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SHARING ECONOMY E SOSTENIBILITA’

2.8. DIBATTITO SULLA SOSTENIBILITA' DELLA SHARING ECONOMY

Il dibattito riguardo alla sostenibilità della Sharing Economy si apre quando si insinua il l’ipotesi che il sistema in realtà sia in grado di perseguire e sostenere obbiettivi di sostenibilità e riduzione degli impatti solo nel breve periodo.

Anche se consideriamo un orizzonte temporale più ampio i dubbi rimangono: l'obiettivo della sostenibilità si potrebbe convertire in un traguardo utopico con il rischio ulteriore che il nuovo modello finisca per appiattirsi sul modello di produzione e di sfruttamento delle risorse a cui siamo abituati.92

In alternativa viene sostenuta la tesi per cui la Sharing Economy può concretamente rappresentare una risposta adeguata per diminuire le emissioni di carbone e conseguentemente gli impatti che queste hanno sul pianeta.

In linea teorica è corretto affermare che la condivisione necessita di uno sfruttamento minore di risorse e che quindi genera minori impatti ambientali poiché riduce la domanda e la produzione di nuovi beni.

In aggiunta si favorisce la ridistribuzione, il riuso e un massimo sfruttamento delle potenzialità dei beni già prodotti in una sorta di mercato secondario, diminuendo in questo modo gli sprechi, lo sfruttamento di risorse e l'inquinamento derivante dalla produzione.

La difficoltà di un’affermazione univoca sul tema della sostenibilità è dovuta al fatto che nella maggior parte dei casi risulta difficile valutarne la natura e quantificare gli impatti che essa genera.

91 MONT. O.,Institutionalisation of sustainable consumption patterns based on shared use, Ecological Economy, Vol. 50, Issue 1-2, 2014

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Relayrides è una piattaforma che permette di affittare la propria autovettura. É stato osservato come, attraverso la condivisione, si genera una riduzione dei gas che provocano l'effetto serra; dall'altro lato però la piattaforma aumento l'accesso all'utilizzo delle autovetture e quindi potrebbe aumentare le emissioni.

Le domande e i dubbi legati alla sostenibilità e se la Sharing Economy sarà in grado di generare benefici nel lungo periodo sono molti. Spesso ci si ferma alla superficie della questione affermando come, evitando di comprare prodotti nuovi e favorendo il riuso in un secondo mercato si abbiano effetti positivi.

Per valutare gli effetti ecologici complessivi la questione andrebbe considerata più in profondità, ad esempio, una volta che un utente ha scambiato o ceduto un prodotto da lui considerato obsoleto, nulla gli vieta di comprare, con il ritorno economico generato, un prodotto nuovo ad alto impatto ambientale.

Couchsurfing o Airbnb hanno portato alla nascita di un nuovo modo di viaggiare e di concepire l'alloggio che è meno costoso rispetto al tradizionale.

In questo modo il viaggiatore sarà incentivato a muoversi con più frequenza generando, ipoteticamente, più emissioni.

L'argomento della sostenibilità è molto più complicato e profondo di quello che possa sembrare e gli studi finora compiuti non sono ancora in grado di valutare gli effetti nel lungo periodo.93

Per iniziare a delineare gli impatti ambientali bisogna prendere in considerazione gli effetti nell'economia nel suo complesso.

La Sharing Economy sta creando nuovi mercati e nuove attività, è un sistema di business che non pretende di sostituirsi al tradizionale; costituisce un' alternativa poiché basato su valori e principi che sono in grado di incontrare una domanda diversa.

La domanda che ci si pone è se l'alternativa della Sharing Economy sia realmente più efficiente in termini di utilizzo di risorse.

Si deve operare un bilanciamento tra aspetti positivi e aspetti negativi. E' difficile affermare se la condivisione genera un modello di business realmente sostenibile e se comporti una maggiore efficienza nell'uso delle risorse.

La difficoltà di valutazione nasce quando, soprattutto a livello individuale, l'applicazione del principio "use rather than own" può essere estremamente vario

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comportando un'analisi altamente differenziata che deve essere considerata unitariamente alla natura del prodotto preso in esame.

In linea generale, i fattori che sostengono il principio di una maggiore efficienza sono: l'estensione della vita dei prodotti, massimizzazione dell'utilizzo e un'ottimizzazione delle risorse impiegate.

D'altro canto, attraverso la condivisione, si favorisce il maggior sfruttamento del bene e quindi il suo sovra utilizzo e anticipato deterioramento. Inoltre molto spesso per estendere la vita del bene e per renderlo condivisibile è necessario l'impiego di risorse aggiuntive e l'impiego di mezzi di trasporto.94

La seguente tabella analizza più nel dettaglio gli aspetti a favore e gli aspetti contrari a livello ambientale del paradigma "Use rather than own".

Figura 3.2: Conseguenze ambientali dello schema " Use rather than own"

Fonte: HAMARI J., SJOKLINT M., UKKONEN A., The sharing economy: Why people participate in collaborative consumption,(cit.)

In conclusione, in molteplici aspetti la Sharing Economy può essere considerata un sistema che favorisce la creazione di un modello di consumo sostenibile e che, a sua volta, generi minor impatti ambientali rispetto ai comportamenti di consumo e sistemi di produzione tradizionali.

94 HAMARI J., SJOKLINT M., UKKONEN A., The sharing economy: Why people participate in collaborative consumption,(cit.)

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Se si analizzano le potenzialità e influenze riguardo al tema della sostenibilità si nota come la Sharing Economy, nel macro contesto, sia un fenomeno ancora eccessivamente recente per poterne prevedere in maniera attendibile le traiettorie future.

La possibilità che si affermi come modello che può concretamente contribuire alla riduzione dell'inquinamento a livello assoluto di sistema , e non solo in comparazione al sistema capitalistico dei singoli settori nei quali opera, dipenderà in futuro da quanto aumenterà il suo peso e se verrà o meno adottata da un numero di consumatori sufficientemente ampio.

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CAPITOLO 3