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2.3 ESIGENZE E OBIETTIVI DEL PROGETTO

2.3.2 CRITICITA’

Per sviluppare un’idea di progetto è necessario evidenziare ciò che è emerso dai sopralluoghi condotti sull'edificio e da quanto descritto nel capitolo 2.2.

Nonostante la posizione strategica dell’edificio, sono emerse alcune criticità a livello urbano che ne inficiano l’operatività e la funzionalità.

Oltre a queste sono lampanti le criticità legate al riutilizzo di un edificio che, in primo luogo, è sottoposto a vincoli ben precisi e quindi non permette interventi di grande impatto, ed in più nasce con una funzione ben diversa, come Casa dei Balilla57, il che lo rende inadatto ad ospitare una biblioteca con tutte le sue funzioni. Gli spazi al suo interno

sono il risultato di una risposta a determinate esigenze, che all’epoca della realizzazione erano decisamente molto diverse da quelle di una biblioteca.

Gli spazi interni oltre a risultare sottodimensionati, presentano anche problemi riguardanti le condizioni climatiche interne: la mancanza di schermature dall’irraggiamento solare e la pessima condizione di conservazione degli infissi tendono a peggiorare una situazione interna già al limite della sopportabilità sia per operatori sia per utenti. Inoltre le funzioni, sia a livello spaziale sia a livello organizzativo, risultano poco efficienti e di difficile comprensione da parte del fruitore che, per la prima volta, si appresta ad entrare nella biblioteca.

Dunque, ciò premesso, si è deciso di identificare attraverso delle icone simboliche le principali criticità, dandone una breve descrizione, utile per una maggior comprensione dei problemi che interessano l’edificio.

84 IL TRAFFICO

Per poter comprendere al meglio la trasformazione negativa che ha subito Piazza San Lorenzo nel corso del tempo è necessario rifarsi alle immagini storiche che sono state riportate nel capitolo 2.2.1

Nelle foto è facilmente riconoscibile lo spazio su cui si affacciava la biblioteca, una piazza di inizio ‘900, con cortine di edifici di media altezza, più o meno decorati, che la qualificavano come luogo pubblico, in cui si svolgeva parte della vita cittadina.

Inoltre nella figura 3 è facilmente riconoscibile il terminale autobus che collegava la città di Gallarate con gli abitati circostanti e con Milano, rendendo la piazza un punto di arrivo per coloro che viaggiavano sulla linea del trasporto pubblico.

Confrontando questa foto con le immagini 4 e 5, che sono precedenti alla realizzazione della biblioteca, si può notare come la piazza abbia lentamente cambiato il suo impianto viabilistico, con la comparsa di una piccola “rotonda”.

Ad oggi lo spazio antistante la biblioteca si è trasformato in un affollato svincolo stradale, su cui viene deviata buona parte del traffico veicolare che si muove verso la zona nord di Gallarate e oltre.

La presenza della rotonda, che oggi ha assunto una dimensione e una rappresentatività ben diversa rispetto al passato, e di un semaforo ad

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esclusivo uso dei pedoni crea nelle ore di punta una grande quantità di traffico.

Oltre al conseguente inquinamento dell’aria, tutto ciò genera un forte inquinamento acustico che arreca disturbo sia a coloro che si trovano fuori dalla biblioteca, sia quelli che si trovano al suo interno.

IL DEGRADO URBANO E SOCIALE

La vicinanza alla stazione e la collocazione su uno snodo viabilistico così importante hanno generato una situazione di degrado urbano e sociale che colpisce l’area di p.zza San Lorenzo.

Il problema della stazione e degli spazi pubblici nelle vicinanze viene indicato anche nel Piano di Governo del Territorio, infatti l’area viene indicata come una zona “a rischio” di degrado.

Purtroppo lo spazio esterno alla biblioteca, compresi i due portici semicircolari ai lati, viene spesso sfruttato durante la notte da bande di giovani e ubriachi che lasciano sul luogo lattine e bottiglie di birra semivuote.

Di questo degrado sono tracce anche alcune scritte che si trovano sulla facciata della biblioteca.

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La mancanza di luoghi per soffermarsi, come panchine o sedute in genere, non permette alla piazza di essere utilizzata come spazio di ritrovo. Negli ultimi anni sono stati eseguiti degli interventi di recupero urbano volti più al recupero di edifici in decadenza piuttosto che mossi effettivamente dalla volontà di migliorare la qualità spaziale della piazza. Il recupero della “palazzina liberty”, edificio che insieme alla biblioteca era uno dei pochi rimasti da inizio novecento ad oggi, ha visto la sua totale demolizione e la successiva ricostruzione in stile, che nulla ha aggiunto alla piazza.

Il secondo intervento è invece la torre residenziale e di terziario, progettata da Mario Botta che, con l’imponente volume, predomina lo spazio, di fatto distogliendo l’attenzione dall’edificio di Mezzanotte.

MANCANZA DI FUNZIONI ATTRATTIVE

La piazza, proprio perché trasformata in uno svincolo, senza possibilità di sosta, risulta funzionalmente spoglia: non ospita, oltre alla biblioteca, nessuna attività di rilievo.

La possibilità di essere un luogo attivo e vissuto dalla cittadinanza è sfumato nel corso degli anni, come è possibile vedere dalle immagini riportate in precedenza: la scomparsa della trattoria Cavallino,

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del distributore, del terminal autobus e di tutta un’altra serie di piccole attività secondarie ha di fatto determinato la “morte sociale” di questo luogo.

Di per se la biblioteca dovrebbe esserne il fulcro, ma viste le poche attività che riesce ad offrire, non risulta abbastanza attrattiva da animare l’intera piazza.

DIFFICOLTA’ DI ACCESSO

“Negli edifici pubblici deve essere garantito un livello di accessibilità degli spazi interni tale da consentire la fruizione dell’edificio sia al pubblico che al personale in servizio”58

Una delle più grandi criticità della biblioteca riguarda gli accessi e la discriminazione che avviene mediante il loro utilizzo.

Al piano rialzato, che si trova ad una quota di + 1.85 m, si accede mediante una scalinata monumentale posta sulla facciata in piazza San Lorenzo. Visti i vincoli a cui è sottoposto l’edificio e la sua conformazione, l’accesso per coloro che hanno difficoltà motorie, siano esse persone anziane o disabili, non può avvenire dall’ingresso principale.

58 Decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1996, n° 503. Regolamento

recante norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici. Titolo III, art. 13

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Si è dunque costretti ad accedere mediante una rampa, collocata sul retro dell’edificio, che, essendo all’interno del giardino, risulta normalmente chiusa da un cancelletto, a cui è possibile accedere suonando un campanello.

Perciò l’utente con difficoltà si trova costretto ad utilizzare un ingresso secondario, che inevitabilmente lo porta a considerarsi un utente "discriminato". Inoltre, oltre a questa discriminazione, la rampa ha anche un altro difetto che non può essere sottovalutato: con questo percorso non si accede direttamente alla zona di ingresso e di reference, bensi ci si trova in un corridoio pieno di scaffali con esposti libri e quotidiani. Ovviamente questa condizione non può che essere deleteria per l’immagine della biblioteca, che sembrà così essere un servizio pensato ed offerto unicamente alle persone normodotate.

SPAZIO RIDOTTO

All’interno della biblioteca è evidente il grave problema della mancanza di spazio.

Come precedentemente illustrato, la superficie in mq a disposizione degli utenti risulta molto limitata e nettamente al di sotto degli standard regionali.

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Questa condizione è sintomo di una difficoltà di adattare le funzioni della biblioteca ad un edificio che non è stato progettato per ospitarne una. Gli spazi pensati dal Mezzanotte erano progettati per rispondere a determinate esigenze di natura spaziale e funzionale, che perfettamente calzavano alle attività che si svolgevano all’interno della Casa dei Balilla. Perciò, ad oggi, l’utilizzo della ex sala del teatro come spazio reference, novità e uffici open space non può che risultare poco efficace.

La mancanza di spazio è tuttavia anche da imputare ad uso non corretto di quello a disposizione: esempio ne è lo spazio fumetto, che con le sue due sale, occupa una gran parte del piano primo. Questa ala della biblioteca è di fatto poco utilizzata dagli utenti e, come riportato dagli stessi operatori, la funzione ospitata non ha riscosso il successo sperato. Inoltre, come emerso dai sopralluoghi, parte di questi spazi risultano inadeguati per la funzione che ospitano.

LIBRI INACCESSIBILI

La criticità maggiore della biblioteca di Gallarate, infine, è la quantità di libri disponibili per la consultazione a scaffale aperto.

Purtroppo del grande patrimonio librario viene esposta una minima parte, in modo confusionale e poco organizzato.

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La mancanza di uno spazio adeguato dedicato allo scaffale aperto, in cui gli utenti possano quindi cercare e consultare i vari volumi, è la principale causa della bassissima affluenza e del ristretto numero di iscritti della biblioteca Luigi Majno.

Questo è da imputare in primo luogo ad una concezione di biblioteca non più attuale, che vede come obiettivo ultimo la sola conservazione dei libri: una biblioteca pensata e costruita per i libri e non per le persone.

La società della comunicazione, avendo accesso a milioni di documenti on line, non ha bisogno di luoghi in cui questi siano semplicemente conservati, ma dove possano essere consultati facilmente e comodamente. Le biblioteche di contemporanea concezione devono quindi offrire spazi appetibili per tutte le fasce d'utenza, in cui la maggior parte dei documenti siano ricercabili e consultabili direttamente, senza bisogno di intermediari, in cui cultura e studio vadano di pari passo con divertimento e comfort.

La conservazione di gran parte del patrimonio librario, che avviene nel seminterrato, all’interno degli scaffali compactus, è ovviamente dovuta ad una questione di superficie e dall’impossibilità di sfruttare completamente in altezza gli spazi a disposizione: le scaffalature, per comodità degli utenti e degli operatori non superano i cinque ripiani.

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Inoltre, la tendenza a posizionare scaffali in qualsiasi parte della biblioteca, come ad esempio nei corridoi che delle due ali dell’edificio, porta ad un aumento della sensazione di confusione e di oppressione.

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