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Bi.G. Parole, libri, persone. Progetto di riqualificazione ed ampliamento della biblioteca Luigi Majno di Gallarate

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Academic year: 2021

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Bi.G.

PAROLE_LIBRI_PERSONE

Progetto di riqualificazione ed ampliamento della Biblioteca “Luigi Majno” di Gallarate

Politecnico di Milano Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni Corso di laurea Architettura

Relatore prof. Matteo Scaltritti Laureando: Enrico Tosi N° matricola 862814 A.A. 2017/2018

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Sommario

1. INTRODUZIONE ... 14 2. LO STATO DI FATTO ... 20 2.1 IL CONTESTO ... 20 2.2 L’EDIFICIO ESISTENTE ... 32 2.2.1 CENNI STORICI ... 32 2.2.2 LE FUNZIONI ODIERNE ... 40 2.2.3 L’ANALISI DELL’EDIFICIO ... 44

2.3 ESIGENZE E OBIETTIVI DEL PROGETTO ... 49

2.3.1 DEFINIZIONE DELLE ESIGENZE ... 60

2.3.2 CRITICITA’ ... 83

2.3.3 POTENZIALITA’ ... 92

2.3.4 OBIETTIVI E STRATEGIE ... 97

3.STRATEGIA DI INTERVENTO ... 104

3.1 ANALISI FUNZIONALE ... 104

3.1.1 INDIVIDUAZIONE DELLE ATTIVITA’ ... 104

3.1.2 ANALISI DELLE RELAZIONI FUNZIONALI TRA LE ATTIVITA’ ... 106

3.2 ANALISI DEI REQUISITI RELATIVI ALLE ATTIVITA’ ... 112

3.2.1 LE ATTREZZATURE NECESSARIE ... 112

3.2.2 DEFINIZIONE DEI REQUISITI SPAZIALI ... 121

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3.3.1 BENESSERE TERMO-IGROMETRICO ... 128

3.3.2 BENESSERE ACUSTICO ... 131

3.3.3 BENESSERE LUMINOSO ... 134

3.3.4 BENESSERE PSICOLOGICO ... 139

3.4 ANALISI TEMPORALE DELLE ATTIVITA’ ... 144

3.5 AGGREGABILITA’ DELLE ATTIVITA’ ... 160

3.6 DEFINIZIONE ED ANALISI DELLE UNITA’ AMBIENTALI ... 168

4.IL PROGETTO ... 186

4.1 MORFOLOGIA PROGETTUALE E PLANIVOLUMETRICO ... 188

4.2 ASPETTI AMBIENTALI outdoor ... 194

4.3 ASPETTI STORICO CULTURALI ... 202

4.4 ASPETTI FUNZIONALI ... 212

4.5 ASPETTI AMBIENTALI indoor ... 228

4.6 ASPETTI PSICOLOGICI... 238 4.7 ASPETTI TECNOLOGICI ... 254 5. SUGGESTIONI... 272 5.1 LO SPAZIO ESTERNO ... 272 5.2 LO SPAZIO INTERNO ... 274 6. BIBLIOGRAFIA ... 286

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Per raggiungere il suo scopo la Biblioteca Pubblica deve essere di facile accesso e le sue porte devono essere spalancate a tutti i membri della comunità che potranno liberamente usarne senza distinzioni di razza, colore, nazionalità, età, sesso, religione, lingua, stato sociale e livello culturale. Public Library Manifesto - UNESCO - 1949

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Le idee, e in modo particolare le idee scritte, hanno un potere speciale. Sono il modo con cui trasmettiamo i pensieri di una generazione all’altra. Se perdiamo i racconti a cui ci siamo affidati, perdiamo la storia condivisa, che è gran parte di quello che ci rende umani.

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1. INTRODUZIONE

Lo spazio e gli edifici pubblici nel corso dei secoli hanno dovuto cambiare continuamente la propria forma e dimensione, per far fronte ad esigenze sempre diverse, a nuovi utenti, a nuove tecnologie e a nuove ideologie, politiche e/o religiose.

Questi cambiamenti, spesso radicali, hanno portato ad un diverso modo di progettare, di concepire e realizzare tali edifici. Tra questi si trovano anche le biblioteche, che, fino a poco più di cento anni fa, avevano mantenuto invariata la loro funzione per secoli; oggi si trovano in un periodo di cambiamenti repentini e incessanti, che interessano in primis il mondo dell’informazione e della conoscenza.

Per far fronte a questa nuova realtà, le istituzioni si trovano di fronte a due strade percorribili: la realizzazione di edifici ex novo in cui collocare tale funzione, oppure il recupero e l’ampliamento di edifici esistenti.

Nel caso oggetto di studio, nella città di Gallarate, l’Amministrazione Comunale ha ventilato più volte l’idea di un trasferimento della biblioteca Luigi Majno, collocata oggi nella ex Casa dei Balilla, nell’edificio di inizio 900 in via Bottini, oggetto di un ipotetico piano di recupero.

Questa soluzione è stata scartata dall’odierna Amministrazione Comunale, che invece preferirebbe mantenere l’istituzione bibliotecaria nella sua sede, ipotizzando un progetto di recupero dell’edificio esistente e la realizzazione di un nuovo edificio adiacente, che aumenti lo spazio a disposizione.

Tale espansione è la risposta alle esigenze, sempre crescenti, a cui la biblioteca del XXI secolo deve far fronte, per continuare a mantenere la sua condizione di faro della cultura, di luogo di aggregazione sociale e soprattutto di integrazione.

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Infatti la biblioteca ha mantenuto nei secoli, se non addirittura nei millenni, tre funzioni fondamentali, ossia conservare, mediare e diffondere la conoscenza.1 Ad oggi queste non possono rimanere le uniche funzioni.

La possibilità di consultare via internet milioni di documenti, di poterseli far spedire a casa, di poter accedere alle banche dati di altre biblioteche, anche dall’altra parte del mondo, renderebbe inutile recarsi di persona in biblioteca.

La società dell’informazione ha quindi modificato non solo il modo di conservare i documenti, mediante la digitalizzazione, e la loro diffusione, ma anche le funzioni stesse che può svolgere la biblioteca all’interno della comunità.

Differente è anche il rapporto e l'approccio tra utente e biblioteca.

Utente che si è trasformato nel tempo, e se fino a poco più di un secolo fa, la biblioteca rimaneva un privilegio riservato ad una ristretta fascia della società, ad oggi si deve relazionare con utenti di tutte le fasce sociali, di tutte le età e provenienti da culture diverse.

Tutto questo è stato affrontato dalla IFLA, International Federation of Library Association con le Linee Guida IFLA 2007.

In questo documento viene più volte sottolineato quanto “la modifica dei supporti documentari e dei protocolli di comunicazione, il vertiginoso sviluppo di internet e la possibilità di accesso all’informazione tramite la rete, l’automazione del lavoro bibliotecario avvenuta negli ultimi dieci\quindici anni e la diffusione di nuove e più avanzate competenze negli utenti stessi [...] stiano incidendo in tutto il mondo nel rinnovamento dei servizi e dell’architettura della biblioteca.” 2

1 Marco Muscogiuri,Biblioteche.Architettura e progetto. Scenari e strategie di progettazione, Maggioli Editore, gennaio 2009 2 ID., ibid., pp.19

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Quello che emerge è il cambiamento, non tanto nelle modalità di conservazione, ma nella comunicazione e nella fruizione dei materiali che la biblioteca contiene.

Non è più una questione di possesso di documenti, ma di facilità di accesso e condivisione della conoscenza. Al cambiamento della biblioteca in sè, come struttura e organizzazione, corrisponde la trasformazione del bibliotecario stesso, che non ha più solo il compito di somministrare all’utente delle informazioni, ma anche delle abilità in modo da permettere all’utente di seguire il proprio percorso di ricerca.

Si può quindi affermare con sicurezza che il compito fondamentale della biblioteca è quello di offrire risorse e servizi che soddisfino esigenze, sia individuali, sia collettive, di istruzione, sviluppo personale e informazione.

Sempre secondo l’IFLA “la biblioteca pubblica dovrebbe fornire il materiale nelle forme più appropriate, per sostenere i processi di apprendimento [...] Dovrebbe inoltre aiutare gli utenti ad utilizzare efficacemente queste risorse per l’apprendimento e offrire strutture ed attrezzature per lo studio.”3

Come già affermato in precedenza, la biblioteca, proprio perché pubblica viene definita, deve essere aperta a qualunque membro della società e da ciò consegue che anche i contenuti e i servizi offerti devono rispondere a determinate esigenze, che variano da luogo a luogo.

Da queste considerazioni parte l'analisi del contesto e dell’edificio che verranno affrontate nel primo capitolo. Fondamentale dunque è avere la consapevolezza del territorio e della comunità che la biblioteca si propone di servire, poiché proprio da questi fattori, quali la fascia d'età, il livello di istruzione, la nazionalità, dipende il successo della struttura.

3 Il servizio bibliotecario pubblico: linee guida IFLA/Unesco per lo sviluppo, Roma, Associazione Italiana Biblioteche, 2002, pp.

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Essendo quindi molto legata al territorio, la biblioteca pubblica deve diventare anche un centro di raccolta e diffusione della cultura e della tradizione locale, trasformandosi nella memoria della collettività.

Tutto questo è reso possibile dalla realizzazione di biblioteche che abbiano spazi funzionalmente polivalenti, utilizzabili in maniera differente a seconda della necessità: una mostra, uno spettacolo, un comizio, un concerto. La biblioteca deve quindi diventare luogo di incontro, socialità ed esperienze, anche per sopperire in molti casi alla mancanza di spazi di aggregazione.

Quindi approcciarsi alla progettazione di una biblioteca non significa solo creare degli spazi per la raccolta e l’archiviazione di documenti, ma immaginare un luogo in cui le differenze sociali, culturali e religiose, si annullano; dove si offre l'opportunità di uno sviluppo creativo della persona4; dove non deve esistere alcun tipo di censura

ideologica, religiosa o politica5; dove non esistono muri e il sapere, uno dei beni immateriali più importante della

civiltà umana, è alla portata di tutti.

Tutti questi sono i presupposti su cui si fonda l’analisi funzionale e del benessere che verrà affrontata nel corso del secondo capitolo.

In primo luogo si eseguirà un’analisi delle funzioni che saranno inserite nella nuova biblioteca, definendo le Unità Ambientali, ossia un insieme di attività compatibili funzionalmente e strettamente relazionate tra di loro in rapporto alle modalità di fruizione da parte dell’utenza. 6

A seconda dell’attività svolta si andrà ad evidenziare quali sono i requisiti, sia a livello spaziale, sia a livello ambientale di ogni singola U.A.

4 Manifesto IFLA per la biblioteca multiculturale. La biblioteca multiculturale – Porta di accesso a una società di culture diverse

in dialogo. Disponibile su http://www.ifla.org

5 Ibid.

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Infine sarà valutata la durata di ogni attività, legata alle tipologie di utente, verificandone la compatibilità l’incompatibilità rispetto ad altre attività, andando quindi a definire un layout generale di distribuzione delle diverse funzioni.

Partendo poi dai risultati di queste analisi, si procederà con l’introduzione di un concept di progetto incentrato sul benessere dell’utente, suddiviso in sottocategorie.

Queste valuteranno differenti aspetti: - Ambientale - Storico-culturale - Sociale - Funzionale - Psicologico - Tecnologico

Ognuna di questi ambiti fornirà le linee guida per la progettazione del nuovo e per la riqualificazione dell’esistente, andando a giustificare le scelte progettuali messe in atto.

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2. LO STATO DI FATTO

2.1 IL CONTESTO

Prima di poter affrontare il progetto di riqualificazione ed ampliamento della Biblioteca L. Majno di Gallarate, è necessario affrontare un’analisi del conteso in cui questa è inserita, per meglio comprendere le dinamiche e le motivazioni che porteranno a determinate scelte progettuali.

La città di Gallarate, collocata nella pianura del Basso Varesotto, ad oggi, con i suoi 53 143 abitanti7 è il terzo comune

più popoloso della provincia di Varese.

La sua collocazione, a metà strada tra Varese e Milano, oggi snodo della tratta ferroviaria che dal capoluogo lombardo si divide per raggiungere Varese, Domodossola e Luino, ha reso la città, tra fine 800 e inizi del 900, un centro industriale di grande rilievo.

Nel corso della seconda metà del 900 la città ha perso la sua vocazione industriale, trasformandosi in moderno centro del terziario.

Dall’analisi della cartografia degli ultimi 40 anni, più precisamente identificata con le soglie del 1980, 1994 e 20168

e dalla consultazione congiunta dei dati Istat, relativi all’aumento demografico, è stato possibile dedurre che la popolazione di Gallarate e dei comuni limitrofi ha continuato a crescere in modo costante. Tutto questo ha significato, a livello urbano, un consolidamento del tessuto, che è avvenuto o con la demolizione dell’esistente e il suo rifacimento, in particolare la demolizione di edifici di epoca industriale dismessi ormai da tempo, o con la saturazione della maglia cittadina, ove sussistevano campi agricoli in abbandono o isolati.

7 DATI ISTAT al 31 Dicembre 2016, disponibile su https://www.istat.it 8 La cartografia di riferimento è disponibile su https://geodata.polimi.it

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La biblioteca si colloca a ridosso del limite sud del centro storico, in piazza San Lorenzo, sull’asse viario del Sempione, che collega la città di Gallarate a quella di Busto Arsizio.

Una prima osservazione che è doveroso fare riguarda proprio la collocazione della Biblioteca: lo spazio prospicente l’ingresso, che viene definito “piazza” ha in realtà un uso molto differente. L’intera piazza è un grande svincolo stradale, su cui transita un traffico considerevole, soprattutto nella prima mattina e nel tardo pomeriggio.

Nonostante questa funzione puramente viabilistica, gli edifici che, oltre alla biblioteca, affacciano su di essa hanno una loro qualità architettonica e simbolica.

A ovest si trova l’edificio di più moderna costruzione, intervento progettato dall’architetto Mario Botta, che si inserisce nel contesto riprendendo il tema del mattone faccia a vista.

Di fronte alla biblioteca si trovava un vecchio edificio, definito “palazzina liberty”, che ha subìto un intervento di demolizione e ricostruzione in stile. Data la posizione di questo edificio, all’imbocco della strada che porta verso il centro di Gallarate, nella posizione in cui anticamente si trovava la Porta Milano, questo intervento ha perso l’occasione di enfatizzare l’antico accesso alla città.

Al contrario l’edificio a fianco, intervento contemporaneo, con le sue forme ricercate e l’utilizzo di un rivestimento lapideo di grande impatto tende a sottolineare l’ingresso al centro storico.

Sul lato est invece persiste una cortina edilizia di basso valore storico e architettonico.

Al centro della piazza si trova una grande fontana monumentale, realizzata con la costruzione della rotatoria che ad oggi regola il traffico.

Quello che emerge da subito è la mancanza di uno spazio esterno di pertinenza della biblioteca, aperto alla comunità e lontano dal traffico.

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Cento metri a nord si colloca la stazione ferroviaria della città, che essendo snodo di diramazione della rete, risulta notevolmente trafficata.

Purtroppo quest’area, proprio data la vicinanza alla stazione, e come viene indicato nel PGT comunale, viene considerata a rischio di degrado e con un valore paesaggistico basso, che viene così definito: zona con le caratteristiche di ordinarietà dei quartieri monofunzionali che richiede di essere interconnessa con i servizi alla popolazione9

In direzione sud invece, sempre nel raggio dei duecento metri, si colloca un’istituzione molto importante per la città, il Museo d'Arte Gallarate (MAGA).

Il MAGA, istituito nel 1966 come Civica Galleria d’Arte Moderna di Gallarate, nel 2010 si trasferisce nella nuova

sede, in via De Magri, rinnovando e proponendo una offerta culturale varia e destinata a tutti.10

Inoltre, sempre a ridosso del centro storico della città, si colloca un altro museo, il Museo della Società Gallaratese per gli Studi Patri, unica realtà museale di storia e arte antica della città. A livello scolastico invece, in un raggio di circa 500 metri, si trovano:

 l’Istituto Superiore Giovanni Falcone

 la Scuola Secondaria di primo grado Padre Lega  la Scuola Materna Ponti

 le Scuole Pubbliche Medie Gerolamo Cardano  la Scuola Paritaria Sacro Cuore

 le Scuole Pubbliche Medie Luigi Majno

9 Da https://cartografia.provincia.va.it 10 Da https://www.comune.gallarate.va.it

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26  le Scuole Pubbliche Elementari Dante Alighieri  la Scuola Primaria Edmondo de Amicis

La presenza così numerosa di scuole sul territorio comunale, che raccolgono tutte le fasce d’età fino ai 18 anni, rende la biblioteca un punto di riferimento fondamentale.

Questa si colloca in posizione baricentrica e risulta facilmente raggiungibile a piedi, in tempi molto brevi, da tutti gli istituti sopracitati.

Consultando quindi i dati Istat11 di seguito riportati, si può notare come la popolazione gallaratese, nella fascia

d’età compresa tra gli 0 e i 18 anni, si attesti sulle 9.500 unità, e che quindi rappresenta il 17,9% del totale dei residenti a Gallarate.

Se a questi si vanno a sommare gli studenti che provengono dai comuni più piccoli adiacenti, si comprende come

la biblioteca debba necessariamente offrire un servizio capace di soddisfare le esigenze dei più giovani. La vicinanza dell’Istituto Superiore Giovanni Falcone, istituto alberghiero, attira a sè studenti da tutta la provincia,

che arrivando a Gallarate con il treno, sono costretti a passare di fronte alla biblioteca, che potrebbe divenire una tappa abituale.

Tuttavia l’offerta della biblioteca pubblica deve aspirare a servire tutti i cittadini e i gruppi sociali12.

Perciò continuando nell’analisi della composizione demografica della popolazione è emerso un altro dato molto importante, che avrà riscontro nella progettazione.

11 Da https://www.istat.it

12 Il servizio bibliotecario pubblico: linee guida IFLA/Unesco per lo sviluppo, Roma, Associazione Italiana Biblioteche, 2002, pp.

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Sempre secondo i dati Istat13, aggiornati a dicembre 2017, nella città di Gallarate risiedono 8244 stranieri, che

rappresentano il 15,5 % della popolazione residente.

Questo dato confrontato con quelli di alcune città limitrofe mette in evidenza una situazione particolare: a Busto Arsizio i residenti stranieri sono il 9% della popolazione, a Somma Lombardo il 10,8%, a Cassano Magnago il 6,4% e a Fagnano Olona il 6,2%. Gallarate ha la più alta concentrazione di stranieri e questo dato viene riconfermato se

si prendono in considerazione sia il dato medio provinciale, 8,4%, sia quello regionale, l’11,5%. A Gallarate le comunità più popolose sono quelle provenienti dal Pakistan (13,6%), dall’Albania (13,5%) e dal

Bangladesh (9,4%).

Di tutti i residenti stranieri, circa 2200, ossia il 26,6%, sono compresi tra gli 0 e i 18 anni di età.

Si evince dunque che la biblioteca, in quanto centro di diffusione della cultura, debba necessariamente offrire la possibilità ad una fetta così ampia della popolazione di usufruire dei suoi servizi.

Tutto questo per rispondere sempre al requisito per cui deve appoggiare attivamente i programmi di alfabetizzazione, e in questo caso, di insegnamento e diffusione della lingua italiana.

Anche perché questa è la chiave di accesso all’istruzione, alla conoscenza e all’uso delle biblioteche e dei servizi di informazione14, nonché mezzo imprescindibile per l’integrazione.

13 Da https://www.tuttitalia.it/lombardia/30-gallarate/statistiche/cittadini-stranieri-2017/

14 Il servizio bibliotecario pubblico: linee guida IFLA/Unesco per lo sviluppo, Roma, Associazione Italiana Biblioteche, 2002, pp.

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2.2 L’EDIFICIO ESISTENTE

2.2.1 CENNI STORICI

L'edificio, che oggi ospita la biblioteca Luigi Majno, nasce nel 1929 su progetto di Paolo Mezzanotte, per volere dell'allora podestà di Gallarate, Carlo Gnocchi.

All’epoca, Mezzanotte era architetto operante da anni in Milano, che pochi anni più tardi concepirà uno dei progetti più importanti della sua carriera, la sede della Borsa di Milano, oggi nota come Palazzo Mezzanotte.

Laureatosi nell’allora Istituto Tecnico Superiore di Ingegneria, oggi Politecnico di Milano, nel 1900, divenne esponente prima della corrente liberty e in seguito di quella neoclassica, di cui la biblioteca di Gallarate ne è un esempio.

Nata come casa dei Balilla15 in p.za San Lorenzo, trova collocazione allo sbocco della strada provinciale per Milano,

il Sempione.

Nel passato è stata la sede dei gruppi Balilla, delle Avanguardie e delle Piccole Italiane di Gallarate.

Questo edificio si inserisce in un clima di rinnovamento urbano che interessa la città dopo il 1926, che sembra essere mosso da un desiderio di riscossa dopo lo smacco dell’istituzione della provincia di Varese16, che andava ad

intaccare il ruolo territoriale della città.

Il Podestà, Carlo Gnocchi, individua quindi l’area per lui più adatta ad accogliere un edificio con un così alto valore simbolico e morale, p.zza San Lorenzo, che all’epoca stava subendo grandi trasformazioni, con la demolizione della

15 Casa dei Balilla di Gallarate, in “Rassegna di Architettura”, 11 (1930), pp. 401-406

16Matteo Scaltritti, La Casa dei Balilla di Gallarate, un edificio di Paolo Mezzanotte, in “Rassegna Gallaratese di storia e d’arte,

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Figura 2: Vista della caserma di cavalleria all’imbocco di Viale Milano

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35 caserma di cavalleria e dei resti dell’antica chiesa di San Lorenzo.

Mediante la consultazione dell’archivio storico del comune di Gallarate, conservato nell’archivio di stato di Varese, è possibile ricostruire l’iter che ha portato alla realizzazione di questo edificio.

Si apprende dunque che in un primo momento la Casa dei Balilla doveva essere collocata tra la via Palestro e la via Seprio, e doveva far parte di un ampio complesso sportivo con campi da calcio e spazi per il gioco del tennis e delle bocce, bagni pubblici, una piscina e un orto sperimentale.17

Insieme a questo edificio sarebbero dovuti sorgere altri due complessi, di natura scolastica, in zone altrettanto importanti della città: l’asilo del capoluogo e l’edificio scolastico di Crenna, entrambi progettati da architetti di fama nazionale. Tuttavia solo la Casa dei Balilla sarà portata a termine.

Nella relazione di progetto, redatta da Paolo Mezzanotte, si comprende come “la Casa dei Balilla è destinata a compiere architettonicamente il piazzale della Piazza di San Lorenzo” e come, scrive lo stesso podestà C. Gnocchi nella delibera, risponda “esattamente oltre che alle esigenze artistiche richieste dalla natura dell’opera e dall’ubicazione centralissima della piazza San Lorenzo sulla quale deve sorgere il fabbricato anche a quelle educative e sportive dell’Istituzione […]”18

Al piano interrato trovavano posto una palestra, locali per bagni e docce, spogliatoi e locali sanitari.

La peculiarità di questo edificio è sicuramente la scarsa importanza che viene data alle funzioni ginniche, infatti al piano terreno, che risulta rialzato di 1.85 metri dal livello stradale, e quindi è accessibile mediante una scalinata di

17 Ibid., tratto da G. Mezzanotte, Proposte negli anni venti per un’architettura fascista: il primo Centro Federale di Milano: la

sede di un Gruppo Rionale; una Casa per Balilla, in “Arte Lombarda”, 2015 n° 35

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grande monumentalità, erano collocate una sala da spettacolo con tribuna, una galleria ad uso spogliatoio, una biblioteca e una sala di riunione per gli sport con tennis da tavolo.

Lo spazio principale è quindi lasciato alla sala da teatro, nonostante proprio nel 1928 venga pubblicato il fondamentale manuale di riferimento per la progettazione di questo genere di edifici di E. Del Debbio, dove non si fa menzione di alcuno spazio destinato a cinema o a spettacoli.19

Al piano superiore erano collocate una sala da biliardo e gli alloggi del custode.

Dalle foto storiche di T. Giovara20 si può avere una visione dell’edificio com’era appena realizzato e ciò permette di

fare un immediato confronto con lo stato attuale.

Architettonicamente il fronte verso la piazza si presenta con un portale d'ingresso, preceduto da due colonne in travertino toscano, che era all'epoca incorniciato da due fasci di pietra, poi rimossi.

Il complesso presenta un preciso stilema architettonico, che perfettamente aderisce ai dettami del regime fascista, riprendendo elementi della classicità: le colonne di ordine gigante, il timpano spezzato sopra l’ingresso, la scalinata d’accesso, che di fatto pone l’edificio su di un podio, e i grandi portici curvilinei laterali.

Matericamente i fronti sono realizzati in mattoni faccia a vista, con l’inserimento di alcuni elementi in travertino, che, data la chiara colorazione, spiccano notevolmente sul mattone scuro.

Altri inserti, quali i davanzali delle finestre del primo piano invece sono realizzati in cemento.

La partizione della facciata su piazza San Leonardo culmina con il volume dell’ingresso, che in origine era sovrastato da un coronamento, poi probabilmente rimosso poiché recante uno slogan del regime.

19 Ibid.

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L’utilizzo del mattone a vista, nella volontà del progettista, doveva rendere l’edificio meno austero e comporre il disegno di facciata mediante dei semplici giochi di luce e ombra.

Planimetricamente l’edificio è a forma di T e le due estremità concludono con due porticati semicircolari.

All'epoca della sua realizzazione, come possono testimoniare sia i disegni, sia le foto, l'edificio era circondato da una recinzione, dall'aspetto molto militare e propagandistico.

Questa recinzione venne rimossa negli anni immediatamente successivi alla sua costruzione ed in parte riutilizzata in via Poma come recinzione per un parco pubblico.

Delle sistemazioni esterne non viene data una definizione precisa. Si fa menzione in un documento della metà di ottobre del 192921 di una fontana a pile di marmo, di cui si è però persa traccia e memoria.

Ad oggi l'edificio affaccia direttamente sulla piazza, che nel corso del tempo si è trasformata in uno svincolo stradale molto trafficato. Le pertinenze esterne della biblioteca sono cambiate, tant'è che non esiste più nessuna recinzione sul fronte strada e quindi è possibile accedere direttamente dal marciapiede.

La parte retrostante è rimasta di proprietà comunale e ad oggi è occupata da un piccolo giardino incolto e da un campo da tennis in stato d'abbandono.

Dalle foto d’epoca, e soprattutto dalle cartoline, è possibile constatare come l’unico edificio che si è conservato integro su tutta la piazza sia la ex Casa del Balilla.

21Matteo Scaltritti, La Casa dei Balilla di Gallarate, un edificio di Paolo Mezzanotte, in “Rassegna Gallaratese di storia e d’arte,

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Figura 3: Veduta di Piazza San Lorenzo da Viale Milano. Si nota sulla sinistra in primo piano l’edificio di Mezzanotte. La “palazzina liberty” di fronte alla biblioteca ha subito negli anni recenti un intervento di recupero che ne ha notevolmente modificato l’aspetto. Gli edifici sulla destra in primo ed in secondo piano non sono più esistenti.

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Figura 4: Vista di Piazza San Lorenzo, in cui si scorge dietro le alberature la palazzina liberty e, sullo sfondo, gli edifici che interessavano la piazza prima dell’intervento di Mario Botta

Figura 5: Vista di Piazza San Lorenzo dal punto di vista opposto a quello della Figura 4

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2.2.2 LE FUNZIONI ODIERNE

L'accesso avviene, come in passato, dal fronte strada, salendo la scalinata. Per coloro che hanno difficoltà motorie invece l'accesso avviene dal retro, mediante una rampa.

Internamente l'edificio ha cambiato completamente le sue funzioni originarie.

Al piano interrato sono stati collocati i magazzini e il locale con gli scaffali compactus, per la conservazione dei libri. Al pian terreno, una volta entrati, quella che negli anni trenta era la sala da spettacolo si è trasformata nella zona reference della biblioteca, con gli espositori delle novità, il bancone per chiedere informazioni, delle scrivanie di utilizzo degli impiegati e alcune sedute ad uso dei visitatori.

Percorrendo il corridoio verso destra, si supera la rampa di scale che porta agli altri due piani, e si raggiunge lo spazio dedicato ai ragazzi.

Dalla parte opposta dell'edificio invece si trova l'emeroteca, con alcuni espositori nella galleria e dei tavoli per la consultazione all'interno di questa seconda sala.

Salendo le scale si giunge alla tribuna che si apre sullo spazio a doppia altezza dell'ingresso.

Raggiunto il primo piano, dirigendosi a sinistra, si entra nello spazio fumetto, che occupa una sala grande quanto quella al piano terreno per i ragazzi. Dalla parte opposta trovano collocazione gli uffici del personale.

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2.2.3 L’ANALISI DELL’EDIFICIO

Il sopralluogo è risultato fondamentale per comprendere a pieno ciò che è emerso nelle fasi precedenti di analisi. Inoltre ha permesso di venire a contatto diretto con coloro che operano nella biblioteca e di comprendere quali sono le esigenze che il futuro ampliamento dovrà necessariamente soddisfare.

Il primo step di analisi si è svolto sulla percezione che il visitatore ha giungendo dalle diverse direttrici che si diramano da P.za San Lorenzo.

Arrivando dall’asse del Sempione e quindi entrando nella città di Gallarate, l’edificio mostra ai viaggiatori il retro e dunque la sua funzione rimane nascosta fino a quando non ci si porta di fronte allo stesso. Diversa è invece la percezione per coloro che si muovono dalla stazione del treno: la biblioteca si palesa man mano che si segue il percorso della strada. All’imbocco della piazza dunque risulta pienamente visibile e emerge rispetto al contesto per le sue caratteristiche architettoniche notevolmente differenti rispetto all’intorno. Tuttavia anche per chi arriva con il treno, non risulta chiara la funzione che è ospitata nell’edificio.

Molto simile la situazione è per coloro che giungono dal centro. La differenza fondamentale è l’effetto sorpresa. Infatti essendo via Cavour in asse con Viale Milano, l’edificio della biblioteca compare improvvisamente solo una volta usciti dal centro storico di Gallarate.

Provenendo da via Cantoni l’edificio risulta nascosto alla vista dal recente intervento dell’architetto Mario Botta, tuttavia la sua funzione risulta evidente non appena si giunge nella piazza, in quando la scritta posta sopra l’ingresso risulta visibile.

Infine, da via Matteotti, si presenta lo stesso problema che si riscontra sull’asse del Sempione: l’edificio mostra il fianco e parte del retro abbandonato.

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Lo spazio prospicente l’edificio è pavimentato in asfalto, non in ottime condizioni e non offre la possibilità di sostare in alcun modo, tranne che rimanendo in piedi, o sedendosi sulla scalinata d’accesso alla biblioteca.

Nota positiva è invece la presenza di due stalli per il deposito delle biciclette di recente installazione.

Le percezioni globali che si hanno dell’edificio sono quelle “dell’inaccessibilità”, dovuta al grande portone di legno dell’ingresso, che rimane sempre chiuso, e all’alta scalinata, e dello smarrimento, poiché non si hanno chiari segnali sulla funzione dell’edificio e il contesto urbano in cui si trova inserito non sembra considerare la biblioteca come polo attrattivo della piazza.

Una volta superato il grande portone di legno, ci si trova in un atrio sul quale si apre l’ingresso con il desk d’accoglienza della biblioteca.

La sala per gli spettacoli, che è anche lo spazio più ampio e caratteristico dell’intero edificio, ospita al suo interno una grande quantità di funzioni.

In un primo momento il visitatore ha difficoltà a comprendere quello che si trova davanti, poiché non esiste una segnaletica e l’impressione che suscita un tale ambiente è quella di confusione e caos.

Il bancone d’accoglienza, che è il biglietto da visita della biblioteca stessa e che dovrebbe essere un punto di riferimento per chiunque entri per la prima volta nell’edificio, trasmette appieno queste sensazioni.

La sensazione di confusione è data anche dalla quantità e diversità di complementi d’arredo, non sempre adatti ad una biblioteca, che si affastellano uno di seguito all’altro, rendendo complesso anche il semplice muoversi.

A creare un ulteriore disturbo in questo ambiente è la presenza di uffici open space che occupano un terzo della sala.

Sulla destra invece si trovano gli espositori delle novità editoriali.

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Uscendo da questo ambiente, alquanto indefinito, poiché ospita tante funzioni senza una precisa suddivisione l’una dall’altra, ci si dirige verso lo spazio dedicato ai ragazzi. Percorrendo la galleria, lungo la quale si trovano i primi scaffali con i libri consultabili direttamente, si giunge ad una sala in cui sono collocate delle grandi librerie mobili. Ciò che colpisce il visitatore è la presenza di grandi finestre, che permettono all’ambiente di essere notevolmente illuminato dalla luce naturale, ma che ne compromettono l’arredabilità.

Inoltre, data l’esposizione ad ovest, in estate, come è stato sottolineato sia dagli utenti, sia dagli operatori, la sala riceve un’eccessiva insolazione, con un conseguente aumento delle temperature all’interno.

Qui si è appreso che tale ambiente è usato non solo come zona per i libri a scaffale aperto dedicati ai più giovani, ma che viene utilizzato anche per corsi di lettura per le neo mamme e laboratori per i più piccoli. La scelta delle librerie mobili è quindi dovuta ad una necessità di flessibilità dell’ambiente, per mancanza di uno spazio dedicato esclusivamente ai laboratori.

Spostandosi verso l’altra ala della biblioteca si entra nella parte dedicata agli adulti e quella che sembrava essere esclusivamente l’emeroteca risulta invece avere due funzioni: quella di emeroteca, con gli espositori a piatto posti sia nella galleria, sia nella sala, e quella di libro a scaffale aperto per gli adulti.

Passando al piano primo si arriva alla tribuna che affaccia sull’ingresso. Quest’area è utilizzata come zona studio dai ragazzi ed è attrezzata con alcuni tavoli con integrate delle prese di corrente.

Sopra lo spazio dedicato ai più giovani, trova collocamento lo Spazio Fumetto, che, a quanto riportano gli operatori della biblioteca, non viene molto utilizzato.

Dalla parte opposta invece si trovano gli uffici del personale.

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Ritornando al piano terreno, si è potuto comprendere meglio il problema dell’accesso per i disabili, che, visto la gradinata che si trova all’ingresso principale, devono utilizzare un ingresso secondario.

Tutto ciò comporta una discriminazione che viene perpetrata non solo verso i diversamente abili, ma anche verso gli anziani e coloro che hanno difficoltà motorie.

Infatti, per raggiungere la quota di +1,85 m, il disabile è costretto in primis a suonare un campanello, poiché l’accesso non è libero ma chiuso da un cancelletto, e in secondo luogo a percorrere una lunga rampa in mezzo ad un giardino, per lo più abbandonato all’incuria. In questo modo accede alla biblioteca arrivando a trovarsi all’interno della sala degli spettacoli, senza la presenza di un filtro e tantomeno di un desk d’accoglienza adeguato.

Funzionalmente la biblioteca risulta male organizzate e questo è emerso non solo dall’impressione che è stata frutto del sopralluogo, ma anche dal dialogo con gli operatori bibliotecari, che lamentano molte criticità spaziali e di comfort dell’edificio.

Passando ad un’analisi volta più ai materiali e al loro stato di conservazione, ci si è concentrati in primis sulle facciate esterne.

Queste non mostrano gravi segni di degrado e il rivestimento in mattoni faccia a vista risulta essere in buone condizioni, tranne per alcune scritte e la presenza di consistenti depositi superficiali.

Per quanto riguarda le parti decorative in travertino risulta evidente la proliferazione di organismi vegetali, che creano la tipica patina verdastra, che va ad intaccare la colorazione molto chiara della pietra.

Ben diversa invece è la condizione degli infissi, che dall’esterno risultano molto ammalorati, non solo nei telai, ma anche nelle parti vetrate.

Infine le ringhiere in metallo, che peraltro sono oggetti disegnati dallo stesso Mezzanotte e hanno un importante valore nel disegno della facciata, risultano in alcuni punti ammalorate, con evidenti segni di ruggine.

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Per quanto riguarda invece la condizione degli interni, il più grave problema che si è riscontrato è lo stato di degrado che affligge gli infissi, a tutti i piani.

Risultano molto danneggiati nel telaio, in molte parti gravemente ammalorato, a tal punto che si è verificato il distacco di alcune componenti.

Inoltre risulta molto difficile l’apertura e la chiusura degli stessi, che di conseguenza è causa di rumore e fastidio per gli utenti della biblioteca.

Nella sala a doppia altezza sono visibili sul soffitto evidenti segni di termoforesi, dovuti alla mancanza di isolamento termico nel sottotetto, e segni di infiltrazione sulle pareti laterali, dovute al deterioramento del manto di coppi in copertura.

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2.3 ESIGENZE E OBIETTIVI DEL PROGETTO

2.3.1 DEFINIZIONE DELLE ESIGENZE

L' evoluzione della società avvenuta negli ultimi anni, a ritmi sempre più veloci e incessanti, ha stimolato una generale ridiscussione sul ruolo e sui contenuti dei servizi offerti dalle biblioteche.

In particolar modo ci si è focalizzati sugli obiettivi e i contenuti della biblioteca pubblica, fornendole una nuova connotazione di centro d'informazioni e di documentazione, consolidando il ruolo primario della pubblica lettura. A tutte le attività "estensive", come mostre, dibattiti e manifestazioni, si attribuiscono caratteristiche promozionali nei confronti dell'attività principale, senza prevaricarla ed evitando dunque di scadere, come avvenuto con il rinnovamento tentato negli anni '70, in attività non programmate e caratterizzate da una concezione troppo generica di "centro culturale".22

Inoltre il recente dibattito maturato su questo tema ha portato l'attenzione delle amministrazioni comunali e provinciali sulle peculiarità e diversità delle realtà territoriali che, perciò, richiedono degli interventi differenziati coerenti alla particolarità dei bisogni del contesto in cui si interviene.

Differenti sono le risposte che vengono fornite al bisogno di cultura: centri civici polivalenti, centri culturali polivalenti, biblioteche con una vasta gamma di soluzioni, che si collocano tra la biblioteca "vecchia maniera" per la conservazione e divulgazione del libro, e biblioteca "nuova", come centro di attività culturali e centro di informazione e documentazione.23

22 Paola Vidulli, Progettare la biblioteca, in Abitare la biblioteca. Arredo e organizzazione degli spazi nella biblioteca pubblica,

a cura di Massimo Accarisi e Massimo Belotti, Edizioni Oberon, marzo 1984

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La biblioteca di Gallarate, per come è oggi organizzata e strutturata si trova a metà strada tra la biblioteca vecchio stile e quella più contemporanea, dove la scarsità di spazio e l'inadeguatezza dell'edificio vanno contro l'obiettivo di una ottimizzazione delle risorse e della gestione.

Di fondamentale importanza risulta quindi essere, in fase di progettazione, la collaborazione tra l'architetto e il bibliotecario, non solo per determinare il livello di prestazioni degli spazi per lo svolgimento delle funzioni tradizionali della biblioteca, ma per definire, fin dal principio, quali funzioni vengono svolte e in quale rapporto tra di esse.

Perciò, perché le risposte siano precise e coerenti, è necessario che il quadro delle esigenze sia chiaramente esplicitato.

Altro problema è anche quello di saper prevedere, nel breve-medio periodo, le possibili trasformazioni delle esigenze, non solo in termini quantitativi di ampliamento della domanda, ma anche di possibili modifiche e variazioni interne all'utenza prefigurata, che possono riguardare sia la composizione socio-culturale, sia l'età.24

Quindi la "biblioteca desiderata", come scrive Luigi Crocetti, non sarà "soltanto quella in cui addetti e utenti si muovono a loro agio, quella confortevole e luminosa (…)" ma quella le cui strutture "si inseriscono adeguatamente e inconfondibilmente nella particolare atmosfera culturale della comunità alla quale si rivolge".25

24 Nolan Lushington, Willis N. Mills Jr, Libraries designed for users, Hamden, Connecticut, Library Professional Pubblications,

1980

25 Luigi Crocetti, La biblioteca desiderata, in Abitare la biblioteca.Arredo e organizzazione degli spazi nella biblioteca pubblica,

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Nella fase iniziale di progettazione ci si è dunque avvalsi di quanto emerso durante il colloquio con la committenza e di un documento biblioteconomico26, preparato negli anni passati dalla biblioteca, che si ispira alle cinque leggi

della biblioteconomia27, nel quale vengono indicate le funzioni e le modalità di intervento sull’edificio.

Il progetto affronta dunque il tema della riqualificazione finalizzata all’ottenimento di una struttura che risponda ai più moderni standard di servizio, riferendosi a quelle che sono le indicazioni degli standard regionali.

26 Il documento biblioteconomico ha lo scopo di evidenziare quali sono le risposte a determinate esigenze espresse dagli

utenti di una biblioteca. Si possono sostanzialmente riassumere in tre funzioni biblioteconomiche: di lettura, di studio e di ricerca. Negli ambiti di queste tre attività vanno inseriti e armonizzati tutti i vari servizi che vengono offerti da una biblioteca. A seconda del prevalere di una delle funzioni sulle altre, si vengono a creare delle biblioteche specializzate in un preciso ambito, pur mantenendo la loro funzione di biblioteca pubblica.

27 Si riportano di seguito le 5 leggi della biblioteconomia di S.R. Ranganathan per meglio comprendere gli obiettivi a cui il

documento e di conseguenza il progetto vogliono tendere. PRIMA LEGGE

I libri sono per l’uso. Devono essere usati per il pensiero in essi contenuto […] Una biblioteca è resa grande non dal numero dei suoi libri ma dal loro uso. Pochi libri tenuti continuamente in uso effettivo formano una biblioteca più grande che migliaia di libri tenuti ben chiusi negli armadi di un edificio monumentale.

SECONDA LEGGE

I libri sono per tutti. A ogni lettore il suo libro. […] TERZA LEGGE

A ogni libro il suo lettore. […] QUARTA LEGGE

Risparmia il tempo del lettore. Risparmia i tempi del lettore. […] La sete mentale per l’informazione non è inesorabile nella maggior parte della gente. […] I tempi della lettura sono spesso di breve durata. Possono essere sfruttati solo in quello specifico momento.

QUINTA LEGGE

La biblioteca è un organismo in crescita. […]

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Attualmente in regione Lombardia lo standard, che fa riferimento a quanto elaborato dall’AIB a livello nazionale28,

per il dimensionamento di una biblioteca prevede tra gli 0,5 e gli 0,7 mq per ogni dieci abitanti.

Da questo è possibile dedurre la condizione critica della biblioteca di Gallarate: avendo una popolazione di 53.14529

abitanti, sarebbero necessari tra i 2657 mq e 3720 mq, a fronte di una superficie esistente di circa 1000 mq. Quindi, nella realtà dei fatti, la biblioteca di Gallarate oggi è in grado di fornire un servizio solo ad una fetta di popolazione, pari a circa 14.280 abitanti.

Non è rispettato nemmeno lo standard minimo per i servizi di base, che si attesta sugli 0,3 mq ogni dieci abitanti: la biblioteca arriva alla quota di 0,18 mq ogni dieci abitanti.

A fronte di tutto ciò l’esigenza fondamentale a cui il progetto deve dare risposta è quella di spazio, mediante la progettazione dell’ampliamento e della riorganizzazione dello spazio esistente nell’edificio storico.

Il progetto deve rispondere inoltre ad un preciso modello di organizzazione, basato sulla suddivisione della biblioteca in tre livelli differenti, che aiutino il pubblico a scoprire la biblioteca stessa e i servizi che essa può offrire. Questo modello fa riferimento al prototipo della dreigeteilte Bibliothek, nata a Munster nei primi anni settanta, ad opera di Heinz Emunds30, che si diffonderà molto velocemente nella ex-Repubblica Federale Tedesca e nel 1979, a

Gutersloh sarà realizzata la biblioteca “a tre livelli”, che diventerà l’emblema di questo modello.31

Perciò è possibile definire i tre “anelli” che comporranno la biblioteca:

28 Da http://www.librari.beniculturali.it/ReportBibliotecheAnno2014 29 Il dato fa riferimento alla popolazione censita al 31 dicembre 2016

30 Marco Muscogiuri, Biblioteche.Architettura e progetto. Scenari e strategie di progettazione, Maggioli Editore, gennaio

2009, pp. 59

31 Ute Klaassen, La Biblioteca a tre livelli: un nuovo approccio per l’utenza, in La biblioteca efficace. Tendenze e ipotesi di

sviluppo della biblioteca pubblica negli anni 90, a cura di Massimo Cecconi, Giuseppe Manzoni, Dario Salvetti, Milano: Bibliografica, 1992, pp. 69-75

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 Primo anello: risponde alle esigenze di informazioni generali e specifiche della Comunità  Secondo anello: risponde alle esigenze di lettura e di informazione basiche

 Terzo anello: risponde alle esigenze di informazione e lettura di livello medio alto

Per quanto riguarda il primo anello, ossia quella parte a diretto contatto con la città, le sue funzioni non si devono limitare all’accoglienza e all’indirizzamento verso gli altri comparti della biblioteca, ma devono promuovere le attività della Comunità e del territorio.

In questo settore sarà quindi inserita la sezione sui giornali nazionali e locali e diventerà la vetrina dell’attività del comune e della vita sociale e politica della città.

A questo può essere integrato anche un servizio di ristorazione, come una caffetteria, che dovrà ovviamente seguire gli orari di apertura della biblioteca stessa.

Nel secondo anello invece si dovrà rispondere alle esigenze di lettura di base, offrendo narrativa di consumo, manualistica, i saggi del momento, fumetti, dvd, cd.

Sarà inoltre collocata in quest’area la sezione dedicata agli utenti più giovani, tra gli 0 e i 18 anni, suddivisa per fasce d’età.

Infine il terzo livello è quello dedicato più allo studio individuale o collettivo e alla conservazione del patrimonio librario della biblioteca di Gallarate, che vanta una grande quantità di documenti datati tra il XVI secolo e il 1950. In base a questa suddivisione è stato possibile definire quali funzioni verranno inserite ex novo o modificate con il progetto di ampliamento e recupero.

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65 2.3.1.1 LO SPAZIO D’INGRESSO

L’ingresso è l’elemento fondamentale per il funzionamento della biblioteca, in quanto garantisce la visibilità dell’istituzione e l’accessibilità a tutti gli utenti.

Dovrebbe essere collocato in modo da permettere l’accesso a tutte le funzioni, essere facilmente riconoscibile e permettere il controllo di ingressi ed uscite.

Nella biblioteca statale e universitaria di Gottingen, dello studio Eckard Gerber und Partner, un elemento circolare costituisce un'introduzione alla zona destinata all'utenza, mediante un vasto ingresso che abbraccia tutti e quattro i piani. Qui le funzioni dell'edificio si aprono al visitatore, che da questo punto può accedere alle varie sezioni della biblioteca.32

L'ingresso è un luogo riconoscibile anche dall'esterno, in quanto la forma circolare, che ricorda quella di una torre, emerge dal resto del complesso calamitando l'attenzione dell'utente.

Nel caso invece della Biblioteca universitaria e auditorium a Mannheim33, di Gottfried Bohm, l'ingresso si

mostra nella facciata austera dell'edificio con una grande vetrata che denuncia apertamente l'accesso. La biblioteca, che si imposta su uno schema molto rigido a tre navate, utilizza la navata centrale come spazio di accesso e anche come luogo di lettura e consultazione dei libri.

Su questa si affacciano poi le due navate laterali, utilizzate come “serbatoi” di libri e che ospitano altri posti a sedere.

32 J. Myerson, New Public Architetcure, L. KIng, London 1996, in Biblioteche, architettura, città, di Giorgio Fiorese, Politecnico

di Milano, Facoltà di Ingegneria, Lecco, Dipartimento di Progettazione dell'Architettura, 1999

33 Da Redazionale, in "a + u. Architetcure and urbanisme", settembre 1990, in Biblioteche, architettura, città, di Giorgio

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Nel progetto, non realizzato, di Giorgio Grassi per la biblioteca universitaria di Bovisa, in Milano, l'edificio si sviluppa attorno ad un atrio a tutta altezza, letteralmente tappezzato di libri34 sul quale si affacciano i vari

livelli dell'edificio.

L'ingresso è quindi il luogo a cui si demanda il compito di attrarre il visitatore e di accoglierlo, è il luogo della collettività, dell'apertura verso la città.

Nelle biblioteche progettate da Alvar Aalto si trovano sempre spazi destinati alla collettività, come l'ingresso, che si aprono verso l'esterno e il paesaggio, creando uno spazio continuo tra interno ed esterno. Questi spazi sono dotati di una familiarità quasi domestica, che invita ad una frequentazione colloquiale e quotidiana. Sono spazi user friendly e informali, che sono lungi dal suscitare nell'utente quella sensazione di annullamento della sua identità come nelle grandi biblioteche del secolo scorso.35

Come viene scritto in "Planning the Modern Public Library Building", le prime impressioni di una biblioteca sono importanti. Le percezioni iniziali degli utenti sono spesso formate da come appare loro lo spazio"36.

Parlando di impressioni si fa naturalmente riferimento all'aspetto della biblioteca, non intesa però con valenza estetica. In questo caso per aspetto si intende la capacità dell'edificio di rendere comprensibile la sua funzione.

Questa non può essere demandata ad elementi secondari, ma l'ingresso stesso deve evidenziarla.

Questo ambiente svolge anche la funzione di filtro tra il rumore e la frenesia dell'esterno ed un ambiente più tranquillo e riparato all'interno della biblioteca.

34 Giorgio Grassi, Relazione di progetto. Biblioteca del nuovo Politecnico, Bovisa, Milano, 1990

35 Gioconda Cafiero, La biblioteca, uno spazio generato da un arredo, Edizioni Scientifiche Italiane, 2012, pp.45-47

36 James J. Flott e Merri A. Hartse, Landscape design, establishment, and maintenance, in Planning the Modern Public Library

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Essendo questo il luogo demandato all'entrare e all'uscire sarà anche necessario, onde evitare furti, il posizionamento di un sistema antitaccheggio e alcuni armadi con chiavi individuali per il deposito di borse ed effetti personali.

Infine, poiché il bancone con il servizio di informazione si trova solitamente nell'atrio e prevede la permanenza del personale, tale spazio sarà dotato di una bussola d'ingresso.

Tale filtro ha il preciso scopo di mantenere costante la temperatura nella zona d'ingresso, evitando che il continuo aprirsi e chiudersi delle porte possa causare, in estate, un aumento di temperatura e, in inverno, un abbassamento della stessa, causando un calo del grado di comfort dell'ambiente.

2.3.1.2 SERVIZIO DI INFORMAZIONE

È il fulcro della biblioteca, viene collocato in una posizione privilegiata, in quanto è l’area in cui l’utente entra in contatto con gli operatori e i primi servizi che la biblioteca può offrire.

Questo spazio viene solitamente segnalato con la presenza di un elemento d'arredo, il bancone, che diviene il simbolo dell'accessibilità della biblioteca stessa. Attorno a questo servizio di informazione prende vita e senso l'intero servizio bibliotecario. Ciò non soltanto perché si trova in posizione baricentrica fra le diverse aree di fruizione dei supporti informativi, quanto perché è il motore che deve governare la quasi totalità dei rapporti che interconnettono l'utenza al servizio.37

37 GianMaria Labaa, Osservazioni ed esperienze attorno al costruito della biblioteca, in Uno spazio per la biblioteca, di Sergio

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Per le necessità informative più semplici viene qui illustrato al lettore il patrimonio della biblioteca, l’uso del catalogo online e dei repertori disponibili. Lo studente di scuola media inferiore o superiore, ad esempio, che debba approfondire un argomento specifico, sarà indirizzato verso la consultazione di un’enciclopedia, oppure se il grado di approfondimento lo richiede, gli possono venire indicati dei libri specifici che la biblioteca possiede sull’argomento.

Il servizio di reference deve quindi mettersi in condizione di poter consultare anche i cataloghi elettronici di pubblico accesso di biblioteche singole o organizzate in consorzi, e le banche dati specializzate.

Il servizio di informazione però non dovrebbe riguardare soltanto la biblioteca, ma dovrebbe essere aperto al territorio e alla vita della comunità, esponendo in apposite bacheche notizie ed eventi del luogo. Nella biblioteca di Onore, piccolissimo comune di montagna di soli 718 abitanti in provincia di Bergamo, una volta superata la porta d'ingresso ci si trova in una zona filtro che è deputata al servizio di informazione sulla comunità montana e le attività in paese.

Anche la biblioteca di Seriate, aperta nel 1988 in una villa storica completamente recuperata, mostra nel suo ingesso delle bacheche dove settimanalmente vengono esposti avvisi e annunci del comune.

Quello che emerge da quanto riportato finora è la necessità di uno spazio in cui avvengono varie attività simultaneamente, che necessitano di attrezzature specifiche per ognuna, che devono essere a disposizione di molti utenti e facilmente utilizzabili dagli stessi operatori.

Perciò la biblioteca di Gallarate, nel suo spazio informazione, dovrà essere fornita di almeno 8 postazioni per la consultazione degli schedari online ed ospitare degli espositori per le novità, che dovrebbero essere facilmente spostabili e non contenere più di 20 volumi per metro lineare, in modo da non rendere complicato il rinnovo dei libri esposti.

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Inoltre, sarà necessario disporre anche dello spazio necessario per esporre delle bacheche in modo da tenere sempre aggiornati ed informati i cittadini sugli eventi e le novità in città.

2.3.1.3 LA SEZIONE RAGAZZI

Essendo una componente importante della popolazione gallaratese e considerato che a livello nazionale l’85% delle biblioteche presenta uno spazio dedicato ai ragazzi38, anche la biblioteca di Gallare deve dotarsi

di uno spazio adeguato e suddiviso per fasce d’età.

La prima fascia è dedicata ai bambini da 0 a 5 anni, che quindi avrà esigenze specifiche non solo per quanto riguarda i libri, ma anche per quanto concerne l’arredo.

La seconda fascia per i ragazzi dai 6 ai 12 anni e infine una terza sezione dedicata ai ragazzi tra i 13 ai 18 anni.

L'organizzazione di questa sezione dovrà essere funzionale soprattutto al lavoro e ad un uso partecipativo e condiviso dei materiali. I ragazzi infatti sono portati più alla frequentazione della biblioteca con amici e ad aggregarsi alle attività di gruppo di coetanei, a differenza dell'adulto. 39

38 Da http://www.librari.beniculturali.it/ReportBibliotecheAnno2014, pp.11

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Inoltre spesso la biblioteca, considerando nel caso specifico di Gallarate la vicinanza degli istituti scolastici, accoglie le classi di scuola sia come visite guidate dal bibliotecario, sia come gruppi di lavoro che gli insegnanti organizzano come prosecuzione ed allargamento del lavoro scolastico.

Questa sezione della biblioteca, non deve essere staccata dagli altri servizi della biblioteca, non solo per permettere il passaggio dell'utenza dalla sezione ragazzi a quella adulti, ma anche per attirare gli adulti in biblioteca, al seguito dei figli.

2.3.1.4 SALE DI CONSULTAZIONE A SCAFFALE APERTO E SALE STUDIO

L'ambiente fondamentale nello sviluppo di una biblioteca è quello in cui è possibile cercare e consultare i volumi che questa custodisce. La disposizione a scaffale aperto ha il vantaggio di favorire l’avvicinamento del lettore ai libri, che possono essere scelti come a casa, valutandone in concreto il grado di interesse, senza passare per mediazioni costituite da cataloghi online o dal personale. Inoltre se il lettore ha recepito le informazioni sul libro dal catalogo, va direttamente a scaffale per prenderlo e può trovare vicino a questo altri libri della stessa disciplina, di cui magari non era a conoscenza, e che possono essere altrettanto o, addirittura, maggiormente utili per i suoi interessi.40

L'esigenza a cui si deve far fronte riguarda in primo luogo lo spazio, in quanto non è più possibile pensare alla biblioteca organizzata a scaffale chiuso.

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La conformazione di questo spazio deve necessariamente riflettere il senso più autentico della biblioteca nella cultura moderna, ossia il rapporto diretto tra utente e libro.41

Ad oggi la biblioteca di Gallarate è purtroppo costretta a conservare la maggior parte del proprio patrimonio nel magazzino organizzato con gli scaffali compactus, proprio per mancanza di spazio.

A fronte di quanto indicato nel documento biblioteconomico, lo spazio di consultazione a scaffale aperto dovrà far fronte ad un patrimonio iniziale di circa 60.000 volumi, che andrà incrementando nel tempo. Secondo il modello di classificazione Dewey42 non possono essere collocati più di 45 libri per metro lineare,

e volendo lasciar spazio alle nuove acquisizioni, si immagina di collocare non più di 35 libri per metro lineare.

41 Gioconda Cafiero, La biblioteca, uno spazio generato da un arredo, Edizioni Scientifiche Italiane, 2012

42 Il sistema di classificazione più utilizzato nelle biblioteche di tutto il mondo è la Classificazione Decimale Dewey (CDD)

ideata da Melvil Dewey nel 1873. La prima edizione di questa classificazione era composta da 44 pagine; nel corso degli anni questo sistema è stato notevolmente ampliato ed aggiornato, tant’è la l’ultima edizione conta circa 3400 pagine.

Concettualmente la CDD suddivide il sapere secondo le tradizionali discipline accademiche, assegnando a ognuna di esse una classe principale indicata dalla prima delle tre cifre necessarie a comporre la notazione. Ad esempio:

000 Generalità

100 Filosofia, parapsicologia e occultismo, psicologia 200 Religione

300 Scienze sociali Ecc.

La CDD divide poi ogni classe in dieci divisioni, da 0 a 9, individuate dalla seconda delle tre cifre. ( ad es. 940 indica la storia dell’Europa) Ognuna delle divisioni è poi composta da dieci sezioni, sempre da 0 a 9, alle quali viene assegnata la terza cifra. ( ad esempio 945 indica la storia dell’Italia)

A queste suddivisioni se ne possono aggiungere poi altre che sono previste da sistema per ogni particolare disciplina e vengono contrassegnate con l’aggiunta di altre cifre dopo una segnatura. ( ad esempio 345.3 indica la storia del Veneto, mentre 345.31 la storia di Venezia)

Elisa Grignani, Annarita Zanobi, Classificare con la CDD, Milano, Editrice Bibliografica, 1984

Melvil Dewey, Classificazione Decimale Dewey. Edizione 20, Edizione italiana diretta da Luigi Crocetti e Daniele Danesi, Roma, AIB, 1993, 4 voll.

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In base a questi dati dunque la biblioteca necessita di 1700 metri lineari di ripiani, che suddivisi per una media di 5 ripiani a scaffale, si riduce a 350 metri lineari di scaffali.

Oltre alle scaffalature per l'alloggiamento dei volumi saranno necessarie delle postazioni destinate al singolo utente che voglia studiare o leggere, immaginando di dislocare in tutta la biblioteca circa 100 posti a sedere, adatti alla medio/lunga permanenza.

Vista la vicinanza agli istituti scolastici, come è emerso nei capitoli precedenti43, si ipotizza che la presenza

di un'aula studio, aperta agli studenti, possa essere un ulteriore mezzo per aumentare il numero di fruitori del servizio bibliotecario.44

La biblioteca deve essere quindi in grado di offrire un luogo in cui i rumori siano limitati e quasi assenti, cosa che uno spazio a scaffale aperto non può garantire pienamente: infatti se in tutti i luoghi della biblioteca i rumori esterni non possono essere tollerati e perciò va garantito un ottimo livello di prestazione acustica dell'involucro, in un sala studio non possono essere tollerati nemmeno quelli provenienti dagli altri ambienti della biblioteca.

2.3.1.5 EMEROTECA

Questa zona è molto importante nelle biblioteche di moderna concezione poiché diventa un luogo di grande socializzazione e circolo di idee.

43 vedi capitolo 2.1 IL CONTESTO

44 Una sperimentazione di questo tipo è già stata eseguita con relativo successo nel comune di Busto Arsizio, confinante a Sud

con Gallarate, dove la realizzazione di una nuova ala della biblioteca, con spazi per lo studio ha reso la biblioteca il centro di ritrovo degli studenti sia del Liceo classico che di quello artistico, localizzati nelle vicinanze.

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I periodici sono attori e nello stesso tempo testimoni di una cultura viva e mutevole, perciò sono indispensabili in una biblioteca.

Dato il numero impressionante delle testate45 le biblioteche sono la sola possibilità per gli utenti di accedere

ad un panorama il più amplio e completo possibile. Il periodico svolge delle funzioni che sono completamente differenti da quelle del libro, perché segue l'attualità e le novità in ogni campo, dall'informazione generale a quella più specifica, e consente un rapido aggiornamento dell'informazione. Inoltre permette modalità di lettura differenti da quelle del libro: la lettura può esser spezzata a proprio piacimento e gli articoli si possono leggere nell'ordine che si desidera.

Le collezioni di periodici devono essere il più ampie e diversificate possibile, per permettere di raggiungere una fascia più ampia di utenti.46

L’esposizione avviene mediante l’utilizzo di scaffali in cui l’ultimo numero della testata viene esposto di piatto e dietro questo vengono conservati i numeri precedenti.

2.3.1.6 SEZIONE DI STORIA LOCALE

La biblioteca di Gallarate vanta anche la peculiarità di conservare al suo interno un vasto fondo di libri e documentazione di storia locale che necessita di uno spazio per la sua consultazione.

45 Non è possibile quantificare il numero di periodici correnti che potrebbero entrare a far parte del patrimonio di una

biblioteca. Stando al Catalogo dei periodici italiani redatto da Roberto Maini, il numero d periodici editi in Italia è di circa 10.800 testate. Tra queste solo qualche migliaio possono interessare gli utenti di una biblioteca.

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Questo patrimonio, di grande valore, rende la biblioteca un punto di riferimento per lo studio e l'approfondimento della storia locale, accrescendo notevolmente l'importanza di questa istituzione, non solo a livello comunale, ma anche a livello provinciale e regionale.

Il possesso di questi documenti dona alla biblioteca un valore aggiunto: in essa si rispecchia l'identità della comunità gallaratese e dei territori limitrofi, trasformandola di fatto nella custode della memoria collettiva. Tale documentazione dovrebbe a disposizione degli utenti per garantire anche la diffusione e la trasmissione di quella cultura regionale, se non addirittura comunale, tipica del territorio italiano.

Nel dialogo con la committenza è emersa anche la volontà di allestire, con parte di questo materiale, una mostra permanente sulla storia della città di Gallarate e del suo territorio, in modo da valorizzare e da trasformare la biblioteca in un mezzo di diffusione della storia locale e di pubblicizzazione delle ricchezze del territorio.

La possibilità di destinare dello spazio a questa raccolta apre anche la possibilità di recuperare molto materiale dell'archivio storico del Comune di Gallarate che, per mancanza di spazio, è ad oggi depositato nell'Archivio di Stato di Varese, e quindi di difficile accesso agli abitanti di Gallarate e del suo territorio.

2.3.1.7 MAGAZZINO

Il magazzino, che deve far uso del sistema a scaffali compactus, deve collocarsi in un’area della biblioteca accessibile solo agli operatori e dovrà consentire la conservazione di circa 40.000 volumi.

Questo magazzino, vista la concentrazione di volumi, ha delle precise necessità strutturali e quindi potrà essere collocato nel sotterraneo, purché siano rispettati i parametri microclimatici adeguati alla conservazione dei materiali cartacei.

Figura

Figura 2: Vista della caserma di cavalleria  all’imbocco di Viale Milano
Figura 3: Veduta di Piazza San Lorenzo da Viale Milano. Si nota sulla sinistra in primo piano l’edificio di Mezzanotte
Figura 4: Vista di Piazza San Lorenzo, in cui si scorge dietro le  alberature la palazzina liberty e, sullo sfondo, gli edifici che  interessavano la piazza prima dell’intervento di Mario Botta
Figura 18: il volume del nuovo edificio
+3

Riferimenti

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