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della crisi

Nel documento INCONCRETO n.100 (pagine 44-48)

a cura di Pina Esposito

Calcestruzzo di Qualità

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L’andamento del mercato delle costruzioni

Gli anni più critici dal dopoguerra

La crisi che ha attraversato il set-tore delle costruzioni nel 2008 e nel 2009, e che continua in forme diverse nel 2010, è certa-mente la più grave dal secondo dopoguerra.

Più del triennio 1975-1977 e più del biennio 1993-1994.

Siamo di fronte a una fase giunturale eccezionale, con con-trazioni del mercato che vanno dal 20 al 40% a seconda del comparto.

È uno scenario dove si stanno ri-definendo domanda e offerta. Sotto la spinta di tre proces-si eccezionali, globalizzazione, centralità dei temi ambientali e l’ineluttabile necessità di ridurre i consumi energetici sono desti-nati a cambiare i comportamenti dei clienti.

Così come cambiano le norma-tive, cambia il modello di riferimen-to del mercariferimen-to.

strettamente connessi all’attuale congiuntura. In particolare, è sta-ta rilevasta-ta la presenza di un cer-to numero di impianti che hanno fermato la produzione, fenomeno che se affiancato a quello analiz-zato nel Rapporto della forte ri-duzione della prori-duzione media, spiega bene l’attuale difficile mo-mento del comparto.

È emerso un quadro particolar-mente interessante sia dal pun-to di vista della produzione sia da quello delle caratteristiche dimensionali delle imprese, del-la loro dislocazione sul territo-rio, della dotazione di impianti e mezzi d’opera, dell’offerta di pro-dotti e così via.

I primi dati che andremo a pub-blicare sono di carattere genera-le e riguardano l’andamento del mercato delle costruzioni. Precisiamo comunque ai nostri lettori che i risultati della ricerca sono stati raccolti in un docu-mento messo a punto dal CRE-SME che è possibile scaricare dal sito dell’ATECAP www.atecap.it. delle costruzioni, che ha

raccol-to ed elaboraraccol-to i dati forniti dalle aziende produttrici associate e non, con la massima riservatez-za e nel rispetto della normativa vigente sulla privacy.

I dati raccolti hanno costituito la base della ricostruzione dell’evo-luzione del settore, a loro volta posti a confronto con la struttura produttiva complessiva e con le dinamiche del mercato delle co-struzioni attraverso l’utilizzo del sistema informativo del CRESME. L’incrocio dei data base ha per-messo poi di evidenziare alcuni fenomeni a latere dell’indagine,

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Grafico – Serie cicliche degli investimenti in costruzioni dal

1951 al 2016 Fonte: Cresme/Si 51 55 60 65 70 75 80 85 90 95 00 05 10 16 160 140 120 100 80 60 40 20 0 1° Ciclo

15 anni 2° Ciclo7 anni 3° Ciclo5 anni 4° Ciclo8 anni 5° Ciclo9 anni 7° Ciclo

14 anni

5 anni 2 anni 4 anni 6 anni 12 anni

Serie ISTAT Serie CRESME Serie ISTAT post revisione Ricostruzione retrospettiva CRESME

6° Ciclo 16 anni

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sato. E in tre anni si è eroso un quinto del mercato.

La contrazione del mercato prosegue

Nel 2010 è proseguita la caduta, ha solo rallentato.

Si stima che nell’ultimo anno gli in-vestimenti siano diminuiti del 5,9%. Nell’ultima previsione con la qua-le si sono riviste qua-le stime fatte nel 2009 peggiorano i dati delle nuove costruzioni residenziali e, soprattutto, non residenziali. Mentre migliora, e torna positiva la stima degli investimenti in ri-qualificazione residenziale. Nel 2011 secondo la nuova ela-borazione gli investimenti in co-struzioni dovrebbero crescere dello 0,9%.

La ripresa del 2011 ipotizza l’av-vio di una fase in cui il ‘Piano Casa 2’ e l’ampliamento del pa-trimonio esistente, comincino a mostrare i primi effetti sul mercato struzioni del nostro paese.

E in questo quadro appare chia-ro che quello che è successo nel 2009 è caratterizzato da valori critici massimi nella storia dal se-condo dopoguerra.

Se esaminiamo poi le fasi critiche e non solo l’anno della contrazio-ne maggiore, la situaziocontrazio-ne dei nostri giorni appare ancora più complessa.

Sono quattro le fasi critiche prin-cipali dal secondo dopoguerra: il triennio di crisi 1975-1977; il biennio 1982-1983; il biennio 1993-1994; il quadriennio 2007-2010.

Nel primo periodo la contrazio-ne del mercato in quantità, fu dell’11,7%, nel secondo periodo del 7,5%, nel terzo periodo del 9,1%, nel quarto periodo, quello che stiamo vivendo, del 19,4%. In sostanza la crisi che stiamo vivendo è molto più grave delle crisi che abbiamo vissuto in pas-I diversi segmenti del mercato delle

costruzioni si arricchiscono di nuo-ve aree e nuo-vedono ridisegnare al loro interno le componenti diverse. Dal punto di vista dell’offerta crisi e riconfigurazione della domanda portano verso una strada di se-lezione inevitabile. Ridimensiona-mento del mercato e innovazione disegnano una strada per il mer-cato delle costruzioni più stretta di quella di prima.

Ogni impresa deve ripensare a dove andare e a cosa fare. Il 2009 è stato il peggior anno per il mercato delle costruzioni dal secondo dopoguerra con gli investimenti in costruzioni che sono scesi del 9,8% (-7,9% per la Contabilità Nazionale). La crisi peggiore prima di questa è da-tata 1976, anno in cui si registra una contrazione delle quantità del -7,2%. Poi vengono il 1993, -5,9% e il 1982, -5,4%.

Questi sono gli anni neri delle

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2008 2009 2010 2011

Investimenti in nuove costruzioni -6,2 -15,9 -11,3 0,4

- Residenziali -8,3 -21,8 -14,1 4,3

- Non residenziali private -2,8 -15,9 -14,4 -1,7

- Non residenziali pubbliche -4,4 -3,8 -5,5 -2,6

- Genio civile -6,0 -7,0 -4,9 -3,0

Investimenti in rinnovo -2,9 -3,2 -0,9 1,4

- Residenziali -2,0 -0,5 2,4 2,5

- Non residenziali private -2,0 -8,0 -5,0 1,0

- Non residenziali pubbliche -5,0 -2,8 -5,0 -1,0

- Genio civile -6,3 -5,2 -4,2 -1,0

TOTALE INVESTIMENTI -4,7 -9,8 -5,9 0,9

Manutenzione ordinaria -2,0 -3,5 0,3 0,6

VALORE DELLA PRODUZIONE -4,2 -8,7 -4,8 0,9

Tabella – Investimenti nelle costruzioni 2008-2011

Variazioni % su anno precedente - calcolate su valori costanti 1995

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Non ci sarà quindi una ripresa dell’occupazione. L’analisi sui bilanci di 1000 imprese della fi-liera delle costruzioni ha messo in evidenza come, rispetto al già difficile 2008, si sia registrato un drastico peggioramento delle performance di bilancio e dei fat-turati. Tanto da mettere una seria ipoteca sulla tenuta di una parte del settore.

L’invenduto, l’insoluto, la liquidi-tà, la capacità di gestire il credi-to a monte e a valle, la capacità patrimoniale dell’impresa, i livello di efficienza, la capacità strategi-co - operativa di stare sui merca-ti emergenmerca-ti, rappresentano tutmerca-ti elementi chiave, che insieme alla domanda, fisseranno i contenuti della competizione e della sele-zione che avverrà nel 2011, alla luce dei bilanci 2010.

caratterizzare positivamente il prossimo ciclo edilizio. Si confer-ma che con il 2010 si è chiuso il sesto ciclo edilizio dal secondo dopoguerra, e che sarà un altro anno di caduta, più modesta, per tutti i settori delle nuove costru-zioni: residenziale, non residen-ziale e opere del genio civile. Il 2010 e in parte il 2011 sono gli anni della “resa dei conti”: in ter-mini occupazionali, in terter-mini di capacità competitiva delle impre-se, in termini di selezione. L’ana-lisi dei bilanci 2009 ha mostrato una situazione molto difficile per le industrie produttrici e per i di-stributori di materiali.

I processi di razionalizzazione e di riduzione dei costi, sulla base di una ripresa modesta, porte-ranno le imprese a rimanere leg-geri, migliorando l’efficienza. residenziale. Difficile appare

inve-ce il quadro dell’edilizia non re-sidenziale, anche i dati del mer-cato immobiliare sono negativi, e le caratteristiche dello scenario economico tracciato rendono difficile, nonostante i bassissimi livelli di produzione, l’inversione di tendenza.

Anche le opere pubbliche, su-biranno una ulteriore flessione, contrariamente a quanto previ-sto.

Lo “slittamento” dei programmi delle grandi opere e la contrazio-ne della spesa degli enti locali, che nel 2010 ha toccato anche le Aziende Speciali, delineano un quadro negativo anche per il 2011.

Si stima invece in maggior cre-scita la domanda di riqualifica-zione residenziale che dovrebbe

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Calcestruzzo di Qualità

Progetto Concrete: da strumento

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