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Questionario

A tutte le madri dei neonati arruolati è stato sottoposto un questionario nel quale venivano richiesti dati relativi a età, pigmentazione cutanea, peso pregravidico e altezza, patologie pregravidiche ed assunzione di farmaci in gravidanza, tipo e durata della supplementazione effettuata nel corso della gravidanza, esposizione solare durante la precedente stagione estiva e presenza di eventuali precedenti figli affetti da rachitismo (Figura 6).

39 Figura 6. Questionario.

40 Indice di massa corporea

Per quanto riguarda l’indice di massa corporea (BMI) delle madri prima della gravidanza, è stato calcolato la formula seguente:

Peso (Kg) _______________ Statura (m2)

ed è stato espresso in Kg/m2.

Sulla base dei valori ottenuti di BMI, è stato definito lo stato ponderale della madre in normopeso se BMI < 25 Kg/m2, in sovrappeso se BMI era compreso tra 25 Kg/m2 e 30

Kg/m2, in obeso se BMI >30 Kg/m2.

Analisi statistica

I dati ottenuti sono stati elaborati con i programmi di statistica SPSS-versione 24.0 (Statistical Package for Social Sciences, SPSS Inc., Chicago, IL, USA).

I risultati sono stati espressi come media ± DS. Il test ANOVA è stato usato per analizzare le differenze tra più di due gruppi. Una volta stabilita attraverso questo test l’esistenza di significatività statistica, è stato effettuato un test di Tukey per definire all’interno del fattore considerato, quale fosse l’entità della differenza delle medie tra i vari gruppi.

Le correlazioni lineari tra i vari parametri auxologici e biochimici sono state effettuate mediante la formula di Pearson.

Per definire la relazione tra 25(OH)D e calcio è stata effettuata una regressione lineare. E’ stato considerato significativo un valore di p<0.05 per tutte le analisi statistiche effettuate.

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RISULTATI

Stato vitaminico D

Nati a termine

Nei neonati a termine sono stati riscontrati valori medi di 25(OH)D cordonale pari a 25,2±10,9 ng/ml. In questo gruppo di pazienti il valore di 25(OH)D più basso riscontrato è pari a 7,6 ng/ml mentre il valore di 25(OH)D più alto è 63,9 ng/ml.

Dei 48 soggetti esaminati il 29,2 % (ovvero 14 soggetti) presentavano valori di 25(OH)D cordonale nel range della deficienza (<20 ng/ml), il 45,8% (ovvero 22 soggetti) presentavano valori di 25(OH)D cordonale nel range della sufficienza (20-30 ng/ml) e il 25% (ovvero 12 soggetti) presentavano valori di 25(OH)D cordonale nel range della sufficienza (>30 ng/ml) (Figura 7).

Figura 7. Percentuali di 25(OH)D cordonale nei neonati a termine con i valori nella norma,

42 25(OH)D e mese di nascita

Nello studio si è evidenziata una differenza statisticamente significativa (p<0,05) tra il valore del 25(OH)D cordonale nei nati nel periodo compreso tra luglio e ottobre rispetto a quello riscontrato nei nati nel periodo compreso tra novembre e febbraio (Figura 8).

Il valore medio del 25(OH)D cordonale nei nati nel periodo compreso tra luglio e ottobre è 26,8 ± 11,1 ng/ml.

Il valore medio del 25(OH)D cordonale nei nati nel periodo compreso tra novembre e febbraio è 16,3 ± 7,8 ng/ml.

Il valore medio del 25(OH)D cordonale nei nati nel periodo compreso tra marzo e giugno è 25,7 ± 10,1 ng/ml.

Figura 8. Valore del 25(OH)D cordonale in relazione al mese di nascita.

25(OH)D e supplementazione materna in gravidanza

Dall’analisi statistica è emersa una differenza significativa (p<0,05) tra il valore del 25(OH)D nei nati da madri supplementate e il valore del 25(OH)D cordonale nei nati da madri non

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supplementate: se la mamma aveva assunto la vitamina D durante la gravidanza, il 25(OH)D cordonale risultava maggiore (Figura 9).

Il valore medio del 25(OH)D cordonale nei nati da madri supplementate è 27,3 ± 11 ng/ml. Il valore medio del 25(OH)D cordonale nei nati da madri non supplementate è 21,1 ± 9,9 ng/ml.

Figura 9. Valore del 25(OH)D cordonale in relazione alla supplementazione materna.

Restringendo l’analisi statistica al gruppo di madri supplementate si è osservata una differenza significativa (p<0,05) tra il valore del 25(OH)D cordonale nei nati da madri adeguatamente supplementate rispetto al valore del 25(OH)D cordonale nei nati da madri non adeguatamente supplementate (Figura 10).

Il valore medio del 25(OH)D cordonale nei nati da madri adeguatamente supplementate è 29,6 ± 11,4 ng/ml.

Il valore medio del 25(OH)D cordonale nei nati da madri non adeguatamente supplementate è 21,2 ± 8,9 ng/ml.

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Figura 10. Valore del 25(OH)D cordonale in relazione all’adeguatezza della

supplementazione materna.

Oltre a considerare il gruppo intero, abbiamo ristretto l’analisi statistica al gruppo di madri non adeguatamente supplementate e si è evidenziata una differenza significativa (p<0,05) tra il valore del 25(OH)D cordonale nei nati nel periodo compreso tra novembre e febbraio rispetto al valore del 25(OH)D cordonale nei nati nei periodi marzo-giugno e luglio-ottobre. Considerando unicamente il gruppo dei nati da madri adeguatamente supplementate è emersa una sovrapponibilità dei valori del 25(OH)D cordonale escludendo l’influenza del mese di nascita.

25(OH)D e fattori di rischio materni di ipovitaminosi D

Inoltre è risultata una differenza statisticamente significativa (p<0,05) tra il valore del 25(OH)D nei nati da madri senza fattori di rischio di ipovitaminosi D e il valore del 25(OH)D nei nati da madri con uno o più fattori di rischio di ipovitaminosi D: la presenza di uno o più

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fattori di rischio di ipovitaminosi D nelle mamme determinava un valore del 25(OH)D cordonale minore, se non adeguatamente supplementata in gravidanza (Figura 11).

Il valore medio del 25(OH)D cordonale nei nati da madri senza fattori di rischio è 27,5 ± 11,6 ng/ml.

Il valore medio del 25(OH)D cordonale nei nati da madri con fattori di rischio è 20,6 ± 8 ng/ml.

Figura 11. Valore del 25(OH)D cordonale in relazione con la presenza o meno di fattori di

rischio materni di ipovitaminosi D.

Nati pretermine

Nei neonati pretermine sono stati riscontrati valori medi di 25(OH)D cordonale pari a 23,4±9,7 ng/ml. In questo gruppo di neonati il valore di 25(OH)D più basso riscontrato è 7 ng/ml mentre il valore di 25(OH)D più alto è 42,3 ng/ml.

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Dei 31 soggetti esaminati il 32,2% (ovvero 10 soggetti) presentavano valori medi di 25(OH)D nel range della deficienza (<20 ng/ml), il 45,2% (ovvero 14 soggetti) presentavano valori nel range dell’insufficienza (20-30 ng/ml) e il 22,6% (ovvero 7 soggetti) presentavano valori nel range della sufficienza (>30 ng/ml) (Figura 12).

Figura 12. Percentuali di 25(OH)D cordonali nei neonati pretermine con i valori nella

norma, nel range dell’insufficienza e nel range della deficienza.

25(OH)D e mese di nascita

Nello studio non si è evidenziata una differenza statisticamente significativa ma soltanto una lieve tendenza tra il valore del 25(OH)D cordonale nei nati nel periodo compreso tra luglio e ottobre rispetto a quello riscontrato nei nati nel periodo compreso tra marzo e giugno (Figura 13).

Il valore medio del 25(OH)D cordonale nei nati nel periodo compreso tra luglio e ottobre è 28,3 ± 5,7 ng/ml.

Il valore medio del 25(OH)D cordonale nei nati nel periodo compreso tra novembre e febbraio è 21,5 ± 10,7 ng/ml.

Il valore medio del 25(OH)D cordonale nei nati nel periodo compreso tra marzo e giugno è 20,5 ± 10,5 ng/ml.

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Figura 13. Valore del 25(OH)D cordonale in relazione al mese di nascita.

25(OH)D e supplementazione materna in gravidanza

Nell’analisi statistica si è segnalata una differenza significativa (p<0,05) tra il valore del 25(OH)D cordonale nei nati da madri supplementate in gravidanza e quello dei nati da madri non supplementate in gravidanza (Figura 14).

Il valore medio del 25(OH)D cordonale nei nati da madri supplementate è 28,1 ± 8,2 ng/ml. Il valore medio del 25(OH)D cordonale nei nati da madri non supplementate è 19,5 ± 9,2 ng/ml.

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Figura 14. Valore del 25(OH)D cordonale in relazione alla supplementazione materna.

Nel gruppo dei nati da madri supplementate con vitamina D, si è evidenziata una differenza statisticamente significativa (p<0,05) tra il valore del 25(OH)D nei nati da madri adeguatamente supplementate e quello nei nati da madri supplementate non adeguatamente (Figura 15).

Il valore medio del 25(OH)D cordonale nei nati da madri adeguatamente supplementate è 30,7 ± 6,8 ng/ml.

Il valore medio del 25(OH)D cordonale nei nati da madri non adeguatamente supplementate è 19,4 ± 8,7 ng/ml.

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Figura 15. Valore del 25(OH)D cordonale in relazione all’adeguatezza della

supplemetazione materna.

Oltre a considerare il gruppo intero, abbiamo ristretto l’analisi statistica al gruppo di madri non adeguatamente supplementate e si è evidenziata una differenza significativa (p<0,05) tra il valore del 25(OH)D cordonale nei nati nel periodo compreso tra luglio e ottobre rispetto al valore del 25(OH)D cordonale nei nati nei periodi novembre-febbraio e marzo-giugno.

Considerando unicamente il gruppo dei nati da madri adeguatamente supplementate è emersa una sovrapponibilità dei valori del 25(OH)D cordonale escludendo l’influenza del mese di nascita.

25(OH)D e fattori di rischio materni di ipovitaminosi D

Una differenza statisticamente significativa (p<0,05) si è osservata tra il valore del 25(OH) cordonale nei nati da mamme che non avevano fattori di rischio di ipovitaminosi D rispetto a

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quello riscontrato nei nati da mamme che avevano uno o più fattori di rischio di ipovitaminosi D (Figura 16).

Il valore medio del 25(OH)D cordonale nei nati da madri senza fattori di rischio è 25,5 ± 9 ng/ml.

Il valore medio del 25(OH)D cordonale nei nai da madri con fattori di rischio è 19 ± 10,1 ng/ml.

Figura 16. Valore del 25(OH)D cordonale in relazione alla presenza o meno di fattori di

rischio materni di ipovitaminosi D.

Rapportando il valore del 25(OH)D cordonale con il BMI materno si può evidenziare come all’aumentare del BMI materno prima della gravidanza, si riduce il valore del 25(OH)D cordonale (Figura 17).

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Figura 17. Relazione tra il BMI materno e il 25(OH)D cordonale.

Calcio cordonale

Nati a termine

Nei neonati a termine si sono riscontrati valori medi di calcio cordonale pari a 1,5±0,1 mmol/l. Il valore più basso riscontrato è 1,24 mmol/l mentre il valore più alto è 1,67 mmol/l.

Calcio cordonale e mese di nascita

Si è appurato che il valore del calcio cordonale non è influenzato dal mese di nascita del bambino: infatti sia nei nati nel periodo compreso tra luglio e ottobre sia nei nati nel periodo compreso tra novembre e febbraio sia nei nati nel periodo compreso tra marzo e giugno, il

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valore del calcio cordonale non ha alcuna differenza significativa con il mese di nascita del bambino (Figura 18).

Il valore medio di calcio cordonale nei nati nel periodo compreso tra luglio e ottobre è 1,5 ± 0,1 mmol/l.

Il valore medio di calcio cordonale nei nati nel periodo compreso tra novembre e febbraio è 1,5 ± 0,2 mmol/l.

Il valore medio di calcio cordonale nei nati nel periodo compreso tra marzo e giugno è 1,4 ± 0,1 mmol/l.

Figura 18. Valore del calcio cordonale in relazione al mese di nascita.

Calcio cordonale e supplementazione materna in gravidanza

Nessuna differenza statisticamente significativa è emersa tra il valore del calcio cordonale nei nati da madri supplementate, adegutamente e non adegutamente, e il valore del calcio cordonale nei nati da madri non supplementate.

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Calcio cordonale e fattori di rischio di ipovitaminosi D

Nell’analisi statistica non è emersa nessuna differenza significativa tra il valore del calcio cordonale nei nati da madri con fattori di rischio di ipovitaminosi D (BMI elevato) e il valore del calcio cordonale nei nati da madri senza fattori di rischio di ipovitaminosi D.

Calcio cordonale e stato vitaminico D

Dall’analisi effettuata inoltre non si è notata nessuna differenza statisticamente significativa tra il valore del calcio cordonale nei nati con stato vitaminico D superiore 20 ng/ml rispetto a quello riscontrato nei nati con stato vitaminico D inferiore a 20 ng/ml.

Nati pretermine

Dall’analisi statistica è emersa una differenza significativa (p<0,05) tra il valore del calcio cordonale nei nati nel periodo compreso tra luglio e ottobre e il valore del calcio cordonale nei nati nel periodo compreso tra novembre e febbraio: il valore del calcio cordonale nei nati nel periodo compreso tra luglio e ottobre era più basso rispetto al valore del calcio cordonale nei nati nel periodo compreso tra novembre e febbraio (Figura 19).

Il valore di calcio più basso riscontrato è 1,09 mmol/l mentre il valore più alto è 1,89 mmol/l. Il valore medio di calcio cordonale nei nati nel periodo compreso tra luglio e ottobre è 1,3 ± 0,1 mmol/l.

Il valore medio di calcio cordonale nei nati nel periodo compreso tra novembre e febbraio è 1,5 ± 0,2 mmol/l.

Il valore medio di calcio cordonale nei nati nel periodo compreso tra marzo e giugno è 1,4 ± 0,2 mmol/l.

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Figura 19. Valore del calcio cordonale in relazione al mese di nascita.

Fattori di rischio materni di ipovitaminosi D

Come evidenziato nelle figure 20-21, i fattori di rischio materni di ipovitaminosi D considerati nello studio erano presenti in 16 madri di neonati a termine e in 10 madri di neonati pretermine.

Tra i fattori di rischio i più rilevanti sono il BMI materno prima della gravidanza e l’ipertensione materna (presente in 5 madri di neonati pretermine).

. Il valore medio del BMI nelle madri di neonati a termine è 23,5 ±3,7 DS (15 sovrappeso, 1 obeso).

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Figura 20. Percentuali di BMI materno prima della gravidanza, con i valori nella norma, nel

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Figura 21. Percentuali presenza e assenza fattori di rischio materni di ipovitaminosi D.

Neonati a termine

Nell’analisi statistica è emersa una differenza significativa (p<0,05) tra il livello di supplementazione con vitamina D nelle donne con BMI elevato prima della gravidanza e il livello di supplementazione nelle donne con BMI nel range della normalità: le donne con BMI più elevato risultavano essere numericamente maggiori nel gruppo delle donne non supplementate.

Neonati pretermine

Nello studio si è sottolineata una differenza statisticamente significativa (p<0,05) tra il livello di supplementazione con vitamina D nelle madri di neonati con peso alla nascita maggiore e il livello di supplementazione con vitamina D nelle madri di neonati con peso alla nascita minore: infatti, le madri dei neonati con peso maggiore risultavano essere numericamente maggiori nel gruppo delle donne supplementate.

Adeguatezza della supplementazione con vitamina D durante la gravidanza

Per quanto riguarda la supplementazione con vitamina D durante la gravidanza, 32 madri di neonati a termine (Figura 22) e 13 madri di neonati pretermine (Figura 23) hanno assunto la vitamina D durante la gravidanza. Questo non implica che la supplementazione sia stata

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adeguata: solo 12 madri supplementate di neonati a termine (Figura 22a) e 8 madri di neonati pretermine (Figura 23a) hanno assunto un livello adeguato di vitamina D.

Figura 22. Percentuali delle madri di neonati a termine supplementate in gravidanza.

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Figura 23. Percentuali delle madri di neonati pretermine supplementate in gravidanza.

Figura 23a. Percentuali di adeguatezza e non adeguatezza supplementazione materna.

Neonati pretermine

Dall’analisi statistica si è osservata una differenza significativa (p<0,05) tra il livello di adeguatezza di supplementazione delle madri di neonati con peso maggiore alla nascita e il livello di adeguatezza di supplementazione delle madri di neonati con peso minore alla nascita: la madre del neonato con un peso maggiore aveva raggiunto un livello più adeguato di supplementazione con vitamina D nel corso della gravidanza.

Peso della placenta

Neonati a termine

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Nell’analisi statistica è emersa una differenza significativa (p< 0,05) tra il peso della placenta nei nati da madri supplementate con vitamina D nel corso della gravidanza e il peso della placenta nei nati da madri non supplementate in gravidanza. Questo significa che il peso della placenta era maggiore nei nati da madri supplementate in gravidanza.

Neonati pretermine

Il valore medio della placenta è 304,4 ± 99,2 grammi.

Non esiste nessuna differenza statisticamente significativa tra il peso della placenta e altri parametri valutati.

Correlazioni lineari relative al valore di 25(OH)D

Campione intero

Valutando il campione intero non è stata riscontrata una correlazione positiva tra il 25(OH)D cordonale e l’età gestazionale in decimali (r=0,156, p>0,05), il peso alla nascita in Z score (r=-0,185, p>0,05), la lunghezza alla nascita in Z score (r=-0,123, p>0,05), la circonferenza cranica in Z score (r=0,026, p>0,05), il peso della placenta in grammi (r=0,126, p>0,05), il livello di supplementazione in UI/die di 25(OH)D (r=-0,045, p>0,05), il BMI in Kg/m2 (r=-

0,198, p>0,05).

Neonati a termine

E’ stata evidenziata una correlazione positiva tra il 25(OH)D in ng/ml con il BMI materno in Kg/m2 (r=-0,309, p<0,05).

Nessuna correlazione positiva è stata dimostrata tra il 25(OH)D in ng/ml e l’età gestazionale in decimali (r=0,168 p>0,05,), il peso alla nascita in Z score (r=-0,137, p>0,05), la lunghezza alla nascita in Z score (r=-0,132, p>0,05), la circonferenza cranica alla nascita in Z score (r=0,261, p>0,05), il calcio cordonale in mmol/l (r=0,029, p>0,05), il livello di supplementazione con 25(OH)D in UI/die (r=-0,114, p>0,05).

60 Neonati pretermine

Osservando i risultati dei neonati pretermine è possibile escludere una correlazione positiva tra il 25(OH)D in ng/ml e l’età gestazionale in decimali (r=0,315, p>0,05), il peso alla nascita in Z score (r=-0,289, p>0,05), la lunghezza alla nascita in Z score (r=-0,178, p>0,05), la circonferenza cranica alla nascita in Z score (r=-0,297, p>0,05),il peso della placenta in grammi (r=0,192, p>0,05),il livello di supplementazione con 25(OH)D in UI/die (r=0,131,p>0,05) e il BMI materno in Kg/m2 (r=0,011, p>0,05).

Correlazioni lineari relative al calcio cordonale

Campione intero

Nessuna correlazione è stata evidenziata tra il calcio cordonale e l’età gestazionale, il peso, la lunghezza, la circonferenza cranica alla nascita, il peso della placenta, il livello di 25(OH)D cordonale, il livello di supplementazione materna e il BMI materno.

Correlazioni lineari relative al peso della placenta

Campione intero

Considerando il campione intero è stata messa in evidenza una correlazione tra i valori della placenta in grammi e l’età gestazionale in decimali (r=0,733, p<0,01), peso alla nascita in Z score (r= 0,318, p<0,01), lunghezza alla nascita in Z score (r=0,366, p<0,01), circonferenza cranica in Z score (r=0,351, p<0,01), calcio cordonale in mmol/l (r=0,294, p<0,05) (Tabella 19).

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Tabella 19. Correlazioni lineari tra il peso della placenta e l’età gestazionale, il peso, la

lunghezza, la circonferenza cranica alla nascita e il calcio cordonale.

EG PN, SDS LN, SDS CCN, SDS Calcio cordonale (mmol/l) Rho di Spear-man Peso placenta r p ,733 ,000 ,318 ,004 ,366 ,001 ,351 ,002 ,294 ,014

Non è stata evidenziata alcuna correlazione tra il peso della placenta e con il 25(OH)D cordonale in ng/ml (r=0,126, p>0,05), il BMI materno (r=0,111, p>0,05).

Neonati a termine

Nei neonati a termine è stata osservata una correlazione positiva tra i valori di peso della placenta in grammi e peso alla nascita in Z score (r=0,584, p<0,01), lunghezza alla nascita in Z score (r= 0,366, p<0,05), circonferenza cranica alla nascita in Z score (r=0,402, p<0,01) (Tabella 20).

Tabella 20. Correlazioni lineari tra il peso della placenta e il peso, la lunghezza, la

circonferenza cranica alla nascita nei neonati a termine.

PN, SDS LN, SDS CCN, SDS Rho di Spearman Peso placenta r p ,594 ,000 ,366 ,010 ,402 ,005

Non esiste nessuna correlazione positiva tra il peso della placenta e il 25(OH)D cordonale in ng/ml (r=0,089, p>0,05), il calcio cordonale in mmol/l (r=-0,102, p>0,05), il livello di supplementazione con 25(OH)D in UI/die (r=-0,187, p>0,05) e il BMI materno in Kg/m2 (r=-

62 Neonati pretermine

Nei neonati pretermine è stata osservata una correlazione positiva tra il peso della placenta in grammi e il valore del calcio cordonale in mmol/l (r=0,475, p<0,05) (Figura 24).

Figura 24. Correlazione positiva tra il valore del calcio cordonale e il peso della placenta.

Non è stata evidenziata alcuna correlazione tra il peso della placenta in grammi e età gestazionale in decimali (r=0,132, p>0,05), il peso alla nascita in Z score (r=0,289, p>0,05), la lunghezza alla nascita in Z score (r=0,169, p>0,05), la circonferenza cranica in Z score (r=0,323, p>0,05), il valore del 25(OH)D in ng/ml (r=0,192, p>0,05).

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Correlazioni parziali relative al peso della placenta

Campione intero

Prendendo in considerazione il campione intero, considerando come unica variabile di controllo l’età gestazionale in decimali, è stata riscontrata una correlazione parziale positiva (Tabella 21) tra il peso della placenta in grammi e il peso alla nascita in Z score (r=0,470, p<0,01), la circonferenza cranica alla nascita in Z score (r=0,493, p<0,001).

Considerando come variabili di controllo l’età gestazionale in decimali con il livello di supplementazione in UI/die di 25(OH)D e il 25(OH)D cordonale con il BMI materno e con l’età materna, si è ottenuta una correlazione parziale positiva (Tabella 22) tra il peso della placenta in grammi e il peso alla nascita in Z score (r=0,469, p<0,01), la circonferenza cranica in Z score (r=0,489, p<0,01).

Tabella 21. Correlazioni parziali tra il peso della placenta e le misure auxologiche alla

nascita (correzione per età gestazionale).

Variabili di controllo PN, SDS CCN, SDS EG Peso Placenta r p ,470 ,002 ,493 ,001

Tabella 22. Correlazioni parziali tra il peso della placenta e le misure auxologiche alla

nascita (correzione per età gestazionale e UI/die, 25OHD, BMI materno ed età materna).

Variabili di controllo PN, SDS CCN, SDS EG & UI/die 25OHD&BMI&età materna Peso placenta R P ,469 ,003 ,489 ,002

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DISCUSSIONE

La carenza di vitamina D osservata a tutte le età è correlata a fattori estrinseci ed intrinseci. Tra i fattori estrinseci sono compresi le abitudini alimentari (ridotto consumo di olio di fegato di pesce, di pesce, di latte, di uova e margarina), i fattori comportamentali (ridotto tempo trascorso all’aria aperta, ridotta esposizione ai raggi solari, maggiore copertura di abbigliamento per motivi personali e religiosi), le campagne nazionali contro l’esposizione solare per prevenire i tumori della pelle9. Tra i fattori intrinseci ritroviamo il livello

individuale di contenuto melaninico cutaneo, il carente assorbimento intestinale di vitamina D per cause secondarie come la fibrosi cistica, la malattia celiaca o l’obesità, l’intensità e la durata di esposizione ai raggi UVB influenzata dalle stagioni (bassa in inverno, alta in estate) e dalla latitudine (correlata in maniera inversamente proporzionale con la distanza dall’equatore)10. Tutte le situazioni nelle quali l’introito alimentare o «solare» di vitamina D è

carente devono essere supplementate: vanno quindi supportati tutti i bambini nel primo anno di vita, le persone con stili di vita permanentemente “particolari”, e chi ha patologie ereditarie o acquisite di carenza alimentare. L’interesse crescente per la vitamina D è legato alla aumentata prevalenza di ipovitaminosi D nella popolazione e alla scoperta delle sempre nuove azioni extra scheletriche della vitamina D (attività pleiotropica della vitamina D per la presenza di recettori per la vitamina D in numerosi distretti corporei).

La carenza di vitamina D è un problema fondamentale soprattutto quando interessa la donna in gravidanza. Diversi studi dimostrano una forte associazione tra il livello di 25(OH)D materno e il livello di 25(OH)D cordonale, a sua volta proporzionale al grado di supplementazione materna con vitamina D31. Proprio sull’adeguatezza della

supplementazione altri studi hanno evidenziato che se una madre viene supplementata nella maniera ottimale durante la gravidanza e durante l’allattamento conferisce un adeguato livello di vitamina D nel bambino al momento della nascita. Tale vantaggio scompare con la crescita del neonato, confermando la complessità dei processi nutrizionali nel bambino32.

Le donne che a inizio gravidanza presentano uno o più fattori di rischio di ipovitaminosi D (obesità, elevata pigmentazione cutanea, precedente figlio affetto da rachitismo, ridotta esposizione al sole, malassorbimento, assunzione di farmaci che interferiscono con il metabolismo della vitamina D, adolescenza, elevato rischio di preeclampsia), devono

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assumere una dose maggiore di vitamina D per assicurare uno status vitaminico D adeguato al neonato33. Ad esempio, il livello di vitamina D materno, determinato principalmente dalla

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