, dalle parti e dall’insieme delle regole o azioni che permettono di realizzarla definibili come struttura di governance (Saccomandi, 1999).

L’economia dei costi di transazione si basa su due principali assunzioni comportamentali (Williamson, 1996), ovvero gli individui sono dotati di razionalità limitata (Simon, 1961), e di opportunismo (Williamson, 1975). La prima assunzione ipotizza che i soggetti siano razionali solo nelle intenzioni, cioè agiscono in modo razionale ma all’interno dei limiti dettati dalle capacità cognitive (Simon, 1961) a seguito dell’incertezza e della complessità nella scelta. In altre parole tentando di fare del “loro meglio” agendo in modo razionale in quanto vi sono vincoli dettati dalle “limitate capacità cognitive di previsione, tecniche e di tempo” (Williamson, 1996). La seconda assunzione

identifica gli individui come soggetti propensi a perseguire egoisticamente il proprio interesse, anche a scapito di quello altrui, attraverso l’inganno (Willimson, 2004). Secondo North (1990) ogni parte dello scambio “imbroglierà, mentirà e ruberà tutte le volte che il ricavo relativo è superiore al valore ricavabile dalle alternative disponibili”.

I costi di transazione privati13, sono i costi di ricerca delle informazioni, costi di negoziazione, costi di monitoraggio e costi di controllo e vengono sostenuti sia in fase ex- ante sia in fase ex-post contratto (Hobbs, 2003). L’ammontare dei costi di transazione privati è in funzione di tre elementi (Williamson, 1979): l’incertezza, la frequenza delle transazioni e la specificità degli investimenti. In particolare i costi di transazione aumentano con alta specificità delle risorse, alta incertezza e bassa frequenza delle transazioni.

La definizione di specificità della risorsa è: “il grado con cui una risorsa può essere ridestinata a usi alternativi senza sacrificare il valore del prodotto” Williamson (1996).

Williamson (1996) identifica sei tipi di specificità delle risorse: • specificità del luogo;

• specificità temporale;

• specificità fisica della risorsa;

• capitale umano (esempio dedicare un dipendente ad un solo cliente); • specificità del nome commerciale o reputazione;

• risorse dedicate.

L’alta incertezza, sia ambientale, sia comportamentale determina un incremento dei costi di ricerca delle informazioni, negoziazione, monitoraggio (Van Huylenbroeck et al., 2004). La frequenza delle transazione è un elemento importante per il valore dei costi di transazione ed è collegato alla creazione dei contratti relazionali (Klien, 2002; Nicita e Scoppa, 2005). La ripetizione della transazione, oltre che ridurre i costi attraverso il meccanismo learning by doing, crea specifiche conoscenze in merito alla transazione che possono favorire la creazione di meccanismi di reputazione, incentivando l’efficienza del contratto (Nicita e Scoppa, 2005).

Uno schema riassuntivo delle variabili che determinano l’esistenza dei costi di transazione è rappresentato in Figura 4.5.

13 Nel Capito 4.2 sono già stati descritti i costi di transazione pubblici, in questo capitolo l’attenzione è stata rivolta alla descrizione dei costi di transazione privati, in quanto funzionali al resto della tesi.

Figura 4.5. Analisi degli aspetti caratterizzanti la transazione

Fonte: Pennarola (1995).

Per l’approccio neo-istituzionalista i costi di transazione hanno un ruolo centrale nella contrattazione, incrementando i costi (o riducendo i benefici) per gli agenti che partecipano alla transazione (North, 1990; Dudek e Wiener, 1996) e, in tale modo disincentivano o impediscono la transazione (Coase, 1960; Dahlman, 1979). L’economia dei costi di transazione identifica nella specificità delle risorse il maggior responsabile nella scelta della forma di scambio. Infatti, secondo Williamson (1996) all’aumentare della specificità delle risorse i costi del governo della transazione aumentano in modo differente per le tre forme di scambio: mercato (M), ibrida (X) e gerarchica (H). Nella Figura 4.6 è riportato il modello euristico di Williamson (2004).

Figura 4.6. Relazioni tra costi del governo delle transazioni e specificità delle risorse

S p e c i f i c i t à d e l l e r i s o r s e k k 1 k 2 0 M ( k ) X ( k ) H ( k ) € Fonte: Williamson (1996).

Con k=0 la forma più costosa è la gerarchica poiché le costrizioni burocratiche rappresentano un iniziale svantaggio M(0) < X(0) < H (0). I mercati sono la forma più efficiente di governo delle transazioni solo quando è possibile realizzare contratti istantanei ed esaustivi, in presenza di bassa incertezza, di elevata misurabilità dell’oggetto scambiato, di assenza di investimenti specifici e di elevata sostituibilità delle parti. Invece per k>2 il rapporto si inverte, in quanto H’ < X’ < M’, poiché nelle forme gerarchiche è più semplice sviluppare adattamenti coordinativi tra gli attori coinvolti nella transazione, come effetto della maggiore dipendenza bilaterale. (Williamson, 1996).