• Non ci sono risultati.

Dieta, variazioni del microbiota e fibromialgia

Alla luce di quanto esposto nel Capitoli 2 e in questo Capitolo della tesi, gli studi nutri- zionali sulla nutrizione e sulle sensibilità dei pazienti affetti da FM dovrebbero orien- tarsi verso la comprensione dei cambiamenti del microbiota intestinale a seguito di spe- cifici interventi sulla dieta. Tuttavia, dobbiamo dire che siamo ancora ad uno stadio ini- ziale di queste indagini e le informazioni in merito sono ancora frammentarie.

• Dieta ipocalorica e vegetariana

Possiamo dire che, circa la dieta ipocalorica, il beneficio nei pazienti con FM sembre- rebbe derivare da una conseguente riduzione di componenti infiammatorie legate all’obesità o all’aumento di peso o all’inattività fisica, che potrebbe, almeno in parte contribuire ad alleviare i sintomi cardine della FM associati a dolore e fatica. Lo stesso sarebbe valido per una dieta vegetariana: entrambi i tipi di dieta, ipocalorica e vegeta- riana, come anche una dieta mediterranea nella quale la componente vegetale è ben rappresentata, porterebbero ad un incremento della ricchezza del microbioma, modu- lando i mediatori dell’infiammazione e proteggendo l’integrità della parete intestina-

colonizzanti e ospite, una dieta a basso tenore calorico e un ridotto apporto di grassi e zuccheri raffinati con aumentato consumo di verdure, possono esercitare un effetto po- sitivo sull’attività del fegato dell’ospite, facilitandone la funzione metabolica, detossifi- cante e antiossidante, anche permettendo uno scambio metabolico con le specie micro- biche a favore di un habitat “eubiotico”; reciprocamente, una flora batterica più ricca e varia proteggerebbe la funzione epatica. La funzione epatica potrebbe essere associata alla FM112. Diversi studi hanno anche riportato gli effetti di una dieta a basso contenuto calorico sui livelli di lipopolisaccaride (LPS), con effetti tuttavia contrastanti. Il meta- bolismo dei grassi da parte dei batteri è oggetto di intensa ricerca in questo ambito113. Come abbiamo visto, gli acidi grassi a catena corta di origine batterica cambiano nella FM in relazione alla composizione della microflora intestinale65,66, ma sono ancora in corso gli studi relativi a interventi di tipo nutrizionale in questo ambito.

I benefici della dieta vegetariana potrebbero derivare dal contenuto in fibre, dall’aumento consistente di batteri a fermentazione lattica come il Ruminococcus, E. rectale e Roseburia, riducendo le specie di Clostridium and Enterococcus. L’alto con- tenuto di fibre farebbe da terreno di crescita per specie producenti gli acidi grassi a ca- tena corta, mentre l’alto apporto di sostanze anti-ossidanti come i polifenoli (resveratro- lo, curcuminoidi e altri) nei cibi a base di vegetali, sarebbe direttamente benefico per l’ospite spostando l’equilibrio microbico verso i Bifidobacterium e i Lactobacillus, che hanno la funzione di proteggere da fenomeni infiammatori e dallo sviluppo di patobion- ti 114. La dieta vegetariana, ricca di antiossidanti, vitamine e fibre, sarebbe vantaggiosa per i pazienti con FM perché da una parte ridurrebbe lo stress ossidativo e le carenze nutrizionali, dall’altra porterebbe anche ad incrementare le specie di Prevotella rispetto alle specie di Bacteroides, con effetti metabolici positivi; inoltre una dieta ricca in cibi provenienti dal regno vegetale potrebbe avere un effetto diretto sull’asse cervello- intestino-microbiota, favorendo la biodisponibilità di precursori dei neurotrasmettitori e quindi facilitandone la loro sintesi115,116. L’utilizzo della nutraceutica e l’aiuto prove- niente da estratti ad alto contenuto di specie chimiche antiossidanti provenienti dalle piante, come i polifenoli, noti variare la flora batterica in positivo, potrebbero essere prospettive valide in questo contesto.

• Dieta a basso contenuto in FODMAPs

Gli effetti positivi correlati al basso contenuto in FODMAPs nei pazienti con FM sa- rebbero da ascriversi ad un miglioramento dell’assorbimento di nutrienti e precursori di neurotrasmettitori110 e ad una riduzione delle alterazioni della motilità intestinale che possono anch’esse far variare la composizione della flora intestinale verso la colonizza- zione di generi e specie riconducibili ai disturbi di tipo gastro-intestinale nella FM. Questa dieta si è infatti rivelata particolarmente efficace nel trattare i pazienti con IBS e NCGS117. La dieta a basso tenore di FODMAPs può portare ad un abbassamento di bat- teri benefici, in particolare i Bifidobacteriaceae 118. Tuttavia, tale riduzione in Bifido- bacteriaceae può essere compensata con l’uso di opportuni probiotici118.

L’impoverimento della microflora provocato da una dieta povera in FODMAPs potreb- be essere a sostegno dell’ipotesi che le alterazioni del microbiota intestinale osservabili nella FM sono a carico di famiglie e generi specifiche.

Nel complesso, dagli studi sino ad oggi effettuati, possiamo dire che sono ancora ne- cessarie ulteriori indagini. Se si ottengono effetti benefici sui pazienti con una determi- nata dieta non sempre si riesce a trovare una connessione diretta con le variazioni a ca- rico del microbiota intestinale o con il ripristino delle condizioni di disbiosi nei pazienti con FM. Infatti, la caratterizzazione del microbiota intestinale dei pazienti è tuttora in atto, con risultati per il momento non definitivi. Una variabile da tenere in considera- zione negli studi dovrebbe essere la durata della dieta, poiché potrebbero verificarsi ef- fetti nulli o diversi dovuti a cambiamenti alimentari a breve termine (entro 3-5 mesi) ri- spetto a interventi dietetici maggiormente prolungati nel tempo ( 6 mesi)119. Oltre alla caratterizzazione delle alterazioni della composizione del microbiota nella FM, biso- gnerebbe effettuare una più ampia determinazione del metaboloma dei pazienti fibro- mialgici, andando a valutare e confrontare tra di loro gruppi di pazienti più omogenei nella sintomatologia, includendo sia il profilo metabolico dell’ospite sia i metaboliti de- rivati dal microbiota, quali gli acidi grassi a catena corta120. In tal caso si potrebbe pro- spettare l’applicazione di interventi nutrizionali mirati, includenti anche l’utilizzo di opportuni probiotici, per poterne valutare l’efficacia sui pazienti in modo sempre più accurato.

CONCLUSIONI

La fibromialgia è una patologia che comporta una qualità di vita molto bassa per il pa- ziente. Comprende una moltitudine di sintomi essendo coinvolti uno squilibrio di vari neurotrasmettitori: serotonina, noradrenalina, dopamina, GABA e altre vie neurotra- smettitoriali e neuroendocrine.

Attualmente il focus terapeutico è la riduzione, il più possibile, dei sintomi. Si impie- gano farmaci che vanno a compensare la disfunzione dei neurotrasmettitori: le classi più utilizzate sono infatti gli antidepressivi e anticonvulsivanti. Ma si utilizzano anche sostanze che non propriamente farmaci che danno un’attenuazione dei sintomi del do- lore, come nel caso dell’S-adenosil-metionina, e della qualità del sonno e della fatica per la melatonina. Un altro approccio sono la terapia cognitiva comportamentale e l’attività fisica che aiutano la riduzione del dolore e dell’ansia. Studi futuri sono ne- cessari per l’utilizzo di nuove sostanze come ad esempio l’interleuchina IL-37, che previene l’infiammazione, inibendo le citochine IL-1, IL-6, IL-18, IL-33 e TNF con un effetto che risulta protettivo nei modelli animali.Diversi studi sono in svolgimento per cercare di fare chiarezza sul ruolo del microbiota intestinale in questa patologia. Que- sto tipo di indagini sono ancora ad uno stato molto iniziale, ma si prefigurano utili per trovare nuovi substrati di malattia e attuare piani terapeutici nuovi e più efficaci.121 Inoltre è stato evidenziato come alcuni tipi di alimenti possano portare a uno stato di infiammazione a vari livelli. I più noti per dare sensibilità a livello intestinale nei pa- zienti con FM sono il glutine e un gruppo di sostanze chiamate FODMAPs (oligosac- caridi, disaccaridi, monosaccaridi, e polioli fermentabili), tra i quali troviamo i fruttani e il lattosio. Le diete possono essere impiegate come coadiuvanti della terapia nella FM, anche se ancora sono necessari altri studi più completi e mirati per confermare la validità dell’intervento nutrizionale. Tali studi dovrebbero includere non solo il tipo o i tipi di dieta oggetto della valutazione e i sintomi presenti, ma anche dati di laboratorio. Le diete dovrebbero essere personalizzate in base ai sintomi e allo stato nutrizionale del paziente. Nel loro complesso e allo stato attuale delle conoscenze, quelle più utiliz- zate sono: le diete ipocaloriche, considerando anche l’alta incidenza di obesità tra i pa- zienti con FM, la dieta “gluten-free” nelle persone con una sensibilità al glutine non celiaca, la dieta a basso contenuto in FODMAPs e la dieta vegetariana per il suo

apporto di sostanze antiossidanti, vitamine e nutrienti essenziali. E per concludere, dobbiamo anche ricordare che possibili complementi e supporti a diete e terapie della FM e delle sue molteplici forme cliniche, sono i probiotici: vari studi riportano i loro effetti positivi in sintomi come ansia, depressione, e disfunzione cognitiva, anche se l’effetto anti-ansia potrebbe essere dovuto all’effetto placebo.

BIBLIOGRAFIA

1. Binkiewicz-Glińska A.; Bakuła1 S.; Tomczak H.; Landowski J.; Ruckemann- Dziurdzińska K.;Zaborowska-Sapeta K.; Kowalski I.; Kiebzak W., “Fibromyalgia Syn- drome – a multidisciplinary approach”, doi.org/10.12740/psychiatriapolska.pl/online- first/4 [PubMed], 2015.

2. Bernstein J. MD, “Not the Last Word: Fibromyalgia is Real” DOI 10.1007/s11999- 015-4670-6 [PubMed], 2015

3. Häuser W., Ablin J., Perrot S., Fitzcharles MA, “Management of fibromyalgia: key messages from recent evidence ­based guideline” doi:10.20452/pamw.3877, [PubMed], 2017.

4. Sumpton JE, Moulin DE. “Fibromyalgia: Presentation and management with a focus on pharmacological treatment”.13(6):477-483. [PubMed], 2008.

5. Wierwille L., “Fibromyalgia: Diagnosing and managing a complex syndrome” doi:10.1111/j.1745-7599.2011.00671 [PubMed], 2010.

6. Connelly M., Weiss JE, “Pain, functional disability, and their Association in Juvenile

Fibromyalgia Compared to other pediatric rheumatic disease”

doi.org/10.1186/s12969-019-0375-9 [PubMed], 2019.

7. Schjelderup Skarpsno E., Lund Nilsen TI, Sand T., Hagen K., Mork PJ, “The joint ef- fect of insomnia symptoms and lifestyle factors on risk of selfreported fibromyalgia in women: longitudinal data from the HUNT Study” doi:10.1136/ bmjopen-2018- 02868,[PubMed], 2019

8. Yang TY, Chen CH-SH, MD, Lin CL, Lin WM, Kuo CHN, Kao CHH, “Risk for Irri­

table Bowel Syndrome in Fibromyalgia Patients” DOI:

10.1097/MD.0000000000000616 [PubMed], 2015.

9. Gavilán-Carrera B., Acosta-Manzano P., Soriano-Maldonado A., Borges-Cosic M., Aparicio VA, Delgado-Fernández M., Segura- Jiménez V. “Sedentary Time, Physical Activity, and Sleep Duration: Associations with Body Composition in Fibromyalgia“ doi:10.3390/jcm8081260.[PubMed], 2019.

10. Park D.J., Le SH. S., “New insights into the genetics of fibromyal- gia”, doi.org/10.3904/kjim.2016.207, [PubMed], 2017

11. Makrani A.H, Afshari M., Ghajar M., Forooghi Z., Moosazadeh M., “Vitamin D and fi- bromyalgia: a meta-analysis” doi.org/10.3344/kjp.2017.30.4.250 [PubMed], 2017. 12. De Almeida‐Marques F., Sánchez‐Blanco J., Sanduvete‐Chaves S., Cano‐García FJ

“Causal attributions of potentially traumatic life events in fibromyalgia patients” DOI: 10.1111/1756-185X.13739, 2019.

13. Xavier de Oliveira IMA, do Socorro Uchôa da Silva R., “Rheumatological Manifesta­ tions Associated with Viral Hepatitis B or C” doi: 10.1590/0037-8682-0407-201 [Pub- Med], 2019.

14. De Lima L.O. Zicarelli C.A.M, Matsumura A.S., Moroti-Perugini L.R, De Castro Tei- xeira D., Parron Fernandes K.B, De Oliveira Perrucini P.D., Poli-Frederico R.C “Lo- wer limb muscle strength and serotonin receptor gene polymorphism as factors asso- ciated in women with fibromyalgia”, doi.org/10.1186/s42358-019-0101-9, [PubMed], 2019

15. Becker S, Schweinhardt P. “Dysfunctional neurotransmitter systems in fibromyalgia, their role in central stress circuitry and pharmacological actions on these systems. Pain Res Treat.” 2012;2012:741746.

16. Singh L., Kaur A., Bhatti M.S., Bhatti R. “Possible Molecular Mediators Involved and Mechanistic Insight into Fibromyalgia and Associated Co‑morbidities”, doi.org/10.1007/s11064-019-02805- 5, [PubMed], 2019.

17. Baumeister, D., Eich, W., Saft, S. et al. “No evidence for altered plasma NGF and BDNF levels in fibromyalgia patients.” Sci Rep 2009; 9: 13667.

18. Ogino SH., Nagakura Y. , Tsukamoto M., Watabiki T., Ozawa T., Oe T., Shimizu Y., Ito H.,” Systemic administration of 5-HT2C receptor agonists attenuates muscular hyperalgesia in reserpine-induced myalgia model”, Pharmacology, Biochemistry and Behavior 108 (2013) 8–15, http://dx.doi.org/10.1016/j.pbb.2013.04.007

19. Bazzichi L, Giannaccini G, Betti L, Mascia G, Fabbrini L, Italiani P, De Feo F, Giulia- no T, Giacomelli C, Rossi A, Lucacchini A, Bombardieri S. “Alteration of serotonin transporter density and activity in fibromyalgia” Arthritis Res Ther. 2006;8:R99. 20. Bazzichi L., Palego L., Giannaccini G., Rossi A., De Feo F., Giacomelli C., Betti L.,

Giusti L., Mascia G., Bombardieri S., Lucacchini A. “Altered amino acid homeostasis in subjects affected by fibromyalgia”, Clinical Biochemistry 42 (2009) 1064–1070, doi:10.1016/j.clinbiochem.2009.02.025.

brositis/fibromyalgia syndrome." J Rheumatol Supplement. 1989;19:158-163

22. Yunus MB, Dailey JW, Aldag JC, Masi AT, Jobe PC. “Plasma tryptophan and other amino acids in primary fibromyalgia: a controlled study.” J Rheumatol 1992;19:90-94. 23. Maes M, Verkerk R, Delmeire L, Van Gastel A, van Hunsel F, Scharpé S. “Serotoner­

gic markers and lowered plasma branched-chain-amino acid concentrations in fibro- myalgia.” Psychiatry Res. 2000;97:11-20.

24. Schwarz MJ1, Offenbaecher M, Neumeister A, Ewert T, Willeit M, Praschak-Rieder N, Zach J, Zacherl M, Lossau K, Weisser R, Stucki G, Ackenheil M.

“Evidence for an altered tryptophan metabolism in fibromyalgia.” Neurobiol Dis. 2002 Dec;11(3):434-42.

25. Ruggiero V, Mura M, Cacace E, Era B, Peri M, Sanna G, Fais A. “Free amino acids in fibromyalgia syndrome: relationship with clinical picture.” Scand J Clin Lab Invest, 2017; 77: 93–97.

26. Eisinger J, Plantamura A, Ayavou T. “Glycolysis abnormalities in fibromyalgia” J Am Coll Nutr. 1994;13:144-148.

27. Bazzichi L., Giannaccini G., Betti L., Fabbrini L., Schmid L., Palego L., Giacomelli C., Rossi A., Giusti L., De Feo F., Giuliano T., Mascia G., Bombardieri S., Lucacchini A. “ATP, calcium and magnesium levels in platelets of patients with primary fibromyal­

gia” Clinical Biochemistry 41 (2008) 1084–1090,

doi:10.1016/j.clinbiochem.2008.06.012.

28. Friedman M. “Fibromyalgia, thyroid dysfunction and treatment modalities”. J Rest Med 2013; 2: 60-69.

29. Giniatullin R., Nistri A. “Desensitization properties of P2X3 receptors shaping pain si- gnaling.” Front. Cell Neurosci. 2013; 7:245

30. Pyke TL, Osmotherly PG, Baines S. “Measuring glutamate levels in the brains of fi- bromyalgia patients and a potential role for glutamate in the pathophysiology of fibromyalgia symptoms: a systematic review.” Clin J Pain. 2017;33:944-954.

31. Foerster BR, Petrou, M, Edden RA, Sundgren PC, Schmidt-Wilcke T, Lowe SE, Harte SE, Clauw DJ, Harris RE. “Reduced insular γ-aminobutyric acid in fibromyal-

32. Foerster BR, Nascimento TD, DeBoer, M., Bender MA, Rice IC, Truong DQ, Bikson M, Clauw DJ, Zubieta JK, Harris RE, DaSilva AF. “Excitatory and inhibitory brain

metabolites as targets of motor cortex transcranial direct current stimulation therapy and predictors of its efficacy in fibromyalgia.” Arthritis Rheum (Hoboken, N.J.)

2015, 67: 576–581.

33. Valdès M, Collado A, Bargallo N, Vazquez M, Rami L, Gomez E, et al. “Increased glutamate/glutamine compounds in the brains of patients with fibromyalgia: a magnetic resonance spectroscopy study.” Arthritis Rheum. 2010; 62:1829–1836.

34. Ciaramella A, Poli P, Maccheroni M. “Somatisation and function of HPA in fibro- myalgia: an investigation using sham and true pain stimuli.”OAT Open access test 2017- DOI: 10.15761/MRI.1000103

35. Bellavance MA, Rivest S. “The HPA - Immune Axis and the immunomodulatory ac- tions of glucocorticoids in the brain.” Front Immunol. 2014; 31;5:136.

36. Straub RH, Cutolo M, Buttgereit F, Pongratz G. “Energy regulation and neuroendocri- ne–immune control in chronic inflammatory diseases.” J Intern Med 2010; 267(6): 543–560.

37. Anderberg, U., Uvnäs-Moberg, K. Plasma oxytocin levels in female fibromyalgia syn- drome patients. Z Rheumatol 2000; 59:373–379.

38. Schiepers OJS, Wichers MC, Maes M. Cytokines and major depression.Progr NeuroP- sychopharmacol Biol Psychiatry 2005; 29: 201–217.

39. L. Bazzichi, A. Rossi, G. Massimetti, G. Giannaccini, T. Giuliano, F. De Feo, A. Ciap- parelli, L. DellʼOsso, S. Bombardieri “Cytokine patterns in fibromyalgia and their cor­ relation with clinical manifestations” Clinical and Experimental Rheumatology 2007; 25: 225-230

40. Cordero MD, Alcocer-Gómez E, Culic O, Carrión AM, de Miguel M, Díaz-Parrado E, Pérez-Villegas EM, Bullón P, Battino M, Sánchez-Alcazar JA. “NLRP3 inflammasome is activated in fibromyalgia: the effect of coenzyme Q10.” Antioxid Redox Signal. 2014; 20:1169-1180.

41. Bagis S, Tamer L, Sahin G, Bilgin R, Guler H, Ercan B, Erdogan C. “Free radicals and antioxidants in primary fibromyalgia: an oxidative stress disorder?” Rheumatol Int 2005; 25: 17. 188–190.

44. Cross A.L., Sherman A. I.,”Pregabalin”, Bookshelf ID: NBK470341PMID: 29261857, [PubMed], 2019.

45. Ö. Çaglar Cil, et al., Am J Otolaryngol “The effect of fibromyalgia treatment on tinni­ tus”, https://doi.org/10.1016/j.amjoto.2020.102390, [PubMed], 2020.

46. Pereira da Rocha A., Christianini Mizzaci C., Pereira Nunes Pinto A.C., da Silva Viei-

ra A.G., Civile V., Fernandes Moça Trevisani V.,

”Tramadol for management of fibromyalgia pain and symptoms: Systematic review”, DOI: 10.1111/ijcp.13455, [PubMed], 2019.

47. Bolton MJ, Chapman BP, Van Marwijk H. BMJ Case Rep “Low- dose naltrexone as a treatment for chronic fatigue syndrome”; 13:e232502. doi:10.1136/bcr-2019232502, [PubMed], 2020.

48. Sarac AJ, Gur A. “Complementary and alternative medical therapies in fibromyalgia.” Curr Pharm Des. 2006;12:47-57.

49. Hematia K., Amini Kadijanib A., Sayehmiric F., Mehrzadid, Mozhdeh Zabihiyeganehe S., Hosseinzadehd A., Mirzaeie A., ”Melatonin in the treatment of fibromyalgia symp­ toms: A systematic review”, https://doi.org/10.1016/j.ctcp.2019.101072, [PubMed], 2019.

50. Araya-Quintanilla F., Gutiérrez-Espinoza H., Muñoz-Yánez MJ., Cavero-Redondo I., Álvarez-Bueno C., Martinez-Vizcaíno V. “Effectiveness of a multicomponent treatment versus conventional treatment in patients with fibromyalgia: study protocol”. Medicine 2020;99:4(e18833) [PubMed].

51. Ochoa-Repáraz J., Kasper LlH., “The Second Brain: Is the Gut Microbiota a Link Between Obesity and Central Nervous System Disorders?”, doi:10.1007/s13679-016- 0191-1, [PubMed], 2016.

52. Galland L., “The Gut Microbiome and the Brain”, DOI:10.1089/jmf.2014.7000, [PubMed], 2014.

53. Tuddenham S., L. Sears C., “The Intestinal Microbiome and Health” doi:10.1097/QCO.0000000000000196 [PubMed], 2015.

54. Heintz-Buschart A., Wilmes P., “Human Gut Microbiome: Function Matters”, doi.org/10.1016/j.tim.2017.11.002 [PubMed], 2018.

56. Gerard P. “Gut microbiota and obesity”, (2016) 73:147–162 DOI 10.1007/s00018-015- 2061-5, [PubMed]

57. Lustgarten MS “The Role of the Gut Microbiome on Skeletal Muscle Mass and Physi­ cal Function: 2019 Update” Front. Physiol. 10:1435. doi: 10.3389/fphys.2019.01435 [PubMed], 2019.

58. Farzi, A., Fröhlich, E.E. & Holzer, P. Gut microbiota and the neuroendocrine system. Neurotherapeutics 2018; 15:5–22

59. Agus A, Denizot J, Thévenot J, Martinez-Medina M, Massier S, Sauvanet P, Bernalier- Donadille A, Denis S, Hofman P, Bonnet R, Billard E, Barnich N. “Western diet indu- ces a shift in microbiota composition enhancing susceptibility to Adherent-Invasive E. coli infection and intestinal inflammation.” Sci Rep. 2016 Jan 8;6:19032. doi: 10.1038/srep19032

60. Rajilić-Stojanović M, Jonkers DM, Salonen A,.”Intestinal microbiota and diet in IBS: causes, consequences, or epiphenomena?”. Am J Gastroenterol. 2015;110:278‐287. 61. Nettleton JE1, Reimer RA2, Shearer J3. “Reshaping the gut microbiota: Impact of low

calorie sweeteners and the link to insulin resistance?” Physiol Behav. 2016;164(Pt B):488-493.

62. Koeth RA, Wang Z, Levison BS, Buffa JA, Org E, Sheehy BT, Britt EB, Fu X, Wu Y, Li L, Smith JD, DiDonato JA, Chen J, Li H, Wu GD, Lewis JD, Warrier M, Brown JM, Krauss RM, Tang WH, Bushman FD, Lusis AJ, Hazen SL.”Intestinal microbiota metabolism of L-carnitine, a nutrient in red meat, promotes atherosclerosis”, Nat Med. 2013 May;19(5):576-85. doi: 10.1038/nm.3145. Epub 2013 Apr 7.

63. Ananthakrishnan AN. “Epidemiology and risk factors for IBD.” Nat Rev Gastroenterol Hepatol. 2015;12(4):205‐217.

64. Erdrich, S., Hawrelak, J.A., Myers, S.P. et al. “Determining the association between fi- bromyalgia, the gut microbiome and its biomarkers: A systematic review.” BMC Mu- sculoskelet Disord 2020; 21, 181.

65. Minerbia A., Gonzalezb E., Breretond N. J.B, Anjarkouchiane A., Dewarc K., Fitzchar- lesa M.A, Chevaliere S., Shira Y., “Altered microbiome composition in individuals with fibromyalgia”, dx.doi.org/10.1097/j.pain.0000000000001640, 2019 [PubMed].

66. Clos-Garcia M, Andrés-Marin N, Fernández-Eulate G,. “Gut microbiome and serum metabolome analyses identify molecular biomarkers and altered glutamate metabolism in fibromyalgia”. EBioMedicine. 2019;46:499‐511.

67. Malatji BG, Meyer H, Mason S, Engelke UFH, Wevers RA, van Reenen M, Reinecke CJ. “A diagnostic biomarker profile for fibromyalgia syndrome based on an NMR me- tabolomics study of selected patients and controls.” BMC Neurol. 2017;17(1):88. 68. Minerbi A, Fitzcharles MA. “Gut microbiome: pertinence in fibromyalgia. Clin Exp

Rheumatol.” 2020;38S, 123(1):99‐104.

69. Martin, C. R., Osadchiy, V., Kalani, A., & Mayer, E. A. (2018). “The Brain-Gut- Microbiome Axis. Cellular and molecular gastroenterology and hepatology,” 6(2), 133–148.

70. Furness JB.”The enteric nervous system and neurogastroenterology.” Nat Rev Ga- stroenterol Hepatol. 2012;9(5):286‐294.

71. Fung TC, Olson CA, Hsiao EY. “Interactions between the microbiota, immune and nervous systems in health and disease.” Nat Neurosci. 2017;20(2):145‐155.

72. Carabottia M., Sciroccoa A., Maselli M.A, Severi C., “The gut-brain axis: interactions between enteric microbiota, central and enteric nervous systems” Ann Gastroenterol 2015; 28 (2): 203-209.

73. Mayer E.A., Tillisch K., Gupta A.,”Gut/brain axis and the microbiota”, J Clin Invest. 2015; 125(3):926–938. doi:10.1172/JCI76304.

74. Laparra JM, Sanz Y., “Interactions of gut microbiota with functional food components and nutraceuticals.” 2010 Mar;61(3):219-25. doi: 10.1016/j.phrs.2009.11.001.

75. Lagier JC., Million M, Hugon P, Armougom F, Raoult D. “Human gut microbiota: re- pertoire and variations”. Front Cell Infect Microbiol. 2012 Nov 2;2:136. doi: 10.3389/fcimb.2012.00136.

76. Islam S. UI, “Clinical Uses of Probiotics” doi: 10.1097/MD.0000000000002658, [PubMed], 2016.

77. Butel M.J., “Probiotics, gut microbiota and-health”, dx.doi.org/10.1016/j.medmal.2013.10.002, [PubMed], 2013.

78. Judkins T. C., Archer D. L., Kramer D. C., Solch R. J., “Probiotics, Nutrition, and theSmall Intestine”, doi.org/10.1007/s11894-019-0740-3,[PubMed],2020.

79. Sena S., Mansell T.J., “Yeasts as probiotics: Mechanisms, outcomes, and future poten­ tial”, doi.org/10.1016/j.fgb.2020.103333, [PubMed], 2020.

80. Zhanga P., Xu CH., Zhou X., Qi R., Liu L., Lv F., Li ZH., Wang SH., “Cationic conju­ gated polymers for enhancing beneficial bacteria adhesion and biofilm formation in gut microbiota”, doi.org/10.1016/j.colsurfb.2020.110815, [PubMed], 2020.

81. Roman P., Estévez A.F., Miras A., Sánchez-Labraca N., Cañadas F., Vivas A.B, Car- dona D.,”A Pilot Randomized Controlled Trial to Explore Cognitive and Emotional Efects of Probiotics in Fibromyalgia” (2018) 8:10965 | DOI:10.1038/s41598-018- 29388-5.

82. Puccio FA, Rojas R, Mosquera I, Hernandez A, Mosquera R, Jaua L et al (2013) “Food allergy is an important diseases associated to fibromyalgia.” Clin Transl Al-lergy 3(Suppl 3):120.

83. López-Rodríguez MM, Granero Molina J, Fernández Medina IM, Fernández Sola C, Ruiz Muelle A. “Patrones de evitación y conductas alimentarias en pacientes con fibromialgia.” Endocrinol Diabetes Nutr. 2017;64:480---490 [PubMed].

84. Barrett J.S., “How to institute the low-FODMAP diet”, doi:10.1111/jgh.13686, Journal of Gastroenterology and Hepatology 2017; 32 (Suppl. 1): 8–10, [PubMed].

85. De Giorgio R., Volta U., Gibson P.R., “Sensitivity to wheat, gluten and FODMAPs in IBS: facts or fiction?” Published Online First: 29/05/2015 doi:10.1136/gutjnl2015- 309757.

86. Biesiekierski J.R., “What is gluten?”, Journal of Gastroenterology and Hepatology 2017; 32 (Suppl. 1): 78–81, doi:10.1111/jgh.13703, [PubMed].

87. Melini V., Melini F., “Gluten-Free Diet: Gaps and Needs for a Healthier Diet”, doi:10.3390/nu11010170, [PubMed], 2019.

88. Galipeau H.J, Verdu E.F, “Gut microbes and adverse food reactions: Focus on gluten related disorders”, doi.org/10.4161/19490976.2014.969635, [PubMed], 2014. 89. Isasi C., Tejerina E., Morán LM., “Sensibilidad al gluten no celíaca y enfermedades

reumatológicas.” Reumatol Clin. 2016; 12:4–10. [PubMed].

90. Periolo N., Chern˜avsky A.C., “Coeliac disease”, Autoimmunity Reviews 5 (2006) 202–208, doi:10.1016/j.autrev.2005.06.013.

Documenti correlati