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2.3 ESIGENZE E OBIETTIVI DEL PROGETTO

2.3.1 DEFINIZIONE DELLE ESIGENZE

L' evoluzione della società avvenuta negli ultimi anni, a ritmi sempre più veloci e incessanti, ha stimolato una generale ridiscussione sul ruolo e sui contenuti dei servizi offerti dalle biblioteche.

In particolar modo ci si è focalizzati sugli obiettivi e i contenuti della biblioteca pubblica, fornendole una nuova connotazione di centro d'informazioni e di documentazione, consolidando il ruolo primario della pubblica lettura. A tutte le attività "estensive", come mostre, dibattiti e manifestazioni, si attribuiscono caratteristiche promozionali nei confronti dell'attività principale, senza prevaricarla ed evitando dunque di scadere, come avvenuto con il rinnovamento tentato negli anni '70, in attività non programmate e caratterizzate da una concezione troppo generica di "centro culturale".22

Inoltre il recente dibattito maturato su questo tema ha portato l'attenzione delle amministrazioni comunali e provinciali sulle peculiarità e diversità delle realtà territoriali che, perciò, richiedono degli interventi differenziati coerenti alla particolarità dei bisogni del contesto in cui si interviene.

Differenti sono le risposte che vengono fornite al bisogno di cultura: centri civici polivalenti, centri culturali polivalenti, biblioteche con una vasta gamma di soluzioni, che si collocano tra la biblioteca "vecchia maniera" per la conservazione e divulgazione del libro, e biblioteca "nuova", come centro di attività culturali e centro di informazione e documentazione.23

22 Paola Vidulli, Progettare la biblioteca, in Abitare la biblioteca. Arredo e organizzazione degli spazi nella biblioteca pubblica,

a cura di Massimo Accarisi e Massimo Belotti, Edizioni Oberon, marzo 1984

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La biblioteca di Gallarate, per come è oggi organizzata e strutturata si trova a metà strada tra la biblioteca vecchio stile e quella più contemporanea, dove la scarsità di spazio e l'inadeguatezza dell'edificio vanno contro l'obiettivo di una ottimizzazione delle risorse e della gestione.

Di fondamentale importanza risulta quindi essere, in fase di progettazione, la collaborazione tra l'architetto e il bibliotecario, non solo per determinare il livello di prestazioni degli spazi per lo svolgimento delle funzioni tradizionali della biblioteca, ma per definire, fin dal principio, quali funzioni vengono svolte e in quale rapporto tra di esse.

Perciò, perché le risposte siano precise e coerenti, è necessario che il quadro delle esigenze sia chiaramente esplicitato.

Altro problema è anche quello di saper prevedere, nel breve-medio periodo, le possibili trasformazioni delle esigenze, non solo in termini quantitativi di ampliamento della domanda, ma anche di possibili modifiche e variazioni interne all'utenza prefigurata, che possono riguardare sia la composizione socio-culturale, sia l'età.24

Quindi la "biblioteca desiderata", come scrive Luigi Crocetti, non sarà "soltanto quella in cui addetti e utenti si muovono a loro agio, quella confortevole e luminosa (…)" ma quella le cui strutture "si inseriscono adeguatamente e inconfondibilmente nella particolare atmosfera culturale della comunità alla quale si rivolge".25

24 Nolan Lushington, Willis N. Mills Jr, Libraries designed for users, Hamden, Connecticut, Library Professional Pubblications,

1980

25 Luigi Crocetti, La biblioteca desiderata, in Abitare la biblioteca.Arredo e organizzazione degli spazi nella biblioteca pubblica,

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Nella fase iniziale di progettazione ci si è dunque avvalsi di quanto emerso durante il colloquio con la committenza e di un documento biblioteconomico26, preparato negli anni passati dalla biblioteca, che si ispira alle cinque leggi

della biblioteconomia27, nel quale vengono indicate le funzioni e le modalità di intervento sull’edificio.

Il progetto affronta dunque il tema della riqualificazione finalizzata all’ottenimento di una struttura che risponda ai più moderni standard di servizio, riferendosi a quelle che sono le indicazioni degli standard regionali.

26 Il documento biblioteconomico ha lo scopo di evidenziare quali sono le risposte a determinate esigenze espresse dagli

utenti di una biblioteca. Si possono sostanzialmente riassumere in tre funzioni biblioteconomiche: di lettura, di studio e di ricerca. Negli ambiti di queste tre attività vanno inseriti e armonizzati tutti i vari servizi che vengono offerti da una biblioteca. A seconda del prevalere di una delle funzioni sulle altre, si vengono a creare delle biblioteche specializzate in un preciso ambito, pur mantenendo la loro funzione di biblioteca pubblica.

27 Si riportano di seguito le 5 leggi della biblioteconomia di S.R. Ranganathan per meglio comprendere gli obiettivi a cui il

documento e di conseguenza il progetto vogliono tendere. PRIMA LEGGE

I libri sono per l’uso. Devono essere usati per il pensiero in essi contenuto […] Una biblioteca è resa grande non dal numero dei suoi libri ma dal loro uso. Pochi libri tenuti continuamente in uso effettivo formano una biblioteca più grande che migliaia di libri tenuti ben chiusi negli armadi di un edificio monumentale.

SECONDA LEGGE

I libri sono per tutti. A ogni lettore il suo libro. […] TERZA LEGGE

A ogni libro il suo lettore. […] QUARTA LEGGE

Risparmia il tempo del lettore. Risparmia i tempi del lettore. […] La sete mentale per l’informazione non è inesorabile nella maggior parte della gente. […] I tempi della lettura sono spesso di breve durata. Possono essere sfruttati solo in quello specifico momento.

QUINTA LEGGE

La biblioteca è un organismo in crescita. […]

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Attualmente in regione Lombardia lo standard, che fa riferimento a quanto elaborato dall’AIB a livello nazionale28,

per il dimensionamento di una biblioteca prevede tra gli 0,5 e gli 0,7 mq per ogni dieci abitanti.

Da questo è possibile dedurre la condizione critica della biblioteca di Gallarate: avendo una popolazione di 53.14529

abitanti, sarebbero necessari tra i 2657 mq e 3720 mq, a fronte di una superficie esistente di circa 1000 mq. Quindi, nella realtà dei fatti, la biblioteca di Gallarate oggi è in grado di fornire un servizio solo ad una fetta di popolazione, pari a circa 14.280 abitanti.

Non è rispettato nemmeno lo standard minimo per i servizi di base, che si attesta sugli 0,3 mq ogni dieci abitanti: la biblioteca arriva alla quota di 0,18 mq ogni dieci abitanti.

A fronte di tutto ciò l’esigenza fondamentale a cui il progetto deve dare risposta è quella di spazio, mediante la progettazione dell’ampliamento e della riorganizzazione dello spazio esistente nell’edificio storico.

Il progetto deve rispondere inoltre ad un preciso modello di organizzazione, basato sulla suddivisione della biblioteca in tre livelli differenti, che aiutino il pubblico a scoprire la biblioteca stessa e i servizi che essa può offrire. Questo modello fa riferimento al prototipo della dreigeteilte Bibliothek, nata a Munster nei primi anni settanta, ad opera di Heinz Emunds30, che si diffonderà molto velocemente nella ex-Repubblica Federale Tedesca e nel 1979, a

Gutersloh sarà realizzata la biblioteca “a tre livelli”, che diventerà l’emblema di questo modello.31

Perciò è possibile definire i tre “anelli” che comporranno la biblioteca:

28 Da http://www.librari.beniculturali.it/ReportBibliotecheAnno2014 29 Il dato fa riferimento alla popolazione censita al 31 dicembre 2016

30 Marco Muscogiuri, Biblioteche.Architettura e progetto. Scenari e strategie di progettazione, Maggioli Editore, gennaio

2009, pp. 59

31 Ute Klaassen, La Biblioteca a tre livelli: un nuovo approccio per l’utenza, in La biblioteca efficace. Tendenze e ipotesi di

sviluppo della biblioteca pubblica negli anni 90, a cura di Massimo Cecconi, Giuseppe Manzoni, Dario Salvetti, Milano: Bibliografica, 1992, pp. 69-75

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 Primo anello: risponde alle esigenze di informazioni generali e specifiche della Comunità  Secondo anello: risponde alle esigenze di lettura e di informazione basiche

 Terzo anello: risponde alle esigenze di informazione e lettura di livello medio alto

Per quanto riguarda il primo anello, ossia quella parte a diretto contatto con la città, le sue funzioni non si devono limitare all’accoglienza e all’indirizzamento verso gli altri comparti della biblioteca, ma devono promuovere le attività della Comunità e del territorio.

In questo settore sarà quindi inserita la sezione sui giornali nazionali e locali e diventerà la vetrina dell’attività del comune e della vita sociale e politica della città.

A questo può essere integrato anche un servizio di ristorazione, come una caffetteria, che dovrà ovviamente seguire gli orari di apertura della biblioteca stessa.

Nel secondo anello invece si dovrà rispondere alle esigenze di lettura di base, offrendo narrativa di consumo, manualistica, i saggi del momento, fumetti, dvd, cd.

Sarà inoltre collocata in quest’area la sezione dedicata agli utenti più giovani, tra gli 0 e i 18 anni, suddivisa per fasce d’età.

Infine il terzo livello è quello dedicato più allo studio individuale o collettivo e alla conservazione del patrimonio librario della biblioteca di Gallarate, che vanta una grande quantità di documenti datati tra il XVI secolo e il 1950. In base a questa suddivisione è stato possibile definire quali funzioni verranno inserite ex novo o modificate con il progetto di ampliamento e recupero.

65 2.3.1.1 LO SPAZIO D’INGRESSO

L’ingresso è l’elemento fondamentale per il funzionamento della biblioteca, in quanto garantisce la visibilità dell’istituzione e l’accessibilità a tutti gli utenti.

Dovrebbe essere collocato in modo da permettere l’accesso a tutte le funzioni, essere facilmente riconoscibile e permettere il controllo di ingressi ed uscite.

Nella biblioteca statale e universitaria di Gottingen, dello studio Eckard Gerber und Partner, un elemento circolare costituisce un'introduzione alla zona destinata all'utenza, mediante un vasto ingresso che abbraccia tutti e quattro i piani. Qui le funzioni dell'edificio si aprono al visitatore, che da questo punto può accedere alle varie sezioni della biblioteca.32

L'ingresso è un luogo riconoscibile anche dall'esterno, in quanto la forma circolare, che ricorda quella di una torre, emerge dal resto del complesso calamitando l'attenzione dell'utente.

Nel caso invece della Biblioteca universitaria e auditorium a Mannheim33, di Gottfried Bohm, l'ingresso si

mostra nella facciata austera dell'edificio con una grande vetrata che denuncia apertamente l'accesso. La biblioteca, che si imposta su uno schema molto rigido a tre navate, utilizza la navata centrale come spazio di accesso e anche come luogo di lettura e consultazione dei libri.

Su questa si affacciano poi le due navate laterali, utilizzate come “serbatoi” di libri e che ospitano altri posti a sedere.

32 J. Myerson, New Public Architetcure, L. KIng, London 1996, in Biblioteche, architettura, città, di Giorgio Fiorese, Politecnico

di Milano, Facoltà di Ingegneria, Lecco, Dipartimento di Progettazione dell'Architettura, 1999

33 Da Redazionale, in "a + u. Architetcure and urbanisme", settembre 1990, in Biblioteche, architettura, città, di Giorgio

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Nel progetto, non realizzato, di Giorgio Grassi per la biblioteca universitaria di Bovisa, in Milano, l'edificio si sviluppa attorno ad un atrio a tutta altezza, letteralmente tappezzato di libri34 sul quale si affacciano i vari

livelli dell'edificio.

L'ingresso è quindi il luogo a cui si demanda il compito di attrarre il visitatore e di accoglierlo, è il luogo della collettività, dell'apertura verso la città.

Nelle biblioteche progettate da Alvar Aalto si trovano sempre spazi destinati alla collettività, come l'ingresso, che si aprono verso l'esterno e il paesaggio, creando uno spazio continuo tra interno ed esterno. Questi spazi sono dotati di una familiarità quasi domestica, che invita ad una frequentazione colloquiale e quotidiana. Sono spazi user friendly e informali, che sono lungi dal suscitare nell'utente quella sensazione di annullamento della sua identità come nelle grandi biblioteche del secolo scorso.35

Come viene scritto in "Planning the Modern Public Library Building", le prime impressioni di una biblioteca sono importanti. Le percezioni iniziali degli utenti sono spesso formate da come appare loro lo spazio"36.

Parlando di impressioni si fa naturalmente riferimento all'aspetto della biblioteca, non intesa però con valenza estetica. In questo caso per aspetto si intende la capacità dell'edificio di rendere comprensibile la sua funzione.

Questa non può essere demandata ad elementi secondari, ma l'ingresso stesso deve evidenziarla.

Questo ambiente svolge anche la funzione di filtro tra il rumore e la frenesia dell'esterno ed un ambiente più tranquillo e riparato all'interno della biblioteca.

34 Giorgio Grassi, Relazione di progetto. Biblioteca del nuovo Politecnico, Bovisa, Milano, 1990

35 Gioconda Cafiero, La biblioteca, uno spazio generato da un arredo, Edizioni Scientifiche Italiane, 2012, pp.45-47

36 James J. Flott e Merri A. Hartse, Landscape design, establishment, and maintenance, in Planning the Modern Public Library

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Essendo questo il luogo demandato all'entrare e all'uscire sarà anche necessario, onde evitare furti, il posizionamento di un sistema antitaccheggio e alcuni armadi con chiavi individuali per il deposito di borse ed effetti personali.

Infine, poiché il bancone con il servizio di informazione si trova solitamente nell'atrio e prevede la permanenza del personale, tale spazio sarà dotato di una bussola d'ingresso.

Tale filtro ha il preciso scopo di mantenere costante la temperatura nella zona d'ingresso, evitando che il continuo aprirsi e chiudersi delle porte possa causare, in estate, un aumento di temperatura e, in inverno, un abbassamento della stessa, causando un calo del grado di comfort dell'ambiente.

2.3.1.2 SERVIZIO DI INFORMAZIONE

È il fulcro della biblioteca, viene collocato in una posizione privilegiata, in quanto è l’area in cui l’utente entra in contatto con gli operatori e i primi servizi che la biblioteca può offrire.

Questo spazio viene solitamente segnalato con la presenza di un elemento d'arredo, il bancone, che diviene il simbolo dell'accessibilità della biblioteca stessa. Attorno a questo servizio di informazione prende vita e senso l'intero servizio bibliotecario. Ciò non soltanto perché si trova in posizione baricentrica fra le diverse aree di fruizione dei supporti informativi, quanto perché è il motore che deve governare la quasi totalità dei rapporti che interconnettono l'utenza al servizio.37

37 GianMaria Labaa, Osservazioni ed esperienze attorno al costruito della biblioteca, in Uno spazio per la biblioteca, di Sergio

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Per le necessità informative più semplici viene qui illustrato al lettore il patrimonio della biblioteca, l’uso del catalogo online e dei repertori disponibili. Lo studente di scuola media inferiore o superiore, ad esempio, che debba approfondire un argomento specifico, sarà indirizzato verso la consultazione di un’enciclopedia, oppure se il grado di approfondimento lo richiede, gli possono venire indicati dei libri specifici che la biblioteca possiede sull’argomento.

Il servizio di reference deve quindi mettersi in condizione di poter consultare anche i cataloghi elettronici di pubblico accesso di biblioteche singole o organizzate in consorzi, e le banche dati specializzate.

Il servizio di informazione però non dovrebbe riguardare soltanto la biblioteca, ma dovrebbe essere aperto al territorio e alla vita della comunità, esponendo in apposite bacheche notizie ed eventi del luogo. Nella biblioteca di Onore, piccolissimo comune di montagna di soli 718 abitanti in provincia di Bergamo, una volta superata la porta d'ingresso ci si trova in una zona filtro che è deputata al servizio di informazione sulla comunità montana e le attività in paese.

Anche la biblioteca di Seriate, aperta nel 1988 in una villa storica completamente recuperata, mostra nel suo ingesso delle bacheche dove settimanalmente vengono esposti avvisi e annunci del comune.

Quello che emerge da quanto riportato finora è la necessità di uno spazio in cui avvengono varie attività simultaneamente, che necessitano di attrezzature specifiche per ognuna, che devono essere a disposizione di molti utenti e facilmente utilizzabili dagli stessi operatori.

Perciò la biblioteca di Gallarate, nel suo spazio informazione, dovrà essere fornita di almeno 8 postazioni per la consultazione degli schedari online ed ospitare degli espositori per le novità, che dovrebbero essere facilmente spostabili e non contenere più di 20 volumi per metro lineare, in modo da non rendere complicato il rinnovo dei libri esposti.

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Inoltre, sarà necessario disporre anche dello spazio necessario per esporre delle bacheche in modo da tenere sempre aggiornati ed informati i cittadini sugli eventi e le novità in città.

2.3.1.3 LA SEZIONE RAGAZZI

Essendo una componente importante della popolazione gallaratese e considerato che a livello nazionale l’85% delle biblioteche presenta uno spazio dedicato ai ragazzi38, anche la biblioteca di Gallare deve dotarsi

di uno spazio adeguato e suddiviso per fasce d’età.

La prima fascia è dedicata ai bambini da 0 a 5 anni, che quindi avrà esigenze specifiche non solo per quanto riguarda i libri, ma anche per quanto concerne l’arredo.

La seconda fascia per i ragazzi dai 6 ai 12 anni e infine una terza sezione dedicata ai ragazzi tra i 13 ai 18 anni.

L'organizzazione di questa sezione dovrà essere funzionale soprattutto al lavoro e ad un uso partecipativo e condiviso dei materiali. I ragazzi infatti sono portati più alla frequentazione della biblioteca con amici e ad aggregarsi alle attività di gruppo di coetanei, a differenza dell'adulto. 39

38 Da http://www.librari.beniculturali.it/ReportBibliotecheAnno2014, pp.11

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Inoltre spesso la biblioteca, considerando nel caso specifico di Gallarate la vicinanza degli istituti scolastici, accoglie le classi di scuola sia come visite guidate dal bibliotecario, sia come gruppi di lavoro che gli insegnanti organizzano come prosecuzione ed allargamento del lavoro scolastico.

Questa sezione della biblioteca, non deve essere staccata dagli altri servizi della biblioteca, non solo per permettere il passaggio dell'utenza dalla sezione ragazzi a quella adulti, ma anche per attirare gli adulti in biblioteca, al seguito dei figli.

2.3.1.4 SALE DI CONSULTAZIONE A SCAFFALE APERTO E SALE STUDIO

L'ambiente fondamentale nello sviluppo di una biblioteca è quello in cui è possibile cercare e consultare i volumi che questa custodisce. La disposizione a scaffale aperto ha il vantaggio di favorire l’avvicinamento del lettore ai libri, che possono essere scelti come a casa, valutandone in concreto il grado di interesse, senza passare per mediazioni costituite da cataloghi online o dal personale. Inoltre se il lettore ha recepito le informazioni sul libro dal catalogo, va direttamente a scaffale per prenderlo e può trovare vicino a questo altri libri della stessa disciplina, di cui magari non era a conoscenza, e che possono essere altrettanto o, addirittura, maggiormente utili per i suoi interessi.40

L'esigenza a cui si deve far fronte riguarda in primo luogo lo spazio, in quanto non è più possibile pensare alla biblioteca organizzata a scaffale chiuso.

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La conformazione di questo spazio deve necessariamente riflettere il senso più autentico della biblioteca nella cultura moderna, ossia il rapporto diretto tra utente e libro.41

Ad oggi la biblioteca di Gallarate è purtroppo costretta a conservare la maggior parte del proprio patrimonio nel magazzino organizzato con gli scaffali compactus, proprio per mancanza di spazio.

A fronte di quanto indicato nel documento biblioteconomico, lo spazio di consultazione a scaffale aperto dovrà far fronte ad un patrimonio iniziale di circa 60.000 volumi, che andrà incrementando nel tempo. Secondo il modello di classificazione Dewey42 non possono essere collocati più di 45 libri per metro lineare,

e volendo lasciar spazio alle nuove acquisizioni, si immagina di collocare non più di 35 libri per metro lineare.

41 Gioconda Cafiero, La biblioteca, uno spazio generato da un arredo, Edizioni Scientifiche Italiane, 2012

42 Il sistema di classificazione più utilizzato nelle biblioteche di tutto il mondo è la Classificazione Decimale Dewey (CDD)

ideata da Melvil Dewey nel 1873. La prima edizione di questa classificazione era composta da 44 pagine; nel corso degli anni questo sistema è stato notevolmente ampliato ed aggiornato, tant’è la l’ultima edizione conta circa 3400 pagine.

Concettualmente la CDD suddivide il sapere secondo le tradizionali discipline accademiche, assegnando a ognuna di esse una classe principale indicata dalla prima delle tre cifre necessarie a comporre la notazione. Ad esempio:

000 Generalità

100 Filosofia, parapsicologia e occultismo, psicologia 200 Religione

300 Scienze sociali Ecc.

La CDD divide poi ogni classe in dieci divisioni, da 0 a 9, individuate dalla seconda delle tre cifre. ( ad es. 940 indica la storia dell’Europa) Ognuna delle divisioni è poi composta da dieci sezioni, sempre da 0 a 9, alle quali viene assegnata la terza cifra. ( ad esempio 945 indica la storia dell’Italia)

A queste suddivisioni se ne possono aggiungere poi altre che sono previste da sistema per ogni particolare disciplina e vengono contrassegnate con l’aggiunta di altre cifre dopo una segnatura. ( ad esempio 345.3 indica la storia del Veneto, mentre 345.31 la storia di Venezia)

Elisa Grignani, Annarita Zanobi, Classificare con la CDD, Milano, Editrice Bibliografica, 1984

Melvil Dewey, Classificazione Decimale Dewey. Edizione 20, Edizione italiana diretta da Luigi Crocetti e Daniele Danesi, Roma,

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