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i dettagli che non si trovano nei libri di storia

INDICE

Premessa

Timori infondati I predatori della zuppa Du Idiot Il collocamento L'arrivo a Mauthausen La selezione Hygiene (secondo)22 Incontri

Richieste di aiuto e promesse di ricompense (secondo)23 Storie di patate

L'SS come Leporello

Da Gunskirchen a Mauthausen24 La scopa e il mischi

Du bald Kaputt (secondo)25 Il testimone civile

Triangoli rossi – Triangoli verdi26 Probabilità di vita

Mütze auf27

La mia Anna Frank Gli abissi della miseria

22 Due i testi di argomento simile, il primo intitolato Hygiene, qui in Appendice a p. 0, il secondo, dal titolo Hygiene. Lo

scandalo del Wascheraum, preferito da Vasari per la presente raccolta (cfr. p. 0).

23 Anche in questo caso la scelta avviene tra due brani molto simili tra di loro, Promesse (cfr. Appendice, p. 0) e

Richieste di aiuti e promesse di compensi (cfr. p. 0; si noti la modifica del titolo).

24 Titolo poi modificato in Da Gunskirchen al Revier di Mauthausen (cfr. p. 0).

25 Si tratta di due testi con titolo identico; per il primo, lasciato cadere, si rimanda all’Appendice, p. 0. 26 Titolo poi modificato in Triangoli rossi al posto di Triangoli verdi (cfr. p. 0).

Kultur La piccola mela [I traffici]28 Travestimenti Contovello La Polonia è liquidata29 28 Questo testo manca nel dattiloscritto.

29 Titolo poi modificato in Il 1° settembre 1939 (cfr. p. 0). In Bruno Vasari, Il presente del passato, Torino, Edizioni

Omega 1979 (poi ivi, 1997), a p 97 si legge: «La dichiarazione di guerra della Germania hitleriana alla Polonia si associa nella memoria – per quale motivo? – alle mura rosse dell’Arsenale. Inizia un crescendo di notizie tragiche e tristissime, insistito in forma odiosamente trionfalistica. Mussolini dirà: “La Polonia è liquidata”».

PREMESSA

Le radici di questo libriccino affondano nella seguente osservazione di Enzo Collotti in un saggio pubblicato in Insegnare Auschwitz, Bollati Boringhieri, Torino 1995 che raccoglie i contributi a un Convegno organizzato a Torino nel 1993:

Proviamo a immaginare come sarà il percorso della conoscenza e dell’informazione il giorno in cui non potremo più disporre dei testimoni; e ciò non soltanto in riferimento all’emotività che la presenza viva del protagonista introduce nel discorso storico impedendone ogni neutralizzazione o sterilizzazione, ma anche pensando a quei dettagli che non si troveranno mai nei libri di storia, alla rappresentazione di come sono state vissute situazioni estreme che solo il protagonista riesce a rendere adeguatamente.30

Molti dei particolari che non si potranno più udire dalla viva voce dei protagonisti si trovano nella memorialistica, alla quale anch’io ho dato il mio modesto contributo. Tuttavia vi sono situazioni che non ho annotato e che penso di raccogliere in queste pagine vincendo l’emozione, la dolorosa sensazione che l’ex deportato conosce quando rievoca le vicende del Lager. Nonché superando la particolare difficoltà di esporre se stesso in situazioni tragiche sì, ma anche grottesche e umilianti, vissute in condizioni disumane. Dolorosa sensazione e difficoltà “reali” non patetiche invenzioni per impreziosire il racconto.

Ma Il dovere di testimoniare31 è più forte ed io non debbo e non posso sottrarmi a questo imperativo, sperando che il mio esempio sia seguito da chi ancora ha qualche episodio da ricordare, speriamo più incisivo dei miei.

30 Enzo Collotti, Le rappresentazioni della memoria: mostre e luoghi monumentali, in Insegnare Auschwitz. Questioni

etiche, storiografiche, educative della deportazione e dello sterminio, a cura di Enzo Traverso, Torino, Bollati Boringhieri 1995, pp. 78-96 (qui p. 86).

31 Se in un volume del 1979 Bruno Vasari annota «Se riuscirò a “riveder le stelle”, ogni mio impegno sarà rivolto a

render testimonianza perché mai più abbia a ripetersi un simile flagello» (cfr. Bruno Vasari, Il presente…, cit., p. 151), nel 1991 scrive il saggio intitolato Il dovere di testimoniare (in Guido Argenta, Deportazione e schiavismo nazista. Aspetti considerazioni testimonianze, Cavallermaggiore, Gribaudo Editore 1991, pp. 11-13).

[…]32

Gli episodi qui narrati integrano altri miei scritti in cui, oltre a descrivere avvenimenti e a riferire sensazioni, traccio le coordinate esistenziali del mio rapporto con il Lager:

– Mauthausen bivacco della morte – Frammenti nella memoria – Il Revier di Mauthausen – La resistenza nei Lager33

– Numerosi articoli su la «Lettera ai Compagni» e su «Triangolo rosso».34

Informo infine che gli episodi qui narrati sono accaduti nei luoghi e periodi sotto indicati e riportati con il numero che indica il luogo e la successione temporale:

1. Trasporto in ferrovia (12 – 14 dic. 1944)

2. Mauthausen, campo di quarantena (dic. ’44 – primi di febbraio ’45) 3. Gunskirchen – campo satellite di Mauthausen (febbraio – marzo ’45) 4. Mauthausen, Revier (marzo aprile ’45)

5. Mauthausen, Blocco 10 (alcuni giorni dopo la liberazione – 5 maggio – fino alla partenza)

32 Nonostante la numerazione progressiva delle pagine, si segnala una evidente lacuna, seguita da alcune righe qui

omesse per la leggibilità del testo: «-stanza avversa ed una fortuna esserne uscito. Nel contempo ho rilevato un arricchimento della mia persona dovuta a questa eccezionale esperienza, a questa discesa agli inferi». L’idea della salvezza fortuita e del Lager come «università» ritorna più volte nell’opera di Vasari; si vedano almeno alcuni versi di una sua poesia, Segmento autobiografico («Sopravvivenza / dovuta al caso / forse facilitata / dalle intuizioni / il Revier lasciare / la fogna accettare. // […] // Discesa agl’inferi / “tas de cadavres”. / Esperienza / arricchita / conoscenza / approfondita. / Incontrati / spiriti magni / deportati», Bruno Vasari, Pagine di Diario, prefazione di Elvio Guagnini, inserto di Carol Rama, Torino, Omega Edizioni 2000, pp. 61-62) e quanto affermato nell’intervista rilasciata a Veronica Ujcich nell’estate del 1999: «Ho sempre detto che è stata una grande università il lager, naturalmente in mezzo alla sofferenza, alla debolezza…» (Veronica Ujcich, Il riposo non è affar nostro. Intervista a Bruno Vasari, Pasian di Prato (UD), Campanotto Editore 2001, p. 58).

33 Cfr. Bruno Vasari, Mauthausen bivacco della morte, Milano, La Fiaccola 1945 (agosto, prima testimonianza scritta

sui lager; seconda edizione, con presentazione di Furio Colombo, Firenze, Giuntina 1991); Id., Frammenti nella memoria, Torino, Omega Edizioni 1977 (seconda edizione 1980, terza edizione 2001); Ada Buffulini – Bruno Vasari, Il Revier di Mauthausen. Conversazioni con Giuseppe Calore, prefazione di Norberto Bobbio, Alessandria, Edizioni dell’Orso 1992; Bruno Vasari, La resistenza dei deportati politici italiani nei Lager nazisti. Mauthausen, Dachau, Buchenwald,. Cenni e riflessioni preliminari, prefazione di Arrigo Boldrini, Alessandria, Edizioni dell’Orso 1995.

34 Circa «Lettera ai Compagni», periodico della FIAP (Federazione Italiana Associazioni Partigiane), si cfr. l’importante

antologia Bruno Vasari, Una battaglia culturale, a cura di Federico Cereja, prefazione di Aldo Aniasi, Milano, M & B Publishing 2001. La sua collaborazione, proficua e continua, iniziò nel 1971 e terminò nel 1999; dal I gennaio 1975 ricoprì la carica di direttore fino al dicembre del 1996: «Il mio impegno per la “Lettera ai Compagni” durato così a lungo è bene impresso nella mia memoria. Potrei dire, parafrasando un grande: “… ricordo Cartagine…”. | Inizio dal Presidente Ferruccio Parri, dal quale ebbi l’investitura su designazione di Piero Caleffi» (ivi, p. 9). Significativa anche la sua attività per «Triangolo rosso», giornale a cura dell’ANED (Associazione Nazionale ex Deportati Politici), dal 1973 al 1998. Cfr., in questa sede, pp. 00.

6. Viaggio di ritorno (fine maggio – 6 giugno arrivo a Milano)

Ho inserito in questa raccolta di episodi35 due articoli che si riferiscono al Lager, scritti recentemente per un periodico che non c’è più:36

– Contovello37

– La Polonia è liquidata.38

Unisco pure copia di una mia lettera da Bolzano: il contenuto nei limiti consentiti, quindi quasi nullo, richiama l’attenzione sul timbro Alpenvoreland.39

Unisco infine i miei due colloqui con i raccoglitori delle storie di vita degli ex deportati.40 Un numero accanto ad ogni descrizione colloca l’episodio nella sua cornice.

35 Si tratta di un procedimento molto comune in Vasari, che spesso e volentieri arricchisce una prima idea con il

concorso di documenti correlati (articoli, lettere, interviste), quasi a voler costruire e fissare in tutti i suoi tratti una grande lezione di vita e di testimonianza.

36 Si tratta di «Nexus», un periodico di breve vita, nato e morto nel 1994 (cfr. pp. 00).

37 L’articolo fu poi raccolto, con significative varianti (cfr. Appendice, pp. 00), in un «libriccino», stampato in cento

copie numerate e con la grafica di Anna Steiner, nell’aprile del 2001: » TRIESTE ZELESTE. Contovello Contovelo

Contovel. UMBERTO SABA, Contovello. SERGIO MINIUSSI, Due poesie. BRUNO VASARI, Testimonianza, Torino, Omega Edizioni 2001.

38 Bruno Vasari, Polacchi e italiani a Mauthausen. Ricordi di prigionia. A margine della mostra di Nichelino, in

«Nexus», novembre-dicembre 1994, p. 11. Fotocopia dell’articolo è presente nell’Archivbio Vasari: Torino, Istoreto, GI Aop 2662.

39 Qui alle pp. 00.

40 Si tratta delle due interviste per l’ADP (Archivio Deportazione Piemontese) condotte rispettivamente da Cesare