C’è un intenso traffico di cani e gatti fino 200.000 all’anno, secondo l’associazione Animalisti Italiani, che vengono portati dall’Italia a Germania, Olanda, Svizzera, Austria e Belgio.216
Ci sono continui passaggi di mano di questi animali, spesso tramite stalli e staffette, che spesso conducono questi animali ai laboratori di vivisezione d’Europa.
Tramite furgoni, treni e aerei i randagi italiani finiscono anche a lotte clandestine, bordelli in cui vengono abusati sessualmente, macellazioni, commercio di pelli e pellicce, traffico di droga.
Ufficialmente vanno in adozione presso amorevoli famiglie, ma non sempre purtroppo questa è la realtà.
Con la compiacente collaborazione di gestori di rifugi, canili e gattili, da Italia, Spagna, Grecia, Polonia, Ungheria, Turchia ecc. partono cani e gatti in deportazione massiccia. Non è credibile che nei Paesi del Nord Europa le persone vogliano in massa cani e gatti randagi stranieri, quando nei loro Paesi esistono canili e gattili pieni di animali che attendono una famiglia.
Si tratterebbe di un vero sistema ramificato, forse legato ad interessi malavitosi. Nulla di comprovato, solo una quantità di episodi e numeri impressionanti.
Nessuno indaga a fondo, malgrado la pioggia di segnalazioni e le denunce di volontari che in tutta Italia vedono svuotare i canili verso l’Europa Settentrionale. Le autorità non se ne curano, le Asl di partenza non chiedono riscontro a quelle di arrivo, non vi sono controlli delle forze dell’ordine.
Quando i controlli vengono realizzati, si scopre che i destinatari sono dei prestanome, i quali spesso arrivano a condurre con sè in aereo gli animali per consegnarli a terzi.
216GeaPress, Stop ai traffici di cani e gatti randagi verso l’Europa, 26 ottobre 2012
I volontari che cercano i cani e i gatti finiti al Nord, spesso li trovano in vendita su siti stranieri.
Grazie ad attivisti e guardie zoofile, si intensificano i fermi di furgone pieni di animali drogati, addormentati, ammucchiati in carichi diretti a Nord.
La legge nazionale sul randagismo 281/91 è una delle più avanzate e, se fosse correttamente applicata risolverebbe il randagismo.
Il denaro pubblico è malgestito perché non è usato per sterilizzazioni sistematiche, e per l’identificazione di ogni soggetto con il microchip.
Invece, i contributi alle strutture come canili sono di circa 572.000 euro al giorno, oltre al contributo di privati che lavorano gratis nei canili, sterilizzano a proprie spese le colonie feline, acquistano cibo e medicine, cercano buone adozioni.
I canili ricevono denaro pubblico dalle Regioni, in base al numero di ingressi, dunque non hanno interesse a favorire le adozioni, né una vita dignitosa ai cani.
Spesso le strutture del Centro-Sud Italia sono dei canili lager, dove avvengono maltrattamenti e si usano cibi avariati e medicinali scaduti.
Da Campania e Puglia partono in staffetta 1200 cani ogni mese in media. Le staffette sono viaggi ideati dai volontari per facilitare le adozioni da Sud a Nord.217
Durante le staffette molti animali scappano impauriti e vanno persi o finiscono investiti in autostrada.
Molte imprese farmaceutiche all’estero sono autorizzate a compiere sperimentazione anche su animali d’affezione come cani e gatti, per cui ogni esemplare è venduto per somme che possono superare i 300 euro.
217 Margherita D’AMICO, Ecco come cani e gatti adottati all’estero sono vittime del traffico internazionale, La Repubblica, 1 luglio 2013 ,http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-
it/2013/07/01/news/randagi_italia_la_grande_tratta_degli_animali_cos_si_specula_sulla_pelle_dei_randagi- 62195354/
Il randagismo del Sud d’Italia è fonte di ricchezza per chi, fingendo di fare volontariato e far adottare gli animali, ha contatti con questi laboratori, e rivende all’estero cani e gatti, che poi ufficialmente vengono definiti adottati, tramite una fitta rete di animalisti (a volte ignari e in buona fede) che si scambiano passaggi e animali durante le staffette.
Gianluca Felicetti, presidente della Lega Antivivisezionista, ricorda che in Germania chi vuole adottare un cane legalmente deve pagare tra i 50 e i 350 euro come rimborso spese a chi l’ha mantenuto. Un incasso su cui qualcuno potrebbe voler speculare rifornendosi da complici italiani. Poiché le sperimentazioni legalmente autorizzate avvengono solo su animali iperselezionati e codificati su animali appositamente allevati, non certo su randagi, quei poveri cani potrebbero finire in esperimenti di basso livello e del tutto illegali.218
La Pro Animale fur Tiere è una multinazionale che fa adozioni internazionali, con sede in Germania dove confluiscono gli animali raccoti dalle 35 sedi distribuite in Europa. Nel 2006, una denuncia partita da Maria Pagano, presidente dell’associazione UNA Uomo Natura Animali, di Ischia, ha portato ad un’indagine condotta dal pm Maria Cristina Gargiulo, e al rinvio a giudizio dalla Procura di Napoli dei gestori del canile di Panza, a Foro d’Ischia.
I cani finivano in canili tedeschi in stallo. Così i gestori del canile di Panza furono accusati e condannati per maltrattamento di animali, falsità ideologica e materiale, associazione a delinquere finalizzata all’illecito traffico di esseri senzienti.219
218GUASTELLA Giuseppe, Traffico illegale di cani per la vivisezione: 300 euro ogni animale, su Corriere della sera, 5 luglio 2006
http://archiviostorico.corriere.it/2006/luglio/05/Traffico_illegale_cani_per_vivisezione_co_9_060705003.shtml
219Continua il processo sul traffico dei randagi di Ischia, su Repubblica, 11 dicembre 2013, http://richiamo-della- foresta.blogautore.repubblica.it/2013/12/11/continua-il-processo-sul-traffico-dei-randagi-di-ischia/
Nel 2007 fu l’Asl di Brescia a scoprire che al suo interno qualcuno, con la scusa delle adozioni, rivendeva i cani alla Germania e i gatti alla Svizzera per la vivisezione. Ci furono otto indagati.220
Ci sono altri due casi che destarono i sospetti:
- cani con padrone rapiti e, attraverso veterinari compiacenti, privati del microchip con un taglietto sulla collottola, per essere venduti;
- camioncini bianchi che si fingevano dell’Asl, catturavano cani che non si sapeva dove finissero.
Per combattere tale traffico, bisogna innanzitutto isolare le associazioni, i canili e i gattili corrotti, evitare staffette e stalli, far adottare gli animali nel raggio di pochi chilometri e con controllo pre e post affido.
220Simona VITAGLIANO, Il traffico di animali e i falsi volontari, su Cronaca Flegrea, 12 agosto 2014