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La diffusione di Internet in Cina: cenni storici e conseguenze linguistiche

CAPITOLO 2 L’EVOLUZIONE DEL LESSICO CINESE A PARTIRE DAL 1990

2. I neologismi comparsi dal 1990 in poi

2.2 L’era tecnologica

2.2.1 La diffusione di Internet in Cina: cenni storici e conseguenze linguistiche

Per ripercorrere la storia di Internet in Cina bisogna partire dal 1987, anno in cui venne fondata la prima rete di comunicazione via computer, ossia la China Academic Network (CANET), il cui ruolo era quello di supportare le attività di ricerca scientifica e accademica. Attraverso questa rete, il 20 settembre, il professore Qian Tianbai (钱天白), scrisse la prima e-mail spedita dalla Cina con oggetto: “越过长城,走向世界” Yuèguò chángchéng, zǒuxiàng shìjiè “Crossing the Great Wall to join the world” (Tsui 2001:20). Nonostante ciò, il primo passo ufficiale non venne compiuto prima della metà degli anni Novanta quando venne introdotto un quadro normativo sia in Cina continentale sia a livello

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internazionale. Internet venne ufficialmente introdotto in Cina a partire dal 20 aprile 1994 quando la Sprint Corporation instaurò un collegamento totalmente funzionante con il Paese (Negro 2017).

A partire dal 1995 si ha un punto di svolta, venne infatti revocato il divieto di accesso alla rete imposto dal governo degli Stati Uniti d’America ai paesi socialisti (Cernet5 2001) e il Ministero delle

Poste e Telecomunicazioni insieme alla compagnia telefonica China Telecom istituirono il primo network, ChinaNet (中国网络 Zhōngguó wǎngluò) (Tsui 2001). Negli anni a seguire vennero stabilite le prime connessioni tra la Cina e i vari paesi del mondo. Dal 1997, Internet in Cina divenne accessibile al consumatore urbano medio e, da allora, la sua espansione fu inarrestabile. Secondo Negro (2017) un altro step fondamentale nella storia di Internet in Cina fu il 1998 quando venne deciso di unificare tutte le istituzioni di regolamentazione dell’informazione e delle telecomunicazioni nel Ministero dell’Industria dell’Informazione (MII); prima che ciò avvenisse tutte le decisioni finali prese in merito alle regolamentazioni di Internet erano prese dal Comitato direttivo.

Altro anno di svolta per lo sviluppo e la promozione di Internet in Cina fu il 2000, anno in cui il presidente Jiang Zemin (江泽民), durante la cerimonia di apertura del World Computer Congress, affermò che: “none of the four modernizations would be possible without informatization” (Tsui 2001:15). La tabella 2, tratta da Smyk-Bhattacharjee (2009:79) rappresenta i 15 Paesi primi in classifica per l’utilizzo di Internet nel 2006: già all’epoca gli utenti di Internet avevano superato il miliardo a livello internazionale e la Cina si collocava al secondo posto:

Tabella 2. I primi 15 Paesi per utilizzo di Internet (Computer Industry Almanac, 2007)

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Zhongguo jiaoyu he keyan jisuan 中 国 教 育 和 科 研 计 算 ‘China Education and Research Network (CERNET)’: http://www.edu.cn/

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Oggi, con i suoi 564 milioni di utenti (CNNIC 20166, cit. in Cultrera 2016), la Cina è il primo paese al mondo per numero di collegati in rete.

I netizen utilizzano Internet per svolgere moltissime attività quali, ascoltare musica, scaricare, chattare, guardare film, reperire informazioni, leggere notizie, giocare online ed altro:

“this electronic revolution manifests itself in the means by which we shop, pay taxes, bank, operate business, interact with government and each other, entertain ourselves, store, retrieve and publish information, teach and learn” (Beard 1997, cit. in Smyk-Bhattacharjee 2009).

Internet ha portato con sé una rivoluzione senza precedenti. È così presente nella vita del popolo cinese che il saluto 上网了没有? Shàng wăng le méi yŏu (lett. ‘Hai navigato in rete?’) è diventato estremamente comune (viene usato soprattutto tra gli abitanti delle città quando si incontrano per strada; Lü 2002), sostituendo gradualmente il tradizionale 吃饭了吗? Chī fàn le ma? (lett. ‘Hai mangiato?’), usato quando il pasto era la cosa essenziale.

Con lo sviluppo della tecnologia e di Internet, che hanno portato a netti miglioramenti nella crescita economica, nella velocità di comunicazione e nello scambio di informazioni, in Cina si è assistito ad una trasformazione della società; trasformazione che si riflette anche nella lingua, che si evolve e cerca di adattarsi. Oggi, la realtà virtuale non sarebbe il risultato del contatto tra macchine, ma l’esito dell’interazione tra persone che si servono di macchine (Pistolesi 2004:12; Paccagnella 2000:21).

Osservando alcuni dati statistici, appare chiaro che gli utenti di Internet sono soprattutto giovani che vivono nelle zone urbane; secondo il rapporto pubblicato nel gennaio del 2016 a seguito del congresso del CNNIC, ben il 75,1% degli utenti in Cina è composto da giovani di età compresa tra i 10 e i 39 anni (Cultrera 2016). Shi (1998, cit. in Bulfoni 2009) definisce quella attuale come “the young’s people era”: i giovani comunicano tra di loro senza nemmeno conoscersi e utilizzano una lingua che è molto simile a quella colloquiale di uso quotidiano (si veda anche Shi 2004:299). Questa lingua genera nuove parole ed espressioni ed è chiamata in cinese 青年流行语 qīngnián liúxíngyŭ ‘lingua in voga dei giovani’, che appartiene alla 另 类 文 化 lìnglèi wénhuà ‘cultura diversa’. Wardhaugh (1998:202) ha affermato che “the young are usually in the vanguard of most [language] changes”. Bulfoni (2010) afferma che la generazione degli anni ‘80 ha visto nella comunicazione online una possibilità di espressione personale, nuova e ribelle. Secondo quanto riportato dalla State Language Commission, in Cina “Netizens have become the biggest grassroots group of language

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Zhongguo hulian wangluo xinxi zhongxin 中国互联网络信息中心 ‘China Internet Network Information Center (CNNIC)’: www.cnnic.cn/en/index/index.htm

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creators of popular new Chinese words”7. Internet, dunque, rappresenta un terreno fertile per la formazione di neologismi.

In ambito linguistico, uno dei maggiori fenomeni che ha caratterizzato il XX secolo, in particolare gli anni Novanta è quello che Crystal (2005, cit. in Bulfoni 2010) definisce come la “rivoluzione delle lingue”. Secondo l’autore, gli anni Novanta sono stati caratterizzati da una lenta e graduale imposizione della lingua inglese come lingua mondiale, questo perché è la lingua che ha dato voce al web nato nel 1991 e, di conseguenza, la sua diffusione e l’attuale maggiore accessibilità per gli utenti hanno avuto ripercussioni linguistiche in tutti i Paesi, anche in Cina. Torneremo in seguito a parlare dell’influenza dell’inglese sulla lingua cinese del web (cfr. par. 2.2.3).

Prendendo in analisi il 中国网络语言词典 Zhōngguó wǎngluò yǔyán cídiǎn (Dizionario della lingua cinese di Internet), compilato da Yu Genyuan, possiamo riscontrare che dei 1100 nuovi vocaboli presenti, 224, ossia il 18%, sono neologismi derivati dalla lingua inglese (acronimi, prestiti e abbreviazioni)8. Basandoci sulle statistiche di Qi (2002), la maggior parte dei termini inglesi che

compaiono nella lingua cinese del web sono termini specialistici.

Con l’inizio dell’era dell’informatica e delle telecomunicazioni i caratteri cinesi sembravano decisamente esclusi da ogni possibilità di utilizzo, ma con soluzioni di tipo hardware prima e con implementazioni di software poi, questo ostacolo venne superato (Lu 2014). Le regole per la formazione dei neologismi e la resa dei termini della tecnologia e della scienza, codificati nei database del CNCTST (China National Committee for Terms in Science and Technology), permettono alla Cina di entrare a pieno titolo nella comunicazione terminologica della scienza e dell’industria internazionale (Lu 2014). La nascita del consorzio Unicode nel 1991 e, nell’anno successivo, la definizione dell’Unihan - il set di caratteri detto CJK che comprende i caratteri cinesi (Hànzi), giapponesi (kanji) e coreani (hanjia) - aprono un periodo d’oro per l’era dell’informatica e della scienza cinesi (Lu 2014).

Le conseguenze dell’uso del personal computer e della venuta di Internet sulla lingua cinese sono impressionanti da questo momento in poi. Le difficoltà nella gestione della scrittura che apparivano insormontabili svaniscono. Da questo momento in poi, enti pubblici, privati ed università iniziano a pubblicare su Internet dizionari e testi digitalizzati (Lu 2014). Se da una parte, però, la possibilità di scrivere in caratteri cinesi utilizzando la tastiera del proprio PC o cellulare è stato un grande passo in avanti, questo ha anche portato ad un uso sempre più massiccio del pinyin input method (metodo che permette di immettere i caratteri digitando il pinyin) e ad una riduzione della scrittura a mano (Arcodia e Basciano 2016).

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“Netizen have their fingers on new language”. China Daily, 13 maggio 2011, disponibile su: http://www.china.org.cn/china/2011-05/13/content_22557143.htm (cit. in Cultrera 2016).

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