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Il progetto BAA

Sistemi informativi multimediali per il patrimonio architettonico:

4.2. Il progetto BAA

Il progetto dell’archivio informatizzato per i Beni Architettonici ed Ambientali (BAA) è nato nella prima metà degli anni ’90 al fine di trasferire in formato digitale il preesistente archivio cartaceo denominato “Rilevazione dei beni architettonici ed ambientali della Provincia di Milano”. Tale archivio traeva origine da una campagna di rilevamento sul territorio effettuata negli anni tra il 1986 e il 1996 da oltre 40 diversi rilevatori. Tra i requisiti base del progetto figuravano: l’uso non mediato di tutte le informazioni in formato cartaceo (rimandando ad un’eventuale seconda fase la ridefinizione od esten- sione della struttura dati stessa), la scalabilità e la portabilità della soluzione da implementare (fig. 25).

Definendo l’architettura generale del sistema, si è optato per una soluzione potenzialmente distribuita basata su tecnologia internet con elevato grado di scalabilità, sia sul fronte delle funzioni di data repository, sia sul fronte del- l’interazione con l’utente sia esso dedicato all’immissione dati quanto alla consultazione.

Le esigenze espresse dall’Amministrazione Provinciale comprendevano la realizzazione di una struttura dati e di un’interfaccia d’inserimento e gestione dati con le seguenti caratteristiche:

• semplicità d’uso da parte di un utente inesperto • funzionamento in ambiente MS Windows

• semplicità di installazione e uso per l’inserimento dei dati su diversi PC • capacità di aggregare e disaggregare porzioni di schede da diversi database • scalabilità

• ridotti costi d’implementazione (es. riduzione/assenza licenze d’uso software) Questi motivi hanno fatto scegliere una struttura basata su due compo- nenti:

• un’applicazione DBMS sia come motore di gestione dei dati, che come gestore delle maschere di inserimento in locale, in aggiunta alle possibilità di immissione e consultazione in rete garantite dall’architettura client / server Internet;

• un applicativo per la gestione del trasferimento, anche parziale, dei dati inseriti tra differenti archivi.

L’architettura si basa su uno o più server dati collegati attraverso la rete, una gestione semplificata di profili d’utenza consente diversi livelli d’operati- vità: dal semplice “lettore”, all’addetto immissione dati a diversi livelli di supervisione. In aggiunta alla possibilità di immettere dati da remoto attra- verso la rete, sono stati sviluppati moduli applicativi in grado di consentire l’immissione dati asincrona off-line in vista di una successiva “fusione” con il sistema informativo distribuito. In tal modo è stato possibile, ad esempio, far immettere dati da un numero variabile di operatori, anche eventualmente non in grado di accedere alla rete.

4.2.1. La base dati dell’Archivio BAA

Tra le principali istanze prese in considerazione per la realizzazione della struttura dati possiamo ricordare:

• preservare ogni possibile ricchezza informativa derivante dal catalogo car- taceo. Ogni rilevatore, infatti, non sussistendo particolari vincoli relativi al formato od al contenuto, aveva potuto compilare i diversi campi del que- stionario secondo una personale interpretazione, ricorrendo diffusamente ad annotazioni a margine o scelte personalizzate;

• strutturare le informazioni secondo vincoli sufficientemente rigidi da con- sentirne l’interrogazione in formato digitale in maniera quanto più agevole possibile. Quanto più i diversi record contengono informazioni omogenee tra loro tanto più sarà possibile effettuare delle ricerche efficaci e delle comparazioni significative;

• conformarsi alle disposizioni (in divenire) delle diverse autorità al di sopra della Provincia a partire dalla “Scheda A” dell’Istituto Centrale del Catalo- go e della Documentazione (ICCD).

In pratica, il processo in base al quale è stata definita ed affinata la strut- tura dati può essere sinteticamente descritto come segue:

• analisi del modulo cartaceo. Si è studiato il modulo non compilato sul quale sono stati rilevati gli immobili ed è stata formata una struttura dati capace di contenere un modulo compilato senza alterazioni; tale analisi ha portato alla definizione dei record, mentre la collocazione in differenti tabelle è stata effettuata sulla base della possibile ripetitività dei campi compatibilmente con le specifiche ICCD scheda A oppure sulla base di una loro possibile aggregazione logica;

• analisi delle eccezioni comuni. Si sono cercate le eccezioni presenti in un campione di schede compilate da diversi rilevatori, si è quindi provveduto a modificare le tabelle aggiungendo campi che potessero contenere ecce- zioni frequenti o di particolare interesse per il bene. Sono state inoltre definite alcune “norme di compilazione” per la conversione delle eccezioni nei campi del database; in questa fase sono anche stati definiti i diversi vocabolari semi aperti da cui attingere i valori per la compilazione (valida- zione dati);

• inserimento dei dati. Altre eccezioni e variazioni ai vocabolari sono state incluse durante la fase di inserimento sistematico dei comuni pilota (Abbiategrasso, Besate, Morimondo, Rosate, ecc).

Tornando a considerare la struttura dati - nonostante l’ipotesi di lavoro di riutilizzare la struttura dati esistente in formato cartaceo - sono state elabora- te diverse ipotesi d’aggiornamento ed integrazione.

Le principali aggregazioni logiche dei dati riscontrabili nell’archivio sono: • Scheda anagrafica

• Dati Monumento • Geo-referenziazione • Dati Catasto

• Cronologia

• Indicazioni per riuso • Interventi Conservazione • Localizzazione

• Dati localizzazione

• Condizioni fisiche e giuridiche 4.2.2. L’accesso ai dati

L’accesso alle funzioni di ricerca è subordinato alla conoscenza di un nome utente ed una password per proteggere eventuali dati sensibili presenti nella base dati. A titolo d’esempio selezionando quali campi di ricerca: comu- ne, nome del bene e tipologia possiamo interrogare la base dati ottenendo quanto illustrato nel seguito (fig. 26).

Inviando i criteri di ricerca, si riceve una pagina contenente l’elenco dei beni che soddisfano le condizioni impostate che riporta il numero di beni che soddisfano le condizioni e per ciascuno il nome dell’opera, il comune e la tipologia divisi in pagine da 10 ricorrenze ordinate per nome dell’opera

Selezionando il nome di un’opera viene visualizzata la scheda introduttiva dell’opera sulla quale sono riportati i dati relativi alla localizzazione, classifi- cazione e presenza nel catasto storico. Se disponibili vengono anche mostrate delle anteprime degli eventuali inserti multimediali presenti sui server. Attual- mente sono presenti oltre 1600 inserti multimediali per 38 comuni (fig. 27).

Si tratta per la maggior parte dei casi di immagini in formato jpeg in bianco e nero, ma sono stati inseriti anche oggetti differenti come animazioni in formato avi, foto panoramiche in Quicktime VR (mov) ed un modello VRML (wml) di un vaso relativo ad uno dei beni recensiti.