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8.2 Descrizione dell’itinerario didattico

Questo itinerario l’ho ideato come progetto sperimentale per il mio lavoro di Diploma, basato sull’inclusione di allievi con disturbi dell’apprendimento. L’oggetto del mio percorso si focalizza sull’autostima di questi ragazzi: se la loro autostima aumenta, aumenta anche la loro inclusione all’interno del gruppo classe? Inoltre, un aspetto secondario del mio percorso è accrescere il senso di unitarietà del gruppo classe.

che melodica, mediante strumenti a percussione, strumenti melodici (xilofoni), voce e strumenti non convenzionali.

Ho colto l’occasione quando, durante la prima parte dell’anno scolastico, ho riscontrato esserci delle difficoltà ad improvvisare comunicando i propri sentimenti. Da li è nata quindi l’idea di questo itinerario che mi permetteva di lavorare su due fronti:

- Dal punto di vista disciplinare avrei potuto approfondire la pratica vocale e strumentale legata all’improvvisazione e accrescere la loro creatività

- Dal punto di vista relazionale, invece, avrei potuto lavorare sull’inclusione dei tre allievi con disturbi dell’apprendimento e migliorare quindi anche il senso di unità del gruppo classe. Per la descrizione dettagliata delle diverse componenti della situazione problema rimando al “format” del mio progetto incluso negli allegati (vedi allegato n.1) e allo schema delle lezioni (vedi allegato n.2). La situazione problema che ho scelto per questo itinerario è la creazione di un brano con gli strumenti a percussione, a piccoli gruppi, per sonorizzare un quadro che rispecchia i sentimenti degli allievi. La finalità di questo itinerario mi permette di lavorare sull’improvvisazione in ogni ambito: sia quella ritmica, grazie agli strumenti a percussione intonati (xilofoni) e non intonati (strumentario Orff) e il flauto dolce, sia quella vocale, mediante la voce.

La cornice di senso per gli allievi è l’immedesimarsi compositori; comprendere quindi quali sono gli elementi essenziali per comporre un brano, riuscire ad esprimere i loro sentimenti e le loro sensazioni con la musica e con l’improvvisazione. Quando ho condiviso ciò con gli allievi, amando particolarmente la disciplina, si sono subito dimostrati entusiasti ed erano ansiosi di iniziare le attività.

In fase di progettazione e pianificazione del mio itinerario mi sono posta una serie di domande: come avrei potuto migliorare la situazione del gruppo classe? Come avrei potuto semplificare le difficoltà legate al tema dell’improvvisazione riscontrate dagli allievi?

Ho ritenuto indispensabile lavorare a fondo sull’improvvisazione, coinvolgendo diverse strategie e architetture didattiche, per favorire la differenziazione e più dinamicità nel lavoro. Se un allievo non si fosse infatti trovato a proprio agio con una particolare architettura, magari in un’altra si sarebbe sentito più tranquillo e sereno. Il fondamento per la buona riuscita era sviluppare una maggiore fiducia in sé stessi e nei propri mezzi: ero sicura che lavorando su questo aspetto avrei ottenuto risultati più immediati nel tema proposto. Durante le prime lezioni ho cercato di incoraggiare la discussione, motivando e sollecitando gli allievi a confrontarsi con i compagni, a fornire dei feedback sul proprio operato, promuovendo il lavoro individuale, a coppie e a gruppi per cercare di

far emergere le loro conoscenze pregresse.

Condivisione di senso e Fase di allenamento n.1:

Durante la prima lezione abbiamo fatto una mappa concettuale su come si compone un brano, e ci siamo focalizzati sulla composizione di piccole melodie. Sono cosciente del fatto che sono partita da un tema difficile: l’improvvisazione melodica. Gli allievi hanno però manifestato molto interesse verso questo tema, il quale mi ha permesso di per accrescere la loro motivazione e una maggiore condivisione di senso della situazione problema.

Sia durante la mappa concettuale che la composizione di piccoli brani (vedi allegato n.5), sperimentati poi al flauto, gli alunni hanno dimostrato grande creatività, impegno, attenzione e coinvolgimento. Le loro idee si sono rivelate piene di fantasia e hanno capito l’importanza della ripetitività di un piccolo frammento nell’improvvisazione: non sempre bisogna partire da cose completamente nuove per improvvisare, ma spesso ripetendo o modificando dei frammenti ritmici o melodici si riesce a comporre dei bei brani.

I vincoli che avevo dato nello svolgere l’attività erano molto chiari e definiti (es, numero di battute; altezza delle note in battute precise; unità di misura; tonalità, …): gli allievi dovevano rispettare le condizioni e aggiungere successivamente la loro creatività.

Questo primo approccio, favorito dall’apprendistato cognitivo, ha permesso agli allievi di sentirsi a proprio agio; con questa attività avevo voluto scindere i tre processi: quello di pianificare, produrre e eseguire. In questa prima fase, infatti, gli allievi avrebbero potuto concentrarsi sul pianificare la propria attività e il proprio lavoro, e in una successiva fase produrre e eseguire il proprio lavoro.

Fase di allenamento n.2:

Durante la seconda unità di apprendimento gli allievi, a coppie, hanno corretto l’esercizio dei compagni svolto la lezione precedente sulla composizione di brevi melodie, utilizzando la strategia didattica dell’istruzione fra pari; successivamente hanno riempito un questionario di autovalutazione e di valutazione tra pari, favorendo nuovamente un approccio metacognitivo (vedi allegato n.6). Ciò li ha resi coscienti dei vari aspetti emersi durante la correzione dell’esercizio (quali: la correttezza delle composizioni delle battute, l’uso di una buona grafia musicale, l’impegno, …).

con un rondò al flauto; esso prevedeva un tema A prestabilito, suonato da tutti (quattro battute), e una parte B (due battute) di improvvisazione di ciascun allievo, uno alla volta. Il tema A è stato costruito con l’intera classe, coinvolgendo gli allievi in prima persona. Prima di proporre l’attività, tramite l’approccio narrativo, ho tematizzato con gli allievi quali sono le paure che possono manifestarsi nell’esibirsi di fronte ai compagni e come si devono sentire i musicisti prima di un concerto e quali sono i sentimenti che devono provare.

Fase di allenamento n.3:

In quest’unità dell’itinerario ci siamo avvicinati all’improvvisazione ritmica, con un brano percussivo: la “Rhumba” (vedi allegato n.7). Ho scelto di suonare questo brano con strumenti non convenzionali (secchi, giornali e battenti); il brano, composto da tre ostinati, è stato eseguito divisi in tre gruppi, in modo da assegnare ad ogni gruppo un ostinato. Dopo aver studiato e sovrapposto gli ostinati, attraverso l’apprendistato cognitivo, abbiamo introdotto un intermezzo ritmico, improvvisato da ogni gruppo.

Fase di allenamento n.4:

Durante la quarta lezione ho voluto riprendere l’improvvisazione ritmica e, avendo a disposizione due ore di lavoro, abbiamo affrontato anche l’improvvisazione vocale.

L’improvvisazione ritmica ho voluto affiancarla, questa volta, a quella melodica, e ho quindi proposto agli allievi di creare un ostinato di 4/4 su quattro fogli bianchi, utilizzando l’apprendimento cooperativo; ho spiegato loro che ogni foglio aveva il valore complessivo di un quarto. Utilizzando i valori musicali che più preferivano dovevano comporre un ostinato in 4/4, da sonorizzare inizialmente con la Body Percussion e successivamente con il flauto. Successivamente gli allievi utilizzando la forma del rondò, dovevano creare un brano musicale: la parte A sarebbe stata affidata all’ostinato creato in precedenza ed eseguito da tutti, mentre le altre successive parti sarebbero state affidate all’improvvisazione dei singoli allievi (o coppie).

Durante l’ora successiva abbiamo invece affrontato il difficile tema dell’improvvisazione vocale: avevo immaginato e pianificato che questo ambito avrebbe potuto creare imbarazzo o difficoltà agli allievi, perché la voce coinvolge la nostra intera persona, e non tutti gli allievi sono abituati a farlo. Per quest’attività ho proposto un breve canto Gospel (vedi allegato n.8), con una seconda parte legata all’improvvisazione e alla creazione di piccoli pattern melodici proposti da ogni allievo. Attraverso l’approccio narrativo, ho fornito alcuni esempi di improvvisazione vocale, in diversi

generi: lirico, gospel, rap, …. Prima di svolgere l’intera attività ho nuovamente tematizzato il disagio che si sarebbe potuto manifestare con gli allievi, in modo da mettere ogni ragazzo a proprio agio. Al termine della lezione gli allievi hanno riempito un questionario di autovalutazione (vedi allegato n.9).

Fase di allenamento n.5:

Nel corso della quinta unità di apprendimento abbiamo analizzato il rapporto che intercorre tra la musica dei “Quadri di un’esposizione” di Mussorgskij e i quadri ai quali si è ispirato per comporre i suoi brani. Attraverso un approccio dialogico interattivo ho spiegato loro il rapporto che intercorre tra la musica di Mussorgskij e i quadri del suo amico pittore Hartmann. In seguito attraverso l’apprendistato cooperativo gli allievi, a coppie, hanno abbinato le musiche di Mussorgskij ai quadri proposti, cercando di ascoltare attentamente la musica e cercando di captare le caratteristiche salienti del rapporto suono-immagine (vedi allegato n.10).

Fase di allenamento n.6:

Nell’unità didattica dedicata alla sonorizzazione dei contrasti ho letto loro una novella di Calvino, secondo l’approccio narrativo; attraverso la strategia didattica del Round Robin abbiamo recuperato le conoscenze pregresse legate al tema dell’improvvisazione (risorse, caratteristiche principali) e successivamente, utilizzando l’apprendimento cooperativo, ho chiesto, ad ogni coppia di allievi, di disegnare tre coppie di contrasti e di sonorizzarle poi con gli strumenti a percussione sia ritmici che melodici (vedi allegato n.11).

Realizzazione e riflessione finale:

Nell’ultima lezione dell’itinerario ho proposto la sonorizzazione di un quadro. Gli allievi, divisi in piccoli gruppi da quattro persone hanno potuto scegliere tra diversi quadri d’Autore (vedi allegato n.12). Avevo chiesto loro di scegliere il quadro che rispecchiasse maggiormente le loro emozioni e, attraverso l’apprendimento cooperativo, hanno inventato un brano per esprimere le emozioni e l’immagine rappresentata nel quadro. Gli allievi avevano a disposizione strumenti non convenzionali, lo strumentario Orff (sia melodico che ritmico), flauto e voce. Il gruppo doveva inoltre scegliere una particolare forma musicale per il loro brano e dovevano creare anche una partitura informale per rappresentare il loro brano (vedi allegato n.13). Al termine della lezione ogni gruppo ha mostrato ai propri compagni la propria produzione e il gruppo classe ha valutato

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