• Non ci sono risultati.

Secondo uno studio portato avanti dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità dal 1990 al 2004, ad una coppia su quattro nei paesi sviluppati è stata fatta diagnosi di infertilità. Tali dati sono stati confermati da un più recente aggiornamento che risale al 2010 (30).

Sono orami passati trenta anni dalla nascita del primo “bambino in provetta”, ed attualmente, la Procreazione Medicalmente Assistita racchiude un insieme di tecniche largamente fruibili per il trattamento della maggior parte delle cause di infertilità. Per compensare l’inefficienza delle procedure della Fecondazione In Vitro, alte dosi di gonadotropine esogene vengono somministrate alle donne per stimolare lo sviluppo di più ovociti nello stesso ciclo mestruale.

L’Induzione della Crescita Follicolare Multipla promuove lo sviluppo di più follicoli interferendo con il fisiologico controllo ormonale, facendo si che si instauri una condizione di iperestrogenismo.

Uno squilibrio ormonale, indipendentemente dalla sua natura, è in grado di favorire condizioni patologiche del microbiota vaginale, Srinivasan et al (36) e Fredricks et al (37) hanno descritto fluttuazioni batteriche del microbiota vaginale anche durante il ciclo mestruale.

Sebbene i microrganismi siano in grado di adattarsi all’ambiente in cui si trovano, sono altrettanto influenzabili sia qualitativamente che quantitativamente dalle modificazioni dello stesso.

van Oostrom descrive, in una meta-analisi recente, che i dismicrobismi hanno una alta frequenza prevalentemente in donne infertili (4) e sono associati a parti prematuri, rottura prematura delle membrane, corioamniositi e altre complicanze ostetriche (38).

Lo scopo della ricerca oggetto di questa tesi è stato di valutare l’effetto del trattamento con gonadotropine esogene sulla flora vaginale di donne che si sottopongono a iperstimolazione ovarica controllata nel contesto delle procedure di Procreazione Medicalmente Assistita, mediante il dosaggio di diammine vaginali e batteriologia classica.

45

Infine è stato valutato l’impatto della flora vaginale e delle sue eventuali alterazioni sul successo di impianto dell’embrione.

Sono stati analizzati tamponi prima e dopo la terapia ormonale in donne sottoposte a cicli di Fecondazione in Vitro, presso il Centro per la Diagnosi e la Terapia della Sterilità di coppia dell’UOC di Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese.

Un recente studio condotto presso il nostro laboratorio ha analizzato 90 donne non gravide in fase pre menopausale mediante le metodiche diagnostiche attualmente in uso, criteri di Amsel e Nugent Score, ed è stato osservato che l’esame microscopico è risultato positivo nel 23,7% delle donne asintomatiche e il 16,8% delle donne con un quadro clinico di Vaginosi Batterica hanno mostrato una flora vaginale caratterizzata dalla presenza di Lattobacilli (dati non pubblicati). Lo studio dimostra che gli attuali metodi utilizzati per la diagnosi della Vaginosi Batterica, data la soggettività interpretativa e la complessità del microbiota vaginale, non risultano completamente affidabili e spesso sono forvianti, da qui la necessità di mettere a punto nuovi saggi diagnostici al fine di produrre diagnosi più accurate e specifiche a cui far seguire terapie mirate.

Per questo motivo al fine valutare come l’iperestrogenismo influisce sulla flora vaginale, siamo andati a dosare, a livello dei fluidi vaginali, le diammine prodotte dal catabolismo dei batteri anaerobi.

Tale saggio enzimatico è stato validato su campioni clinici da Mendonca et al (3) e comparato al Nugent score, considerato il gold standard per la diagnosi di Vaginosi Batterica, ha mostrato una sensibilità dell’85,71% e una specificità del 100%, dimostrandosi un valido metodo per il dosaggio nei tamponi vaginali delle diammine, potenziali marcatori di Vaginosi Batterica.

I dati ottenuti dai nostri campioni mostrano una concentrazione di diammine media nei fluidi vaginali delle donne prima del trattamento ormonale di 10,92 ± 2,34 µM, mentre dopo il trattamento ormonale sale in modo statisticamente significativo a 43,64 ± 8,34 µM (p=0,003). Fra tutti i campioni analizzati solo l’11,1% dei campioni mostrava alte concentrazioni di diammine (>25 µM), prima del trattamento ormonale, per poi salire al 51,4% dopo il trattamento (p = 3,55-10).

46

Per confermare i dati ottenuti con il saggio enzimatico VADA, abbiamo anche analizzato i tamponi vaginali mediante batteriologia classica.

Grazie all’analisi batteriologica, il 35,3% dei tamponi al controllo è risultato positivo per almeno un potenziale patogeno del tratto genitale. Il nostro studio è in totale accordo con quello che troviamo in letteratura considerato che la frequenza di Vaginosi Batterica si attesta intorno al 30% nelle donne in età feconda e che questo, è un campione a cui è stata fatta diagnosi di infertilità, e quindi, come descritto sopra, maggiormente suscettibile ad alterazioni del microbiota.

Questa percentuale di positività per la presenza di patogeni aumenta al 43,1% dopo il trattamento ormonale con gonadotropine esogene per la stimolazione ovarica controllata. Tale incremento paragonato alle percentuale dei campioni positivi e negativi prima del trattamento ormonale risulta statisticamente significativo (p=0,0007).

I dati a nostra disposizione fanno ipotizzare che lo shift del microbiota vaginale, indotto dall’iperestrogenismo, sia caratterizzato dalla prevalenza di alcuni microrganismi, quali le Enterobacteriaceae, che dopo il trattamento ormonale aumentano del 13,8% e Streptococcus spp., che post trattamento aumenta nei tamponi vaginali del 30,8%.

Il coinvolgimento degli Streptococchi nei dismicrobismi associati ad infertilità è già stato descritto, infatti, uno studio condotto da Moore et al (39) descrive una significativa diminuzione del tasso dei nati vivi quando lo Streptococcus viridans contamina il catetere per embryo-trasfer.

Anche uno studio condotto presso il nostro laboratorio Ricci et al (non pubblicato) evidenzia che Escherichia coli, Enterococchi, Streptococcus agalactiae e Mycoplasma hominis/Ureaplasma urealyticum sono correlati al mancato successo della Procreazione Medicalmente Assistita.

Alla luce dei risultati ottenuti, possiamo quindi affermare che il ruolo dell’iperestrogenismo nelle modificazioni del microbiota vaginale sia quello di indurre un viraggio dalla fisiologia alla patologia.

In questo quadro non è chiaro se l’uso di antibiotici ad ampio spettro sia raccomandato come profilassi nei cicli di Procreazione Medicalmente Assistita (40), anche perché non avendo metodi di diagnosi routinari in grado di rilevare ed identificare

47

le specie coinvolte nel processo infiammatorio o infettivo, l’uso di terapie antibiotiche ad ampio spettro oltre a rivelarsi inefficiente può essere anche pericoloso data l’alta incidenza di acquisizione di resistenza da parte di questi batteri.

Una possibile alternativa, nel futuro sarà quella di sviluppare saggi molecolari in grado di definire il microbiota a cui associare un trattamento antibiotico specifico in grado di salvaguardare la flora “buona” come per esempio i Lattobacilli perossido- produttori (41).

Sebbene il ruolo delle alterazioni patologiche della flora vaginale, come responsabili di un aumento della morbosità ostetrica, risulti noto, l’influenza delle stesse nel tasso di gravidanze ottenute, grazie alla Procreazione Medicalmente Assistita, rimane controversa.

Nonostante questo i dati da noi ottenuti, mostrano che il 67% delle donne che falliscono nell’impianto sono risultate positive per alte concentrazioni di diammine e/o presenza di patogeni nel tampone vaginale, facendo supporre una correlazione fra gli eventi.

Il tasso di successo in termini di gravidanze evolutive si mantiene intorno al 26% a livello europeo, nonostante gli innumerevoli progressi diagnostici interventistici e di laboratorio, è quindi lecito ipotizzare che possano esistere fattori ad oggi sottostimati che influenzano negativamente il complesso percorso della fecondazione assistita (42).

48

BIBLIOGRAFIA

1. Koumans EH, Sternberg M, Bruce C, McQuillan G, Kendrick J, Sutton M, Markowitz LE. (2007) The prevalence of bacterial vaginosis in the United States, 2001 – 2004; associations with symptoms, sexual behaviors, and reproductive health. Sex Transm Dis; 34: 864 – 869

2. Lamont RF, Sobel JD, Akins RA, Hassan SS, Chaiworapongsa T, Kusanovic JP, Romero R. (2011). The vaginal microbiome: new information about genital tract flora using molecular based techniques. BJOG; 118: 533 – 549

3. Mendonca K, Costa C, Ricci V, Pozzi G. (2015). Enzymatic assay to test diamines produced by vaginal bacteria. New Microbiol; 38: 267-270

4. van Oostrum N, De Sutter P, Meys J, Verstraelen H. (2013). Risks associated with bacterial vaginosis in infertility patients: a systematic review and meta-analysis. Hum Reprod; 28: 1809-1815

5. Baker VL, Luke B, Brown MB, Alvero R, Frattarelli JL, Usadi R. (2010). Multivariate

analysis of factors affecting probability of pregnancy and live birth with in vitro fertilization: an analysis of the Society for Assisted Reproductive Technology Clinic Outcomes Reporting System. Fertil Steril; 94: 1410–1416

6. Cohen SS. (1997) A Guide to the Polyamines. Oxford University Press, New York, USA

7. Pheifer TA, Forsyth PS, Durdee MA, Pollack HM, Holmes KK. (1978). Nonspecific vaginitis: role of Haemophilus vaginalis and treatment with metronidazole. N. Engl. J. Med 298: 1429-1434

8. Chen KCS, Amsel R, Escenbach DA, Holmes KK. (1982). Biochemical diagnosis of vaginitis: detection of diamines in vaginal fluid. J. Infect. Dis. 145: 337–345

49

9. Döderlein A. (1894). Die Scheidensekretuntersuchungen. Zentralbl. Gyn¨akol; 18: 10–14

10. Turovskiy Y, Noll KS, Chikindas ML. (2011). The etiology of Bacterial Vaginosis. Journal of applied microbiology; 110(5): 1105-1128

11. Li J, McCormick J, Bocking A, Reid G, (2012).

Importance of vaginal microbes in reproductive health. Reprod Sci.; 19(3): 235-42

12. Ma B, Forney LJ, Ravel J. (2012). The vaginal microbiome: rethinking health and diseases. Annu Rev Microbiol.; 66: 371-893

13. Ravel J, Gajer P, Abdo Z. et al. (2011). Vaginal microbiome of reproductive- age women. Proc Natl Acad Sci USA; 108 (Suppl 1): 4680-7

14. Pescetto G, De Cecco L, Pecorari D, Ragni N. (2009). Ginecologia e Ostetricia. IV edizione Società Editrice Universo

15. Fredricks DN, Fiedler TL, Marrazzo JM. (2005). Molecular identification of bacteria

associated with bacterial vaginosis. N Engl J Med; 353: 1899–1911

16. Verstraelen H, Verhelst R, Roelens K, Temmerman M. (2012). Antiseptics and disinfectants for the treatment of bacterial vaginosis: a systematic review. BMC Infect Dis; 12: 148

17. Ilkit M, Guzel AB. (2011). The epidemiology, pathogenesis, and diagnosis of vulvovaginal candidosis: a mycological perspective. Crit Rev Microbiol.; 37(3): 250- 61

18. Mylonas I, Bergauer F. (2011). Diagnosis of vaginal discharge by wet mount microscopy: a simple and underrated method. Obstet Gynecol Surv.; 66(6): 359-68

19. Pellati D, Mylonakis I, Bertoloni G, Fiore C, Andrisani A, Ambrosini G, Armanini D. (2008). Genital tract infections and infertility. Eur J Obset Gynecol Reprod Biol; 140:3-11

50

20. Marrazzo JM. (2011). Interpreting the epidemiology and natural history of bacterial vaginosis: are we still confused? Anaerobe; 17(4): 186-90

21. Lamont RF, Nhan-Chang CL, Sobel JD, Workowski K, Conde-Agudelo A, Romero R. (2011). Treatment of abnormal vaginal flora in early pregnancy with clindamycin for the prevention of spontaneous preterm birth: a systematic review and metaanalysis. Am J Obstet Gynecol; 205(3): 177-90.

22. Amsel R, Totten PA, Spiegel CA, Chen KC, Eschenbach D, Holmes KK. (1983). Nonspecific vaginitis. Diagnostic criteria and microbial and epidemiologic associations. Am J Med; 74: 14–22

23. Bilardi JE, Walker S, Temple-Smith M, McNair R, Mooney-Somers J, Bellhouse C, Fairley CK, Chen MY, Bradshaw C. (2013). The burden of bacterial vaginosis: women’s experience of the physical, emotional, sexual and social impact of living with recurrent bacterial vaginosis. PLoS One; 8(9): e74378

24. Nugent RP, Krohn MA, Hillier SL. (1991). Reliability of diagnosing bacterial vaginosis is improved by a standardized method of gram stain interpretation. J Clin Microbiol; 29: 297 – 301

25. Verstraelen, H., Verhelst, R., Roelens, K., & Temmerman, M. (2012). Antiseptics and disinfectants for the treatment of bacterial vaginosis: A systematic review. BMC Infectious Diseases; 12: 148

26. Denney JM, Culhane JF. (2009). Bacterial vaginosis: a problematic infection from both a perinatal and neonatal perspective. Semin Fetal Neonatal Med; 14: 200- 203

27. Manns-James L. (2011). Bacterial vaginosis and preterm birth. J Midwifery Womens Health; 56: 575-583

28. Polatti F. (2012). Bacterial vaginosis, Atopobium vaginae and nifuratel. Curr Clin Pharmacol; 7: 36-40

29. The International Committee for Monitoring Assisted Reproductive Technology and the WHO: Revised Glossary on ART Terminology (2009)

51

30. OMS: National, Regional, and Global Trends in Infertility Prevalence Since 1990: A Systematic Analysis of 277 Health Surveys (2012)

31. Gurunath S, Pandian Z, Anderson RA, Bhattacharya S. (2011). Defining infertility: a systematic review of prevalence studies. Hum Reprod Update; 17(5): 575-88

32. Siddhartha N, Reddy NS, Pandurangi M, Tamizharasi M, Radha V, Kanimozhi K. (2016). Correlation of serum estradiol level on the day of ovulation trigger with the reproductive outcome of intracytoplasmic sperm injection. J Hum Reprod Sci; 9(1): 23-7

33. Griesinger G, Diedrich K, Tarlatzis BC, Kolibianakis EM. (2006). GnRH- antagonists in ovarian stimulation for IVF in patients with poor response to gonadotrophins, polycystic ovary syndrome, and risk of ovarian hyperstimulation: a meta-analysis. Reprod Biomed Online; 13(5):628-38.

34. Tabor H. (1951). Diamine oxidase. J Biol Chem.; 188(1): 125-36

35. Eckert LO, Moore DE, Patton DL, Agnew KJ, Eschenbach DA. (2003). Relationship of vaginal bavteria and inflammation with conception and early loss following in vitro fertilization. Infect Dis Obstet Gynecol; 11:11-17

36. Srinivasan S, Liu C, Mitchell CM, Fiedler TL, Thomas KK, Agnew KJ. (2010). Temporal variability of human vaginal bacteria and relationship with bacterial vaginosis. PLoS One; 5(4):e10197.

37. Fredricks DN. (2011). Molecular methods to describe the spectrum and

dynamics of the vaginal microbiota. Anaerobe; 17: 191–195

38. Baker VL, Luke B, Brown MB, Alvero R, Frattarelli JL, Usadi R. (2010).

Multivariate analysis of factors affecting probability of pregnancy and live birth with in vitro fertilization: an analysis of the Society for Assisted Reproductive Technology Clinic Outcomes Reporting System. Fertil Steril; 94: 1410–1416

39. Moore DE, Soules MR, Klein NA, Fujimoto VY, Agnew KJ, Eschenbach DA. (2000). Bacteria in the transfer catheter tip influence the live birth rate after IVF. Fertil Steril.; 74(6): 1118-24

52

40. Jakobsson T, Forsum U. (2008). Changes in the predominant human

Lactobacillus flora during in vitro fertilisation. Ann Clin Microbiol Antimicrob.; 30:

7-14

41. Egbase PE, Udo EE, Al-Sharhan M, Grudzinsk JG. (1999). Prophylactic antibiotics and endocervical microbial inoculation of the endometrium at embryo transfer. Lancet; 354: 651-652

42. Calhaz-Jorge C, de Geyter C, Kupka MS, de Mouzon J, Erb K, Mocanu E, Motrenko T. (2016). Assisted reproductive technology inEurope, 2012: results generated from European registers by ESHRE. Hum Reprod; 31: 1638-52

53

Ringraziamenti

Vorrei ringraziare il Prof. Gianni Pozzi per avermi accolto, oramai tanti anni fa, per avermi guidato, incoraggiato e spronato, cercando di farmi crescere nell’approccio alla ricerca ma anche come persona.

Un grazie alla Prof.ssa Donata Medaglini, alla Prof.ssa Susanna Ricci, al Prof. Francesco Iannelli e a tutte la persone del La.M.M.B che mi hanno accompagnato giorno per giorno durante questo percorso.

Documenti correlati