Roma, 3 maggio
10 in dante si trovano molti aspetti di questa saggezza atavica dell’umanità
dere i propri diritti e non riesce a cogliere il peso assoluto dell’ugua- glianza della dignità umana. parlo per esperienza personale, ho tra- scorso cinque anni in Sud africa, ai tempi dell’Apartheid, e ricordo molto bene tutti questi bianchi arroccati sui loro diritti, tutti intenti a difendere i loro privilegi… alcuni di loro mi dicevano: «a essere generosi, i negri possono essere considerati essere umani al settanta per cento, ma non di certo al cento per cento!». a me si rizzavano i capelli in testa a sentire queste cose!
Nel dopo-morte, passiamo in una sfera in cui siamo circondati da altri esseri umani e divini che hanno questo senso assoluto dell’u- guaglianza della dignità di ogni persona umana, e ne cogliamo il valore morale. Ci rendiamo conto delle nostre carenze, degli abissi di immoralità in cui eravamo immersi con i nostri pensieri, e… ci dia- mo una bella ripulita al cervello…
La sfera successiva è quella delle religioni. il mio essere vive un ampliamento continuo, perché finché ero nella sfera lunare (kamalo- ca) abbracciavo un campo più ristretto, ma nella sfera di venere il campo diventa più grande, e ancora più grande quando poi abbraccio la sfera di mercurio, e addirittura la sfera solare. in altre parole, il campo di coscienza di colui che è morto diventa sempre più ampio.
La sfera di venere (esotericamente parlando) è quella del religio- so, dell’amore. Qui si fa l’esperienza di cosa significa essere stati seguaci di una determinata religione: eri musulmano, induista, bud- dista, cristiano? Quanto hai vissuto questa religione come diversa, o come migliore di altre? Hai forse vissuto l’umano universale? Qui avviene una purificazione, si vince ogni settorialismo religioso. i cosiddetti cristiani (coloro che sono morti negli ultimi duemila an- ni) in questa sfera mercuriale – o di venere – fanno i conti con il loro cristianesimo tradizionale. Si chiedono quale cristianesimo sia stato il loro, magari una religione accanto ad altre, se non addirittu- ra contro le altre.
rispetto a certi tipi di religiosità l’ateista è evolutivamente un passo avanti, perché essere ateisti intelligenti significa mandare al
diavolo ogni divinità inventata dagli uomini, ogni concetto di dio talmente ristretto e bacchettone da far inorridire…
il senso di ogni religione è di diventare sempre più universale, perché il padre divino degli esseri umani è uno solo: l’unico concet- to vero di divinità è il concetto di divinità universale.
Un concetto di divinità che vale soltanto per i cristiani o soltanto per i musulmani è uno schiaffo dato in faccia alla divinità, perché una divinità settoriale non esiste: c’è solo nelle menti razziste degli esseri umani. Finché le religioni sono al plurale sono intrise di raz- zismo, perché ognuna esclude tutti gli altri esseri umani. il futuro di ogni religione è passare dal plurale al singolare. Questo è il compito quando si entra nella sfera del Sole.
La sfera del Sole è la sfera dell’universale umano, di tutto ciò che tutti abbiamo in comune al di là delle particolari razze, al di là delle particolari religioni, al di là dei particolari valori morali. È la sfera dell’umanità quale organismo unico, di cui ognuno di noi è un mem- bro vivente. Questo essere spirituale del Sole è l’amico di tutti gli uomini – non dei cristiani o dei musulmani, o degli induisti, o dei buddisti, ma degli uomini in quanto uomini. essere uomo è molto di più che essere cristiano, o buddista, o induista, o musulmano. essere cristiano in senso tradizionale, o musulmano, significa essere ancora nella pienezza dell’umano: è la chiamata a camminare oltre.
Cammina, cammina ancora, e non ti chiamerai più cristiano, o musulmano, ma sarai un essere umano. Se pensiamo a un italiano, a un tedesco, a un francese, ne abbiamo di cose da dire; se pensiamo a un cristiano altrettanto, ma quando pensiamo all’umano… cosa sap- piamo dire? e allora, ce n’è di strada da fare!
ieri a Francoforte l’aeroporto era pieno di americani. mentre aspetta- vo di imbarcarmi sull’aereo ho avviato una conversazione, con la scu- sa di Bush e dell’iraq. Conosco l’america, ci sono vissuto, posso dire di conoscere bene gli americani e la loro lingua. La cosa che mi col- pisce di più è il loro dire we americans (noi americani)! È così pode- roso! in italia quando si sente dire noi italiani è del tutto diverso…
dei tedeschi poveretti, non ne parliamo: dopo le due botte prese nel secolo scorso, non si fidano neanche a dire noi tedeschi… L’italiano, quando dice noi italiani, non si presenta con questa forza militare che ha l’americano con il suo we americans! all’aeroporto pensavo: «adesso andrò a roma a parlare della morte – non gliel’ho detto, però lo pensavo – tu, vent’anni dopo la tua morte, quando sarai entra- to nella sfera dell’umano universale, che cosa dirai: we americans!?».
Dibattito
intervento: La domanda è questa: l’averroismo11 diceva in sostanza
che l’anima dell’uomo, dopo la morte, si ricongiunge con la divinità dell’universo… si può dire che sia così, no?
archiati: per gli studiosi di Steiner questo argomento è trattato nel volume 7412 dell’opera omnia, che contiene tre conferenze: la prima
su agostino, la seconda sul tomismo e la terza sulla moderna scienza dello spirito. tra l’altro sono tre conferenze bellissime…
intervento: Quando lessi per la prima volta queste conferenze, rimasi colpito, perché Sant’agostino spese una vita intera per lottare contro una tesi molto importante. Secondo me, infatti, l’immortalità dell’ani- ma non ha significato se non c’è coscienza. inoltre, la coscienza, il per- cepire qualcosa che avviene attorno a me, non basta: per me era impor- tante capire se l’uomo avesse, nell’aldilà, una coscienza individuale. Un giorno un mio amico scherzando sul fatto che io leggo le opere di Stei- ner, mi ha detto: «di cosa ti stupisci? La morte è semplicissima! È come il coma profondo – muori, vai in coma e non percepisci nulla, proprio come avviene nel sonno profondo!». era una semplice battuta, ma io ne sono rimasto molto colpito, perché la domanda fondamentale, quando si inizia a concepire il tema dell’immortalità dell’anima, è questa: se il