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il discorso letterario, la cui matrice generativa si configura in mots, cris,

LE SIXIÈME JOUR

III: ripresa e ricostruzione a posteriori – partendo dallo scritto Jean Amrouche

2) il discorso letterario, la cui matrice generativa si configura in mots, cris,

rythmes, in parole, dunque, sia in versi, sia in prosa54, come parte di una poten-

ziale materia espressiva primordiale («à l’origine lointaine de La Déchirure»), a cui Bauchau sempre si appella per calcificarla in generi di scrittura diversi (ro- manzo, saggio autobiografico ecc.) che si alternano, come in questo caso, nella con-presenza55. Del resto, sulla coesistenza o simultaneità di scrittura in versi e

in prosa in Bauchau, si può parlare anche in questo caso. Infatti, seppur ancora in una fase del tutto iniziale e antecedente i primi appunti e rimaneggiamenti di

54 Il discorso sull’irruzione dell’ispirazione e sull’essenza primordiale e pre-storica («ce qui

était dictée abrupte, langage absolu, ni forme…») della parola e delle sue potenzialità è tema di ri- lievo negli scritti di Bauchau. A questo proposito ci sembrano esemplari i passi che qui riportiamo: «Mes poèmes de cette époque [siamo intorno al 1948-1949] ont été précédés par plusieurs expérien- ces de l’inspiration auxquelles je me suis trouvé incapable de faire face. Je travaille à des mots, à des vers qui ne veulent pas ou qui veulent trop s’articuler en poèmes. Soudain le lent travail, la longue attente sont submergés par l’irruption de mots, de cris, de rythmes venus d’une tout autre profon- deur […]. Comme je l’ai écrit dans La Déchirure: “C’est en vain que je voudrais capter le cri d’exi- stence des voyelles. Ce qui était dictée abrupte, langage absolu, ni forme déjà plus que des sons dé- gonflés dans ma bouche. […]»; «Pendant que j’écris un poème, je découvre peu à peu ce qu’il est, ce qu’il est déjà alors que je n’en vois encore que des parties informes. Je m’efforce d’atteindre, de dévoiler cet inconnu et pourtant je sais que je n’y parviendrai pas tout à fait à cause des résistances accumulées en moi et dans la langue, qui m’empêchent de l’entendre dans son existence originelle. Je n’ai pas, je n’aurai jamais de lui une connaissance positive car le poète n’est pas le maître chez lui. Par attention à ce qui passe à travers moi, par écoute des rythmes de mon corps, par patience en- fin, je puis parvenir à une approche négative du poème. Je pressens, j’entends ce qui n’est pas lui, les mots, les rythmes qui ne sont pas les siens et par découvertes successives je puis faire apparaître une certaine image, une certaine pensée, une part de la musique du poème appelé à naître dont j’ai entendu l’appel. Je m’approche de sa circonstance, de ce qu’il est […]»; «[…] Est-ce que le poème pourrait dans les labyrinthes oubliés / trouver ou retrouver les mots de la langue perdue et les traces effacées du bonheur? / Celui qui joue, dans son obscurité, de l’instrument des mots / Qui n’a que sa voix nue dans l’orchestre innombrable des sons / Peut-il – il ne peut pas, il doit – peut-il retrouver le malheur / de l’enfant […]» cfr. H. BaucHau, La circonstance éclatante, in EE, pp. 15-32, qui pp. 21-22; cfr. ibid., pp. 147-148 e M. WattHee-delMotte – s. lagHouati – i. VanQuaetHeM, Henry Bauchau. La parole précaire, cit., p. 98.

55 Cfr. M. Mastroianni, D’une poétique paradoxale autour d’un insaisissable Protée? Henry

Bauchau, écrivain dans le monde, in aa.Vv., Habiter le monde en poète. Henry Bauchau ou le li- vre en partage, «Colloque international de l’Université Cergy-Pontoise (8-10 mars 2007)», sous la direction de M. Watthee-Delmotte et C. Mayaux, Saint-Denis, Presses Universitaires de Vincennes, 2009, pp. 325-346.

questa elaborazione, Bauchau è impegnato nella creazione e stesura di un’impor- tante lirica (L’escalier bleu56). La rilevanza di questo scritto, sia in relazione alla

sua ideazione (molte sono le versioni della composizione e molto il tempo a essa consacrato, prima della redazione definitiva), sia relativamente alla Déchirure, è evidenziata da due precise collocazioni poetiche di esso. La prima, in versi (la lirica eponima), la seconda, invece, con le dovute riformulazioni del materiale simbolico ivi contenuto, diventa oggetto, nella Déchirure, di altra scrittura (parte della narrazione) e di rievocazione di un mondo rivissuto nel ricordo. Mondo che riemerge attraverso toni poetici di fragilità, quegli stessi che ricuperano il senso d’incertezza dell’infanzia dell’autore.

ora, ritornando al discorso contenuto in Jean Amrouche ou la Déchirure, si può rilevare – come in parte abbiamo già osservato – che esso funziona da pa- ratesto, meglio, da metatesto57, interpretativo ed esplicativo, della genesi della

Déchirure e di alcuni nodi ideologici cruciali. Di fatto, questo scritto è successivo non solo all’esperienza psicanalitica evocata e da cui prende avvio il romanzo, ma è posteriore anche alla redazione e alla pubblicazione dell’opera. Pertanto, esso dà origine a uno sguardo autoriale posteriore rispetto alla pubblicazione del- la Déchirure, fondando per così dire una giustificativa dell’opera, attraverso il giudizio autoriale diretto. In questo senso parliamo di discorso metatestuale in Jean Amrouche etc., e cioè di un discorso, in parte ricostitutivo di una elabora- zione, ma anche di un discorso esegetico-esplicativo, poiché condotto a partire da un’indagine sull’ideologia sottostante alla scrittura del romanzo. Un discorso che diventa chiave di un processo ermeneutico, il quale, dall’autore in prima persona (presenza autoriale giustificativa e fondativa della genesi del romanzo), attraverso la sua analisi a posteriori, slitta verso il destinatario dell’opera (presenza ricettiva di un pubblico (lettore), con funzione assimilitava del testo), aprendogli o sugge- rendogli un itinerario analitico-interpretativo. È questa, cioè, una costruzione di dinamiche narrative ‘interne’: l’autore si fa auctoritas, attraverso un atto di pre- senza paratestuale (il post-testo, o testo su La Déchirure, cioè Jean Amrouche etc.) e metatestuale, ma poi ancora testuale (La Grande Muraille etc.). Dall’interno dei testi, cioè, guarda e scrive a proposito della Déchirure.

Ma questa è anche una prospettiva di dinamiche ricettive esterne: il pubblico è fruitore del discorso letterario (il romanzo) e metaletterario (il paratesto espli- cativo di una genesi elaborativa Jean Amrouche etc. e il testo autobiografico La Grande Muraille). si delinea, pertanto, un complesso circuito diegetico che si intreccia con una dinamica particolare di ricezione testuale. Lo schema di tale itinerario potrebbe essere visualizzato in questo modo:

56 Per maggiori informazioni sullo scritto in questione cfr. supra, nota 4, p. 8. 57 Cfr., a questo proposito, M. Mastroianni, Henry Bauchau teorico ecc., cit.

3. Narrazione e ricezione testuale sono dunque centrali, in questo studio, per un percorso interpretativo che voglia indagare quei processi di fusione letteraria derivanti dagli scritti menzionati, ma che al tempo stesso sia teso a un inquadra- mento critico della Déchirure, a partire da osservazioni recenti di alcuni studiosi dell’opera bauchaliana. Ma prima di tali osservazioni, e prima ancora di tentare un percorso diegetico che indaghi sul rapporto dialogico e d’intertestualità fra i tre scritti oggetto di studio, riteniamo importante richiamare l’attenzione sulla complessità elaborativa insita nella genesi del romanzo. una complessità che ac- compagna la stesura dell’opera, fino alla pubblicazione. Insistiamo su alcuni dati significativi.

il primo: 1961, muore la madre di Bauchau. il 19 gennaio 1961 egli comincia a redigere La Déchirure. Il testo è ultimato il 25 maggio 1965. Esce nel 1966 (Paris, Gallimard). La redazione passa per fasi successive, ripercorribili attraverso cinque versioni manoscritte dattilografate e autografe – le cui prime quattro con- tano quindici quaderni –, contenute nelle Archives et Musée de la Littérature di Bruxelles58. Nel 1986 è pubblicata una seconda edizione del romanzo (Bruxelles,

Labor), seguita da quella del 1998, rivista e corretta da Bauchau (Bruxelles, Labor

58 Riportiamo qui i dati relativi alle diverse stesure della Déchirure. si tratta di documenti ma-

noscritti: ML 07058 Henry Bauchau manuscrit La Déchirure. Roman; ML 07161/0001 Henry Bau- chau manuscrit La Déchirure [Roman] (premier manuscrit); ML 07161/0002-0004 Henry Bauchau manuscrit La Déchirure [Roman] (Fragments mis au point et plans de division en chapitre; Divers brouillons de fragments; Manuscrits de fragments); ML 07811/0001-0002 Henry Bauchau épreuves d’imprimerie: La Déchirure; ML 08598/0001-0015 Henry Bauchau manuscrit La Déchirure [Ro- man]; ML 09446/0001 Henry Bauchau manuscrit La Déchirure [Roman] (Première version); ML 09446/0002 Henry Bauchau manuscrit [La] Déchirure [Roman] (Fragments de la deuxième ou troi- sième version); ML 09446/0003 Henry Bauchau manuscrit La Déchirure [Roman] (Fragments de la deuxième version, ou version intermédiaire); ML 09446/0004 Henry Bauchau manuscrit La Déchi- rure [Roman] (Fragment. Épisode de la grive); ML 09447/0001 Henry Bauchau manuscrit La Dé- chirure [Roman] (Cinquième version).

«Espace Nord»), sulla cui lezione si baserà l’ultima edizione del 2009 (Bruxelles, Luc pire «espace nord»).

La Déchirure, dunque, da un lato è oggetto di ristampe e ‘politiche’ editoriali, dall’altro è opera che assume una configurazione precisa, solo in seguito a un lento lavoro esegetico, del cui procedere verso la stesura definitiva e la pubbli- cazione – come afferma Marc Quaghebeur – si può avere coscienza, attraverso il raffronto e l’analisi filologica delle versioni manoscritte:

L’examen attentif des brouillons qui mènent à l’œuvre définitive montre la lente évolution de la matière molle vers l’œuvre tressée. Il relève également des retou- ches progressives de l’écrivain ou des tentatives de plan. […] Parmi les nombreux cahiers préparatoires à La Déchirure, les cahiers 1960 donnent en tout cas une impression assez nette de l’état dans lequel furent élaborés les matériaux non en- core noués. ils permettent tout autant de prendre mesure du travail de réélaboration opéré par le récit définitif59.

È chiaro che la maturazione progressiva dell’opera – in bilico fra elaborazione («lente évolution de la matière»), ideazioni préalables di piani di lavoro («re- touches progressives de l’écrivain ou […] tentatives de plan») e ri-elaborazione del materiale preparatorio («travail de réélaboration opéré par le récit défini- tif») – non è solo riflesso o effetto pragmatico di un processo ermeneutico già in origine attentamente soppesato, ma è soprattutto tensione elaborativa, sul filo di una laboriosa genesi in corso, che già dalle sue prime strutturazioni è preludio di una complessa architettura poetica e ideologica. una complessità generata, da un lato, dall’intrecciarsi di profonde implicazioni emotive (dell’autore) con elaborate ‘impalcature’ strutturali, dall’altro dalla commistione di queste stesse implicazio- ni emozionali con i fitti piani concettuali sottostanti (al romanzo). Dalla saldatura di questi assi portanti si delinea il punto di innervamento della scrittura della Dé- chirure, in tensione – originariamente almeno – fra due elementi che danno, per alcuni versi, l’avvio al racconto, per altri, l’avvio a quei meccanismi psicologici ed emozionali che seguono tutto il consolidamento dell’opera. In ogni caso, se parliamo di elementi che si possono rilevare, stando al materiale pubblicato, pos- siamo dire che il primo di essi si evidenzia per le connotazioni di tipo esistenziale e personale. il secondo, invece, mette in luce un tipo di connotazioni la cui natura mette in campo questioni meramente letterarie. Sintetizzando, potremmo dire che, intorno alla Déchirure, ruotano almeno due questioni importanti: