• Non ci sono risultati.

6. ANALISI DELLO STATO DI FATTO

6.2 QUADRO FESSURATIVO E ANALISI DEL DEGRADO A seguito degli eventi sismici del 20 e 29 maggio

6.2.9 DEGRADO DELLE GUGLIE SOMMITAL

Sul coperto della chiesa, in prossimità della facciata principale su piazza Garibaldi, svettano tre guglie sommitali in pietra: due laterali di dimensioni minori ed una centrale recante la croce. In seguito al sopralluogo si è osservato un livello di degrado abbastanza diffuso degli elementi lapidei costituenti le singole guglie, con presenza di materiale spesso segregato e non più ben coeso probabilmente a causa della continua esposizione di questi elementi agli agenti atmosferici esterni. Le forme di degrado a cui sono soggette strutture sommitali sono tutte legate all’acqua e quindi all’umidità che è indubbiamente la principale causa di degrado, diretta o non, dei materiali da costruzione. L’umidità, con la sua azione, produce nel tempo un degrado sia fisico che meccanico dei materiali spesso legato all’insorgere di questi tipi di fenomeni:

Cicli di gelo e disgelo:

non dipendono dalla natura chimica del materiale ma solo dalla sua porosità. Il degrado è dovuto all’aumen- to di volume dell’acqua all’interno dei pori quando di- venta ghiaccio. In questi casi si verifica un aumento di volume del liquido attorno al 9%, una condizione estremamente dannosa per i materiali da costruzione storici essendo questi scarsamente resistenti a trazio- ne. Il degrado si manifesta comunque in seguito ad un’alternanza di cicli di gelo e disgelo che provoca una sorta di “fatica” all’interno del materiale che accumula e rilascia tensioni.

Cicli di cristallizzazione salina:

il fenomeno è dovuto alla presenza di sali all’interno del materiale, questi vengono trasportati dall’acqua che si infiltra attraverso i pori. Anche in questo caso il degra- do è provocato da un aumento di volume, quello dei sali trasportati dall’acqua. Si distinguono due diversi casi: le efflorescenze saline e le sub - efflorescenze sa- line. Le prime sono dovute alla cristallizzazione ester- na al materiale da parte dei sali, sono caratterizzate da un colore biancastro e provocano solamente un danno estetico piuttosto che strutturale. Le seconde sono do- vute alla cristallizzazione dei sali subito al di sotto dello

sono dunque elementi piuttosto svettanti e, se non ben ancorati, molto pericolosi in caso di oscillazioni sismiche.

Il non perfetto stato in cui versano le parti lapidee fa si che questo tipo di collegamento inter- no e centrale tra le guglie e il coperto non sia sufficiente a garantirne la stabilità nei confronti delle azioni del sisma. Il pericolo è infatti quello del possibile sfilamento di alcune delle parti lapidee componenti le guglie, quelle più sommitali nell’elemento, con il conseguente pericolo di caduta dall’alto delle parti stesse.

strato superficiale e provocano uno sgretolamento del materiale simile a quello dovuto al gelo. Si parla in que- sto caso di un danno di tipo meccanico.

Alveolizzazione:

è un tipo di degrado che interessa soprattutto i mate- riali lapidei ed è dovuto all’azione combinata di sali ed erosione eolica. Il degrado si manifesta sotto forma di avvallamento della pietra dato dall’azione dei sali uni- tamente alla formazione di alveoli originati dall’azione del vento.

Cicli bagnato e asciutto:

questi cicli, che fanno parte della quotidianità dell’edi- ficio, non hanno ripercussioni negative su tutti i mate- riali da costruzione, per esempio i laterizi non ne risen- tono. Mentre sono interessati alcuni materiali lapidei che contengono al loro interno una piccola quantità di argilla. E’ una forma di degrado non facilmente rico- noscibile in quanto l’argilla non è localizzata soltanto sulla superficie del materiale me è presente in tutta la sua massa e questo può dar luogo a fenomeni di cri- stallizzazione anche profondi (oltre i 4 cm) destinati a peggiorare con il tempo a causa della struttura lamel- lare dell’argilla che permette una più facile infiltrazione dell’acqua.

Analizzando lo specifico caso in esame è possibile osservare la presenza di efflorescenze saline soprattutto sugli elementi lapidei delle due guglie laterali e, oltre a queste, un diffuso degrado del materiale lapideo dovuto alla perdita di coesione e probabilmente dovuto all’a- zione combinata dei fenomeni di degrado sopra elencati; in particolar modo cicli di gelo e disgelo ed efflorescenze saline che hanno portato nel tempo ad uno sgretolamento del ma- teriale (TAV. 18).

Le guglie sono costituite dall’insieme di diverse parti lapidee poggianti su un basamento in laterizio e uniti tra loro tramite un perno in acciaio centrale che, oltre a collegare i singoli componenti, collega l’intero elemento sommitale alla struttura del coperto. Le guglie hanno un’altezza di circa due metri e poggiano su un basamento poligonale di circa un metro di lato;

Fig. 69 Due delle guglie sommitali della chiesa. E’ possibile osservare il degrado degli elementi lapidei che costituiscono le singole guglie quello del basamento in laterizio. Sulla struttura sommitale più laterale è inoltre visibile il fenomeno delle efflorescenze saline dovute alla cristallizzazione esterna dei sali. Questo degrado fisico e meccanico del materiale mette in pericolo anche la sua stabilità nei confronti delle azione sismiche dal momento che viene a mancare il comportamento d’insieme e tutte le parti appaiono scolle- gate tra loro.

Fig. 70 Guglia sommitale posta al centro della facciata su piazza Garibaldi. Si osserva l’into- naco parzialmente scrostato sul basamento in laterizio e il degrado del materiale lapideo so- prastante.

Fig. 71 Guglia sommitale laterale della facciata su piazza Garibaldi. Si osserva l’intonaco par- zialmente scrostato sul basamento in laterizio e il degrado del materiale lapideo soprastante dovuto in particolar modo alla presenza di nu- merose efflorescenze saline.