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“Non esiste una foresta intesa come un ambiente oggettivamente fissato: esiste una foresta-per-il- guardiano-del-parco, una foresta-per-il-cacciatore, una foresta-per-il-botanico, una foresta-per-il- viandante, una foresta-per-l’amante-della-natura, una foresta-per-il-carpentiere, e, infine, una favolosa foresta in cui Cappuccetto Rosso smarrisce la via” (Agamben, 2002).

Nel passo riportato Giorgio Agamben introduce la sua riflessione sull’ambiente, ricollegandosi alle ricerche zoo-biologiche di Jakob von Uexküll e al “Die GrundbegriffederMetaphysik” di Martin Heidegger, che a sua volta richiamava e commentava von Uexküll.

Dove la scienza classica "vedeva un unico mondo, che comprendeva dentro di sé tutte le specie viventi gerarchicamente ordinate, dalle forme più elementari fino agli organismi superiori, von Uexküll pone invece una infinita varietà di mondi percettivi, tutti ugualmente perfetti e collegati fra loro come in una gigantesca partitura musicale e, tuttavia, incomunicanti e reciprocamente esclusivi". (Agamben, 2002; P. A. Di Tore, 2012)

Il termine utilizzato da von Uexküll per indicare tale “mondo percettivo” è umwelt.

La Umwelt include il mondo delle cose nell’ambiente, gli oggetti percepiti, i segnali emessi dagli oggetti e dal soggetto, e le azioni che possono essere eseguite da ciascuna specie. Soprattutto, include, e determina, il significato degli oggetti per ciascun soggetto, nella misura in cui partecipano nelle relazioni di sopravvivenza e nelle relazioni sociali del soggetto (P. A. Di Tore, 2012).

Nel descrivere la umwelt del cane, Uexküll dipinge (letteralmente) una stanza, le cui sedie e i cui piatti in tavola costituiscono elementi significativi nel mondo canino, a differenza dei testi scolastici che sono del tutto irrilevanti. Il cane ha in mente un'idea, un’immagine di ricerca.

Figura 1 - The room in terms of functional tones connected with its object by man (von Uexkull, 1934)

Figura 2 - - The room in terms of functional tones connected with its object by dog (von Uexkull, 1934)

"Tutte le caratteristiche degli oggetti sono infatti nient’altro che i caratteri percettivi che sono attribuiti ad essi da parte del soggetto con il quale hanno una relazione”.(A. Berthoz, 2008)

La umwelt è, dunque, un concetto dinamico, interattivo che definisce le relazioni tra mondo fisico e organismi viventi, e costituisce la base e il presupposto dell’intersoggettività (A. Berthoz, 2009), un’interfaccia in cui “the significance is conferred by the act of the subject” (von Uexküll & Müller, 2004).

Il soggetto costruisce il suo mondo in accordo alle sue necessità basilari e ai suoi strumenti di azione, in una prospettiva che trova riscontro in Bergson come nella tradizione fenomenologica riconducibile a Husserl e Merleau-Ponty, nel concetto di enazione proposto da Varela(F. J. Varela, Thompson, & Rosch, 1992) come nell’idea di second-ordercybernetics di Von Foerster, fino, su un altro piano, ai Mille Plateaux di Deleuze e Guattari.

2.3.2 Umwelt come interfaccia

Alain Berthoz “propone una visione in cui il soggetto naviga nella propria umwelt guidato da una serie di principi semplificativi che ottimizzano il processo di percezione – azione e minimizzano, quando non azzerano, la necessità di computazione”(P. A. Di Tore, 2012). Tali principi, in sintesi,attribuiscono al soggetto il ruolo di costruttore attivo della propria umwelt e definiscono di fatto la umwelt come interfaccia, intesa nel senso classico di ciò che si interpone, tra un soggetto che agisce e una “Umgebung (entourage, ambiente circostante, cerchia) che la nostra Umwelt non può incorporare”(Maurice Merleau-Ponty, 2003).

In quest’ottica, i principi semplificativi individuati da Berthoz svolgono la funzione di decifrazione di una complessità misurabile in termini di elaborazione dati e decisione tra opportunità alternative, ricollegandosi alla accezione di complessità argomentata nel passo, già citato, di Gell-Mann(Gell- Mann, 1995).

In altre parole, i principi semplificativi creano la umwelt rendendo disponibili all’azione solo quegli elementi dell’ambiente circostante che risultano funzionali, come un sistema operativo che definisca a quali risorse hardware, e con quali modalità, ha accesso un utente. La umwelt diviene, in questo senso, un’interfaccia generata dall’interazione dell’ambiente “neutro” (Umgebung) e dei principi semplificativi, che hanno carattere generale, ma che trovano (e determinano) declinazioni molto differenti a seconda dell’ “hardware biologico” in cui “girano”.

Un’impostazione di questo tipo ha evidenti implicazioni sul concetto di apprendimento: l’apprendimento, quale strategia fondamentale di decifrazione della complessità, è un processo di

adattamento peculiare all’essere vivente, che si sviluppa nella umwelt. “Le abilità cognitive possono essere considerate come il risultato di adattamenti evolutivi ad un comparto estremamente ristretto del mondo come è noto a noi oggi. Ciò ha notevoli implicazioni epistemiche e coinvolge probabilmente la gestione dei conflitti culturali.”(Singer, 2009)

I processi di insegnamento / apprendimento si rivelano, quindi, quali sistemi dinamici complessi e adattivi che si distinguono per la loro tendenza a garantire la coerenza globale nella non-linearità delle interazioni, simili, in questo, ad altri sistemi complessi che sono la chiave per comprendere la complessità che si trova in natura. (Prigogine & Stengers, 1984)

2.3.3 “Learning environments as students’ umwelten”

In ambito didattico, “la complessità è ravvisabile, in particolare, nelle relazioni non lineari che legano l’insegnamento all’apprendimento, per le quali l’agire didattico appare imprevedibile, caratterizzato da proprietà emergenti, dinamiche, sensibili alle caratteristiche del contesto e fortemente influenzate dalla storia passata dello stesso sistema cui appartengono” (M Sibilio, 2012c).

La umwelt dell’apprendimento (inter)agisce, dunque, come una non-trivial machine.

“A non-trivial machine is mathematically unpredictable because every time it runs a function it changes the state from which the function will run the next time. In this way the next run becomes unpredictable.”(Brier, 2008)

La didattica, in questo quadro, si configura come attività volta a definire un orizzonte di senso comune alle Umwelt connesse e ad un tempo incomunicanti che costituiscono il proprio oggetto.

“We should think about learning environments in terms of the students’ umwelten, because these contain the structures that students perceive and act towards. It is these umwelten that change as students interact with their peers, teachers, and material structures”(Roth & Lawless, 2002).