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Dalla firma al voto: la comunicazione aziendale

Questo in sintesi quanto si vede sul versante della comunicazione pubblica. La situazione non è però meno vivace sul fronte interno, sia per quanto ri-guarda il rapporto tra sindacati e loro iscritti, sia per quanto concerne i con-tatti fra i responsabili dello stabilimento, i cosiddetti “capi”, e gli operai. I volantini che circolano nelle fabbriche diffusi dai sindacati firmatari con-tengono un messaggio ricorrente: «L’accordo è l’unica cosa sensata che si potesse fare» (Fim Cisl Campania); «Se avessimo esitato ancora, il progetto rischiava di saltare» (Fim Cisl), «Abbiamo fatto l’unica cosa sensata che un sindacato poteva fare: un accordo per portare investimenti e sviluppo pro-duttivo a Pomigliano» (Fim Cisl, Uilm e Fismic).

Come riportano gli stessi operai Fiom, anche la Cgil regionale fa circolare dei volantini con i quali, curiosamente, invita i lavoratori a votare “sì” (D’Alessio 2011, 88). Invito che poi, pur sottotono, verrà avanzato anche da Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil.

Il collettivo degli operai Fiom, però, si organizza autonomamente, anche grazie all’uso di Facebook. I lavoratori iscritti alla Fiom di Pomigliano for-mano un gruppo sul social network chiamandolo Pomigliano non si piega, titolo

(40) In https://goo.gl/TSdxFS. (41) 15 giugno 2010.

che poi verrò dato al libro che raccoglie le loro testimonianze. L’inquadra-mento della questione è ormai unico: con il referendum non ci si pronuncia su una questione industriale in quanto tale, ma su un attacco alla Costituzio-ne e allo Statuto dei lavoratori.

Figura 16 – Volantino/manifesto postato sulla pagina Facebook di Pomigliano non si piega, 16 giugno 2010 (43)

È sulla stessa pagina Facebook che il 21 giugno, giorno precedente la prima giornata del referendum, viene diffusa questa notizia:

Oggi ai lavoratori di Pomigliano è arrivato a casa un dvd che spiega che è buono l’accordo…

5.000 dvd a circa 2 euro l’uno fanno 10.000 euro [e] avrebbero potuto pagare le giornate a 200 lavoratori piuttosto che tenerli a casa.

(43) In https://goo.gl/QKP02S.

questa è la potenza dei padroni… questa è la vergogna dei padroni (44).

Dopo le supposte pressioni fatte sui lavoratori per partecipare alla fiaccolata a favore del “sì”, l’azienda cerca quindi un nuovo contatto diretto con i di-pendenti. Il 22 giugno, primo giorno del referendum, il Dvd illustrativo dell’accordo arriva direttamente in fabbrica. Fiat dà disposizione ai capi sta-bilimento e ai loro superiori di sostenere le ragioni del “sì” di fronte agli o-perai. Nei diversi reparti dello stabilimento viene organizzata la proiezione del Dvd. All’inizio di ogni turno ai lavoratori viene mostrato il filmato al quale segue del tempo per un’ulteriore spiegazione dell’accordo e per le e-ventuali domande. Il video comincia con un monologo del direttore di sta-bilimento Sebastiano Garofalo che contestualizza l’accordo sottoposto a re-ferendum.

In giornata, l’episodio porta il segretario della Fiom Maurizio Landini a de-nunciare l’illegittimità della consultazione e il clima di intimidazione nel qua-le essa si svolge:

La consultazione, che non ha nulla a che vedere con il referendum sinda-cale disciplinato dall’art. 21 dello Statuto dei diritti dei lavoratori, si svol-ge in una giornata pagata ad hoc dalla Fiat, con pesantissime interferenze e pressioni da parte della Direzione aziendale: si va dalla presenza ai seggi di rappresentanti dell’Azienda, alla consegna ai lavoratori e alla proiezio-ne proiezio-nei reparti di dvd che invitano a votare sì. Tutto ciò avvieproiezio-ne, peraltro, in un clima generale di intimidazione (45).

Landini annuncia quindi ufficialmente:

A prescindere dall’esito, la Fiom, nel rispetto delle decisioni assunte all’unanimità dal Comitato centrale e dall’assemblea degli iscritti di Pomi-gliano, conferma la decisione di non sottoscrivere l’intesa separata (46). Le testimonianze degli operai Fiom al riguardo sono significative:

Nel filmato il direttore Garofalo si lascia interrogare da alcuni operai che gli chiedono di chiarire alcuni punti, come il diritto allo sciopero o alla malattia. Si vedevano scene patetiche, lavoratori che facevano domande

(44) In https://goo.gl/R3RZh6.

(45) Comunicato stampa Fiom-Cgil, 22 giugno 2010, Fiat. Landini (Fiom): “A Pomigliano è in atto una consultazione illegittima che si svolge in un clima di intimidazione. Non ha nulla a che fare con il referendum previsto dallo Statuto dei lavoratori”.

al direttore e il direttore con sorriso gioioso che rispondeva. Si andava da “si potrà scioperare?” al “guadagneremo di più?”. Ma evidentemente quella fu una mossa sbagliata: sentivo i miei colleghi parlare e commenta-re ironicamente quelle scene pietose (D’Alessio 2011, 88) (47).

I delegati dei sindacati firmatari condividono l’opinione degli operai di

Pomi-gliano non si piega. Scrive Vitali nel suo diario:

È poi mia convinzione che le pressioni fatte, in quelle ore, dai capirepar-to su molti dipendenti abbiano ottenucapirepar-to il risultacapirepar-to di aumentare il nume-ro di contrari all’accordo (2015, 143).

Stessa opinione espressa da Marco Bentivogli: «Senza quel video l’accordo sarebbe passato all’85% […]. Sguinzagliare i capi in quel modo serve a far bocciare gli accordi. Ricordo le reazioni interne» (48).

La medesima lettura si diffonde anche sui media, due giorni dopo il referen-dum. Il 25 giugno sul sito del Tgcom24 si legge del «giallo del dvd fatto dal direttore».

A convincere molti operai a votare “no” al referendum per l’accordo tra Fiat e sindacati sarebbe stato il dvd realizzato dal direttore del Giambatti-sta Vico, Sebastiano Garofalo, e le argomentazioni a sostegno dell’azien-da dell’azien-da parte di alcuni capireparto e dirigenti, mentre era in corso il voto nello stabilimento di Pomigliano d’Arco. Ne sono convinti molti operai che avrebbero deciso di votare contro proprio dopo aver assistito alla proiezione del filmato. «Non avevo ancora deciso» – spiega Antonio, uno degli operai – «ma dopo aver visto il dvd ed aver ascoltato i capi, non ho avuto dubbi: l’accordo non poteva essere favorevole a noi lavora-tori». Ma Antonio non è l’unico ad affermare che è stata la «visione del filmato» a far decidere quale casella barrare: «Nessuno aveva saputo illu-strare meglio i termini dell’accordo» – sostiene Luigi, un altro lavoratore – «volevo votare a favore, ma poi ho visto tante incongruenze, mi sono reso conto che neanche i capi erano realmente convinti della bontà del piano. Del resto che i capi non fossero tutti a favore lo hanno mostrato anche le urne: in 16 hanno detto “no” come me» (49).

Verso le 6 del mattino del 24 giugno i primi risultati arrivano ai cancelli della fabbrica, presidiati dai giornalisti e dalle troupe televisive. L’accordo risulta

(47) Il video, datato 18 giugno 2010, è oggi disponibile in https://youtu.be/HYCygzbdMa8. (48) Tweet reperibile in https://twitter.com/BentivogliMarco/status/579305219974107137. (49) Pomigliano, Fiom tende mano a Fiat, in www.tgcom24.mediaset.it, 25 giugno 2010.

approvato da 2.888 persone, pari al 63% dei voti validi, mentre i “no” sono 673, il 37%.

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