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Danni di guerra al patrimonio artistico fiorentino: il reportage di Ciprian

3.3. Il Gabinetto Fotografico in pericolo

3.3.1. Le difficoltà durante e dopo la guerra

Se per quanto riguarda gli archivi di Stato si ha una completa documentazione di ciò che accade297 nel corso della seconda guerra mondiale, non si può dire altrettanto per gli archivi fotografici. Il caso italiano maggiormente documentato è quello riguardante i fondi della Fototeca della Bibliotheca Hertziana (Istituto Max Planck per la storia dell’arte) di Roma. Nel gennaio del 1944 questi fondi vennero trasferiti all’interno della

293 Tuttavia, il primo rapporto sullo stato del patrimonio archivistico e librario non evidenziò particolari danni alla Nazionale, il cui patrimonio risultava intatto.

294

«Minuta della Ordinanza tedesca relativa alla protezione degli Archivi», in Commissione alleata, Sottocommissione per i Monumenti, Belle Arti e Archivi (a cura di), Rapporto finale sugli archivi, p. 47. 295 Ivi, p. 48.

296

Ibidem.

297 E. Gencarelli, Gli archivi italiani durante la seconda guerra mondiale, Quaderni della rassegna degli Archivi di Stato, Spoleto, S.p.A. Arti Grafiche Panetto & Petrelli, 1979, 50.

miniera di sale Wolf Dietrich Stollen (Hallein, Austria) e con essi, naturalmente, anche le fotografie298, il cui «[...] stato di conservazione fu regolarmente monitorato in loco e, apparentemente, non venne riscontrata alcuna problematica particolarmente allarmante»299. I fondi dell’Istituto rientrarono a Roma solamente 4 anni dopo, ma senza un’effettiva inventariazione delle fotografie non fu possibile il completo controllo e conteggio del materiale recuperato300.

È stata condotta una ricerca, per anno, all’interno delle Filze dell’Archivio Storico delle Gallerie Fiorentine, prendendo in considerazione il periodo 1940-1946301. Si sono qui cercate le notizie riguardanti il Gabinetto Fotografico durante il periodo della guerra, relative, in particolare, all’eventuale trasporto di lastre di negativi, positivi o altra strumentazione fotografica in depositi di sicurezza per la protezione antiaerea.

La ricerca è stata svolta nei fascicoli ‘Affari Generali’, ‘Gabinetto Fotografico’302, ‘Periodo Bellico’ e ‘Periodo Post-Bellico’.

Non è stato qui rintracciato, purtroppo, alcun documento di questo tipo. Più in generale l’attività del Gabinetto sembra essere frenata dalle circostanze della guerra: ciò è dimostrabile dalla lacunosità, se non la totale assenza, dei documenti relativi al Gabinetto Fotografico durante gli anni della seconda guerra mondiale. Riguardo alla sua attività in questo periodo, oltre a sporadiche richieste di riproduzioni fotografiche per alcune mostre o rendiconti generali delle spese sostenute, emergono alcune informazioni interessanti per cercare di comprendere le difficoltà affrontate negli anni della guerra. Si riportano, di seguito, alcuni estratti dei documenti più rilevanti.

Da una lettera inviata dal Soprintendente Vittorio Invernizi al Soprintendente Poggi, del 1942, si coglie che, al momento della soppressione della Soprintendenza ai Monumenti e Gallerie per le Province di Pisa, Apuania, Livorno e Lucca, avvenuta con Regio Decreto il 31 dicembre 1923, «[...] vennero inviate a Firenze tutte le negative esistenti nell’Archivio Fotografico», confluite, dunque, nell’Archivio del Gabinetto della Soprintendenza fiorentina. Ricomposta la Soprintendenza di Pisa nell’anno 1939,

298 Del totale delle casse trasferite, ben 1481 contenenti fotografie.

299 B. Fabjan (a cura di), Immagini e memoria. Gli archivi fotografici di Istituzioni culturali della città di Roma, atti del convegno (Roma, Palazzo Barberini, 3-4 dicembre 2012), Roma, Gangemi Editore spa, 2012, p. 174.

300 Ibidem: «All’epoca [...] fu solo possibile constatare che un non meglio precisato numero di fotografie era stato danneggiato o distrutto dall’umidità. Una cassa di negativi risultava dispersa».

301

I documenti, trascritti e pubblicati in Tamassia (2014a), contengono notizie solo fino al 1940.

302 Nella Filza 404, anno 1940, il fascicolo ‘Gabinetto Fotografico’ non è presente. Nella Filza 410, anno 1946, invece, il fascicolo riguardante il Gabinetto è chiamato ‘Ufficio Fotografico’.

Invernizi, lamentando l’impossibilità di affrontare le richieste di fotografie da parte degli studiosi, ne sollecitò la tempestiva restituzione, perché «[...] la Soprintendenza deve avere una sua vita propria e autonoma»303.

Nel 1943, la Ditta Bigagli e Brandini di Firenze inviò un atto di richiesta rivolto alla Soprintendenza di Poggi per denunciare le difficoltà di approvvigionamento del vetro greggio per la fabbricazione delle lastre fotografiche. Si richiese, dunque, una raccolta di tutti i negativi non più utilizzati, allo scopo di essere recuperati per una nuova emulsionatura. La risposta di Poggi dell’8 maggio 1943 fu la seguente: «[...] il Gabinetto Fotografico [...] non è in grado di aderire all’invito rivoltogli, perché le negative eseguite vengono gelosamente custodite e costituiscono veri e propri documenti per le opere d’arte che non è possibile privarsene [...]»304.

Il 5 febbraio 1945, Poggi firmava, intestandolo al Comando del Governo Militare Alleato della V Armata, un documento in cui denunciava la mancanza di luce elettrica nelle stanze del Gabinetto: guasto che rendeva impossibile «[...] eseguire le fotografie indispensabili per la documentazione dei danni di guerra alle opere d’arte»305.

Un’altra lettera ancora, inviata da Poggi al Comando Alleato il 6 marzo 1945, ha come oggetto la «denunzia di macchine fotografiche» ed è la risposta alla richiesta di fornire un elenco del materiale di proprietà del Gabinetto:

Poiché il laboratorio possiede un forte numero di apparecchi, obbiettivi, accessori, negative (circa 70.000) e relativo schedario che sarebbe un lavoro non indifferente elencare, chiede di essere dispensato dal trasmetter detto elenco, ritenendo sufficienti gli inventari regolari esistenti di tutto il materiale, ostensibili a qualunque controllo306.

303 Filza 406, anno 1942, posizione n. 11, n. 1, ‘Gabinetto Fotografico Fatture, attrezzature e campagne fotografiche’.

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Filza 407, anno 1943, posizione n. 9, n. 4, ‘Gabinetto Fotografico Fatture per materiale ed esecuzione campagne fotografiche’.

305 Filza 409, anno 1945, posizione n. 12, n.18, ‘Periodo post-bellico. Rendiconto attività Gabinetto Fotografico’.

306 Filza 409, anno 1945, posizione n. 12, n.18, ’Periodo post-bellico. Rendiconto attività Gabinetto Fotografico’.

Il 18 giugno 1946, il Ministero dell’Educazione Nazionale, Direzione Generale delle Arti, inviò alla Soprintendenza alle Gallerie un ordine di accreditamento per «l’esecuzione di fotografie dei monumenti danneggiati dalla guerra»307.

Del 23 luglio 1946, infine, è una lettera in cui Poggi ringraziava la direzione della Rivista «LIFE» di New York per gli omaggi ricevuti da parte della signora Offner e del signor Bourges: «[...] un esposimetro Weston Master II, una Interval Timer e un Time- o-lite Master per stampa, per avere ospitato nel laboratorio fotografico di questo Ufficio il Sig. Bourges durante il periodo di lavoro in Firenze per conto della Vostra Rivista»308. Sulla base dell’analisi di questi documenti, non è possibile determinare che il materiale del Gabinetto fosse stato trasferito presso un’altra sede per le misure precauzionali dettate dalla guerra. Sembrerebbe, anzi, che l’attività del Fotografico, sebbene meno produttiva rispetto agli anni precedenti, si svolgesse regolarmente nei locali della Vecchia Posta.