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Criticità attuali e modifiche di miglioramento

2.1 Criticità tecniche, di layout e della gestione attuale

I dati risultanti dal Capitolo 4, recanti il numero di contenitori e le superfici destinate ad ogni tipologia di contenitore ci permetterebbero fin da subito di delineare la disposizione ottimale degli stessi all’interno del nuovo deposito temporaneo. Prima di realizzare il futuro layout è però necessario studiare le criticità attuali.

Fino ad ora sono stati affrontati i depositi dei due presidi in maniera parallela. In questa fase la concentrazione sarà soprattutto sul deposito temporaneo di Cisanello, sia per la rilevante produzione, sia per le modalità di gestione nettamente superiori rispetto a quelle del Santa Chiara che tale produzione comporta. Di seguito si riportano le criticità tecniche e di layout e le criticità gestionali seguite dalle soluzioni proposte e adottate in questo documento di tesi.

2.1.1 Criticità tecniche e di layout

a) Stoccaggio e attività legate agli imballaggi in vetro

Le attività connesse agli imballaggi in vetro producono un sottoprodotto ed un rifiuto. Il sottoprodotto è rappresentato dall’imballaggio pulito, che viene riconsegnato alle rispettive Unità Operative di provenienza; il rifiuto è invece rappresentato dagli imballaggi e dall’acqua di lavaggio dei sottoprodotti stessi. Attualmente il sottoprodotto dopo il lavaggio, che dovrebbe rappresentare la sanificazione dello stesso, viene posizionato all’aperto, con tutte le

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contaminazioni ambientali che ne conseguono. Per quanto riguarda l’acqua di lavaggio, invece, non essendo presente un sistema separato, tende ad essere convogliata nel sistema di scarico delle acque meteoriche.

b) Presenza di percolato dei press container

Uno degli aspetti più impattanti da considerare è lo sversamento, aldi sotto del press container, di percolato, dovuto ai fenomeni fermentativi anaerobici che si sviluppano nella porzione più profonda e quindi sul materiale che staziona da maggior tempo. Non essendo previsto un sistema di raccolta del percolato, quest’ultimo tende a stazionare sul piazzale di calcestruzzo e ad essere successivamente dilavato dalle precipitazioni piovose e convogliato poi nel sistema di raccolta delle acque meteoriche.

c) Stoccaggio toner esausti

I toner pericolosi e non pericolosi vengono depositati all’interno di imballaggi in cartone, nello stesso prefabbricato, posti su pancali in legno e senza un evidente mezzo di separazione, se non un cartello indicante il nome comune del CER. Si viene così a configurare una situazione in cui si trovano affiancati rifiuti classificati come pericolosi, e rifiuti classificati come non pericolosi.

d) Copertura dei container per i rifiuti infetti

La zona di stoccaggio dei rifiuti pericolosi a rischio infettivo e dei rifiuti citotossici è l’unica ad essere fornita di una tettoia sotto la quale effettuare le operazioni di stoccaggio. Tale tettoia però, al momento permette una copertura parziale dei container dedicati e consequenzialmente a volte lo stoccaggio avviene con interferenze degli agenti atmosferici.

e) Movimentazione e carico dei contenitori dei rifiuti pericolosi a rischio infettivo e i medicinali citotossici e citostatici

La movimentazione dei contenitori ed il carico degli stessi all’interno dei container al momento avviene con alcune complicanze:

- il prefabbricato all’interno del quale avviene la pesa è rialzato rispetto alla posa del deposito (15 cm), rendendo rischiosa e dispendiosa sia l’attività di movimentazione dal carrello trasportatore al luogo in cui avviene la pesa, sia la movimentazione dalla pesa al carico sul container apposito;

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- il prefabbricato all’interno del quale si effettua la pesa è posizionato frontalmente rispetto ad uno solo dei container, ciò crea difficoltà ogni qual volta il container da riempire non corrisponde a quello posizionato frontalmente all’apertura del fabbricato.

f) Stoccaggio temporaneo dei contenitori dei rifiuti pericolosi a rischio infettivo e dei contenitori contenenti elementi radioattivi

Per questi rifiuti non è prevista una zona di stoccaggio specifica. I rifiuti raggiungono il deposito tramite di un trattore elettrico, condotto da un solo operatore. Questi posiziona il trattore di fronte al prefabbricato in cui avviene la pesa; spesso però per differenti motivi (assenza di un secondo operatore, blocco della bilancia, container riempiti fino a capacità massima ed in attesa di essere trasportati) la mancanza di uno spazio per lo stoccaggio costringe l’operatore a far stazionare i rifiuti sul trattore elettrico, rallentando di fatto anche il processo di raccolta dei rifiuti presso le Unità Operative.

g) Stoccaggio dei reagenti

Al momento sia le taniche contenenti sostanze pericolose che gli imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose vengono posizionati all’aperto in una zona definita del deposito. Nel capitolo 4 sono state descritte le frequenze di ritiro, che per entrambi i rifiuti avvengono ad una distanza temporale tale che durante il periodo di stoccaggio il liquido contenuto negli imballaggi potrebbe subire delle modifiche con effetti ambientali indesiderati.

h) Difficoltà di stoccaggio dei rifiuti assimilabili

I rifiuti assimilabili del deposito, vengono conferiti all’interno di grossi cassoni scarrabili. Il ritiro degli stessi avviene in parte mediante ragnatura ed in parte con la procedura del “vuoto per pieno”. L’altezza di questi cassoni, rende spesso poco agevole il conferimento dei rifiuti all’interno dei cassoni stessi.

2.1.2 Criticità Gestionali

i) Mancanza di controllo delle intere operazioni svolte all’interno del deposito

È stato ribadito più volte che all’interno del deposito temporaneo le attività di carico, stoccaggio, scarico e trasporto vengono eseguite da aziende esterne appaltate. Tutte le operazioni dovrebbero essere supervisionate da un dipendente dell’AOUP: sarebbe infatti

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opportuno che, sia in fase di ricezione del rifiuto che in fase di rilascio, venissero sempre effettuate delle operazioni di controllo qualitativo e quantitativo della merce.

j) Complessità nella registrazione dei carichi e degli scarichi

Nel secondo capitolo sono state descritte le procedure da eseguire per assicurare una corretta gestione e tracciabilità dei rifiuti. L’azienda ospedaliera al momento effettua le operazioni secondo normativa, ma la complessità dal punto di vista documentale è elevata. Ciò incide sia sui tempi di svolgimento delle operazioni che sulla validità delle stesse. Oggi infatti le operazioni di pesatura, controllo pesatura, trasporto, trascrizione del carico sul SISTRI, ricezione e controllo IV copia e trascrizione dello scarico sul SISTRI vengono effettuate da soggetti diversi.

2.2 Modifiche di miglioramento

2.2.1 Soluzioni adottate per le criticità tecniche

a) Stoccaggio e attività legate agli imballaggi in vetro

I contenitori “vuoto a rendere” interni all’azienda devono essere posizionati in un’area di stoccaggio coperta con tettoia, destinata all’alloggiamento dei contenitori. In alternativa si può prevedere il trasporto degli stessi presso il “magazzino contenitori vuoti” da verificarsi immediatamente dopo le operazioni di lavaggio e sanificazione. Per quel che concerne il rifiuto rappresentato dall’acqua di lavaggio dei contenitori, è opportuno prevedere un sistema di raccolta dell’acqua utilizzata per il lavaggio, di modo che non confluisca nel sistema di scarico delle acque meteoriche.

b) Presenza di percolato dei press container

La criticità anche in questo caso può essere facilmente risolta prevedendo un sistema di raccolta posto al di sotto dei press container, soprattutto al di sotto dei container maggiormente a rischio di formazione di percolati, ovvero, quelli nei quali sono depositati rifiuti composti da sostanze organiche. Un’altra alternativa per affrontare tale problematica potrebbe essere la predisposizione di un piano di manutenzione dei container più frequente rispetto a quello attuale.

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L’accorgimento da prevedere in questo caso è immediato: predisporre due spazi chiusi, coperti, anche adiacenti, ma ben distinti per la collocazione delle due tipologie di rifiuti.

d) Copertura dei container per i rifiuti infetti e zona di stoccaggio

Ricordando che i rifiuti pericolosi a rischio infettivo rappresentano la produzione più rilevante dell’intera produzione dell’ospedale, è importante che le problematiche relative vengano affrontate adeguatamente.

È opportuno che l’area di stoccaggio sia dotata di una tettoia di dimensioni tali da garantire la copertura della zona di pesa, del tratto che gli operatori devono effettuare tra la zona di pesa e il container e dell’eventuale area di stoccaggio prevista in casi straordinari.

e) Movimentazione e carico dei contenitori dei rifiuti pericolosi a rischio infettivo e i

medicinali citotossici e citostatici

È opportuno predisporre l’area per la pesa dei contenitori alla medesima altezza (o comunque ad un’altezza minima) della posa del deposito per evitare rallentamenti e possibili problemi di sicurezza durante le attività lavorative.

f) Stoccaggio temporaneo dei contenitori per i rifiuti pericolosi a rischio infettivo e per i contenitori contenenti elementi radioattivi

Predisporre una zona per lo stoccaggio temporaneo dei contenitori: i contenitori per i rifiuti contenenti elementi radioattivi devono essere collocati in una zona coperta e chiusa per il tempo necessario affinché avvenga il decadimento radioattivo; per i contenitori dei rifiuti pericolosi a rischio infettivo è importante che siano coperti.

g) Stoccaggio dei reagenti

Lo stoccaggio delle taniche e degli imballaggi deve essere effettuato in un’area coperta e possibilmente chiusa per evitare potenziali effetti sulle sostanze in essi contenute.

h) Difficoltà di stoccaggio dei rifiuti assimilabili

La soluzione a questa problematica è frutto di un’attenta analisi svolta sui depositi temporanei e sulle aree ecologiche progettate recentemente nel territorio italiano. In particolare si è visto come la collocazione dei punti di conferimento e dei cassoni contenitivi su due differenti livelli renda il processo più sicuro e semplice.

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2.2.2 Soluzioni adottate per le criticità gestionali

i-j) Mancanza di controllo delle intere operazioni svolte all’interno del deposito e complessità nella registrazione dei carichi e degli scarichi

Queste due problematiche vengono affrontate contemporaneamente, in quanto possono essere risolte con una sola importante modifica: l’inserimento di un custode/responsabile del deposito temporaneo. Questo cambiamento permetterebbe di risolvere tutti i problemi legati al controllo dei flussi in entrata e in uscita, nonché di alleggerire la documentazione che giornalmente viene svolta da molteplici soggetti dell’azienda.

È quindi opportuno prevedere una gabbiola che permetta di monitorare gli ingressi e le uscite e che sia abbastanza grande da garantire lo svolgimento di tutte le operazioni documentali in completa autonomia (computer, connessione internet, fotocopiatrice, telefono).

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