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Per la reintegrazione giuridica della

Donna

Onorevoli Signori,

Una

delle ragioni

per

le quali l'umanità o non

cam

mina, o procede troppodubbiamente sullavia del pro-gresso, èappuntoquelladiavere spostatocon artificiali sistemi le cosedalla loro sede naturale, e di non avere assegnato a ciascheduna di esse la sfera dei rapporti che le compete. Sicché l'opera del legislatore filosofo per essere oggidì veramente riparatrice, epromuovere

il benessere delle nazioni, fa mestieri che inizii la riforma allo scopo di riordinare elementarmente la spostata situazione giuridica degli enti sociali, onde ciascuno di essi riprenda il suoposto, ecompia laparte che gli convienenellavoro razionaledella vita individua e collettiva.

È

per questa considerazione che io, scorgendo nella

Camera

lagenerosa tendenzadimigliorarelesorti d'Ita-lia, con leggi provvide e conformi alla missione inizia-trice della terza civiltà del

mondo,

oso presentare alla sua considerazione il presente

schema

di legge riguar-dante i dritti delladonna.

Imperocché son convinto che la sua anormalità giu-ridica sia

germe

al disordine, alle degradazioni e alle lotte deplorabili, nelle quali

non

pureItalia,

ma

la più gran parte dell'umanità

geme

fatalmente dasecoli.

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Io potreiriassumerein provadei miei detti

una

serie infinita di fatti incontestabili narrati dalla storia,

ma

per nonpeccared'importunità versoisapientissimimiei colleghi rappresentanti, ai quali più che a

me

stesso sononoti, eper

non

prolungare la discussione sopra

un

argomento che laforzadell'intuitoappalesaveroatutti,

mi

limito a certe considerazioni cardinali, che bastano dase stessea convincere

ognuno

dellanecessitàdi prov-vedervi istantemente con

un

atto legislativo.

Voi, signori,

non

potretesconoscere nella

donna

tutte le condizioni, checostituiscono nell'uomo lapersonalità giuridica,e che

ammesse

queste condizioni, non puresi

ha il debito di riconoscerle,

ma

di garantirne lo svol-gimento.

ySe l'umanitàhalavatocontorrenti disangue nell'ul-tima guerra americana l'obbrobrio della schiavitù dei Neri,

come

puòellamaiconsentirepiù alungo la schia-vitù della donna, la quale è la più importante varietà dell'essere umano, anzi è la creatrice, la educatriceed

il

movente

perpetuodiquest'essere?{

Come può

consen-tire checolei chedeve riscuoteremaggiorrispettonella casa e nella società, rimanga destituta dei dritti civili e politici accordati acoloro che ne riconoscono la su-premazia e la chiamano col

nome

di donna, signora?

Come può

consentireche sineghino alei causa le pre-rogative accordatedalle leggi all'uomo,effetto dellasua contemplazione creativa?

Noi spessodeploriamo neicittadini violazioni al dritto edinadempienza del dovere,

ma non

sappiamo deter-minare l'origine di questi trascorsi ohe disturbano l'or-dine civile.

Ebbene, signori, quei trascorsi mettono capo nel di-sprezzo sistematico, nel quale lasocietàviziata da'pre-giudizi, hamantenuto sin ora il dritto delia donna.

4

L'uomo

che emosso da lei albene ed al male, Don po-teva riceverne l'ispirazione al rispetto del diritto pro-prio edaltrui,

quando

ella lo vede sconosciuto e

ma-nomesso in lei medesima.

Quindidaciòderiva l'inadempienzaaldovere,perchèse lasocietànonloadempieversodilei, tanto

mene

ella

può

inspirarel'uomoad adempierloversoaltrui.Ifigliche cre-scononelle bracciadellemadrischiaveimprontanonella vergine

anima

unacertapassività,cherimane incancella-bileeli

accompagna

pertutta lavita, anche

quando

nella condizionedi uomini cominciano a godere certe garan-zie all'esercizio deipropridritti, ed allaproprialibertà.

L'uomo

stessoche siconnubiaalla

donna

perquella in-fluenzanaturale che esercitasu di lui, o nesciente, o irritata dallaprivazione deidiritti, trovainlei

un

serio ostacolo che gliene impedisce l'esercizio, lo assonna e

quando

dovrebbeconcorrere volenterosopel bene della Nazione all'urna o pel bene della città al Municipio, egliosvogliatamente o perpreconcetto

manca

aldovere patriottico con grave

danno

dellacosa pubblica.

La chiesa ed il dispotismo corruttori dell'umanità,

quando hanno

sentitoparlaredimoralità edi virtù del-l'uomo,

non

se ne sono troppo allarmati,perchè ilvero uomo, il più potente uomo, l'Ercole della casa chesi

chiama

donna

destituta di dritto, didignità, e d'intel-ligenza era

un

perennelievito di corruzione, e la sua schiavitù neutralizzava agevolmente nell'uomo l'entu-siasmo della virtù.

Oltre a queste considerazionive ne

hanno

dell'altre che riguardano la giustizia, la decenza ela moralità sociale.

Come

in tutti ipaesi del

mondo,

in Italia la

donna

è considerata

come

l'uomo,

quando

deve faredei sacri-fici verso il

comune

e verso lo stato, Elladeve pagare

27 tutti i balzelli, che

impone

il governo

ella deve

am-ministrare i figli alla leva

ella deve dare gli alloggi ai militari

elladeve esserepostasottoprocesso e cat-turata se delinque, e l'equivalente di tutti questi pesi, di tutte queste gravezze deve essere la ridevole rico-gnizione di qualcheprerogativa giuridicamessa nel co-dice per ischerno, e la irriconoscenza totale dei diritti civili e politicicoerentialla personalità d'ogni cittadino italiano. Così la

donna

nellacasa

non

hanome, nel

Mu-nicipio

non

ha rappresentanza, nella Provincia non ha rappresentanza, nella Nazione

non

ha rappresen-tanza, negli uffici pubblici non haaccesso veruno, dal-l'urnavieneesclusa, dalle cattedre viene esclusa, nello Stato non balena mai

come

altrove la sua figura, di onori pubblici e del merito civile non l'è fatta mai lar-gizione. Se è incontrata sola per via,

un

guardia di P. S.

può impunemente

catturarla sotto pretesto di meretricioecondurlanei sifilicomiiper essere sottoposta alla più turpedelleviolenze, e quindirimanereschiava in quellavergognadelsecolo importataci dallabastarda civiltàstraniera, che si chiama Inpanai oufficiale. CY»-i questa grande leva della decadenza o della civiltà dei popoli rimane ingratamentedestituita diogni garanzia, e nelle sue ore malinconiche maledice la società ed i legislatori che la tengono in una schiavitù, di cui nei riflessi del suo senso

comune

sente tuttoil peso e l'in-tensità dolorosa.

Signori, dopotutto questoiovimetto dinanzi

un

di-lemma:

la

donna

la ritenete percosa o per persona?

Riconoscete o negate in lei lefacoltà tutteche possiede l'uomo? ammetteteo negate inlei la identità del tipo?

ammettete o negate in lei

una medesima

destinazione coll'uomo? Sericonoscete ladonna perpersona, se

am-mettete in lei le stesse^ facoltà che possiede l'uomo, se riconoscete in leil'identità deltipo rivestito del

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gio dellagenitura, chelarendepiùmaestosaesolenne, se ammettete nello svolgimento delle sue facoltà,

come

vi

comanda

il

buon

senso, la ragione e la storia,

co-mune

destinazionecon l'uomo,qualeargomento potrebbe affacciarsi pernegare allacreatricedeicittadini, la giu-ridica caratteristica di cittadino? alla

madre

degli elet-tori, dei deputati, dei ministri il dritto di portare il

voto all'urna, e diesercitare le altre prerogative poli-tiche concesse all'uomo suo

compagno?

Signori, coloroche siopporranno a quest'atto di giu-stiziaverso laschiava biancache ci dàla vita,cieduca, e ci

muove

dal nascere al morire, non potrannoessere che gli eunuchi del Concilio di Trento,

ma

voi sapien-tissimi, che vedete in questo rialzar delladonna

un

incremento di forza, d'attività, d'intelligenza nell'uomo individuo e collettivo, voi

non

sarete fra i pusilli che da questo atto profetizzano disordine nella famiglia e nellasocietà. Il disordine e l'anarchiasonooggiin per-manenza, ed accennano ad

un

decadimentoprogressivo, giusto perchè la

donna

che è il primo ente della vita domestica, è destitutadei suoidritti, e soggiace schiava ed ignorante alla prepotenza dell'egoismo virile.

I disvolenti addurrannocerto, che accordandoquesti dritti alladonna,essasisvierebbedallecuredomestiche, e dall'allevamentoededucazionedeifigliuoli,cuiè prin-cipalmentechiamata dalla natura.

No, dico io, ellaubbidiente pur troppo alle leggidel dovere, tralascerebbe tutto,

come

tralascia il teatroed altre vanità,

quando

la natura legislatrice, le

impone

doversi esclusivamente dedicare agli uffici domestici.

Questo anche avviene pei padri di famiglia.* essi

non vanno

all'urna e

mancano

ai doveri civili e politici,

quando

int«me necessità ne fanno loro divieto.

Poiiodomandereiai signori, ohe veggonoilfinimondo

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nellareintegrazionedei dritticiviliepoliticidelladonna:

dal medio evo in qua, la

donna

haconseguito qualche diritto; ebbene quale detrimento ne ha avuto la fami-glia ela società? Eccoli: voi l'aveteimparataa leggere, ed essa vi ha diretta meglio la casa, vi ha educato meglio i figliuoli, e vi ha aiutato col suo entusiasmo alle imprese dell'emancipazione nazionale. Voi le avete dato posto sulleliste dello stato civile, l'avete

ammessa

adereditare, ed essa vi ha generosamente risposto,

fa-ceudo balenare nella famiglia

un

certo sentimento di dignità

umana

fin allora sconosciuta affatto, vi ha mi-tigato i costumi, vi hamigliorato l'economia.

Che

cosa dovete attendervi

dunque

dallasua totale emancipa-zione? Moralità, sapienza, forza, ricchezza, ordine, di-gnità, coscienzadel diritto edel dovere, e sviluppodi tutti quei beni che rimasero

un

desiderio vacuo per gl'individui eperlenazioni,dacché la

donna

degradata eridottaletame invece di generare uomini,venne con-dannata dalla sociale ingiustiziaa generar funghi!

Un

altro argomento su cui si appoggerannogli op-positori sarà quello dell'opportunità. Essi vi diranno:

ma

noi siamo ancora immaturi, i nostri costumi non permettono queste riforme.

y

E

giusto perchè siamo immaturi bisogna riformare, onde raggiungere la maturità. Quale gente più

imma-turadeiNegrialla libertà,

quando

per mantenersischiavi han versato fiumi di sangue, ed

hanno

massacrati i

maestri di scuola, che sentivano la carità civile d'illu-minarli?^

Con

tuttociò la coscienza della civiltà ameri-cana, che riconoscevail bisogno morale di effettuire quella grande riforma glie l'haimposta con la forza, e vi è rimasta benedetta datutto il genere

umano.

II giorno in cui, onorevoli Signori, sarà emanata la legge che eguaglia la

donna

all'uomo nell'esercizio dei

dritti civili e politici,torneràilrispettoscambievolefra

i coniugi, l'uno guarderà nell'altro,

non

lo schiavo od

il padrone,

ma

il

compagno

amoroso della sua vita, e quest'armoniadomesticadislagandosinella società, scan-celleràquelle uggiespessofomentatedalladonnaschiava, cherendono l'uomo omicida ed assassinodell'altr'uomo.

* Signori, voci dall'America, vocidall'Inghilterra, voci dalla

Germania

e dalla Francia, vocidatutti gli angol1 della nostra penisola s'elevano per reclamare la solu-zionediquesta quistione umanitaria,egiàqualche Par-lamento ha proposto l'ammissione della

donna

al voto politico. Vi lascerete voi scappardi

mano

l'iniziativa di questa grande riforma?

Toglierete voi all'Italia nostra la gloria di essere la prima ad abolire questa turpe schiavitù? Io

non

l'im-magino, e con piena fiducia mi aspetto dalla vostra saggezza, dalla vostra giustizia, dal vostro spirito di umanità l'approvazione del disegno di legge che ho l'onoredi presentarvi, il cui ultimo articolo quantun-que sembri ridondante, pure ha

un

ligame intimo coi vantaggichesiattendonodall'emancipazione delladonna.

Imperocché mira a correggereunerrore del secolo

ma-terialista, il quale spende e spande per migliorare le razze dei cavalli e dei bestiami, nulla poi curandosi della crescente degradazione della razza umana.

DISEGNO

DI

LEGGE

Art. 1. Riconoscendo nella

donna

identità di tipo e facoltàeguali all'uomo,giustiziavuolecheessa sia egua-gliata al

medesimo

nei diritti civili e politici.

Quindi le donne italiane, dallapubblicazionedi que-sta legge, sono facultate ad esercitare i dritti civili e

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31 politicinello stesso

modo

econ le

medesime

condizioni che li esercitano gli altri cittadini del regno d'Italia.

Art. 2. Le divergenze degli interessi, che potranno verificarsi nelpassaggio dal vecchioa questo nuovo re-gime,verrannocomposte edordinatedaappositi decreti.

Art. 3. Tutte le disposizioni del codice e di altre leggi suppletorie, che circoscrivevano e limitavano i

dritti delladonna, rimangono abolite.

Art. 4. Le donne italiane, che si mostreranno più diligentialmiglioramento dellarazzaumana,dando alla patria figliuoli di belli e robustitipi, e li educheranno in

modo

da farli divenire eroi, pensatori e produttori distinti, avranno conferiti dallo Stato titoli di onore, pubblici uffici, ed anche pensioni vitalizie, secondo il

maggior bene che

hanno

arrecatocolla loro opera.

Firenze 18 giugno 1867.

Salvatore MoreIIì, Deputato.

DISEGNO DI LEGGE

Per circoscrivere II culto cattolico nella Chiesa e sostituire al Camplsantl 11sistema di Cremazione

Onorevoli Signori!

Quello chela storiaimputeràalla nostra generazione

come

colpapiù grave, èilpocorispettousatoalla logica.

Lasciando dall'uri dei lati la lunga serie dei maliche ha derivazione da ciò, richiamo la vostra autorevole attenzione sopra

un

fatto, il quale perchè troppo scan-daloso produce gravi inconvenienze al senso morale, alla salute pubblica, ed alla libertà dei cittadini ita-liani,ereclamadalla

Camera un

sollecitoprovvedimento legislativo.

Il fatto cui io accenno, o Signori, èl'abuso delculto esterno praticato dal clero cattolicoperispirito di fana-tismo,e peralimentare lapiù barbara supestizionefra le povere plebi, abusando della loro ignoranzain tutte le città, ivillaggi e le borgatedelnostro Regno,equel che più

monta

la

mano

forte che l'autorità politica gli

concede per dar luogoa tantescene comichee damedio evo investigate dalla volponeria per ismungere oboli dalla scarsella,'dell'operaio, ed imbuirgli la coscienza.

Se abbiamo latolleranza dei cultida cui sono nate

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33 nel nostro paese le istituzionidichiese diverse, perchè oggimai

una

parte dei cittadini

non

crede al cattoli-cismo; se abbiamo incamerati i beni del clero catto-lico, e sciolte le corporazioni religiose per iscemare la ostile influenza che queste esercitarono per se-coli, oltre alle altre ragioni dipubblico interesse che

si connettono all'avvenire morale ed economico della nazione, siamo ora noi logici permettendo al prete di

Roma

che perturbi loStato coi suoi artifizi settarii, e rinnovi scene grottesche e ridicoleper lepubblichevie delle nostre cittàcon grave detrimentodel commercio, della libertà, dell'ordine, della morale, edella pubblica salute?

Signori, a

me

sembra che no, anzi a

me

sembra che

gli stranieri, i quali vengono a deliziarsi nelle nostre ridenticontrade,

vedendo

sopravviverealla nostra rivo-luzionecotalimascherate da cuida

mane

a sera si deve essere obbligatorio osservatore,edelle quali non rimane più

orma

intutte le città civili d'Europa, debbono re-criminarci non solo d'illogici,

ma

di contraddizione e peggio.

Io diceva l'abuso del clero cattolico nel suo culto esterno offende il commercio, perchè specialmente nei centri più popolosi, ora colle processioni bianche delle innumerisue feste, ora colle processioni neredei fune-ralichesi sogliono moltiplicaree rivestire di tuttoil ter-rorismodell'inquisizione,specialmenteinricorrenze epi-demiche peraccrescere l'intensitàdel male, questi fatti verificandosi nelle vie più commerciate fanno arrestare per ore intere carri ed uomini, e tolgono alla vita in-dustriale il più prezioso del suo tempo.

Io diceva pure che offende la libertà, perchè la pre-potenzaclericale sostenuta dal governo, sia che passi unicamente ilviatico, sia queste processioni di vario

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colore, autorizzaisagrestani che precedono,adimporre

ai cittadini o di cavarsi il cappello,o d'inginocchiarsi

come

tante volte èavvenuto a Napoli, dove perquesto dal 60 in qua sono registrati vari sanguinosiconflitti.

A

ciò si aggiunge, che il suono perenne delle cam-pane accennante d'ordinario ad avvenimenti mortuari, toglie i riposi ed

impone

forzosamente il lutto di pri-vate famiglie ad intere cittadinanze, la qual cosa per

me

è un'ingiustizia ed

un

attentato insiemealla libertà.

Dissi inoltre che l'abuso esterno del culto cattolico offendel'ordine,perchè, aprescinderedalleprovocazioni di cui è causa col suo fanatismo, vi è proprio in se stesso qualche cosadinoiosoed'incompatibilecon quel-l'ordine di idee accettato dalla civiltà del

mondo,

ed un pochino anche danoi italiani,

quaudo

nell'entusiasmo di un più lieto avvenire lo stigmatizzavamo d'anacro-nismo.

Il culto cattolico offende la morale, perchè colle sue molteplici feste, che sono per la chiesa un argomento di utilità, distoglie dal lavoro i miseri credenti per mendicare due terzi dell'annochenon producononulla, o alimentarsi colla prostituzione.

Dissi da ultimo che offende la pubblica salute, per-chè ai mali naturali da cui è afflitta questa disgraziata generazione, si aggiungono gli artifizi di tante appari-zioni lugubri che spengono nel cuore gli ultimi raggi della speranza.

Chi si trovò in Napoli nell'ultima invasione colerica può testimoniare, che furono più le morti prodotte dal clero cattolico con le paure delle sue processioni fu-nebri, scampanìi e cantilene, che da

mane

a sera as-sordavanoeriempivanodi lutto e di terrorequel vasto paese, delle avvenute per forza epidemica. Passandoai cimiteri dove il clero cattolico raccoglie la più ricca

4

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35 suamesse, senza parlare delleprofanazionicuidàluogo,

il sistema dei campisanticollocati in siti vicini all'abi-tato, è difettoso in

modo

da dare sviluppo a quei mia-smi dai quali si genera quella serie di malanni che ha infiacchita la nostra salute.

Finché il fanatismo

adombrò

le menti in

modo

da negligere i vivi per darsi tutto col pensiero ai morti, sicchéipiù ridenti sitiele migliori ricchezze venivano spese pei campisanti,lacosa era in qualche

modo

giu-stificabile,

ma

orache questo fanatismo si è visto

mi

cidiale all'umano consorzio, e la ragioneimponeinvere laconservazionedella vitaspecialmente della classi pro-duttrici, reiette finora econdannate dalla sociale ingiu-stiziaa vegetare miseramente

come

belve nei siti più malsani delle città e delleborgate, oggi non è più le-cito mantenereillusso dei campisanti, e bisogna ricor-rere ad un sistema più ragionevole, perchè più utile alla pubblicasalute epiù consolante per le famigliedei defunti.

Il sistema che io invoco, o Signori, è il sistema di cretnazìnne detto dai latinicremandivclcomburendi, san-zionatoda

Numa,

dalle leggi delle dodici tavole, e con-servato fino al quarto secolo deliaChiesa Cristiana, la quale poi lo inverti nel rovinoso sistema dei sepolcri in chiesa e dei campisanti, chi dice perchè erasi per-duto il

modo

di lavorare Vamiantoy entro cui racco-glievansi dal rogo le ceneri dei trapassati e si presen-tavano, sacre reliquie, ai parenti, ed i più severi poi giudicano essere stata una delle arti questa del elen-catoper mantenere nelle città, nei villaggie nelle bor-gate quel fomite di malessere che ha generato tante nuove epidemie.

Pertutte le esposte ragioni,essendo per noi dovere imprescindibile quello di spulezzare i nostri costumidi

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36

tutte le usanze viete che ci fanno parere

un

secolo in-dietro ai popoli civili del

mondo,

e di provvedere all'economia dei tanti milioni che inutilmente si spen-donoper l'uopodallo stato edai

comuni

ed allo sviluppo del benessere morale e materiale del paese, io

tutte le usanze viete che ci fanno parere

un

secolo in-dietro ai popoli civili del

mondo,

e di provvedere all'economia dei tanti milioni che inutilmente si spen-donoper l'uopodallo stato edai

comuni

ed allo sviluppo del benessere morale e materiale del paese, io

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