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La sperimentazione animale è utile:

1) Per ampliare curricula e pubblicazioni (si ripetono esperimenti già fatti con piccole varianti o cambiando la specie animale)

2) Per avere un alibi per la successiva sperimentazione sull’uomo (l’uomo è la vera cavia per ogni prodotto immesso sul mercato)

3) Per predefinire la risposta di qualsiasi test (basta variare la specie animale e talvolta solo il ceppo di animale usato)

4) Per avere l’incertezza della prova. Questa consente alle aziende produttrici di assicurare l’assenza di pericolo prima delle prove cliniche (sull’uomo) e, avvenuto il disastro farmacologico discolparsi dicendo che le prove su animali non sempre sono predittive e così permette alle aziende di sfuggire la responsabilità civile e il pagamento dei danni causati.

Claude Reiss, presidente di “Antidote Europe”, direttore emerito del CNRS di Parigi, si esprime così: “il fatto che la stessa sostanza possa essere dichiarata inoffensiva o cancerogena a seconda della specie animale utilizzata, fa della sperimentazione animale lo strumento ideale per commercializzare ogni tipo di prodotto, anche se pericoloso, e per mettere a tacere le vittime che osassero fare causa al produttore”.126 Il Prof. Dr. Med. Bruno Fedi afferma: “...è inutile insistere sull’aspetto scientifico della vivisezione: il problema della vivisezione non è scientifico, ma economico.”127

E’ una contraddizione sostenere il valore delle prove su animali rendendole obbligatorie per legge, ma poi commercializzare anche sostanze terribilmente tossiche per gli animali da laboratorio; è in malafede lo scienziato che assicura il pubblico avendo

126http://www.stopvivisection.eu/it/vivisezione_domanderisposte

127Prof. Dr. Med.Bruno FEDI, L’animalismo passato e futuro, in Per amore della scienza e degli animali, Atti del Congresso Medico Internazionale di Losanna (21 ottobre 1995), Giornata internazionale consacrata agli animali vivisezionati nei laboratori della città, LIMAV, 1996,

testato una eventuale sostanza incriminata su animali, ma poi, magari in sede processuale, si difende dicendo che se qualcuno muore è colpa delle prove su animali che non sono affidabili.128

Tutti noi finanziamo, anche se non lo vogliamo, esperimenti di vivisezione, poiché le ricerche con gli animali compiute nei centri pubblici utilizzano soldi che derivano dalle tasse, anche le nostre, cioè il denaro dei contribuenti.

Altra forma di finanziamento nascosto della vivisezione è rappresentato dalla maggior parte delle associazioni per la ricerca.129 Cioé la vivisezione si finanzia anche con denaro privato, sotto forma di donazione, e con il denaro che le case farmaceutiche e le altre multinazionali versano per la ricerca.130

Poiché tutti i farmaci devono per legge essere sperimentati sugli animali prima della loro commercializzazione, l’unico campo dove si possono fare scelte consapevoli quello dei cosmetici e dei prodotti per l’igiene personale e della casa.131

Tra le argomentazioni economiche contro i test su animali c’è quella che “se la vivisezione è un metodo di ricerca scientificamente non valido, i soldi investiti in questo tipo di ricerche sono sprecati”.132

Nelle sedi dove si compiono esperimenti si può trovare un Comitato etico. Altre volte i laboratori pubblici e quelli privati si rivolgono a Comitati etici esterni, ma comunque pagati per svoglere il loro lavoro di valutare la legalità degli esperimenti.133 Anche i

128Massimo TETTAMANTI, Chimica e ambiente: sviluppo sostenibile e tutela della salute pubblica, Edizioni Cosmopolis, Torino, 2003, p.38

129Stefano CAGNO, Lou, Buc e tutti gli altri, Editori Riuniti, Roma, 2007, p.24 130Vivisezione domande e risposte, ATRA, Lugano, 2003, p.4

131Stefano CAGNO, Lou, Buc e tutti gli altri, Editori Riuniti, Roma, 2007, p25 132Stefano CAGNO, Lou, Buc e tutti gli altri, Editori Riuniti, Roma, 2007, p.27 133Stefano CAGNO, Lou, Buc e tutti gli altri, Editori Riuniti, Roma, 2007, p.35

veterinari responsabili degli stabulari risultano dipendenti o consulenti delle strutture stesse e quindi nuovamente in un rapporto di dipendenza.134

Dunque la vivisezione è un grande business, che garantisce ricchi finanziamenti ai centri di ricerca per programmi manipolabili all’infinito. Ne traggono vantaggio anche i singoli ricercatori che alimentano la propria carriera con pubblicazioni che non avranno grande seguito.135

Dietro alla truffa della vivisezione troviamo anche: i guadagni degli allevatori di animali destinati ai laboratori, dei trafficanti di animali rubati o comperati a basso prezzo da chi vuole disfarsene per poi rivenderli ai laboratori, i guadagni delle ditte che fabbricano apparecchi di contenzione e strumenti di tortura per vivisezionare.136

Il denaro guida l’educazione (nelle università). Il denaro guida la ricerca. Il denaro guida l’industria. Il denaro guida i mass media. Dunque, il denaro è la ragione per cui la sperimentazione animale esiste. E si tratta del nostro denaro.137

Passare ai metodi sostitutivi costa denaro perché i vivisettori non sanno usare i metodi alternativi e l’industria dovrebbe riciclare sia il personale sia gli impiegati.138

La fascia povera del mondo continua a morire perché i giganti farmaceutici hanno monopolizzato le ricerche e orientato i prodotti verso malattie tipiche del mondo occidentale, come l’AIDS e il cancro; Big Pharma continua intenzionalmente ad escludere la possibilità di produzione di farmaci generici nel Sud del mondo che risulterebbero economici e, quindi, accessibili anche alla fascia più povera della popolazione.

134Stefano CAGNO, Lou, Buc e tutti gli altri, Editori Riuniti, Roma, 2007, p.36

135Michela Vittoria BRAMBILLA, Manifesto animalista, difendiamo i loro diritti, Mondadori, Milano, 2012, p.19 136Dr. Rer. Oec. Milly SCHAR-MANZOLI, I “desasparecidos” della sanità, in Per amore della scienza e degli animali, Atti del Congresso Medico Internazionale di Losanna (21 ottobre 1995), Giornata internazionale consacrata agli animali vivisezionati nei laboratori della città, LIMAV, 1996, p.265

137Ray GREEK – Jean Swingle GREEK, Sacred cows and golden geese, the human cost of experiments on animals, the Continuum International Publishing Group, New York, 2000, p.83

La multinazionale è un aspetto post-capitalistico attuale, dovuto alla crescente concentrazione delle attività economiche a livello mondiale nelle mani di pochi, e l’apertura di filiali di grandi imprese in numerosi paesi. Il capitale si concentra con l’assorbimento di imprese minori e con la fusione con imprese di dimensioni analoghe, poi si cercano nuovi sbocchi sui mercati esteri con l’impianto di filiali e con la creazione di società a partecipazione azionaria.139

I prodotti delle multinazionali si pongono in concorrenza con quelli locali.140

In diversi paesi, le multinazionali indirizzano la politica e le scelte dei governi secondo il loro tornaconto: anche le scelte in materia di vivisezione, poiché la ricerca farmaceutica, agrochimica, industriale, commerciale, e quella di base, sono strutturate in modo da essere effettuate con l’impiego di animali.141

I documenti comprovanti i tests effettuati su animali sono un lasciapassare burocratico.142

Così, le piccole imprese, che non hanno i fondi per le ricerche su animali, vengono spazzate via dal mercato.

Si può parlare di “oligarchia”, cioè predominio di pochi, per descrivere l’influenza legale e politica delle multinazionali. Si chiama “lobby”, cioè “corridoio, anticamera” la relazione ufficiosa ma mai ufficiale dei politici che si piegano al volere di particolari interessi economici.

La lobby diventa corruzione quando difende interessi non etici, che favoriscono taluni a danno di altri. La lobby così può essere esercitata solo da coloro che detengono il potere, soprattutto quello economico.

139Milly SCHAR-MANZOLI, Lobby gruppi di pressione, ATRA / AG STG, 1998, p.6 140Milly SCHAR-MANZOLI, Lobby gruppi di pressione, ATRA / AG STG, 1998, p.7 141Milly SCHAR-MANZOLI, Lobby gruppi di pressione, ATRA / AG STG, 1998, p.8 142Milly SCHAR-MANZOLI, Lobby gruppi di pressione, ATRA / AG STG, 1998, p.9

A difendere la vivisezione non è solo la lobby delle multinazionali farmaceutiche; vi sono interessi commerciali, come quelli degli allevatori di animali da laboratorio e dei trafficanti di cani e gatti, dei cacciatori di scimmie, delle ditte che fabbricano apparecchi di contenzione, e naturalmente tutte le industrie che praticano la vivisezione (coloranti, materie prime sintetiche, additivi alimentari ecc.).143

E’ con le loro scelte, reclamizzate dai mass media, che i governi indirizzano le scelte dei votanti in caso di consultazioni popolari. Mentre invece vengono censurati e non pubblicati molti comunicati stampa e articoli provenienti dagli ambienti antivivisezionisti, soprattutto quando mettono in causa farmaci, vaccini, beni di consumo e ne documentano i danni.144

In certi casi, l’industria farmaceutica, pur di poter vendere farmaci ritirati dal mercato perché hanno leso la salute di pazienti invece di curarli, è addirittura arrivata al punto di cambiare le etichette e di vendere i medesimi farmaci sotto altro nome. In altri casi, li ha inviati nel Terzo mondo (questo è consueto anche per le confezioni scadute), dove sostanze farmaceutiche da somministrare sotto controllo e a basso dosaggio, sono state anche smerciate sui mercati dai venditori ambulanti.145

I mass media (case editrici, giornali, TV) sono un potere economico. I giornali e le reti televisive difendono e adulano i potenti e i ricchi, quando questi ne sono proprietari o sono altrimenti in grado di influenzare la linea editoriale (es. comprando spazi pubblicitari).146

143Milly SCHAR-MANZOLI, Lobby gruppi di pressione, ATRA / AG STG, 1998, p.10 144Milly SCHAR-MANZOLI, Lobby gruppi di pressione, ATRA / AG STG, 1998, p.11 145Milly SCHAR-MANZOLI, Lobby gruppi di pressione, ATRA / AG STG, 1998, p.26

146Hans RUESCH, La medicina smascherta, l’antivivisezionismo come esperienza politica, Editori Riuniti, Roma, pp.82-83