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La morte di Leonello d’ Este e la datazione degli «Ex ludis rerum mathematicarum» albertiani

1. La datazione tradizionale

Con l’ eccezione della prima biografi a albertiana del Mancini, la datazione degli Ex ludis rerum mathematicarum di Leon Battista Alberti è sempre stata compresa, dal 1911 ai più recenti studiosi, entro una forbice aperta tra il 1450, cioè l’ anno di morte del marchese di Ferrara Leonello d’ Este, e il 1452, cioè la morte di Meliadu-se, fratello di Leonello e dedicatario dell’ operetta.1 Qualche esempio:

Di questa [sc. del De re aedifi catoria] discorrerò fra poco, per adesso basta accennare come l’ aveva terminata innanzi al 1450, quando dedicò i Ludi matematici a Meliaduso d’ Este tuttavia abate di Pomposa. Il principe non aveva ancora ottenuta da Niccolò V la grazia di deporre gli abiti monacali, indossati per ubbidire alla tirannica volontà del padre, e sebbene sia incerto il giorno nel quale poté spogliarli, provò questa soddisfazione fra il 1º ottobre 1450, giorno della morte del marchese Lionello, ed il 25 gennaio 1452 ultimo della vita sua.2

Il De re aedifi catoria risulta composto nel 1452 (per testimonianza di F.

Biondo e M. Palmieri e per l’ accenno dell’ A. stesso nei suoi Ludi Matematici dedicati a Meliaduso d’ Este tra il ‘ 50 e il ‘ 52).3

1 «Certamente [Alberti] compose il libretto [i Ludi] innanzi al 1450, quando Meliaduso era tuttavia abate di Pomposa [recte: di San Bartolo] e non aveva ancora ottenuto da Niccolò V la facoltà di spogliare gli abiti clericali» (Mancini 1882, p. 317).

2 Mancini 1911, p. 281.

3 Grayson 1960, p. 706b.

La data della composizione dei Ludi sarebbe certamente anteriore al gennaio del 1452, quando morì Meliaduso d’ Este, e forse anteriore all’ otttobre del 1450, quando morì il fratello Leonello d’ Este, a cui l’ Alberti sembra alludere nel testo […] come ancora vivo.4

Oltre a una serie di opere letterarie e a sfondo morale […], Alberti compone un gruppo di opere di carattere tecnico quali la Descriptio Urbis Romae […], il De statua e i Ludi rerum mathematicarum. Composti tra il 1450 e il 1452, questi tre scritti derivano molto probabilmente dalla grande massa di materiali elaborata dall’ Alberti in vista della composizione del suo scritto fondamentale De re aedifi catoria.5

Questo primo trattato di architettura dell’ era moderna [sc. il De re aedifi catoria] si fonda sì su Vitruvio, ma non meno sulle esperienze pratiche e sulle tecniche acquisite dall’ A. ([…] lo studio degli edifi ci romani, la misurazione delle terre – come nella Descriptio urbis Romae [1443-1449?]

e [ne]i Ludi mathematici [1450-1452] – per cui l’ A. merita un posto importante nella storia della matematica applicata, dell’ agrimensura e della preparazione di carte geografi che).6

Nello stesso torno di tempo [del De re aedifi catoria, concluso entro il 1452]

compose e dedicò a Meliaduso d’ Este un opuscolo intitolato Ludi rerum mathematicarum (prima del 1452), che dà regole per misurare la superfi cie dei terreni, le altezze di torri, la profondità di pozzi, la distanza tra città, ecc.; materie affi ni, cioè, a certi aspetti del trattato d’ architettura e anche ai metodi trigonometrici della Descriptio urbis Romae.7

La più rivelatrice fra tutte le opere prodotte da Alberti per i suoi mecenati ferraresi fu quella intitolata Ludi rerum mathematicarum, dedicata a Meliaduse prima della sua morte, avvenuta nel gennaio 1452, e probabilmente ultimata anche prima della morte di Leonello (ottobre 1450).8

Ora, la citazione di Leonello all’ interno dei Ludi è ambigua: probabile, ma non certa, la sua esistenza in vita (saremmo dunque ante ottobre 1450);

indubitabil-4 Grayson 1960-1973, III, p. 358.

5 Rinaldi 1980, p. 26.

6 Grayson 1986, I, p. 12a.

7 Grayson 1994 (1998), pp. 428-429.

8 Graft on 2000 (2003), p. 292.

mente sicura solo l’ esistenza in vita di Meliaduse (ante gennaio 1452). Anche la cronologia relativa, in relazione cioè alla citazione nei Ludi del De architectura (forse una prima redazione del De re aedifi catoria) e della Descriptio urbis Rome, non è argomento utilizzabile perché le opere in discussione sono di datazione non precisabile ad annum (l’ esistenza di una prima versione magari non defi nitiva del De re aedifi catoria ante 1452 è diffi cilmente contestabile). Tuttavia, come vedremo, la tradizione manoscritta e a stampa nella sua interezza off re un elemento di gran-de peso per riconsigran-derare il problema e avanzare una più circoscritta proposta di datazione.

2. I testimoni

A tutt’ oggi il testo di riferimento per i Ludi è ancora quello off erto da Grayson nella sua edizione complessiva delle Opere volgari sulla base di 11 testimoni. I mss.

noti dei Ludi sono però 13 (erano sfuggiti a Grayson i mss. siglati H

* e Ga), cui va aggiunta la princeps veneziana, Franceschi, del 1568 (Piacevolezze matematiche, in Opuscoli morali di Leon Batista Alberti gentil’ huomo fi rentino: ne’ quali si contengo-no molti ammaestramenti, necessarij al viuer de l’ huomo, così posto in dignità, come priuato. Tradotti, & parte corretti da m. Cosimo Bartoli, pp. 225-255; in seguito:

VE568). Ne off ro un elenco ordinato topografi camente (tra parentesi la sigla con cui i mss. sono indicati nella più recente letteratura albertiana), corredato da essenziali indicazioni bibliografi che:

1. Cambridge (ma), Harvard University, Houghton Library, Typ. 316, membr., secolo XV (= H

*).

Cc. 1v-38r: Ex ludis rerum mathematicarum, con la lettera di dedica dell’ Alberti a Meliaduse d’ Este, ma l’ intestazione è stata resa illeggibile.

Kristeller 1963-1997, V, p. 236b; Furlan 2006, p. 71, nota 2.

2. Cambridge (ma), Harvard University, Houghton Library, Typ. 422, 2, cart., secolo XV (= H).

Cc. 1-29: Ex ludis rerum mathematicarum, con la dedica a Meliaduse.

Kristeller 1963-1997, V, p. 237a; Grayson 1960-1973, III, p. 355.

3. Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Ashburnham 356, cart., comp.; l’ unità che qui importa, in cancelleresca, è databile secoli XV ex.XVI in. Possessori: il nobile veronese Paolino Gianfi lippi, Guglielmo Libri (= FL).

Cc. 26r-31v: Ex ludis rerum mathematicarum, con la dedica a Meliaduse (mancano quasi due terzi dell’ opera da 147.21 Grayson alla fi ne).

Grayson 1960-1973, III, p. 352; Bertolini 2004b, I, pp. 164-178, nº 22.

4. Firenze, Biblioteca Moreniana, Moreni 3, cart., secolo XVI m. (= FR3).

Cc. 54r-73r: Ex ludis rerum mathematicarum, con la dedica a Meliaduse.

Grayson 1960-1973, III, p. 353; Bertolini 2004b, I, pp. 246-250, nº 32.

5. Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Galil. 10, cart., secolo XVI t.q. (ma ante 1565). Possessore: Ostilio Ricci (= Ga).

Cc. 1r-16r: Ex ludis rerum mathematicarum, adespoto, anepigrafo e privo della dedica a Meliaduse (ma «manca probabilmente una carta, solidale alla c. 23, anteriore all’ attuale c. 1»: Bertolini).

Kristeller 1963-1997, V, p. 585b; Bertolini 2004b, I, pp. 92-125, nº 77.

6. Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Magliabechiano VI 243 (già Med. Pal.

413), cart., comp.; l’ unità che qui interessa è databile secolo XVI m. Copista, in parte, e possessore Giovanni Berti (= F).

Cc. 64r-74r: Ex ludis rerum mathematicarum, con la dedica solita, ma qui a Borso duca di Ferrara; cc. 74r-79r: pseudo-Alberti, De lunularum quadratura.

Grayson 1960-1973, III, p. 352; Bertolini 2004b, I, pp. 493-502, nº 51.

7. Firenze, Biblioteca Riccardiana, 2110, cart., secolo XVI s.t.q. (ma ante 1565).

Copista già identifi cato con Cosimo Bartoli dal Mancini (ma un confronto con gli autografi del Bartoli consente di scartare la proposta) e da identifi care invece, secondo Alessandro Parronchi, con un amanuense di Cosimo I che scrive le cc.

30-31 di Firenze, Archivio di Stato, Mediceo del Principato, fi lza 221. Possessori:

Benedetto Varchi, don Giovanni Medici (= FR1).

Cc. 25r-45r: Ex ludis rerum mathematicarum, adespoto e anepigrafo.

Grayson 1960-1973, III, p. 353; Bertolini 2004b, II, pp. 1075-1079, nº 91.

8. Firenze, Biblioteca Riccardiana, 2942, 1 (già 2942, 4), cart., secolo XVI (= FR2).

Cc. 46r-67r dell’ antica numerazione: Ex ludis rerum mathematicarum, con la dedica a Meliaduse.

Kristeller 1963-1997, I, p. 223; Grayson 1960-1973, III, p. 353; Bertolini 2004b, II, pp. 1130-1134, nº 98.

9. Genova, Biblioteca Universitaria, G IV 29 (già Rosselli Del Turco, 212), cart., comp., secoli XV-XVII.

Il codice è stato assemblato dall’ erudito fi orentino Stefano Rosselli (1598-1664), copista dell’ indice di c. 1r, della Cena e dei Ludi. I fascicoli contenenti il De commodis contengono postille di mano del medico e bibliofi lo Pierleone Leoni da Spoleto (m. 1492), simili a quelle che fi gurano in un altro codice albertiano, ora a Oxford, Bodleian Library, Canon. Misc. 172,

cc. 221-237 (= G).

C. 1r: tavola del ms; c. 1r: frammento di intercenale; cc. 4v-27v: De commodis atque incommodis litterarum; cc. 33r-55r: Ex ludis rerum mathematicarum,

con la dedica a Meliaduse (ma l’ originaria consistenza del testo è modifi cata dal copista, che prima fa una selezione e poi integra le precedenti omissioni; la presenza di doppie lezioni suggerisce il ricorso alla contaminazione); cc. 58r-61v:

De porcaria coniuratione; cc. 62r-67v: Vita; cc. 68r-77v: Cena familiaris.

Kristeller 1963-1997, I, p. 246a; Grayson 1960-1973, III, pp. 353-354; un’ accurata descrizione in Cardini e a. 2005, nº 16 (scheda di Elisabetta Arfanotti).

10. Ravenna, Biblioteca Classense, 208, cart., secolo XVI (= R).

Cc. 1-28: Ex ludis rerum mathematicarum, con la dedica a Meliaduse. Da segnalare con Furlan, tra le cc. 23 e 24, la perdita di un bifolio corrispondente alle pp. 166.28-168.33 dell’ ed. Grayson.

Grayson 1960-1973, III, p. 354; Furlan 2006, p. 71 e nota 5.

11. Roma, Biblioteca Nazionale Centrale, V. E. 574 (già Boncompagni), cart., secolo XVI. Apografo di un manoscritto copiato da Antonio Betto nel 1463 (=

RN).9

Cc. 1r-22v: Ex ludis rerum mathematicarum, con la dedica a Meliaduse.

Narducci 18922, pp. 118-119; Grayson 1960-1973, III, p. 354.

12. Rouen, Bibliothèque Municipale, Leber 1158 (3056), cart., secolo XV. Copista Alessandro da Verrazzano (= Ro).

Cc. 1r-36r: Ex ludis rerum mathematicarum, con la dedica a Meliaduse.

Omont 1888, p. 79; Grayson 1960-1973, III, p. 354; Bulgarelli e a. 2006, nº 22, pp.

257-259 (scheda di Nicoletta Marcelli).

13. Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, ital. XI 67 (= 7351), cart., secoli XVXVII. Il ms. era stato ritenuto almeno in parte di Bernardo Bembo, ma si veda lo studio di Giannetto cit. sotto. Il ductus e il ricorso discontinuo ad apostrofi e accenti grafi ci della mano principale potrebbero ricordare semmai autografi primocinquecenteschi di Pietro Bembo (= V).

Cc. 122r-127r: Descriptio urbis Rome; cc. 130r-141r: Ex ludis rerum mathematicarum, adespoto e anepigrafo, ma «incompleto verosimilmente per la perdita di una carta all’ inizio e di parecchie in fi ne» (Grayson).

Kristeller 1963-1997, II, p. 278b; Grayson 1960-1973, III, p. 355; Giannetto 1985, pp. 243-247; Rykwert- Engel 1994, nº 21, pp. 430-431 (scheda di Lucia Bertolini).

9 Il quale Betto risulta possessore anche di un De re aedifi catoria e un De pictura menzionati dal ferrarese Pellegrino Prisciani: Bertolini 2005, p. 58.

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