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4 COMPATIBILITÀ AMBIENTALE (IMPATTO/SOSTENIBILITÀ)

5 REVERSIBILITÀ E DISMISSIONE

5.2 Dis-integrabilità

La temporaneità di un sistema edilizio si esplicita attraverso la sua dis-integrabilità, ovvero la possibilità di essere decostruito in modo che le risorse che lo compongono (materiali, componenti tecnologiche, ecc) possano continuare ad essere intese non come rifiuti bensì come risorse e come tali venire re-immesse in un ulteriore ciclo produttivo o in alternativa essere riassorbite dall’ambiente naturale compatibilmente con il loro grado di biodegradabilità.

Relativamente ad un manufatto edilizio possiamo individuare tre livelli di dis-integrabilità:

- la dis-integrabilità tecnologica, che si esprime attraverso un elevato grado di disaggregabilità degli elementi componenti il sistema edilizio;

- la dis-integrabilità fisica, che caratterizza quei materiali componenti il cui cambio di stato fisico determina il dissolvimento della costruzione;

- la dis-gregabilità organica ce si determina attraverso l’uso di materiali biologicamente decomponibili.

E’ fondamentale sottolineare la differenza che esiste tra i termini “demolizione” e “de-costruzione” in relazione ai concetti di transitorietà e reversibilità: se infatti tutti gli edifici in linea teorica in quanto demolibili sono reversibili, di contro non tutti gli edifici hanno un carattere intrinseco di transitorietà non distruttiva ma programmata, che si ottiene già in fase di progetto facendo ricorso a tecniche di connessione e separabilità dei materiali e dei componenti secondo la logica dell’assemblaggio a secco.

Con assemblaggio a secco individuiamo quel sistema costruttivo che consente l’unione di più elementi costruttivi senza giunzioni che ne rendano definitivo l’incastro, ma per semplice giustapposizione.

I concetti esposti nel punto 5.1 si esplicitano attraverso il rispetto dei requisiti di seguito elencati, a partire dalla dis- integrabilità del sistema edilizio.

Il progetto ha alla base una elevatissima dis-integrabilità tecnologica, che si fonda sull’utilizzo di un numero limitato di componenti costituiti da un numero limitatissimo di materiali, materiali plastici per gli elementi costituenti le partizioni e metallo per gli elementi di serraggio ed incastro.

Il secondo livello di dis-integrabilità può essere individuato per gli apparati tecnologici, impianti a servizio dell’unità abitativa ed impianto fotovoltaico, che risultano dis-assemblabili e riutilizzabili indipendentemente dal ciclo di vita del manufatto.

5.3 Riciclabilità

Esprime la capacità di un manufatto edilizio di utilizzare materiali sistemi e componenti facilmente riciclabili che consentano da un lato una riduzione al minimo del consumo di risorse e di energie destinate alla produzione e lavorazione e dall’altro un allungamento del ciclo di vita dei singoli componenti derivanti dal processo di decostruzione.

L’ABS utilizzato per le scocche, Acrilonitrile Butadiene Stirene, è una resina stirolica termoplastica ottenuta per polimerizzazione di gomma butadienica con acrilonitrile e stirene o copolimero acrilonitrile/stirene.

L' ABS rappresenta una delle più pregiate mescolanze tra una resina e un elastomero e deve il suo successo alle ottime proprietà tecniche che lo caratterizzano.

È infatti un materiale rigido e tenace anche a basse temperature, molto duro, resistente alle scalfitture, con elevata resistenza all’urto.

Viene principalmente impiegato per la produzione di imballaggi, componenti per l'industria automobilistica, mobili, giocattoli, vernici e gusci o coperture per casalinghi e articoli elettronici di largo consumo (televisori, telefonini ecc.).

Il materiale è facilmente riciclabile e molte grandi società produttrici di ABS e di apparecchiature elettriche ed elettroniche sono coinvolte in programmi di riciclo di questo polimero.

Sono diverse le sperimentazioni nel campo della telefonia, dove l’ABS riciclato dai telefoni viene nuovamente utilizzato per i medesimi prodotti.

La raccolta differenziata di questo materiale è resa possibile dalla specificità delle applicazioni e già oggi una buona parte dell’ABS utilizzato per computer, telefoni ed altri impieghi viene riciclato.

Si possono individuare quattro ambiti specifici nel campo del riciclaggio:

- riuso: nuovo utilizzo del prodotto per il medesimo scopo senza che vengano apportate modifiche (ad esempio i nvuoti a rendere di vetro);

- altro uso: nuovo utilizzo del prodotto senza che vengano apportate modifiche ma con un utilizzo diverso rispetto all’originario;

- riutilizzazione: riuso dei materiali usati e delle materie prime all’interno dello stesso processo produttivo (ad esempio vetro e carta riciclati);

- downcycling: impiego di materiali e materie prime usati all’interno di un nuovo processo produttivo che ne comporta un decadimento qualitativo (ad esempio telai di finestre in pvc trasformati in dissuasori stradali).

Facendo riferimento alle modalità di immissione nel ciclo industriale illustrate nel punto 4.1 possiamo ricondurre il modulo abitativo di progetto alle modalità di riciclaggio sopra individuate:

- riuso: durante la fase di dis-assemblaggio, una volta terminata la fase di emergenza, il modulo abitativo, in

alternativa alla re immissione nel ciclo produttivo in forma di materia prima, può essere ricollocato al fine di fronteggiare una nuova situazione di emergenza abitativa, previa verifica del mantenimento degli standard prestazionali, di integrità e di sicurezza;

- altro uso: qualora esistesse una domanda e si prefigurassero delle condizioni economiche in virtù delle quali fosse conveniente valutare un reimpiego del manufatto o di componenti lo stesso piuttosto che la re- immissione nel ciclo produttivo, il modulo abitativo di emergenza ed i suoi componenti possono essere suscettibili di un cambio di destinazione d’uso che ne renda possibile l’utilizzo in campo ricettivo (camping ed altre forme di ricettività turistica), della cantieristica edilizia (locali per attività di cantiere) o di qualsiasi altro ambito adattabile alle caratteristiche tecnico-funzionali del manufatto;

- riutilizzazione: oltre al riuso dei materiali come materie prime all’interno dello stesso processo produttivo, il modulo abitativo di progetto si presta anche alla riutilizzazione delle componenti tecnologiche in dotazione, come ad esempio l’impiantistica a servizio del nucleo

residenziale e l’installazione di pannelli fotovoltaici, che possono essere disaggregati e riutilizzati a servizio di altri e diversi manufatti edilizi.

- downcycling: le materie plastiche utilizzate per la produzione dei componenti il modulo abitativo di progetto possono essere reintrodotti in un ciclo industriale chiuso di riciclo, fino al limite costituito dal naturale decadimento qualitativo del prodotto finito.

Oltre tale limite, che può essere raggiunto dopo diversi cicli di lavorazione, è possibile allungare ulteriormente la vita utile del materiale plastico, operandone un declassamento produttivo per cui, ad esempio, l’ ABS utilizzato per la realizzazione della scocca rigida dei pannelli può essere destinato alla produzione di dissuasori per il traffico, dilatando nel tempo lo sfruttamento del materiale inteso come materia prima.

5.4 Riutilizzabilità

Esprime la capacità di un manufatto edilizio di utilizzare materiali sistemi e componenti facilmente riutilizzabili che consentano da un lato una riduzione al minimo del consumo di

risorse e di energie destinate alla produzione e lavorazione e dall’altro un allungamento del ciclo di vita dei singoli componenti derivanti dal processo di decostruzione.

La differenza principale tra riciclabilità e riutilizzabilità risiede nel fatto che nel caso del riutilizzo non si rendono necessari processi ed interventi che modifichino in maniera sostanziale la natura l’aspetto e le caratteristiche fisiche e tecniche di un componente, che pertanto può essere riutilizzato per le medesime o per altre funzioni, ma mantenendo le stesse prestazioni.

Come già accennato nel punto precedente, la riutilizzabilità degli elementi componenti il modulo di progetto può essere estesa a tutti gli apparati tecnologici nonché alla componentistica secondaria, come ad esempio i meccanismi di serraggio ed ancoraggio, viti, bulloni e dadi, cerniere, tutti elementi provenienti da una produzione standard e pertanto riutilizzabili per i più disparati usi comuni.