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Diritti umani all'uranio impoverito

1.Iraq delendum est

1.2 Diritti umani all'uranio impoverito

Tra i fini e i principi elencati nel preambolo dello Statuto delle Nazioni Unite vi è la volontà di «riaffermare la fede nei diritti umani fondamentali, nella dignità e nel valore della persona umana»425. In nome di questi valori l'Organizzazione delle Nazioni Unite e

le sue agenzie426 nascosero deliberatamente i rapporti in loro possesso sull'utilizzo da

parte degli Alleati di armi all'uranio impoverito in Iraq. La quantità di questa sostanza altamente tossica sparsa dalle forze armate statunitensi durante la Guerra del Golfo ammonta ad un totale di circa 290 tonnellate, secondo un rapporto dello stesso Segretario alla Difesa degli Stati Uniti427. Ovviamente nelle dichiarazioni pubbliche dei

422Ibid.

423Consultabile all'indirizzo <http://daccess-dds- ny.un.org/doc/RESOLUTION/GEN/NR0/596/22/IMG/NR059622.pdf?OpenElement> (febbraio 2016).

424Benjamin, Jean-Marie, op. cit., p. 32.

425Preambolo dello Statuto delle Nazioni Unite, op. cit.

426OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità; PNUD, Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo; PNUE, Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente.

politici statunitensi se ne smentì sempre l'utilizzo; nessuno si impegnò ad informare adeguatamente il Governo iracheno affinché prendesse le misure necessarie per difendere la propria popolazione dai gravi rischi derivanti dalla contaminazione, nemmeno quell'organismo di tutela internazionale che dovrebbero essere le Nazioni Unite. L'Onu ebbe piuttosto un ruolo attivo nell'insabbiare la faccenda: il dottor Layth Al-Kassab, ingegnere dell'ambiente membro del Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (Pnue/Unep), confessa un episodio assai singolare per un'istituzione che si vuole devota alla comunità internazionale, alle nazioni e ai popoli da cui questa è costituita. Nell'agosto 1991 Layth Al-Kassab prese parte alla delegazione del Pnue che all'indomani della guerra del Golfo doveva assicurare una valutazione rapida dello scontro bellico sull'ambiente. Egli redasse la prima parte del rapporto, dedicata all'Iraq, nel settembre 1991, ma questa parte non venne mai pubblicata, a differenza della seconda e della terza concernenti rispettivamente Kuwait e Arabia Saudita. Secondo la dichiarazione del dottor Al-Kassab la pubblicazione del rapporto è stata deliberatamente bloccata dalle stesse Nazioni Unite428, un atto criminale del quale l'Onu non fu mai

chiamato a rispondere.

Nonostante le affermazioni della classe politica occidentale, in particolare statunitense, orientata dapprima a negare l'utilizzo stesso dell'uranio impoverito durante le “operazioni” in Iraq, e poi l'effettiva contaminazione e pericolosità di questo, numerosi scienziati appartenenti ad istituti privati occidentali, al ministero della Sanità iracheno nonché altri esperti, hanno scientificamente dimostrato che l'aumento di leucemie, linfomi ed altre patologie denunciato dalle autorità irachene è causato dalla contaminazione radioattiva429. Ogni volta, però, che il ministero della Sanità iracheno ha

pubblicato i risultati delle inchieste sulle patologie dovute a questa contaminazione, in Occidente si è risposto denunciando la “propaganda del regime”. Peraltro l'alta tossicità dell'uranio venne confermata persino da un rapporto dell'US House of Representatives

novembre 1997, citato in Benjamin, Jean-Marie, op. cit., pp. 39-40. 428Benjamin, Jean-Marie, op. cit., p. 45.

429Cfr: Al-Azzawi, Souad N., «Depleted Uranium Radioactive Contamination In Iraq: An Overview»,

Global Research, 31 agosto 2006, disponibile all'indirizzo <http://users.physics.harvard.edu/~wilson/soundscience/Al-Azzawi.pdf> (febbraio 2016).

Committee on Armed Services430.

L'ipocrisia del Pentagono nel negare veridicità alle accuse di contaminazione in Iraq si rivela in tutta la sua sfacciataggine di fronte ai contenuti di un video della US Army distribuito dallo Stato Maggiore dell'Esercito per il training dei militari, in cui questi vengono informati dei rischi derivanti dal contatto e dall'inalazione del “depleted uranium”. L'esplosione di un proiettile all'uranio impoverito, si spiega, provoca l'incendio dell'uranio dal quale si liberano milioni di particelle radioattive nell'ambiente circostante che se respirate si fissano nei polmoni, provocando, a medio e lungo termine, gravi patologie quali cancro, leucemie e deficienze immunitarie. Si annunciano tutta una serie di iniziative che i soldati devono prendere per evitare la contaminazione, mentre nemmeno un minuto viene dedicato ai rischi per le popolazioni locali costrette a convivere con mezzo milione di proiettili e materiali radioattivi lasciati sul terreno431. La

mancanza di informazioni al governo iracheno costituisce un crimine infame, tanto più in quanto manifestatosi nel silenzio delle stesse Nazioni Unite la cui credibilità si sbriciola di fronte agli occhi di quanti sono disposti a uscire dal torpore imposto dalla cultura liberal-democratica.

Si dovette aspettare il luglio 2001 perché l'Organizzazione Mondiale della Sanità inviasse una prima delegazione in Iraq nella prospettiva di aprire un'inchiesta sull'uranio impoverito, in collaborazione con gli esperti iracheni. Il ritardo venne giustificato con la “mancanza di fondi”, un alibi perfetto, se non fosse che da dieci anni l'Iraq si impegnava a pagare le spese dei funzionari Onu all'opera sul suo territorio, e il materiale tecnico da loro utilizzato, per un totale che solamente per l'anno 1999 ammonta ad oltre un miliardo di dollari432.

Nelle aree del sud dell'Iraq in cui vennero utilizzati proiettili all'uranio impoverito sono emersi in grande quantità seri problemi di salute, tra i soldati che quelle zone hanno operato come tra i civili che qui vivevano. Il colonnello professor Asaf Durakovic venne incaricato dallo stato maggiore dell'esercito di studiare diversi casi di

430Benjamin, Jean-Marie, op. cit., pp. 40-44. 431Ivi, p. 49.

patologie manifestatesi tra i reduci americani della guerra del Golfo. Egli fu uno dei primi a scoprire una relazione tra la contaminazione radioattiva e le patologie accusate dai militari statunitensi, ma non appena giunse a questa conclusione venne cortesemente messo da parte dall'amministrazione Clinton433. Un'arma “rivoluzionaria tanto quanto la

mitragliatrice”434 che devasta tutto quello che colpisce: ciò che rende il depleted

uranium così efficace sul campo di battaglia è anche ciò che lo rende estremamente pericoloso – è combustibile al contatto. Non soltanto, dunque, le persone possono esserne ferite dai frammenti radioattivi, ma anche respirarne i fumi, ingerirne la polvere. Non è allora difficile comprendere l'incredibile aumento delle leucemie e dei tumori nel sud dell'Iraq, che ammonta al 66%. Altrettanto importante è l'aumento dei bambini nati con gravi malformazioni, con l'orribile dato di famiglie in cui si arriva addirittura a 3 bambini nati con malformazioni congenite435. Il tragico rapporto della giornalista

irlandese Maggie O'Kane436 ci fa sprofondare in questa inumana realtà, resa possibile

dall'imperdonabile silenzio delle United Nations, che ci appaiono sempre più chiaramente come quell'organismo di tutela degli interessi economici e strategici delle superpotenze piuttosto che la sede neutrale della comunità internazionale. Possiamo toccare con mano l'indicibile sforzo dell'Onu per “riaffermare la fede nella dignità della persona” quando leggiamo:

«The movement inside her body is strange: different from her three other children. As Suad Jope waits for her birth-time, she passes the hours and the spasms announcing it by sliding her back along the maternity corridor's grubby cream walls […] That afternoon, Dr Haifa Ashahine had stopped and said: "See, the spine ends here. There is no head." Dr Ashahine, a senior gynaecologist at the Saddam Hussein Children's Hospital in southern Iraq, is not shocked. If it is not a

433Ivi, p. 50. 434Ivi, p. 55.

435Dato riportato dall'organizzazione inglese promotrice della campagna contro l'uranio impoverito, membro dell'International Coalition to Ban Uranium Weapons. Cfr: <http://www.cadu.org.uk/cadu/articles/art_134.html> (febbraio 2016).

436O'Kane, Maggie, «Iraq's deformed children, victims of war», The Guardian (UK), 21 dicembre 1998,

disponibile all'indirizzo

<http://mouv4x8.perso.neuf.fr/11Sept01/A9013_a_Derformites_Uranium_Iraq_981221.pdf> (febbraio 2016).

child without a brain, then maybe it's one with a giant head, stumpy arms like those of a thalidomide victim, two fingers instead of five, a heart with missing valves, missing ears. The deformities have one thing in common: they are congenital»437

Maggie O'Kane riporta i dati dell'agenda della giovane dottoressa Zenad, operante nell'ospedale infantile “Saddam Hussein” del sud dell'Iraq: nel mese di agosto tre bambini sono nati senza testa, quattro con una testa di grandezza anomala; in settembre i bambini nati senza testa ammontano a sei, quattro sono quelli con una testa sproporzionatamente grande e due con arti deformi o altri tipi di deformità438. Dalla

guerra del Golfo è triplicato anche il numero dei bambini nati con la sindrome di Down. Nel villaggio di Abbarra a nord di Baghdad, cinque bambini di tre diverse famiglie sono nati con una strana cecità congenita. Tutti i padri di queste famiglie, oggetto di uno speciale studio della Clinica Genetica di Baghdad, presero servizio nella guerra. Non si tratta peraltro di un problema che concerne solo le zone dell'Iraq direttamente colpite dai bombardamenti: «It's in the food chain now» denuncia il Professore iracheno Al- Taha439. Dal sud dell'Iraq vengono inviati al resto del paese datteri, arance, pomodori: si

insinua il dilemma che l'embargo imposto all'Iraq non abbia avuto scopo meramente punitivo...

La tragica situazione in cui il popolo iracheno è stato insabbiato venne invano denunciata dal ministro iracheno della Sanità, Omaid Methat Mubarak: «il popolo iracheno soffre per nuove malattie o per un tasso di mortalità in forte aumento rispetto al passato. Malattie quali leucemia, linfomi, miopatie, neuropatie, malformazioni congenite, e aborti inspiegabili sono raddoppiate o triplicate negli ultimi anni, mentre Stati Uniti e Gran Bretagna impediscono qualsiasi assistenza e si oppongono alla rimozione dell'embargo»440. Già, perché oltre agli incommensurabili danni provocati dai

bombardamenti degli Alleati sulla popolazione e l'ambiente iracheno, va aggiunta la

437Ivi, p. 1. 438Ivi, p. 3. 439Ivi, p. 4.

tragedia dell'embargo, disposizione inumana perpetrata a danno degli iracheni e giustificata dalla classe politica occidentale dalla necessità punire il famelico dittatore Saddam Hussein.