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MATERIALI E METODI 9 Casistica

12. Descrizione anticorp

Calretinina

La calretinina è una proteina legante il calcio vitamina D-dipendente, appartenente alla superfamiglia di proteine leganti il calcio (CaBP), che comprende anche la calbindina, la parvalbumina e la calmodulina. Questa famiglia è caratterizzata da una sequenza amminoacidica ripiegata in un motivo strutturale elica-ripiegamento-elica che costituisce il dominio legante il calcio (motivi EF-hand). Nell’uomo, la massa molecolare della calretinina è di 32 kDa e la proteina contiene cinque siti leganti il Ca2+. Per quanto riguarda la sua espressione, essa risulta esser presente nei tessuti nervosi periferici e centrali, in particolare nella retina e nei neuroni delle vie sensitive, tanto da ipotizzare un possibile ruolo nella sopravvivenza delle cellule nervose nei disturbi dell’omeostasi del calcio, grazie alla sua capacità tampone. Al di fuori del sistema nervoso, l'espressione della calretinina è stata dimostrata in una varietà di tipi cellulari che includono cellule mesoteliali, cellule producenti steroidi, alcune cellule neuroendocrine, ghiandole sudoripare eccrine e altri tipi di cellule.

La scoperta della calretinina nelle cellule producenti androgeni ha indotto a ritenere che l’espressione della proteina possa essere in relazione con la secrezione di steroidi.

L’anticorpo anti-calretinina presenta un pattern di colorazione sia citoplasmatico che nucleare. L’impiego di questo anticorpo è indicato come aiuto per l’identificazione delle cellule mesoteliali normali e neoplastiche, e per la diagnosi differenziare tra mesotelioma e adenocarcinoma, e tra neoplasmi adrenocorticoididi e feocromocitomi, nel contesto di un

pannello di anticorpi, insieme alla storia clinica del paziente e ad altri test diagnostici sottoposti alla valutazione di un patologo qualificato [18, 29-32].

Antigene carcino-embrionario (CEA)

CEA è una famiglia eterogenea oncofetale di glicoproteine coinvolte nell’adesione cellulare e classificate CD66. La famiglia è formata da 29 geni, 18 dei quali normalmente espressi e strettamente correlati, appartenenti alla superfamiglia delle immunoglobuline. CEA è normalmente presente durante la vita fetale, ma si manifesta a basse concentrazioni negli adulti, e raggiunge elevate concentrazioni nei pazienti affetti da determinati tumori maligni, in particolare i carcinomi. La parte proteica di CEA è formata da una singola catena polipeptidica, contenente un dominio di 107 aminoacidi- NH terminali e tre domini altamente omologhi di 178 aminoacidi. CEA è secreto nella superficie del glicocalice delle cellule gastrointestinali, e quindi viene specificatamente associato ai carcinomi del tratto gastrointestinale: ad esempio adenocarcinomi di colon, stomaco e pancreas. CEA inoltre viene rilevato nell’adenocarcinoma dei polmoni e della mammella.

Le cellule marcate dall’anticorpo evidenziano un pattern di colorazione citoplasmatico. L’anti-CEA specifica un gruppo di proteine presenti in diversi epiteli quali colon, bronchi, alveoli, seno, pancreas, tratto biliare, strato superficiale e strati parietali dello stomaco. L’anticorpo marca la superficie del glicocalice delle cellule gastrointestinali ed è uno strumento utile per individuare i carcinomi del colon: nel colon sano si osserva una forte colorazione del bordo luminale e della parte basale delle cellule epiteliali mentre nell’adenocarcinoma si osserva diffusa colorazione nel citoplasma e nei lumi ghiandolari. L’anticorpo, inoltre, identifica l’espressione caratteristica di CEA sui meningiomi secretori [18, 33-35].

MOC-31

Il MOC-31 è una glicoproteina transmembrana formata da due subunità rispettivamente di 34 e 39 kDa ed è espressa in molti epiteli normali e neoplastici. La funzione di tale proteina risulta essere ancora sconosciuta anche se si ipotizza sia una molecola di adesione cellulare.

Essa è situata sulla superficie della membrana cellulare e nel citoplasma di quasi tutte le cellule epiteliali con l’eccezione della maggior parte degli epiteli squamosi, degli epatociti,

delle cellule del tubulo renale prossimale, delle cellule parietali gastriche e delle cellule mioepiteliali.

L’anticorpo MOC-31 viene utilizzato in un pannello come marcatore negativo per il mesotelioma e una colorazione negativa per MOC-31 ha dimostrato di poter escludere l’adenocarcinoma del polmone. MOC-31 si è dimostrato utile nell’identificazione di tumori di origine sconosciuta nel cancro del fegato e nella diagnosi differenziale del colangiocarcinoma (positivo) dai carcinomi epatocellulari (negativi). MOC-31, oltretutto, può essere utile nella dimostrazione di differenziazione delle cellule epiteliali nei casi in cui gli anticorpi anti-citocheratine non sono chiaramente positivi o nei casi in cui la falsa positività per le citocheratine non possa essere esclusa [36-39].

Podoplanina (D2-40)

La podoplanina è una sialoglicoproteina trasmembrana di 38 kDa espressa in diversi tessuti e riconosciuta dall’anticorpo monoclonale D2-40. Inizialmente è stata evidenziata nei podociti glomerulari per poi essere individuata anche nell’endotelio dei capillari linfatici ma non nei vasi sanguigni, nel mesotelio e nelle cellule germinali in diverse specie animali, tra cui l’uomo. Tumori che evidenziano differenziazione verso questi tipi cellulari possono essere a loro volta podoplanina positivi.

Durante lo sviluppo dei vertebrati, la podoplanina viene principalmente espressa nelle cellule linfatiche endoteliali e si ritiene pertanto sia un marcatore endoteliale linfatico, in tessuti normali e neoplastici. La sovraespressione di questa molecola determina aumento dell’adesione delle cellule endoteliali, migrazione ed angiogenesi.

Nel contesto delle neoplasie dei tessuti molli, la podoplanina viene utilizzata sempre più in ambito diagnostico come indicatore di differenziazione linfatica dei tumori vascolari. L’invasione angiolinfatica dovuta a carcinomi e mesoteliomi è evidenziabile in maniera soddisfacente mediante immunocolorazione della podoplanina [18].

È stato anche dimostrato che la podoplanina è un marcatore utile per l'identificazione differenziale di seminomi e tumori delle cellule dendritiche follicolari [40].

Altri anticorpi impiegati nello studio: Wilm’s tumor-1 (WT-1)

Il WT1 è un gene che interviene nell’induzione del tumore di Wilms, una forma tumorale maligna renale pediatrica. Il gene dell’antigene “Wilm’s tumor-1”, localizzato sul braccio corto del cromosoma 11, codifica un fattore trascrizionale di tipo zinc finger che riconosce

la sequenza di consenso del fattore trascrizionale EGR-1 riscontrata nei promotori dei geni del fattore di crescita. La proteina codificata dal WT1 regola la trascrizione di altri geni e può agire sia come attivatore che repressore della trascrizione. Si è dimostrato che il WT1 reprime la trascrizione di vari geni legati alla crescita quali la catena A del fattore di crescita derivato dalle piastrine (PDGF-A) e il fattore di crescita insulino-simile (IGF). L’anti-WT1 risulta utile nella diagnosi differenziale delle neoplasie polmonari in quanto il 93% dei mesoteliomi maligni (a livello del nucleo) sono marcati con questo anticorpo. Per quanto concerne le neoplasie ossee e dei tessuti molli, la proteina WT-1 non è un marcatore specifico ed è potenzialmente presente negli angiosarcomi, nei tumori maligni delle guaine dei nervi periferici, nel sarcoma sinoviale, nell’osteosarcoma, nel liposarcoma mixoide e nel sarcoma a cellule chiare. Molto importante a fine diagnostico è l’espressione di questo antigene nei carcinomi sierosi dell’ovaio e nel mesotelio [41-43].

CK7

La citocheratina 7 appartiene alla famiglia delle proteine dei filamenti intermedi, che formano un citoscheletro in quasi tutte le cellule eucariotiche. Nello specifico rientra nella sottofamiglia neutra di base del tipo B delle citocheratine. La sua presenza è riscontrata in molti epiteli semplici, pseudostratificati e duttali, negli epiteli ghiandolari e di transizione, nonché nei mesoteli, ma è prevalentemente assente nella maggior parte degli epiteli squamosi.

In letteratura è stata riportata la sua abbondante espressione nelle colture di cellule bronchiali e mesoteliali, molto bassa invece in quelle dell'epidermide.

La sequenza amminoacidica di questa cheratina ha evidenziato sorprendenti differenze con quella delle cheratine di tipo II, espresse dalle cellule epidermiche. La selettiva presenza di questa citocheratina in certi tessuti, la rende molto utile nella diagnosi dell’origine di un adenocarcinoma pancreatico-biliari, nei carcinomi della mammella, del polmone, dell’ovaio e nei carcinomi colon-rettali, renali e prostatici [18].

CK20

La citocheratina 20 è una proteina di 46kDa appartenente alle citocheratine di tipo I. Tale citocheratina, rispetto a quelle al medesimo gruppo, è meno acida e riscuote interesse a causa della sua limitata espressione tissutale. È stata dimostrata infatti la sua espressione nell'epitelio gastrico e intestinale, nell'urotelio, e nelle cellule di Merkel della cute, e nelle relative neoplasie, ovvero nei tumori ovarici mucinosi, nei carcinomi a cellule di

transizione e a cellule di Merkel nonché nei carcinomi del pancreas e della colecisti. Vista la limitata distribuzione nei diversi tessuti, questa citocheratina è funzionale nell’identificazione dei tumori precedentemente citati a livello del sito primitivo ma anche metastatico [44-46].

Recettore per l’Estrogeno

Il recettore per l’estrogeno umano si presenta in due forme : ERα e ERβ. La differenza tra le due forme risiede nel comportamento: ERβ non potenzia il fattore di trascrizione nucleare AP-1 quando viene unito all’estradiolo mentre ERα lo potenzia. Questo fa pensare che l’ ERα e ERβ possono svolgere ruoli diversi nel controllo genetico e che i rispettivi livelli all’interno dei tessuti possano influenzare la reazione delle cellule agli estrogeni. L’impiego di anticorpi per evidenziare gli estrogeni è molto utile per identificare, nei versamenti, metastasi da carcinoma della mammella in pazienti in cui non ci siano metastasi che interessano tessuti. Molto spesso i carcinomi ginecologici (della vulva, vagina, cervice, endometrio, ovaio, tube di Falloppio) sono positivi agli estrogeni in modo irregolare. Una positività agli estrogeni è utile per definire se una neoplasia sconosciuta ha origine ginecologica o dalla mammella. Attualmente la valutazione di questo recettore ormonale insieme al recettore per il progesterone viene utilizzata per determinare la possibilità di utilizzare la terapia con Tamoxifene [18].

Recettore per il Progesterone

Il recettore per il progesterone appartiene alla superfamiglia dei recettori steroidei e presenta due isoforme, PRA e PRB, espresse da un singolo gene come risultato della trascrizione da due promotori alternativi. La sua valutazione con tecniche immunoistochimiche fa parte di un pannello in cui è prevista anche la ricerca combinata del recettore per gli estrogeni, in quanto il loro ruolo nel cancro alla mammella è ampiamente documentato. L’assenza del recettore estrogenico e del recettore progestinico è indice di recidiva precoce e breve sopravvivenza delle pazienti affette da cancro alla mammella. Inoltre, la presenza di questi due recettori nei tumori consente di individuare quali pazienti potrebbero trarre beneficio dal Tamoxifene e da altre terapie endocrine [18].

Mammoglobina

La mammoglobina è una proteina di 93 aminoacidi la cui espressione è stata osservata in tessuti neoplastici mammari, in un sottogruppo di cellule epiteliali mammarie normali negli acini del lobuli di tipo I e II e nelle cellule colonnari dei dotti terminali.

Studi condotti da Watson e Fleming [47] hanno dimostrato che tale proteina viene espressa nel 50% dei carcinomi primitivi della mammella e nel 62% delle metastasi di questa neoplasia. Oltre alla mammella è stata evidenziata la positività in altri tumori come gli adenocarcinomi endometriali, i carcinomi delle ghiandole salivari e i carcinomi endocervicali in situ. Attualmente tale proteina viene associata al GCDEP-15 per incrementare la sensibilità e specificità del pannello di anticorpi utilizzato nella diagnosi del carcinoma della mammella [18].

Gross Cystic Disease Fluid Protein 15 (GCDEP-15)

GCDEP-15 è una glicoproteina monomerica di secrezione di 12 kDa, espressa nel liquido cistico mammario e nelle ghiandole apocrine, lacrimali, ceruminose, di Moll ed eccrine. Risulta anche presente nelle cellule sierose delle ghiandole salivari sottomandibolari, sublinguali e minori e delle ghiandole nasali e bronchiali. Dallo studio condotto da Wick e colleghi [49], si evince che tale glicoproteina ha una sensibilità del 74% e una specificità del 95% nel carcinoma mammario primitivo. Altrettanto elevata è la specificità (fino al 95%) nelle metastasi originate da tale carcinoma; ciò a spinto a considerare GCDEP-15 un marcatore specifico del carcinoma della mammella. Infatti GCDEP-15 trova il suo impiego, soprattutto in citologia, per confermare l’origine di un sospetto carcinoma della mammella primitivo o metastasi [18].

CDX2

Il fattore di trascrizione homebox, CDX2 svolge un ruolo importante nello sviluppo, proliferazione e differenziazione delle cellule intestinali. La sua abbondante espressione é stata osservata nel carcinoma colo-rettale. Gli studi suggeriscono che una colorazione nucleare intensa di CDX2 è un marcatore sensibile e specifico per identificare neoplasie gastrointestinali e pancreatiche nonché per discriminare queste lesioni dalle cellule mesoteliali reattive a partire da campioni citologici da ascite. Ulteriori studi hanno riscontrato la sua presenza nei tumori mucinosi con differenziazione gastrointestinali che derivano dal polmone e ovaie. Recentemente è emerso che CDX2 può essere oltretutto

impiegato come marcatore dei tumori neuroendocrini che originano dal tratto gastrointestinale [18].

Thyroid trascription Factor-1 (TTF-1)

Il fattore di trascrizione tiroideo-1 è un omeodominio contente fattori di trascrizione selettivamente espressi negli adenocarcinomi del polmone, nei tumori tiroidei e nei carcinomi a piccole cellule (polmonari ed extrapolmonari) con alta sensibilità e specificità. Nei tessuti normali viene espresso nel polmone, nella tiroide e nel diencefalo. Il TTF-1 agisce legandosi a specifici siti di riconoscimento, giocando un ruolo di attivatore trascrizionale tessuto-specifico negli organi di soggetti adulti, ma anche nell'organogenesi. Il suo utilizzo nei versamenti è utile per distinguere metastasi di adenocarcinomi che originano dal polmone da quelli di altra sede nonché per distinguere gli adenocarcinomi polmonari dai mesoteliomi [18].

P63

La proteina p63 una proteina integrale di membrana di tipo II, principalmente localizzata nel reticolo endoplasmatico rugoso, appartenente alla famiglia di p53. Il gene p63 codifica per diverse isoforme: quelle che contengono un potente dominio di transattivazione amino- terminale (isoforme TAp63) e quelle prive di tale regione (isoforme ΔNp63) . Nonostante le isoforme TAp63 siano in grado di transattivare i geni bersaglio p53 inducendo l’apoptosi e l’arresto del ciclo cellulare, p63 non è un soppressore tumorale. Le isoforme ΔNp63 agiscono in modo dominante negativo, entrando in competizione con i geni bersaglio di p53 e promuovendo indirettamente la crescita cellulare, e di conseguenza contrastando l’attivazione dell’apoptosi e l’arresto del ciclo cellulare da parte delle isoforme TAp63 e di p53.

La proteina p63 viene espressa nelle cellule basali e mioepiteliali normali di diversi epiteli tra cui, per esempio, quelli dell’esocervice, dell’esofago, della prostata e della cute. P63 è un marcatore dei tumori epiteliali non invasivi, mentre la riduzione dell’espressione è riscontrabile in tumori più invasivi. Questo suggerisce che la perdita di p63 acceleri l’oncogenesi e la metastasi [18].

Analisi statistica

E’ stata valutata la performance del test diagnostico per quanto riguarda gli anticorpi applicati o i pannelli di anticorpi multipli, nei confronti di un noto riferimento o gold standard, in termini di sensibilità, specificità, valore predittivo positivo e valore predittivo negativo, utilizzando il software OpenEpi, disponibile on-line (http://www.openepi.com).

RISULTATI

I risultati dello studio sono stati riassunti nelle seguenti tabelle, nelle quali sono riportate gli anticorpi utilizzati sui versamenti per differenziare le cellule epiteliali dalle cellule mesoteliali, specificando per ogni anticorpo impiegato la sensibilità e specificità, il valore predittivo positivo e quello negativo, il numero dei casi totali analizzati, i casi valutabili e quelli non valutabili. L’analisi statistica è stata eseguita prendendo in considerazione i preparati citologici in rapporto ai prelievi istologici.

Nella tabella 2 sono riportati i risultati ottenuti sui 142 campioni totali presi in considerazione per discriminare le cellule epiteliali da quelle mesoteliali, utilizzando come marcatore specifico di epitelio MOC-31. Per tale anticorpo i casi non valutabili sono 4 con una percentuale pari al 2,81% sul totale.

Parametro Stima Intervallo di confidenza

95%

Sensibilità 99.08% (94.99-98.84) Specificità 96.55% (82.82-99.39) Valore Predittivo Positivo 99.08% (94.99-99.84) Valore Predittivo Negativo 96.55% (82.88-99.39)

Tab.2 Valori di sensibilità e specificità ed analisi statistica sui versamenti per l’anticorpo epiteliale MOC-31.

La tabella 3 riassume i risultati dei 28 campioni per i quali è stata effettuata un immunocolorazione con l’anticorpo epiteliale CEA sui prelievi citologici per discriminare gli elementi epiteliali da quelli mesoteliali. Per tale anticorpo i casi non valutabili sono 2 con una percentuale pari al 7,14% sul totale.

Parametro Stima Intervallo di confidenza

95%

Sensibilità 84.21% (62.43-94.48)

Specificità 100% (64.57-100)

Valore Predittivo Positivo 100% (80.64-100) Valore Predittivo Negativo 70% (39.68-89.22)

Tab.3 Valori di sensibilità e specificità ed analisi statistica sui versamenti per l’anticorpo epiteliale CEA.

Nelle tabelle 4 e 5 sono invece illustrati i risultati riscontrati sui versamenti citologici, nei quali sono stati impiegati rispettivamente l’anticorpo D2-40 e Calretinina per evidenziare le cellule mesoteliali, confrontati con i risultati ottenuti dai prelievi istologici.

Nel caso dell’anticorpo D2-40 i casi non valutabili sono 11 su un totale di 142 campioni con una percentuale pari al 7,74% sul totale. Per quanto riguarda l’anticorpo Calretinina, i casi non valutabili sono 7 su un totale di 37 campioni con una percentuale pari al 18,91%.

Parametro Stima Intervallo di confidenza

95%

Sensibilità 100% (88.3-100)

Specificità 99.02% (94.65-99.83) Valore Predittivo Positivo 96.67% (83.33-99.41) Valore Predittivo Negativo 100% (96.34-100)

Tab.4 Analisi statistica per l’anticorpo mesoteliale D2-40 sui preparati citologici e i prelievi istologici.

Parametro Stima Intervallo di confidenza 95%

Sensibilità 100% (65.56-100)

Specificità 95.45% (78.2-99.19) Valore Predittivo Positivo 88.89% (56.5-98.01) Valore Predittivo Negativo 100% (84.54-100)

Tab.5 Analisi statistica per l’anticorpo mesoteliale Calretinina sui preparati citologici e i prelievi istologici.

In un secondo momento, nell’ambito di versamenti neoplastici di tumori epiteliali, si è passati a definire dei pannelli di anticorpi che possono fornire, in base alla loro espressione, un indicazione clinica sul sito di origine della neoplasia.

Per quanto riguarda il carcinoma polmonare, nello specifico l’adenocarcinoma, gli anticorpi di prima linea scelti sono la citocheratina 7, la citocheratina 20 e il TTF1. In tabella 6 è riportata la performance relativa al pannello per l’adenocarcinoma polmonare caratterizzato da CK7 positiva, CK20 negativa e TTF1 positivo nella diagnosi differenziale contro i carcinomi mammari.

Parametro Stima Intervallo di confidenza

95%

Sensibilità 88.24% (65.66-96.71)

Specificità 100% (64.57-100)

Valore Predittivo Positivo 100% (79.61-100) Valore Predittivo Negativo 77.78% (45.26-93.68)

Tab. 6 Risultati delle immunocolorazioni ed analisi statistica sui versamenti neoplasticiper i marcatori organo-specifico del polmone.

Nella tabella 7, invece sono indicati i risultati ottenuti confrontando il pannello anticorpale per l’adenocarcinoma polmonare caratterizzato da CK7 positiva, CK20 positiva e TTF1 positivo nella diagnosi differenziale contro i carcinomi mammari.

Parametro Stima Intervallo di confidenza

95%

Sensibilità 94.12% (73.02-98.95)

Specificità 100% (64.57-100)

Valore Predittivo Positivo 100% (80.64-100) Valore Predittivo Negativo 87.5% (52.91-97.76)

Tab.7 Risultati dell’ analisi statistica sui versamenti neoplastici per i marcatori organo- specifico del polmone vs mammella.

Nella tabella 8, si è preso in considerazione il pannello anticorpale d’elezione per l’identificazione del carcinoma mammario (CK7 positiva, CK20 negativa o focalmente positiva, TTF1 negativo, almeno un recettore ormonale positivo o positività alla Mammoglobina/GCDFP15) nella diagnosi differenziale contro i carcinomi polmonari.

Parametro Stima Intervallo di confidenza

95%

Sensibilità 71.43 (35.89-91.78) Specificità 100% (20.65.57-100) Valore Predittivo Positivo 100% (56.55-100) Valore Predittivo Negativo 33.33% (6.149-79.23)

Tab. 8 Risultati dell’analisi statistica sui versamenti neoplastici per i marcatori organo-specifico della mammella vs polmone.

Nella tabella 9, si è preso in considerazione il pannello anticorpale d’elezione per l’identificazione del carcinoma mammario (CK7 positiva, CK20 negativa o focalmente positiva, TTF1 negativo, almeno un recettore ormonale positivo o positività alla Mammoglobina/GCDFP15) nella diagnosi differenziale contro i carcinomi del tratto genitale femminile.

Parametro Stima Intervallo di confidenza 95%

Sensibilità 71.43 (35.89-91.78) Specificità 57.89% (42.19-72.15) Valore Predittivo Positivo 23.81% (10.63-45.09) Valore Predittivo Negativo 91.67% (74.15-97.68)

Tab. 9 Risultati dell’analisi statistica sui versamenti neoplastici per i marcatori organo-specifico della mammella vs tratto genitale femminile

Nelle tabella 10, si è preso in considerazione il pannello anticorpale d’elezione per l’identificazione dei carcinomi del tratto genitale femminile – per lo più carcinomi sierosi dell’ovaio - (CK7 positiva, CK20 negativa o focalmente positiva, positività indifferente per i recettori ormonali, WT1 positivo) nella diagnosi differenziale contro i carcinomi mammari.

Parametro Stima Intervallo di confidenza

95%

Sensibilità 89.47% (75.87-95.83) Specificità 85.71%% (48.69-97.43) Valore Predittivo Positivo 97.14%% (85.47-99.49) Valore Predittivo Negativo 60% (31.27-83.18)

Tab. 10 Risultati dell’analisi statistica sui versamenti neoplastici per i marcatori organo-specifico del tratto genitale femminile vs mammella

Nelle tabella 11, si è preso in considerazione il pannello anticorpale d’elezione per l’identificazione dei carcinomi del tratto genitale femminile – per lo più carcinomi sierosi dell’ovaio - (CK7 positiva, CK20 negativa o focalmente positiva, positività per almeno un recettore ormonale, WT1 positivo) nella diagnosi differenziale contro i carcinomi mammari.

Parametro Stima Intervallo di confidenza 95%

Sensibilità 83.33% (60.78-94.16) Specificità 66.67% (20.77-93.85) Valore Predittivo Positivo 93.75% (71.67-98.89) Valore Predittivo Negativo 40% (11.76-76.93)

Tab. 11 Risultati dell’analisi statistica sui versamenti neoplastici per i marcatori organo-specifico del tratto genitale femminile vs mammella

Nelle tabella 12, si è preso in considerazione il pannello anticorpale d’elezione per l’identificazione dei carcinomi del colon (CK7 negativa, CK20 positiva, CDX2 positivo) nella diagnosi differenziale contro i carcinomi gastrici.

Parametro Stima Intervallo di confidenza

95%

Sensibilità 40% (11.76-76.93)

Specificità 92.31% (66.69-98.63) Valore Predittivo Positivo 66.67% (20.77-93.85) Valore Predittivo Negativo 80% (54.81-92.95)

Tab. 12 Risultati dell’analisi statistica sui versamenti neoplastici per i marcatori organo-specifico del colon vs stomaco

Nelle tabella 13, si è preso in considerazione il pannello anticorpale d’elezione per l’identificazione dei carcinomi del tratto gastro-enterico (espressione indifferente delle citocheratine 7 e 20, positività al CDX2) nella diagnosi differenziale contro i carcinomi del tratto genitale femminile.

Parametro Stima Intervallo di confidenza

95%

Sensibilità 77.78% (54.78-91)

Specificità 100% (90.82-100)

Valore Predittivo Positivo 100% (78.47-100) Valore Predittivo Negativo 90.48% (77.93-96.23)

Tab. 13 Risultati dell’analisi statistica sui versamenti neoplastici per i marcatori organo-specifico del tratto gastroenterico vs tratto genitale

Nelle tabella 14, si è preso in considerazione il pannello anticorpale d’elezione per l’identificazione dei carcinomi del tratto gastro-enterico (espressione indifferente delle citocheratine 7 e 20, positività al CDX2) nella diagnosi differenziale contro i carcinomi del tratto bilio-pancreatico.

Parametro Stima CIs Inferiore-Superiore al

95%

Sensibilità 77.78% (54.78-91)

Specificità 100% (43.85-100)

Valore Predittivo Positivo 100% (78.47-100) Valore Predittivo Negativo 42.86% (15.82-74.95)

Tab. 14 Risultati dell’analisi statistica sui versamenti neoplastici per i marcatori organo-specifico

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