Un equilibrio tra il sistema immunitario dell’ospite e il microbiota intestinale commen- sale è fondamentale per mantenere la salute. Se questo equilibrio viene turbato, come sopra descritto, si parla di disbiosi, e l’interazione fra ospite e microbo può progredire verso la malattia.75 La disbiosi può essere correlata quindi a tutti quei fattori che modi- ficano la composizione del microbiota intestinale, inclusa l’alimentazione.76 Possiamo suddividere schematicamente i batteri del microbiota in simbionti e patobionti.
I batteri simbionti sono costituiti da:
• Bifidobacteria (Actinobacteria): batteri gram-positivi che modulano e potenzia- no la risposta immunitaria e producono vitamine; la loro presenza contrasta quindi l’insorgenza di agenti patogeni, regolando i livelli di altre specie batteriche intestinali, potenzialmente dannose o meno utili per il metabolismo dell’ospite.
• Lactobacilli (Firmicutes): batteri gram-positivi, possono produrre sostanze nutri- tive o vitamine, fermentano il lattosio producendo acidi (tra cui acido lattico), aumenta- no le difese immunitarie e proteggono da agenti cancerogeni.
• Escherichia coli (Proteobcateria): batterio gram-negativo commensale del co- lon, considerato un normale e comune colonizzatore del nostro intestino. Produce la vi- tamina K2, fondamentale per la coagulazione del sangue e mantiene sotto controllo specie batteriche patogene. Sono solitamente specie batteriche innocue ma occasional- mente la proliferazione di alcuni ceppi può provocare infezioni di varia natura.
I batteri patobionti sono costituiti da:
• Campylobacter (Proteobacteria): batteri gram-negativi che possono dare origine a tossinfezioni alimentari nell’uomo e per questo monitorati negli alimenti. Le specie che provocano infezioni e gastroenteriti nell’uomo sono C.Jeujini e C.Coli.
• Enterococcus Fecalis (Firmicutes): batterio gram-positivo il quale subisce una trasformazione da microrganismo simbionte a patogeno, poiché può scatenare una serie di infezioni nell’ uomo. È la causa più comune di infezione postintervento chirurgico e patologia infettiva nosocomiale.
• Clostridium difficile (Firmicutes): questo tipo di batterio diventa nocivo dopo che viene effettuato un ciclo di antibiotici, ovvero quando viene meno l’azione compe- titiva di altre specie colonizzanti permettendone la proliferazione. Provoca un tipo di colite che crea necrosi a livello del retto.
• Bacteroides (Bacteriodetes): batteri gram-negativi, frequenti nella cavità orale e sono commensali nel tratto gastrointestinale. Sono presenti nell’intestino dell’ospite che assume nella dieta alti contenuti di grassi e proteine animali. Le specie patogene sono B.Fragilis e B.melaninogenicus. Si riscontra con infezioni endogene del tratto urogeni- tale, dei polmoni e post-intervento chirurgico.
Quindi, la flora intestinale con la sua composizione favorisce e contribuisce attivamente allo stato di benessere dell’ospite, ma, in base alla sua variabilità di famiglie, generi e specie batteriche che lo compongono può anche partecipare all’insorgenza di stati
infiammatori, può modificare il sistema immunitario e permettere l’insorgenza di pato- logie sia della funzione intestinale che di altri organi, incluso il SNC.
I probiotici sono microorganismi non patogeni vivi (batteri e lieviti), tanti di questi so- no parte della flora intestinale dove convivono in simbiosi, e vengono usati per trattare patologie gastrointestinali e non.77
Lo squilibrio batterico viene chiamato disbiosi, e può portare a diversi stati di patologie associato ad esso, questa relazione tra la salute e il microbiota ha aumentato l’interesse per la somministrazione dei probiotici per prevenire ma anche per cu- rare delle malattie, dato che loro giocano un ruolo importante per favorire l’eubiosi in- testinale.78,79 Questi microrganismi sono generalmente degli integratori dietetici e per poter essere benefici bisogna somministrarli nel giusto dosaggio, il probiotico fornisce 108-1012 unità per giorno.79,80
Il gruppo di esperti del FAO (Food and Agiruculture Organization) e WHO (World Health Organization) oltre a dare la definizione dei probiotici hanno anche determinato le loro caratteristiche; devono raggiungere il sito d’azione, sopravvivere al pH acido, portare gli effetti desiderati senza nessun rischio per l’ospite.78
La maggioranza dei probiotici disponibili al momento sono i batteri lattici detti anche LAB e Bifidobacterium e anche alcuni lieviti.79 Il lievito più comunemente utilizzato è Saccharomyces Boulardii.80
I probiotici Lactibacilli e Bifidobacterium sono dei batteri gram positivi quelli usato come probiotici nel caso dei Lactobacilli includono diverse specie i più noti sono L. acidophilus, L. rhamnosus, L. bulgaricus, L. euteri, e L. casei e per i Bifidobacteri più usati sono B. animalis, B. infantis, B. lactis e B. longum.77,81 I probiotici possono appar- tenere a un altro genere batterico non incluso in quello lattico, come l’Escherichia coli o Propionibacterium.78 Il meccanismo d’azione esatto dei probiotici è sconosciuto, co- munque si pensa diversi meccanismi sono coinvolti.77 La modulazione del sistema im- munitario con i probiotici coinvolge diversi meccanismi: alcuni probiotici hanno effetti antinfiammatori creando uno stato di tolleranza tramite l’azione nei toll like receptors (TLRS), mentre altri probiotici agiscono direttamente nella down regulation della ri- sposta infiammatoria dell’ospite stimolando la secrezione delle citochine antinfiamma- torie come IL-10.81 I probiotici fanno da effetto barriera contro i batteri patogeni, limi- tando la loro colonizzazione e preservando l’integrità della mucosa intestinale lungo
tutto il tratto.78,79 Essendo i probiotici senza effetti collaterali, molti studi li hanno pro- posti come un possibile trattamento nella FM. In uno studio condotto in Spagna con 40 pazienti FM, hanno assunto per un periodo di 8 settimane probiotici (Lactobacillus Rhamnosus, Casei, Acidophilus, Bifidobacterium Bifidus) oppure placebo. Hanno visto un effetto positivo nel miglioramento della depressione e una riduzione dei livelli del cortisolo nelle urine sia nel placebo che nei probiotici, indicando la prevalenza dell’“effetto placebo”. Invece quanto riguarda alla disfunzione cognitiva si hanno os- servato un notevole miglioramento nei pazienti che assumevano probiotici rispetto al placebo con una riduzione delle decisioni impulsive.82
CAPITOLO 3: SENSIBILITA’ ALIMENTARI NELLA
FIBROMIALGIA
3.1 Sensibilità alimentari
Le intolleranze alimentari sono in numero sempre più crescente nella popolazione ge- nerale, portando a disbiosi intestinale e all’alterazione della microflora. L’assunzione di alcuni tipi di alimenti può attivare i mastociti lungo il lume intestinale ed è associata a ipersensibilità viscerale e alterata motilità, inoltre, alcune sostanze contenute in alcuni tipi di alimenti attivano dei chemosensori, fenomeno ritenuto responsabile della mani- festazione dei sintomi simili al IBS. In uno studio condotto con pazienti FM è risultato che il 46% di loro presentava delle intolleranze alimentari. Il 66% di loro presentava un aumento dei sintomi dopo l’assunzione di latte, cereali e arance.83
Nella FM è nota una certa sensibilità verso alcuni tipi di alimenti che sono responsabili dei sintomi gastro-intestinali, che solitamente si riducono introducendo una dieta caren- te con la sostanza responsabile. Le intolleranze più comuni osservate nei pazienti con FM sono il glutine, e un gruppo di sostanze chiamate “oligosaccaridi, disaccaridi, mo- nosaccaridi, e polioli fermentabili” (FODMAPs). Tali sostanze sono oggetto di intenso studio poiché possono portare alla distensione intestinale e provocare ipersensibilità vi- scerale, motilità alterata e gonfiore.84 Le sostanze che vengono definite FODMAPs so- no: a) oligosaccaridi quali i fruttani e galatto-oligosaccaridi (GOS) contenuti natural- mente nel grano, segale, legumi, noccioline, cipolle e aglio, dato che non ci sono enzi- mi che possono digerire i fruttani e GOS, questi vengono mal assorbiti e quando ven- gono a contatto con i batteri della microflora fermentano dando gonfiore e dolore ad- dominale.85 b) disaccaride come il lattosio,85 descritto nei seguenti paragrafi; c) mono- saccaridi quale il fruttosio trovato nella frutta è il più piccolo carboidrato FODMAP, capace di attirare acqua (effetto osmotico) provocando la distensione dell’intestino te- nue a prescindere se è assorbito o no e contribuendo a dolore e gonfiore e alterata moti- lità. d) polioli tra i quali troviamo, in maggior quantità negli alimenti, il mannitolo e il sorbitolo oltre a xilitolo, isomalto e tanti altri, anche usati come dolcificanti; questi co- me il fruttosio hanno un effetto osmotico.85
Oltre a queste sostanze, altri composti potenzialmente bioattivi che si possono trovare negli alimenti sono i salicilati, benzoati e il glutammato, che attivano i mastociti e dan- no sintomi simili al IBS.86