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DIFFERENZE E PUNTI DI CONTATTO FRA FEMMINISTE LAICHE, ISLAMICHE E ISLAMISTE

Comunemente si potrebbe indicare l’attivismo delle donne con il termine di femminismo ma, nel mondo musulmano, molto spesso si tende a rifiutare il termine di femministe per autodefinirsi. Inoltre, più che di femminismo si dovrebbe parlare di femminismi, a seconda delle diverse ideologie e correnti di pensiero.324

Si preferisce quindi usare il termine “movimento delle donne” o “jihad al femminile”. Allo stesso tempo se la maggior parte delle donne musulmane non usa il termine femministe per auto- descriversi, molte femministe occidentali non considererebbero come femministi dei movimenti che non hanno a che fare con laicità e secolarismo.325

Il risultato auspicato dalle femministe islamiste è quello della complementarietà fra i sessi, non dell'uguaglianza fra di essi. Ciò può essere raggiunto grazie ad una realizzazione della società ovvero la costruzione di una comunità ideale che porti, di riflesso, benefici anche alla componente femminile.326 Le femministe islamiche invece auspicano l'uguaglianza fra i sessi mentre molte femministe laiche considerano il termine femminismo islamico un ossimoro, poiché considerano la religione come qualcosa da praticare privatamente, secondo coscienza. Il femminismo secondo molte femministe laiche è incompatibile con la religione, deve sfociare nel rifiuto di subordinare la propria esistenza ai dettami maschili e a qualsiasi tipo di istituzione. Secondo alcuni studiosi una vera femminista non può credere allo stesso tempo nella nozione islamica poiché l'uguaglianza di genere è estranea agli insegnamenti coranici.327

Mentre per molte femministe laiche i Codici della famiglia devono rifarsi alle Convenzioni

322

R. Salih, “Musulmane”, pag. 101

323 R. Pepicelli, “Femminismo”, pagg. 116-117 324

A. Vanzan , “Le donne”, pag. 2

325

R. Salih, “Musulmane”, pag. 112

326

R. Salih, “Musulmane”, pag. 113

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internazionali, per le femministe islamiche e islamiste questi Codici ritrovano la loro legittimità e senso di giustizia solo quando si rifanno ai precetti insiti nella legge islamica.

Per molte femministe musulmane, inoltre, le caratteristiche dei precetti islamici sono tre: le leggi islamiche devono essere contestualizzabili e modificabili a seconda dell’epoca storica, devono portare benessere alle persone e promuovere l'interesse pubblico, secondo il concetto islamico per il quale è la comunità a beneficiare maggiormente delle leggi più che il singolo individuo.328

Per le militanti integraliste, il femminismo è qualcosa di occidentale, mentre le donne musulmane devono seguire altre vie per raggiungere l’emancipazione.329 Il punto di contatto fra le islamiste e le femministe islamiche può essere individuato nella convinzione che l’islam sia lo strumento sine qua

non per raggiungere i propri scopi. Questi movimenti mirano al miglioramento della condizione

femminile all’interno della religione islamica. “Si tratta dell’assioma secondo il quale nel Corano ci

sono tutti i presupposti per realizzare l’uguaglianza di genere.”330

Rispetto alle femministe islamiche, le islamiste hanno a cuore la formazione di società rette da principi islamici basati sulla famiglia, il luogo dove i diritti della donna vengono valorizzati e affermati. All’interno della sfera privata quindi della famiglia le islamiste non chiedono

l’uguaglianza, che invece chiedono nella sfera pubblica. Le femministe islamiche invece rivendicano un’uguaglianza e parità di genere in entrambi i campi della vita.331 Le islamiste preferiscono porre l’accento sull’islam, non sul genere. Esse prediligono l’equità all’uguaglianza, per questo sono fortemente critiche riguardo alle interpretazioni femministe dei testi sacri e della tradizione. A causa della diversità biologica donne e uomini devono avere diritti equivalenti ma non uguali. Per le islamiste, ad esempio, l’imam non può essere una donna, e la poligamia non deve essere abolita.332

In Marocco le islamiste sono contrarie alla riforma della Mudawwana, riforma di cui parliamo nei prossimi capitoli, poiché è legata alla richiesta di abolire la poligamia. Dal punto di vista delle islamiste la poligamia è un diritto degli uomini voluto da Dio. Oltretutto, essendo oggi un

fenomeno piuttosto ridotto, è possibile aggirarlo facilmente inserendo una clausola nel contratto di matrimonio che vieti al marito di prendere un’altra moglie. E ancora, mentre le femministe

328 R. Salih, “Femminismo e islamismo” in www.juragentium.org 329

L. Ahmed, “Oltre il velo”, pagg. 272, 281-282

330

A. Vanzan “Le donne”, pag. 13

331

R. Pepicelli, “Femminismo”, pagg. 100-101

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musulmane non sono più cosi sicure e compatte nel condannare l’omosessualità, i gruppi islamisti la condannano come contro natura.

Diverse posizioni anche riguardo al velo. Mentre le femministe islamiche lo considerano non obbligatorio, le islamiste lo portano considerandolo un dovere. Le islamiste indossano il velo come segno di identità culturale; esso non incarna più il simbolo di ignoranza e reclusione che, nel passato, significa per le loro madri ma esprime invece sottomissione a Dio, non agli uomini. Per loro il Corano prescrive di coprire solamente i capelli, non il viso.333

La riappropriazione di simboli religiosi non coinvolge solo le islamiste militanti. Molte donne vicine a questi movimenti ma non affiliate si appropriano di veli, vestiti lunghi, libri sacri e ritornano a frequentare la moschea. Scopo di queste donne è diventare delle musulmane pie e osservanti; esse fanno attività di beneficienza e di volontariato e condividono le opinioni e i discorsi delle militanti avvicinandole ai loro valori.

Nel Maghreb, come nel resto del mondo islamico, le attiviste dei movimenti islamisti cominciano a rivestire ruoli di potere in tv, nelle università e nelle aziende, oltre che nei partiti politici.

Tra questi movimenti è importante distinguere gli islamisti radicali da quelli moderati ma, in

generale, gli islamisti non osano opporsi apertamente al lavoro femminile in toto. Essi però vedono il ruolo principale delle donne all’interno della famiglia, come educatrici dei figli. Per questo

concordano nel riconoscere il diritto all’educazione delle donne, educazione che devono poi trasmettere ai figli.334

Cercare rifugio nell’islam, lottare per uno stesso ideale universale, sfuggire alla modernità e alla frattura che questa può generare, la necessità di credere e di far parte di un gruppo porta le islamiste a ritrovarsi coalizzate in uno stesso fronte ideologico che non necessariamente significa chiusura mentale o rifiuto delle libertà.335 Le islamiste sostengono che l’islam garantisce tutti i diritti mentre le occidentali li conquistano solo di recente. Enfatizzando l’equità piuttosto che l’uguaglianza, le islamiste cercano la complementarietà dei ruoli dei due generi, tenendo sempre conto della predisposizione delle donne alla sfera pubblica. Ciò non significa che la loro presenza in politica le ponga in una posizione inferiore rispetto agli uomini che ricoprono le stesse cariche. Esse si pongono al loro stesso livello. Tutto ciò significa un grande passo avanti per le donne e

333

R. Pepicelli, “Femminismo”, pag. 102

334

R. Pepicelli, “Femminismo”, pag. 103

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soprattutto una maggiore visibilità.

In Marocco le islamiste reagiscono contro le rivendicazioni delle femministe locali. Per quanto riguarda la campagna femminista per la riforma della Mudawwana, le islamiste assumono una loro posizione pubblica. L’organizzazione di una contro-campagna permette loro di porsi come

un’alternativa all’opinione femminista e evidenzia come esista una componente femminile pronta a far conoscere la propria idea di donna musulmana in una cornice islamista.336

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