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2. SMART MOBILITY: VERSO UNA MOBILITÀ SOSTENIBILE

2.3. Le dimensioni della smart mobility

Come è stato descritto nel paragrafo 1.4, per concretizzare le definizioni di smart city, sono stati individuati dei metodi in grado di valutare la smartness della propria città, necessari per i city manager e policy maker che vogliono concentrare le risorse che hanno a disposizione e che vogliono dare un riscontro concreto ai cittadini e agli investitori (Albino et al., 2015: 11). Sono stati perciò creati alcuni indicatori che individuano i fattori più importanti da incrementare per creare una smart city d’eccellenza. Uno di questi indicatori può essere riscontrato nella smart mobility. In questo paragrafo si analizzeranno alcuni tra i metodi più utilizzati per identificare i frame della smart mobility.

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La smart mobility è uno dei sei pilastri che identificano l’intera teoria di smart city di Giffinger (2007): egli, all’interno dell’università di Vienna, ha portato avanti uno studio che ancora oggi rappresenta un modello per analizzare e confrontare le città europee di media dimensione (dai 100.000 ai 500.000 abitanti); nel 2015, ha pubblicato uno studio in cui analizza le città di grandi dimensioni, con una popolazione tra i 300.000 e il milione di abitanti28. Per quanto riguarda la dimensione della mobilità, rileva quattro

fattori che possono rendere la mobilità di una città intelligente e sostenibile; all’interno dei quattro fattori, individua nove indicatori che devono essere analizzati e migliorati a livello locale, regionale o nazionale (Tabella 5). Secondo lo studio svolto, l’accessibilità locale ed internazionale sono aspetti importanti tanto quanto la disponibilità di tecnologie di informazione e comunicazione e di sistemi di trasporto moderni e sostenibili (Giffinger, 2007: 12).

Tabella 5. Fattori ed indicatori della smart mobility secondo Giffinger (2007)

Fonte: Giffinger et al. (2007), Smart cities – Ranking of European medium-sized cities

Nell’edizione 3.0 del progetto, pubblicata nel 2014, il ranking effettuato dai ricercatori seleziona le 77 città in base ai criteri stabiliti in precedenza, analizzando singolarmente le varie dimensioni. Per quanto riguarda la mobilità (Tabella 6), è possibile vedere come essa sia messa in primo piano da molte città del nord Europa, anche se le altre dimensioni vengono sviluppate in forma minore rispetto a quest’ultima. Curioso notare come, su 10 città top ten sul piano della mobilità, solo 4 si trovano tra le migliori dieci nella classifica generale; le altre sei città si trovano in altri punti della classifica, in modo eterogeneo. Per quanto riguarda la posizione delle città italiane, la prima a comparire nella classifica è Venezia al 32° posto; seguono Verona, situata al 45° posto, Padova al

28 La ricerca, arrivata alla sua quarta edizione, il ranking delle città e il relativo benchmarking si possono

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60° posto, Trento, che si trova alla 62° posizione, Trieste, situata al 66° posto, Ancona al 67° posto; infine troviamo Perugia alla 68° posizione. La classifica fatta dall’Università della tecnologia di Vienna è molto chiara: analizzando i fattori che migliorano la mobilità urbana (accessibilità locale, accessibilità inter- e nazionale, disponibilità delle infrastrutture ICT e sistema di trasporto sostenibile, innovativo e sicuro), la maggior parte delle città italiane si trovano nella seconda metà della classifica, sottolineando il fatto che non siano ancora in grado di rispondere alle esigenze che cittadini e visitatori hanno rispetto ad una mobilità sostenibile, sicura e di qualità.

Tabella 6. Ranking delle città europee di medie dimensioni. Mobilità: le migliori 10 città e le città

italiane nella classifica

Fonte: elaborazione personale ripresa dalla tabella alla pagina www.smart-cities.eu29

IBM (2009) individua, come abbiamo visto nel paragrafo 2.2, un modello in cui l’amministrazione, l’ottimizzazione della rete di trasporto e i servizi di trasporto integrati lavorano insieme per raggiungere il livello più alto di ottimizzazione della mobilità (Tabella 7). Anche se non definisce i parametri per valutare l’effettivo miglioramento della mobilità urbana, identifica un profilo-tipo che una città che mira a migliorare la propria mobilità urbana dovrebbe seguire. Rispetto alla città-tipo, che viene individuata essenzialmente tra il livello 1 (Mono-modale) e il livello 2 (Modalità coordinate) del

29 European smart cities 3.0 (2014), Ranking. http://www.smart-cities.eu/?cid=3&sort=4. Ultima

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modello, il livello che viene raggiunto dalle best practice che si trova tra il livello 3 (Integrazione parziale) e 4 (Integrazione multi-modale) dell’intera scala.

Tabella 7. Progresso di trasporto di una città tipica contro il trend globale di progresso

Fonte: IBM (2009a), Intelligent transport. How cities can improve mobility

Anche la ricerca italiana ha voluto analizzare ed individuare i criteri per poter valutare la mobilità urbana, indicando dei parametri che possono essere utilizzati per la classificazione delle città italiane. Il Rapporto Smart City Index 2016, condotto da EY ed esposto al paragrafo 1.4, analizza i Comuni capoluoghi di provincia per capire il loro livello di smartness. Mentre nel modello di Giffinger la mobilità rappresenta un pilastro separato dagli altri ma che allo stesso tempo è un elemento fondamentale per la buona riuscita di una visione della città intelligente, questo studio individua quattro diversi strati su cui una città che aspira ad essere smart si articola. La mobilità, quindi, si trova in tre strati su quattro: infrastruttura e reti, sensoristica e applicazioni e servizi (Figura 13).

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Figura 13. Gli indicatori di mobilità all’interno dello Smart City Index 2016

Fonte: Ernst & Young (2016), Italia Smart: Rapporto Smart City Index 2016.

Questa suddivisione ha degli effetti sia negativi che positivi: da un lato, la ripartizione dei vari indicatori può creare un senso di confusione, in quanto non è possibile individuare in una stessa posizione i miglioramenti fatti dalla smart mobility nelle città analizzate; dall’altra parte, con questa suddivisione è possibile compiere un’analisi trasversale sui progetti sviluppati dalle città, a livello di infrastrutture, di sensoristica, di piattaforme digitali e di applicazioni e servizi. Infine, gli indicatori non hanno valore se non si considerano il benessere della città e gli smart citizens che, assieme alla visione strategica, riescono a valorizzare i progetti individuati in ogni ambito.

2.4. Criteri di valutazione della smart mobility a livello europeo e strumenti