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Costruzione di temi ad hoc

Nel documento INDICE Capitolo 1 Introduzione (pagine 99-107)

PROGETTO RADON PRONE AREAS E CARTOGRAFIA DIGITALE

6.5 Costruzione di temi ad hoc

Per l’analisi della ricerca della correlazione della concentrazione di radon indoor con i diversi parametri geologici, geomorfologici ed idrogeologici, sono stati creati temi ad hoc, utilizzando i dati geologici provenienti dalla nuova Carta Geologica Regionale (Carulli G.B., 2006). Nella maggior parte dei casi sono stati creati degli shape, sulla base di unione di temi già esistenti, in alcuni casi tuttavia, gli shape sono stati creati mediante opportune digitalizzazioni sulla base della cartografia cartacea esistente. Di seguito vengono elencati i temi creati.

6.5.1 Parametri geologici

Vengono analizzati una serie di temi che potrebbero influenzare l’emanazione di radon dal suolo e quindi la concentrazione del radon indoor: l’eventuale differenza tra substrato roccioso e substrato sciolto e la granulometria del substrato sciolto; l’età dei litotipi e la divisione in litotipi principali.

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In figura 6.10 è riportata la divisione del territorio regionale in substrato sciolto e roccioso.

Per quanto riguarda la tessitura del substrato, sono state considerate le tessiture riportate nella Carta Geologica Regionale per il dominio continentale: 1. sedimenti limoso-argillosi con sabbie e ghiaie subordinate; 2. sedimenti sabbioso limosi, talora con ghiaie subordinate; 3. sedimenti sabbiosi, talora con sabbie e limi subordinati; 4. sedimenti ghiaioso-sabbiosi, talora con limi subordinati; 5. sedimenti ghiaiosi, talora con sabbie e limi subordinati; 6. sedimenti ghiaiosi, con sabbie e limi in percentuali varie, spesso inglobanti blocchi. La distribuzione delle diverse tessiture sul territorio regionale è quella riportata nella figura 6.11. Tali tessiture poi sono state ulteriormente raggruppate in questo modo: sedimenti limosi, sedimenti sabbiosi e sedimenti ghiaiosi (vedi figura 6.12).

6 5 4 1 3 2

Figura 6.11 Substrato del territorio regionale suddiviso nelle diverse tessiture: 1.

sedimenti limoso-argillosi con sabbie e ghiaie subordinate; 2. sedimenti sabbioso limosi, talora con ghiaie subordinate; 3. sedimenti sabbiosi, talora con sabbie e limi subordinati; 4. sedimenti ghiaioso-sabbiosi, talora con limi subordinati; 5. sedimenti ghiaiosi, talora con sabbie e limi subordinati; 6. sedimenti ghiaiosi, con sabbie e limi in percentuali varie, spesso inglobanti blocchi.

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Ghiaie Limo Sabbie

Figura 6.12 Localizzazione dei sedimenti prevalentemente ghiaiosi, prevalentemente

sabbiosi e prevalentemente limosi, in Friuli Venezia Giulia

Con riferimento alle unità cronostratigrafiche, sono state prese in considerazione le unità mitologicamente simili seppur appartenenti a successioni di diverse età (tardo-ercinica; paleozoica post-ercinica; mesozoica; cenozoica) ed alla copertura quaternaria. In alcuni casi sono stati analizzati i dati con un dettaglio maggiore in cui alcune successioni vengono ulteriormente suddivise e lo stesso vale per la copertura quaternaria. Per il dettaglio si veda Giovani (2007).

Le principali litologie della regione sono state così suddivise: 1. calcari; 2. depositi misti; 3. dolomie; 4. evaporiti; 5. Flysch; 6. ignee e metamorfiche; 7. Quaternario. La diffusione di tali litologie sul territorio regionale è riportata in figura 6.13.

94 Calcari Depositi misti Dolomie Evaporiti Flysch Ignee e Metamorfiche Quaternario

Figura 6.13 Principali litologie del Friuli Venezia Giulia, tratte dalla Carta geologica del

Friuli Venezia Giulia (Carulli, 2006 modificata)

6.5.2 Lineamenti tettonici

Per quanto riguarda l’eventuale correlazione della concentrazione di radon indoor una prima analisi di tipo qualitativo era già stata fatta in precedenza da Spinella (2005, 2006) utilizzando i dati provenienti dalla campagna regionale per la misura della concentrazione di radon nelle scuole. In questo caso era stata utilizzata una carta dei principali sovrascorrimenti della regione, opportunamente digitalizzata, sovrapposta alla mappa della distribuzione della concentrazione di radon nelle scuole della regione ottenuta mediante kriging ordinario (Spinella, 2006). La digitalizzazione dei lineamenti tettonici è stata utilizzata anche in seguito, fino alla disponibilità di tali dati sul già citato sito della regione.

6.5.3 Aspetti geomorfologici

Sulla base della notevole variabilità geomorfologia della regione, si è ritenuto opportuno, dividere il territorio del Friuli Venezia Giulia in zone geomorfologicamente omogenee, all’interno delle quali eseguire le analisi di ricerca di correlazione. Il territorio del Friuli

95 Venezia Giulia è stato suddiviso in nove zone, come indicato in figura 6.14: la fascia alpina e pre-alpina divisa in Catena Carnica (1), Alpi Tolmezzine (2), Alpi Giulie (3), Prealpi Carniche (4), Prealpi Giulie (5); la piana di Osoppo e di Gemona e l’Anfiteatro morenico del Tagliamento (6); l’Alta pianura friulana (7); la Bassa pianura friulana (8) ed il Carso (9). A causa delle piccole dimensioni della piana di Osoppo e dell’Anfiteatro morenico del Tagliamento, le due zone sono state riunite assieme. Considerazioni analoghe valgono per il sistema lagunare e perilagunare, che, data l’esiguità di territorio emerso ed il basso numero di siti di campionamento, viene compreso nel territorio della Bassa pianura friulana. In considerazione della relativa omogeneità delle caratteristiche strutturali e geologiche, la Catena Carnica, le Alpi Tolmezzine e Giulie e le Prealpi Tolmezzine e Giulie vengono, nell’analisi, talora raggruppate sotto la denominazione di fascia Alpina e Prealpina (10).

Figura 6.14 Divisione del territorio del Friuli Venezia Giulia in zone

geomorfologicamente omogenee: 1-Catena Carnica; 2-Alpi Carniche; 3-Alpi Giulie; 4-Prealpi Carniche; 5-4-Prealpi Giulia; 6-Piana di Osoppo e di Gemona e Anfiteatro Morenico del Tagliamento; 7-Alta pianura friulana; 8-Bassa pianura friulana; 9-Carso. La costruzione degli shape delle diverse zone è stata eseguita mediante digitalizzazione delle linee di confine tra le diverse zone.

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Utilizzando la nuova Carta Geologica Regionale, sono state invece definite le aree carsiche, come riportato in figura 6.15.

Figura 6.15 Aree carsiche (in giallo) sul territorio del Friuli Venezia Giulia, tratte dalla

Carta Geologica Regionale

6.5.4 Parametri idrogeologici

Un fattore molto importante ai fini della risalita del radon dal suolo agli edifici, risulta essere la permeabilità del suolo stesso. In Friuli Venezia Giulia alti livelli di permeabilità del suolo sono dovuti alla presenza di substrati ghiaiosi o di zone carsiche. Dall’altra parte, bassi livelli di permeabilità si possono riscontrare in presenza di substrati diversi quali sabbie o rocce non carsificabili, oppure su flysch e limo. A questo proposito sono stati costruiti i temi riportati in figura 6.16 e 6.17, corrispondenti, rispettivamente, a zone ad alta e bassa permeabilità.

Lo studio sull’eventuale influenza della linea delle risorgive sulla concentrazione di radon indoor è stato realizzato mediante la già citata divisione in zone geomorfologicamente omogenee, utilizzando i temi relativi all’Alta ed alla Bassa Pianura Friulana.

La figura 6.18 riporta invece i temi relativi alle isofreatiche medie e massime in Friuli Venezia Giulia (Oberti di Valnera, 2006).

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Figura 6.16 Zone carsiche e ghiaie (in blu) in regione Friuli Venezia Giulia

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Figura 6.18 Isofreatiche medie (verde) e massime (marrone) in Friuli Venezia Giulia

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CAPITOLO 7

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