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IL PIANO DELLE REGOLE

CRITERI GENERALI

In conformità ai disposti dell’art. 8 della L.R. n.12/2005 il Documento di Piano ha scelto le quantità degli sviluppi con un criterio totalmente nuovo: nei PRG si partiva dalle richieste dei cittadini di edificabilità sulle proprie aree e si ragionava su quali aree si potessero individuare gli sviluppi insediativi; tali aree venivano individuate e veniva loro applicato un indice che portava a definire la quantità di volume assegnata al lotto.

La somma di tali volumi dava la previsione insediativa del PRG e veniva divisa per 100 o per 150 a seconda delle fasi legislative per avere il numero di abitanti teorici da poter insediare.

L’Amministrazione ora è chiamata a comprendere le ragioni del proprio trend di sviluppo, valutando il numero effettivo degli abitanti e quello delle famiglie, calcolando quale sviluppo avrebbe la popolazione se si continuasse con tale trend per decidere se scegliere il modello di crescita avuto fino adesso o se correggere questo modello di crescita e quale dimensione di comunità si ritiene possibile avere tra dieci anni e sulla base di questa scelta quanti alloggi ci serviranno e di conseguenza quanto volume sarà necessario e le aree sulle quali distribuire questo volume.

Quindi, rispetto al PRG, il PGT compie un percorso inverso non più aree-volumi-abitanti ma abitanti-volumi-aree.

Il ragionamento che viene fatto, quindi, è di tipo oggettivo e non più teorico, considerando le famiglie e gli abitanti come soggetti reali e non più teorici.

Anche nel Comune di Viadanica è in atto la tendenza a diminuire la superficie delle abitazioni man mano che sono cresciuti i costi sul mercato in modo da non diminuire i costi unitari a metro quadrato.

Questo dato è importante perché, a parità di volumetrie, esso incide sul numero di abitanti: più le case diminuiscono di dimensione meno numerose, nel senso della composizione di abitanti per famiglia, possono essere le famiglie che vi si insediano.

Agli effetti dei criteri per la definizione del dimensionamento si è fatto riferimento ad una previsione decennale le cui valutazioni vengono effettuate considerando i trend di sviluppo dei periodi precedenti, di norma proiettati in rapporto al decennio futuro.

Nel caso di Viadanica si è scelto di considerare il periodo dal 1991 al 2008 in quanto il territorio di Viadanica ha registrato una forte crescita a seguito dell’approvazione del PRG e, quindi, se si fossero considerati solamente gli ultimi dieci anni, si sarebbe utilizzato un aumento medio annuo fortemente elevato, determinato, appunto, dalla forte crescita degli

L’arco temporale di diciassette anni a partire dal 1991 consente invece di disporre di un dato più corretto e ragionevole.

Un secondo elemento che deve essere considerato, ai fini del dimensionamento del fabbisogno futuro, è quello relativo alla definizione di una riserva di “vuoto fisiologico” che è costituito da una quota minima di “surplus” di alloggi necessaria a garantire la “rotazione interna”.

Infatti se nel territorio fossero presenti tanti alloggi quante sono le famiglie chi volesse cambiare casa non troverebbe soddisfacimento della propria domanda all’interno del territorio comunale; è necessario quindi mantenere una minima quota di alloggi vuoti che deve essere valutata tra il 5% e il 7% del patrimonio occupato.

Va infine considerato che rispetto al fabbisogno calcolato per l’anno 2018 il potenziale insediativo da introdurre nell’ambito del PGT deve tenere conto di tutto il patrimonio edilizio già presente nel territorio, che è costituito dagli alloggi già censiti all’anno 2001, dal patrimonio ulteriore realizzato al 2008, dal patrimonio edilizio in fase di realizzazione e ancora, dal potenziale insediativo ancora presente nell’ambito del PRG che l’Amministrazione intende tendenzialmente confermare.

Sotto questo profilo si può già ritenere che se si realizzasse tutto il volume previsto dal PRG – che il PGT sostanzialmente conferma – nella fase di durata del Documento di Piano (si pensi anche soltanto alla realizzazione, in corso, del P.P. residenziale a sud), si può valutare che il potenziale sopra indicato potrebbe essere quasi sufficiente a garantire una quantità di alloggi adeguata a soddisfare la domanda e quindi le esigenze progettuali dovrebbero tenere conto solo della necessità di integrare il potenziale già presente con una quota di volumetrie che consenta la continuità dell’attività edilizia anche nella fase di prima applicazione del futuro secondo documento.

Queste valutazioni si sono tradotte nella scelta dell’Amministrazione di non inserire nel PGT tutto il volume che potrà essere calcolato come possibile per i prossimi dieci anni, ma di mantenersi su una dimensione più bassa per dare la possibilità che il secondo

eventualmente valutare di introdurre nuovi volumi e nuove quantità edificatorie, se lo riterrà opportuno, in base alle esigenze che emergeranno, ed anche per consentire che nella fase delle osservazioni, laddove i cittadini potranno presentare le proprie necessità, possano eventualmente essere introdotte quantità di volumi per soddisfare tali richieste qualora fossero ritenute valide che non aumentano la previsione effettuata.

Già in questa ipotesi comunque, prevedendo la conferma sostanziale della volumetria del PRG ancora disponibile, se pur strategicamente ridistribuita in parti anche diverse del territorio, si prevede un incremento della dimensione della Comunità fino a circa 1.300 abitanti.

Consumo di suolo e utilizzazione delle risorse

Pare importante formulare una breve riflessione anche sull’opportuno richiamo del legislatore regionale alla necessità di tenere conto della “….minimizzazione del consumo del suolo…….”, tema di grande rilevanza particolarmente per gli interventi da effettuarsi in un ambito territoriale quale quello di Viadanica, che presenta forti limitazioni nelle risorse territoriali disponibili a causa della propria situazione geografica e morfologica.

Anche in questo caso sarà indispensabile un’attenta valutazione ed uno specifico approfondimento sul concetto di “minimizzazione” e cioè sul fatto che la minimizzazione debba essere intesa in termini meramente fisico-quantitativi oppure se invece, come si ritiene, essa debba essere valutata come “risposta quantitativa-qualitativa” alle modalità di fruizione del tessuto urbano e quindi nel senso dell’ “l’utilizzazione più adeguata ed attenta del suolo in rapporto alle scelte dei modelli abitativi e dell’organizzazione insediativa”, rispetto alle quali l’occupazione delle aree non deve superare i minimi necessari alla corretta attuazione dei modelli prescelti.

Rispetto a tali valutazioni non indifferente sarà, quindi, la scelta delle tipologie abitative, dei modelli aggregativi di tipi edilizi e dei modelli insediativi che potranno (come è facilmente intuibile) determinare, a parità di dati iniziali di popolazione, maggiori o minori necessità di quantità fisiche di volumetrie edilizie maggiori o minori quantità di fabbisogno di uso del suolo.

In questo senso appare anche evidente che il ragionamento di base per le definizioni quantitative degli insediamenti dovrà essere effettuato nel Documento di Piano, ma in assoluta contestualità con le modalità e i criteri di valutazione del “numero degli utenti dei servizi” rispetto ai quali devono e dovranno risultare soddisfatte “le esigenze espresse dall’utenza”, avendo come riferimento l’accertamento preliminare dell’eventuale

“insufficienza o inadeguatezza delle attrezzature stesse ………” e “le necessità di sviluppo e integrazione dei sevizi esistenti” .

Ciò in considerazione del fatto che nelle valutazioni sul consumo di suolo anche le esigenze di nuove attrezzature e servizi costituiscono elementi che, se non correttamente

definiti e rapportati alle effettive necessità, possono contribuire alla occupazione impropria – ed a volte inutile – di aree che potrebbero essere mantenute libere.

Una definizione degli “obiettivi quantitativi di sviluppo complessivo del PGT” in ordine alle questioni della residenza che non avesse alla base le valutazioni poste a fondamento della redazione del Piano dei Servizi e non garantisse quella “coerenza con l’utilizzazione ottimale delle risorse territoriali” e la “possibilità di utilizzazione e miglioramento dei servizi pubblici e di interesse pubblico o generale, anche a livello sovracomunale” che costituiscono, comunque, uno dei fondamenti dei contenuti previsti per il Documento di Piano, potrebbe quindi portare ad un consumo improprio di suolo ed allo stesso modo di una eccessiva quantificazione di sviluppi insediativi o l’uso di impropri modelli insediativi.

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