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Dell’archiviazione Forme di archiviazione del reale

strategie di rappresentazione rendering-based

2.7. Dell’archiviazione Forme di archiviazione del reale

In architettura, la conoscenza dell’esistente e della sua storia come sup- porto alla programmazione e alla progettazione a venire è una problematica che la critica storica contemporanea e i sistemi di programmazione tendono solitamente a banalizzare, confondendo l’accezione superficiale di sistema documentale fine a se stesso con il suo senso reale, che è quello di uso come materiale attivo per l’intero progetto del ricordo di tutto ciò che ci ha prece- duto. Il problema è tanto più sentito per le operazioni di classificazione e informatizzazione dell’esistente ai fini della conservazione, in cui il progetto vive la permanente scissione tra il sistema dei dati che costituiscono la condi- zione ‘a priori’ dell’intervento e la definizione del progetto di restauro che raramente si riesce ad appoggiare ad essi. Ciò che caratterizza la tematica non è tanto la quantità dei dati, ma la loro forte differenziazione tipologica (siamo, infatti, solitamente in presenza di modelli 3D, immagini, fotografie, disegni, testi, documenti) e la loro sostanziale disomogeneità che non ne per- mette la fruibilità immediata e la facile trasferibilità e trasportabilità. Inoltre, il fatto che ogni intervento classificatorio che ci ha preceduto ha portato di solito alla frammentazione del ‘corpus’ originario in più parti separate. È per

questo motivo che, spesso, ci risulta difficile la lettura dell’accaduto e la sua ricostruzione ai fini propositivi. A ciò si aggiunga la spesso evidente carenza dei mezzi codificati per rappresentare la realtà costruita.

Tra i primi risultati offerti dal visual computing vi è il grande passaggio dalla formazione di database testuali a quello di database visuali, con possibi- lità ipermediali e multimediali, strumenti capaci di riunire ed integrare una grande quantità di dati eterogenei e di renderli disponibili in forma intuitiva oltrechè logica.

Esperienza pionieristica di applicazione di 3D database nel campo dell’ar- chitettura è certamente il lavoro, che ho condotto in due passaggi successivi come supporto al restauro e alla divulgazione sul sistema documentale, rela- tivamente a otto piccoli sepolcri di origine romana lungo la via Appia antica a Roma24.

Alla metà dell’Ottocento, l’architetto Luigi Canina fu incaricato dallo Stato Pontificio del recupero del tratto della Via Appia compreso all’incirca tra il Quarto e l’Ottavo miglio. Il restauro fu realizzato in modo geniale, per rap- porto al tentativo di soluzione del fondamentale problema di sempre dell’Ap- pia antica: il trafugamento dei reperti sulo terreno. Canina non si limitò ad una operazione di ‘pulizia’ o di minuta ricostituzione, ma ricompose i pezzi a terra, spesso in modo incongruente su paramenti murari esistenti o su por- zioni di muratura costruiti ex-novo, creando una sorta di grande museo all’a- perto. Canina documentò inoltre tutto il lavoro attraverso due strumenti ecce- zionali e complementari, che denotano l’importanza della divulgazione e della creazione di sistemi informativi nel lavoro di restauro: un volume di tavole rappresentanti le tombe prima e dopo il restauro, una ricostruzione ipotetica dello stato originario25 ed una serie di quaderni conservati all’Archivio di

Stato di Torino che classificano spazialmente tutti i pezzi a terra presenti lungo questo tratto della via Appia alla metà del XIX secolo.

La Soprintendenza Archeologica Roma, chiamata nel 1997 al restauro di questi sepolcri, ha recuperato il felice connubio restauro/comunicazione propo- sto da Canina, realizzando un’interessante esperienza sull’uso di sistemi digitali on-line come strumento per il restauro e la divulgazione scientifica, consultabili all’indirizzo www.archeorm.arti.beniculturali.it/sar2000/default.htm. Oggi si

24Le esperienze sono descritte in: M.Gaiani, F.Uccelli, The Tombs on the Appian Way -

Representing architectural worlds with VR and the Internet, full paper in atti del convegno

9th International Conference on WWW - Cultural Track, Amsterdam, 16-19 maggio 2000, (in corso di stampa); M. Gaiani, Dal database testuale al database visuale: un approccio digi-

tale, in A. Pratelli (a cura di), Un Archivio Per La Città - Novecento a Udine: architettura da costruire, fonti di documentazione, archivio delle pratiche edilizie, Comune di Udine, Udine,

(in corso di stampa).

25 L. Canina, La prima parte della via Appia, dalla Porta Capena a Boville, descritta e

dimostrata con i monumenti superstiti, in seguito delle regolari escavazioni e lavori diversi eseguiti dall’anno 1850 al 1853, Rome, 1853.

sta studiando come implementare il progetto sui sepolcri della via Appia, in un ‘corpus’ organico organizzato come un sistema immersivo di realtà virtuale.

Un primo prototipo di 3D Virtual GIS è stato realizzato servendosi di un Onyx 2 Infinite Reality, per la visualizzazione real-time, e del Virtual Theater del CINECA a Bologna.

Il sistema, ancora in corso di completamento, presenta come principali requisiti sia la cognizione spaziale che la possibilità di interazione e interro- gazione.

L’architettura di sistema per la visualizzazione e l’interrogazione è una tipica architettura client-server il cui processo di comunicazione può essere descritto rapidamente come segue: il client invia una richiesta di informazio- ni al server usando i browser VR o HTML, il Web server processa la richiesta e ritorna i dati richiesti al computer client. A seconda della richiesta e del tipo di dati ricevuti, possono essere distinte quattro fasi fondamentali: 1) identificazione, 2) interrogazione, 3) visualizzazione e navigazione 4) manipo- lazione. L’informazione richiesta, in forma di documento HTML o VRML, è visualizzata nei browser HTML o VR sulla stazione client.

Recentemente, altri lavori si sono inseriti sulla linea di multimedia 3D database de La via Appia antica Archeologia e restauro: un esempio illuminato è il lavoro sul Camposanto Monumentale di Pisa realizzato dall’Opera della Primaziale Pisana26. Un’applicazione inizialmente concepita semplicemente

per controllare il riposizionamento degli affreschi rimossi dai muri, è stata completamente rivisitata implementando sul modello VRML originale un sistema di SQL-www dinamico per ottenere informazioni sulle opere d’arte. Questi lavori segnalano come i percorsi che l’accumulo e la restituzione che il digitale può offrire sulle nostre basi dati e la capacità di introspezione al loro interno, stiano avendo una nuova decisiva evoluzione verso un nuovo livello di capacità di restituzione. Gli oggetti che ci circondano non ci appaiono più come isolati, e fini a se stessi, ma inseriti nel contesto entro il quale li perce- piamo quotidianamente; e non sono più semplicemente icone dell’implicito database che li descrive, ma sistema informativo esplicito, consultabile in modo intuitivo, continuamente aggiornabile e capace di tutte quelle associa- zioni che solo il virtuale può permettere.

2.8. Documentazione & divulgazione: il servizio per l’acquisizione e l’e-