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TRE DISEGNI DI LEGGE SULLA EMANCIPAZIONE DELLA DONNA, RIFORMA DELLA... Salvatore Morelli. Digitized by Google

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I TRE DISEGNI DI

LEGGE SULLA EMANCIPAZIONE

DELLA DONNA, RIFORMA DELLA...

Salvatore Morelli

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I

TRE DISEGNI DI LEGGE

SULLA

EMANCIPAZIONE DELLA DONNA, RIFORMA DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE

E ' ..

CIRCOSCRIZIONELEGALE DEL COLTO CATTOLICO NELLACHIESA

DI

SALTATORE MORELLI

DEPUTATO ALPARLAMENTO

PRECEDUTI DA UN MANIFESTO

DI

FIRENZE

Tip.Franco-Italiana, di A. DbClemente ViadellaFortezza, N.8.

1867.

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AJL LETTORE

Li

bulla

fama

di martireintemerato, d'indipoiidente pensatore, di austero e<l operosissimo patriota, e di pubblicista fra i più energici e costantioppositori del

mal

sistema de'moderati, che dal 18G0 in

qua

ha condotto il paese alla rovina ed al disonore, questa bella fama che ha assunto il sig. Salvatore Morelli al

supremo

onoredel parlamentonazionale, malgrado la

guerra codarda ed ingenerosa di prezzolato fazioni, fece sorgere naturalmente il desiderio di sapere a quale fine miravano itreprogettidi legge presentati dal

medesimo

alla

Camera

nellatornata del 18giugno

ultimo.

Questo desiderio crebbe per l'indugio

messo

dalla

Camera

nel discuterli,

quando

la voce di Gariba'di

sempre

nunzia di bene e di verità, dalla grotta di

Monsummano,

mise in luce

non

solo lo scopo di que'progetti,

ma

destò nella miglior parto degl'ita- liani il desideriodi leggerlio meditarli.

Ed

è

appunto

per soddisfare a questa esigenza della pubblica opi- nione, che noi

mettiamo

a

stampa

ed il manifesto dell'illustreGenerale, il quale con l'istinto della divi- nazione ne ha rivelato al paese lasublimita

<M

con-

cetto emancipatore, ed i tredisegui dilegge dell'uno-

(7)

4

revolo deputato

MoHU.

Questi tre progetti accettati e sostenuti dall'entusiasmogeneroso de/pubblicisti in- dipendenti, del gentil sesso, dei giovani, e dai voti della Camera, daranno all'Italia con l'emancipazione della donna, la gloria della più grande riforma che interessa

non

la

metà ma

l'intero genere

umano.

Dinnanzi a questo atto solenne scompariscono i par- ziali riformatori cui la gratitudine delle nazioni

ha

elevato

monumenti.

Abbiaillegislatore italiano il co- raggio di compierlo, e con questo provveda simulta-

neamente

alla diffusione del sapere nelle

masse

po- polari,

non

che alla rimozione di vecchi ostacoli, la patria nostra conseguirà quei beni morali che sa- ranno buse al suo luminoso avvenire.

Firenze 15 luglio 1867

Gli Editori Antonio

Camagna

e Comf.

(8)

5.

Alle

Donne, Gioventù

studiosa e

Stampa indipendente

d'Italia

I tre disegni di legge presentati al Parlamento dal deputato Salvadore Morelli, da

me

letti attentamente, sono la formola legale diquelsistemadirigenerazione, che*

mi

lievitò

sempre

nel cuore, ed al quale aspirano costantemente i buoni patriotti, e specialmente voi donne, studenti e giornalisti, la cui voce io udii le- varsitante volte,

ma

infruttuosamente, controunpotere di ferro che ha negato fin ora al gentil sesso i suoi diritti, alla gioventù le garanzie dell'intelligenza, ed alla stampa indipendente la libertadi sostenerelapro- paganda dei grandi principi.

II concetto del Morelli è sublime, perchè è concetto di emancipazione. Egli ha visto la patria arrestarsinei suoi progressi morali ed economici,etrovandonele ca- gioni nella ignoranza del popolo, nella degradazione della donna, e nellamalignainfluenza delprete, invece

ricorrere,

come

il governo degli ebrei, alle tasseed

alle usurestraniere, entrando in Parlamento hadetto:

« la nostra ricchezza

come

quelladituttelenazioni sta nella libertà, stanel pensiero emancipato,sta nei visceri della terra! cerchiamo

dunque

che il nostro spirito di- venga libero, aboliamo il monopolio delle università e dellaistruzione officiale,

animiamo

il genio produttore del popolo con la scuola moltiplicata in ogni angolo d'Italia, ripurgata dai pregiudizi ed illuminata dalla scienza, ed

avremo

la ricchezza sufficiente a colmare i

(9)

deficit ereditati dai barattieri, ed a riacquistare lanatia prosperità ».

Ha

detto pure: t Chi deve amministrare questa ric- chezza bisogna che abbia la coscienza deldovere

la coscienza del dovere

non

si ha nel foro, se

manca

in casa

depositaria di questa coscienza in casa, do- vrebb'essere la

donna — ma

questadegradataeschiava

non comunica

all'uomo che la irritazione del suostato anormale; quindi conchiude logicamente il Morelli: se si vuol dare la coscienza del dovere e la dignità al- l'uomo, bisogna darla prima alla donna, rilevandola dallo stato di schiavitù nel quale ingiustamente giace, col conferirle tutti i diritti che esercitano gli altri cit- tadini del regno »

.

Da

ultimo egli ha detto: c Ostacolo ad ottenere tali lini in Italiaèilclero cattolico. Se non ancora ilpopolo s'induce a reciderequesto cancrocheglidivorail cuore, almeno in forza del principio della libertà di coscienza, mettiamolo nei limiti degli altri culti, reprimiamone legalmente gli abusi, circoscrivendolo nella chiesa, e togliamogliil pascolo dei morii, adottando invece dei campisauti, che riempionodi

miasma

le città, ilsistema di cremazione usato utilmente dagli antichi Gii e Romani, non che dagli Italiani, fino al quarto se dell'Ora volgare.

Donne, studenti,' giornalistidel liberopensiero,l'ispi- razione del Morelli formulata in questi diseguidilegge è pratica, e concretizza un iutiero sistemachesolo

può

sanarci le piaghe di quello che ora ci tortura, e rial- zarci moralmente ed economicamente in pochi anni.

Egli è stato il primo rappresentante nell'Europa e nel

mondo

intero, che ha osato con audacia senzapari sfidare i pregiudizi dei secoli, e specialmente diquello inettoe ridicolonel quale vegetiamo,portandosul

campo

(10)

7

legaleil fulcro -delle quistioni sociali, che si realizza nell'emancipazione delladonna e dell'umano pensiero.

Io spero, io credo, che questo conato altamente ge- del deputato Morelli, cui si ligano gli interessi iano s

'emondi, nonrimangasenzaeffetto,

come

nonri- inPltl fruttol'opera di coloro,cheapparecchiarono

tQru rivoluzione francese, formulando i dirittidel-

«P'O

rutto il difficileè che laveritàsiconosca;conosciuta .ppena, il suo passaggio dallo stato ideale al reale, è rapidissimo.

Coll'emancipazione della

donna

si darebbe all'Italia l'iniziativa dellapiù granderiforma, ristaurandolasca- duta moralitàdellafamiglia

conla moltiplicazioneed emancipazione dellascuola si animerebbeil genio della gioventù assonnata dai papaveri ufficiali,siscoprireb- bero le minieredella ricchezza,ed usciremmo dalleun- ghie dell'usura straniera

colla limitazione del culto nella chiesascomparirebberodalle nostreviele ridicole ed incomode scene, che al dir del Morelli, tolgonoal- l'industria ed al commercio il meglio del loro tempo, e ci fan sembrare viventi nel medioevo.

Se alle consorterie retrive della

Camera

parrà indi- sc* ?il Morelli, perchè colle sue oneste e patriottiche

(j, i

" le disturba dalla contemplazione del disegnodi

decorticare ilpopoloitalianoconlanuova tassa sulma- cinato;avoi donne, studenti e liberi giornalisticonviene sostenerneepropugnarneiprincipiicon propaganda ani- mata, meeting, petizioni, comitati, e conqualchemezzo valido a produrrre nella coscienza pubblica qualunque forza diopinioneche faobbedirelegislatorie governanti.

Grotta

Monsummano,

6 luglio 1867.

G. Garibaldi.

(11)

DISEGNO

DI

LEGGE PER LA RIFORMA

URLLA

PUBBLICA ISTRUZIOr*

mea

in

-^su— —

,

casa, uo-

?-oliiava

\[ »to

Onorevoli Signori,

Il primo pensierodel sapiente legislatore chiamato a fondare

un

nuovo stato, debba essere quellodiformare la

mente

del popolo ai principii del suo programma.

La mente

individuale e collettiva non s'illumina nesi

forma chenella scuola,quindiil sapientelegislatoredeve far rispondere numericamente emetodicamente questo efficace mezzo di trasformazione ideale allo scopo che

si propone.

Ha

operato cosi il Governo italiano e la

Camera

le- gislativa nello iniziare la grand'operadell'Unità?Chiha coscienza

d'uomo

onesto, di fronte ai fatti deve ri-

spondere che no!

Un nuovo

stato, sorgendo sulle rute cebi» *9 feudatari alla cui testa era il papato,

proponi^*

scalzar questo

come

ostacolo allo sviluppo della *

,

civile e politica, di cui facevasi banditore, e più per la fatalità storica legalizzata dai plebisciti e dai voti solenni della camera legislativa, di dareall'Italia lasua legittima capitale

Roma,

e

trasforma

1 -4 Droprietà- delle

manimorte

in sorgente di vita^moitue econo- mica,avrebbedovuto perlo

meno

prepararsi nel1-pTcV.

ignoranti, la cui superstizione poteva essere ostacoloal

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9

compimento

dei suoi disegni, un'antimurale nella pro- paganda efficace dellascuola gratuitaed obbligatoria.

Ma

sventu uente l'ultimo pensiero del legislatore ita- liano st .a

sostato

questo: imperocché per quanto appare 'ei primi periodi del Governo d'Italia si

fc

"V irato ostile alle

mene

reazionarie del clero,

u

-»nepoiche questopropagavanellascuolado-

4

^ mo

L<iVuto con predilezione, e del difetto numerico, jìcoe metodico della scuola medesima,

non

si è

" o affattocura. Anzi, sesivuol essereveridico,tranne

^oche mutazioni nominali, lo spirito dell'istruzione è stato conservato intattoqualesiereditò dal governo dei tirannelli. Perchè nulla scuolasiè serbatoilcatechismo,

il prete, e tutto ciò che per l'innanzi aveva mantenuta in

una

crassa ignoranza le classipopolari.

E

per avere una pruova di fatto in proposito, mi basta ricordarele tesidiesame che venivano trasmesse dal Ministerodel-

l'istruzione pubblicaai vari Consigli provinciali scola- stici formolate così.Parlate della natura degli angeli. Si discorra del Sacramento dell'Eucaristia, e si parli di Dio sullacena che istituì agli Apostoli!!/

Or, dopo questa prova d'ineluttabile retrivismo, non

dobbiamo

conciliudere, che la scuola ufficialesia nul-

l'altroci fistia della chiesa cattolica?

Ed

è nella

sai

«Uà

'lesacattolicache

può

educarsila

mente

>

«re ai principi della moralitàedella libertà civile?

fnic , non c'illudiamo tra la verità e la

menzogna

non vi è transazione possibile.

Chi vuole l'uomo onesto, il cittadino produttore ed ubbidiente alla legge del dovere, bisogna cheglisiap- parecchino nella TUftlaimezzi d'un istruzione efficace, la

quaL

, ^. enunciaredalla conoscenzadi se stesso, .deve finire nell'attitudine di darsi ragione dei feno- meni morali efisici che si svolgono sottoi suoi sensi.

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10

Quel volere mettere Dio

come

prima base dell'istru- zione, secondo l'usanza dei preti adottata dal governo nostro, è

un

omicidio morale, perchè la creatura, es- sendo preoccupata sindal nascere dall'assurdo dell'uNo uguale a tre, rimane cieca ed ignorante per tutta la vita.

Dio è

un

sovraintelligibile, cui l'uomo

non può

arri- vare mai a comprendere,edel quale acquistasolospa- rute nozioni pel principio di causalità, passando colla riflessione a traversogl'immensi rapporti cosmici. Pre- sentare Dio all'uomo nascente, digiuno di ogni sapere, è lo stesso che allucinarlo per tutta la vita; a quel- l'anima piccina Dio produce lo stesso effettochepruova coluichesiattenta aguardare ilsqle, invecedi restarne illuminato,rimanecieco!

Iocheperpropaganda hosvoltoaltra fiata queste

ma-

terie,

nou

ristarò dal ripetere, che Dio non dev'essere

ilpuntodipartenza,

ma

ilpunto diarrivo,

predicherò sino alla nausea; che Dio dev'essere l'ultima non la prima parola dell'insegnamento1 Quindi il voler

man-

tenere nelle scuole popolari il catechismo ed il prete, non solo è

un

tradimento allacoscienza di un popolo, che ha compiuta la rivoluzioneper passare dagli orrori della superstizione alla luce della verità,

ma

l'è anche

un

'offesa grande alla libertà. Imperocché

un

paese che.

ammette

libertà di culti non deve escluderedallescuole popolari coloro che non credono al cattolicismo, dai ^ a queste un'impronta puramente cattolica,

ma

deve schiudere in esse, secolarizzandole da ogni forma reli- giosa, il seniinaio della moralità e dell'istruzione pu- ramente scientifica e civile.

Oltre a ciò, o Signori, il legislatore italiano

non

ri-

spondeva alle esigenze della istruzionepopolare per di- fetto organico delle scuole, per manumissione della

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11

dignità dei maestri, e pel

numero

ironico delle scuole medesime.

Quando

vediamo lo studio messo dal elencato per circondaredi prestigiolachiesa,cheèlasuascuola, onde illudere la fervida immaginazione delle masse,le quali pertal uopo si rendono volontariamente e diuturna-

mente

sue tributàrie, e poi vediamo le scuole ufficiali del

Regno

d'Italia istallate in luoghi angusti, umidi, talvolta miasmatici, e mancanti dei concreti e deilibri necessari all'istruzione, abbiamo senzadubbioragiondi credere, cheiministeri passatinon hanno agitodi

buona

fede, e con questa larva non han cercato altro che gittar polvere negli occhi dei babbei.

Del

modo

oscenopoiedirriverenteusato versoimae-

stri dei due sessi non è a parlarsene: basta ricordare, che il maestro, quest'apostolo cuiè confidato l'augusto incarico df creare lospiritodell'avvenirenella coscienza delle generazioni, si assimila alle meretrici, chieden- dogliperl'esercizio del suo ministerolafamosapatente, e non si giudichi più

degno

di un servi tor da livrea, dandogli per

emolumento

quel meschinissimo di 50 o 60lire almese.

Per l'Italia questo disprezzo all'intelligenza non è cosa nuova, perchè tranne gli uomini del privilegio, i

.liberi pensatori furono sempredannatiallamiseria, per IfTquale,

quando

non si ebbe il coraggio di morir di fame, la intelligenzao deviò, o siprostituì.

Ma

era spe- rabile che tale miserando spettacolo, il qualenella sto- ria nostra s'elevava

come

un delitto della coscienza nazionale, venisse cancellato dall'opera del governo chiamato ad iniziare una

nuova

óra di riparazione.

Però questa speranza,

come

tant'altre, fallie le appre- ziazioni del governoitaliano sui maestridiscuolae sulle libere intelligenze furono le stesse di quelle del papa.

(15)

12

Io diceva, Signori, che il

numero

delle scuole fon- date dal Governo italiano e dai Municipi! sotto lasua

suprema

direzione era un'ironia; imperocché le scuole debbono rispondere all'esigenze degli analfabeti, e vo- lendostare anchealla statisticapoco esatta delMinistero d'istruzione pubblica, in quelle già fondate ascendenti appena al

numero

diseiosettemila!?

non

solononvièla po^sibiìità locale di farvientrare 17 milionidi discenti,

ma

statuisce

una

marcata ingiustizia,

un

odioso privi- legio, il quale

ammette

taluni all'istruzione, eneesclude la maggioranza, mentre dal primo finoall'ultimo pela- piede da trivio paga allo stato tar*.o di tributi da dar- gli dritto a questo benefizio. Il legislatore giusto

non

volendo imitare l'America, che

impone una

scuola per ogni 300 anime, dovrebbe almeno farne erigere una per ogni 600.

Vi ò anche di più, fra gli errori di quest'importante

ramo

della pubblica amministrazione, e questo consiste nell'avere il legislatore italiano trascurate le categorie, che nella scuola avrebbero dovuto dare completo svol- gimento agl'istinti speciali del nostro popolo, e for- nire cos'i nella varietà dei criterirazionalied economici laveraforza dello stato, laverasorgentedellapubblicae privata ricchezza, dacui solopossono crearsi risorse fi-

nanziarie, costringendocolgenio produttore l'uberifera naturaaprodurre ilcolmo degli spavcntevolidisavvanzi.

Di fatti il nostro popolo è eminentementeagricolo, e di agricoltura nòsiparla nella scuola, nò si presentano col concreto di macchiue e di altro gli splendidi risul- tati che lascienza fa sperimentare ad altre provincie del

mondo meno

fortunate di noi.

InItaliavi è l'accattonaggio sistematico deiduesessi, allevato dal vecchio dispotismo politicoed ecclesiastico colproposito di fardelle

donne

meretrici, e degli uo-

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13 mini tanti truffaldin da galera.

Ebbene

l'unico mezzo per cancellare questa vergogna era quella di creare officiìììdustrali, ove raccolte tali genti e disciplinate al lavoro del capitale privato, avrebbero avuto daali- mentarsi, davestirsi da istruirsi ai doveri morali eci- vili, e mercèilfrazionario risparmio giornaliero, appa- recchiarsi

un

sostegno per l'avvenire.

Di questo potentissimo mezzo moralizzatore il legi- slatore italiano

non

si è dato caso, tanto che puòdirsi che non ha demolito, nè edificato,accettando intorno a questo diJicato argomento, la vietaeredità dei vecchi governoli senza

bemuzio

d'inventario.

Nulla dico poi circa alle prescrizioni regolamentari della scuola. Purché il cittadino impari aleggere, scri- vere, computare, ed a farsi il segno dellasanta croce,si

crede essersi sdebitato verso di luieverso la patria di quantooccorreadessere

uomo

ragionevole e produttore.

No, signori, quest'è

un

altro errore che trascina a funeste conseguenze.

La

scuola debbo far conoscereal- l'uomo che cosa egli è, equale missione debba

adem-

pire sulla terra: Per conseguenzalascuola debbaessere fornita degli scheletri umani, debba avere macchine di fisica e chimica per ispiegarealdiscente i fenomenipiù

comuni

della vita, lascuola deve infine aprireal genio popolare le sorti dell'avvenire, apparecchiando chi

ne degno

aglislanci fortunati, cui finorailprivilegio rese possibili Je alte classi sociali. Sicchépei figli dtllagUba sempre miseri e sempre abbietti sorga nell'animo la voluttuosa speranza, che svolgendo le facoltà del loro spirito, raggiungano

un

giorno anch'essi le alte magi- strature dello Stato.

Quello che io ho avuto l'onore di dirvi intorno alle scuole comuni, va ripetuto ancora pei Licei, Ginuasii, Collegi, scuole Tecniche ed Università. Falsato l'indi-

(17)

14

rizzo in principio, le

medesime

inconseguenze seguono nelle diverse gradazioni di quest'istituzioni.

Tutto vi è imperfettamente organato, tutto sembra disposto al fine di fare degli uomini nascenti non dei libericittadini coscienti del dritto e del dovere,

ma

di formare invece una generazione di sagrestani egoisti, snervati e senza dignità. Questotriste

andamento

della pubblica istruzione diretta dallo Stato, dimostrala ne- cessità logica accennata da tuttiibuoni pensatori, che essendo cioè l'istruzione mezzo all'educazione, e l'edu- cazione tuttaquistioue di famiglia, niun altro avrebbe potuto ben dirigerla quanto i Municipi, che assumono

la civile paternità della famiglia. L'ingerenza dello Stato invece di farbene, fa male, anzi distrugge le fe-

conderisultanzedell'intelligenza coltivata.Quiudi

quando

lo Stato hadatafuoriunalegge, cheregoli l'andamento della pubblica istruzione, il resto debba lasciarsi al

Comune,

ilsolo vivamente interessato perchè essa pro- speri e raggiunga il fine dell'umana perfettibilità.

Da

ciò, onorevoli Signori, io ho desunta la necessità diproporrel'abolizione delMinisterodell'IstruzionePub- blica, ed in questo

medesimo schema

di legge rias- sumere brevemente le

norme

del

come

la istruzione debba esseie regolata nelle sue graduali esplicazioni, sperando che le onorevoli S.V.gli facciano

buon

viso, anche nello scopo di sdebitarci collaNazionedel primo obbligo, che nel rappresentarla, abbiamo solidalmente assunto, di darle cioè l'ideale con

una

istruzione ade- guataalla civiltà, la cui mancanza è genitrice del di- sordine, miseria, e fiacchezzanazionale nella quale do- lorosamente versiamo.

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15

SCHEMA

DI

LEGGE

Art. 1°

Il Ministero della pubblica istruzione e abolito.

Art. 2o

— Sono

aboliti altresìiConsigliscolastici,ed altre consimili istituzioni da esso dipendenti.

Art.

— QV

impiegati dell'abolito Ministero della pubblicaistruzione, che

hanno

capacità spiccata e non ancora raggiunti gli anni della liquidazionedi

una

pen- sione di ritiro, o di altro sussidio sufficiente alla vita, verranno tramutati in altri uffici dello Stato, o racco- mandati ai

Comuni

per utilizzarneilmerito nelle cari- che insegnanti od in quelle dell'ispettorato.

Art..

— La

pubblica istruzione rimane affidata ai Consigli comunali, i quali d'oggi innanzi assumeranno l'obbligo di farla prosperare contuttiimezzi consentiti dalla legge.

Art.

Essiprovvedererannoall'organamentodelle scuole, alla

nomina

degl'insegnanti dei due sessi, ed a quelladei sotto-ispettorimandamentali, iqualiverranno

eletti sempre per concorso, sia di merito, sia d'espe- rimento.

Art. 6°

Essendo le donne più attuose acomunicar

la verità allecreaturenascenti, iMunicipicurerannoche quette fossero preferite nell'insegnamento delle scuole deiltegazzi che non ancora raggiunsero i sette anni.

Art.

Lepatenti diqualunquenaturasonoabolite.

GÌ'insegnanti invece,che dietro il concorsoverranno approvati, riceveranno dal

Comune un

diploma corri- spondente,ed il passaggio degli studentipeigradiacca- demici verrà fatto sul testimonio di

un

semplicecerti- ficato d'assistenza.

Ari.

In ciascuna provinciavisaràunIspettorato

j

generale nominato dal Consiglio provinciale, il quale

(19)

conferirà coi sotto ispettori dei

mandamenti

per sera- prepiù migliorare lo sviluppo dell'istruzione pubblica, specialmente in quei luoghi ove deficienzadi mezzi, o negligenza municipale non facesse prosperarelescuole.

Art. 9u

I sotto -ispettori detteranno due volte la settimana lezione di pedagogia ai cittadini dell'uno e dell'altro sesso, che vogliono imprenderel'ufficiod'inse-

gnanti, j

Art. 10°

— La

istruzionesaràgratuitaedobbligato! a.

Sicché ogni cittadino avràl'obbligo diandare, e di

man-

dare a scuola i figli e dipeiivleuti suoi.

Art. 11°

Coloro che trascureranno qucst' obbligo, saranno prima avvertiti, poscia ammoniti dall'autorità municipale, e da ultimo tradottiinnanzialPretore ur- bano per esser condannati o ad una multarispondente alla loro entità finanziaria, o alla detenzione, la quale si estenderà da cinque giorni ad

un

mese.

Art. 12°

In ciascun

Comune

vi sarà aperta

una

scuola per ogni 600 anime.

Art. 13°

La scuola sarà fondata sempre nel più decente, spazioso e salutifero abitato del

Comune,

ed oltre ai mezziconcretiperimparareilleggere,scrivere e computare, visarannoapparecchi anatomici,onde l'uomo nascente acquistila conoscenzadel proprioorganismoe sappia

come

conservarlo, ~arne igienicamente. Con- terràdel pari in rilievole

cane

geograficheperdargli la nozionedel

mondo

nelquale entranuovoospite,edinfine per fargli conoscere le proprietà dei corpi e spiegarne

ifenomeni, eibisognachevisieno nellascuolamacchine economichedi fisica e chimica. Oltre a ciò gli s'istille-

rannonella

mente

le leggideldovereedeldiritto, per- chè sappia quel che deve, e quel che

non

deve fare.

In

somma

la scuola deve contenere ogni mezzo atto a determinare nell'animo del cittadino nascente gli es-

(20)

17 senziali criteri, che costituiscono la logica della vita.

Art. 14°

— È

vietato insegnarenellascuolail cate- chismo cattolico o di altra religione; nèdi ammettervi all'insegnamento le così dotte suore o figlie della ca- rità, o chi eserciti il sacerdoziodiqualunquereligione.

Art. 15°

Nella scuola debbonsi insegnare i prin- cipi della libertà e moralità civile, che son comuni a

*'«tto il genere

umano.

Ohi vuole la religione la impari nella casa, o nella chiesa.

Art. 16°

Oltre ai io>cuole elementariogni

Comune

avrà una scuola d'agricoltura pratica,e quellimarittimi

una

di nautica, le qualisarannoaperto in tuttiigiorni ed anche le domeniche per l'istruzione diquesteclassi Art. 17°

Nei

Comuni

di sei mila abitanti, visarà pure

una

scuola che raggiunga i gradi della quarta classe.

Art. 18°

Nei

Comuni

di dieci mila abitantiverrà istituita una scuola tecnica, ed un opificio industriale, dove si raccoglieranno gli operai nascentideiduesessi, che

non

hanno

modo

peristruirsied alimentarsi. Il Co-

mune

con capitolati che olirono all'industria privata il

vantaggio di vaste località, quali potrebbero essere i

conventi disabitati,ela forzadi400o500 braccia, met- teranno volentieri

macch

: capitaliesiobbligheranno dalla produzione istruirò, alimentare, vestire, eformare con

un

tenue risparmio giornaliero

un

appannaggio per ciascun di quegli operai,

quando

volessero recarsi fuori lo stabilimento.

Art. 19°

Ciascuna città,che raggiungeiventimila abitanti avrà

un

liceo ed

un

collegio per le classi più agiate, e percoloro che vogliono conseguireigradiac- cademici nelle speciali branche dell'umano sapere.

Dove

vi è la possibilità, il Municipio cureràfareisti- 3

(21)

18

tuire asili infantili, iquali saranno affidati alle cure materne di donne italiane.

Art. 20°

I

Comuni

chevorrannoconservareigin- nasi, collegi e licei fondati dalMinistero dell'istruzione pubblica, dovranno uniformarsi allo spirito della pre- sente legge, secolarizzandone la istruzione.

Art. 21°

IregolamentispecialidellescuoledeiCo- muni, dei collegi, dei licei e ginnasi, scuole tecniche, opifizi industriali ed asili infantili, verrannoredatti, di- scussi ed approvati dai Consigli comunaliequindi pas- sati alla revisionedellaDeputazioneprovincialenel solo scopo di vedere se lalegge fu osservata, sarannomessi inesecuzione.

Art. 22°

Le università rimarranno sotto la giuri- sdizione del Municipio dove esistono.IlConsiglio

comu-

nale assumerà l'obbligo di far che le università ri-

spondano allo scopo della loro istituzione, costituendo in esse la Enciclopediadell'umanosapere, dallacattedra dipedagogiafino all'ultima gradazione accademica dello scibile.

Art. 23°

— Lo schema

pratico dellenozioni antropo- logiche che deveservire di

programma

alprofessore di pedagogia, verrà formolato elementarmente dal corpo accademico,concorrendociascuna specialitàperlaparte che la riguarda.

Art. 24°

Ilmonopoliodellecattedre èabolito. Ogni libera intelligenza che ha titoli sufficienti per montare

una

cattedra, avrà dal

Comune

licenzad'insegnarenelle università, e salvo l'eccezione di qualche illustrazione nazionale,ogni professore riceveràilsoldo corrispondente,

quando

si sarà constatato dall'esperimentodi

un

anno, chesiastatouditoconasseveranzada

non meno

di cin- quantagiovani, e neabbia nudrito bene la

mente

ed

il cuore con lezioni non interrotte e coscienziose.

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(22)

19 Art. 25°

I

Comuni

cureranno chenelleuniversità non

manchi

l'insegnamento delle nuove scienze,

come

sarebbe quello dellaOmeopatia, la quale

come

progre- discenei suoi sperimenti abenedell'umanitàinAmerica, in Germania, in Inghilterra ed in Francia, così deve anche fornire alla nostra penisola i suoi lumi per lo scongiuro dei mali, costituendonell'università italiane, e negli ospedali clinici i mezzi di esplicazioneperrive- lare i veri raccolti dall'esperienza.

Art. 26°

I regolamenti dell'università verranno redatti dal corpo accademico e sottoposti all'approva- zione del Consiglio comunale presso cui

hanno

sede, e riveduà per semplice modalitàlegale dallaDeputazione provinciale,' dopo di che avranno vigore.

Art. 27

Le tasse universitariesono abolite.

I giovani Studenti pagheranno nell'ascriversi fra le classi universitarie50lirepel corso delle lezioni dicia- scun anno. Oltrea questo non sarà esattodaessi altra contribuzione, e daranno gli esami, e conseguirannole cedole, licenze, e lauree gratis.

Art. 28°

Coloro fra gli studenti universitarii,che constatanoautenticamente povertà, verrannodispensati anche dalle 50 lire del corso annuale.

Art. 29°

Sarà espressamente vietato di formolare preventivamente le tesi sulle quali debbonoessere esa- minati gli Studenti.

La Commissione esaminatrice dovrà formolare nella stessa salaaccademical'argomento sucuivuoisilapruova, equand'ancheilgiovanononrispondesseadequatamente alla forinola,

ma

mostrasse d'averecriteri giusti dellamate- riae sveltezzaintellettiva,bisognatenerneildebito conto.

Art. 30°

Nessun giovane Studente dell'università

può

essere obbligatoagliesami annuali. Egli potrà pre- sentatisi

quando

crede.

(23)

20

Art. 31°

— Le domande

per gli esami universitari

i

saranno fatte in carta semplice senza formalità al se- gretariato, il quale avrà cura segnaregl'individui nella lista degli esaminandi.

Art. 32°

Gli Studenti, che invece dei corsi uni- versitari!,frequentano gli studi di privati professori no- tabili, constatatociò, debbonoessereammessiagli esami universitarii, pagando però il contributo di istruzione calcolatopertantiannidi corso, perquantineesigevano

i gradi accademici che cercano conseguire.

Quando

poi ragion di povertà provasse, che qualche Studentedovevaassistereastudiprivatiperfarprocaccio di mezzi alla sua famiglia, questi verrà senza alcuna contribuzione

ammesso

agli esami universitarii.

Art. 33°

LeProvincie che

mandano

i loro figliuoli all'istruzione universitaria, contribuiranno per rate

un

assegnoannuale all'università

medesim

a

quando

risulti che lacontribuzione pei corsi

non

basti alle spese, allo sviluppo, ed al decoro dell'università

Art. 34°

I reclami degli Studenti verranno pre- sentati al

Comune,

il quale curerà far ottenere loro la ragione che meritano.

Quando

riguardano il corpo degli Studenti universi- tari, allora i reclami saranno presentati al

Comune

da

una

commissione non più numerosa di cinque indi- vidui.

Ove

i fatti espostidagli Studenti del corpo universi- tario fossero di tale gravezza da esigere un'inchiesta, allora ilSindaco, dietro parere delConsiglio comunale, ne riferiràsenz'indugioalla Deputazione provinciale, la quale,erettaa Giuri coll'intervento dell'Ispettore gene-, rale, prenderà esame dell'esposto, ed emetterà il suo giudizio.

Art. 35°

Gl'Istituti musicali inforza dellapresente

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(24)

21 legge cadrannotutti sotto lagiurisdizione del

Comune,

e questiprovvederà perchèsi migliorinolesorti dell'arte e degli artisti.

Art. 36°

L'Ispettorato generale avrà due segre- tari, e convocherànella sua sede centrale tuttio parte dei sotto ispettori, che costituiranno

un

Consiglio di Ispettorato,

quando

crede necessario si prendano deli- berazioni prò o contra i Sindaci e Commissionid'istru- zione pubblica delegate dai Consigli comunali.

Art. 37°

Egli,

come

l'uomo della legge, veglierà perchè essa sia eseguita, e

quando

vede che qualcuno dei Municipi ne viola l'applicazione, nefarà prima re- clamo al Sindaco, e poscia, ovequestisene mostri in- dolente, denuncieràifatti alla Deputazioneprovinciale, la quale aprirà un'inchiesta a carico dei disvolenti, e costituita in Giuri amministrativo, li multerà se rei,

corrispondentemente alle gradazioni penali, che ver- ranno stabilite in apposito regolamento redatto per l'esecuzione della legge, ed approvato dal Consiglio provinciale.

Art. 38°

Se nel

Comune

si trovi uno o piùindi- vidui dei

due

sessi, cheall'etàdiotto anni

non

sappia dopo due anni dalla pubblicazione della presente legge leggere, scrivere, e computare, o

manchino

delle co- gnizioni prescrittedalla legge,

quando

ciò sia avvenuto per negligenza del Sindaco o della Commissione prò tempore delegata dal Consiglio, questi saranno

non

solo puniti collapena del carcere,

ma

pagheranno ancheso- lidalmente tanta multa, per quanto è necessario a fare acquistare a quegli individui le cognizioni prescritte dalla legge.

Se poi viene costatato, che il fatto è imputabile ai genitori o a chi ne assume la tutela, questi subiranno

le

medesime

pene.

(25)

«

Art. 39°

Il

Comune

avràaltresì l'obbligo di fare esercitare alla carabina tutti i ragazzi da sette a quin- dici anni il giovedì e la domenica.

La medesima

istituzione si riterrà nei Collegi delle classi superiori.

Art. 40°

Per contribuzione deiComuni, la

Depu-

tazioneprovinciale costituirà

un

largo premio, il quale verrà aggiudicato a coluioda colorocheavrannoscritto

il miglior libro pedagogico, in cui si espongano con

metodo

parabolico ed agevole a svolgere la riflessione dei discenti, le materie prescritte dalla legge, e tutto quello che può rendere l'uomo onesto e laborioso pro- duttore.

Art. 41°

L'Ispettore generale percepirà il soldo di Lire 500 al

mese —

i suoiSegretarineavranno 200 per ciascuno.

Art. 42°

Isoldidell'Ispettorato generaledellapro- vincia verranno contribuiti gradualmente datuttiiCo- muni.

Quelli poi dei sotto -ispettori sarannoa caricodeiCo-

muni

dei

mandamenti

dov'essi esercitanoilloroufficio.

Art. 43° I sotto-ispettori poi avranno il debito di sorvegliare le scuole da essi dipendenti, ed osservare se gl'insegnanti dei due sessi

adempiono

scrupolosa-

mente

il loro dovere.

Art. 44°

Gl'insegnanti deidue sessi percepiranno ciascuno l'emolumento di

non meno

di 100lirealmese, salvo il premio di 100 sino a 500 lire, che consegui- ranno dopol'esame annuale,

quando

sarà pruovato di aver bene istruito

un numero

considerevoledi discenti.

Art. 45°

Quest'aggiudicazione verrà deliberatadalla Commissione delegata dal Consiglio comunale, la quale assumerà duranteilcorso dell'esame, autorità daGiuri.

Art. 46°

Nelle scuole verranno ammessi aiutanti

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(26)

23 dei due sessi alla dipendenza dei maestri nominatiper concorso dal Consigliocomunale.

Questi aiutanti perceperanno la

metà

del soldo dei maestri, e dopo due annidilodevoleesercizio,avranno dritto alla proprietà dell'uffizio.

Art. 47°

— Quando

nel fare i pubblici esami, si ri- veli nei figli del popolo genialità straordinaria per la scienza o p;r l'arte, il Municipio cui appartengono, ne curerà lacompletaeducazione, mantenendoli a proprie spese negl'Istituti dove più inclinano i loro istinti.

'Art. 48°

Quei ricchi proprietari che fonderanno a proprie spese scuoleeopifiziindustriali,verranno salutati benefattori della patria, ed il

Comune

in

una

lapide collocata sulfronte della sua sede, scolpirà il

nome

ed

il beneficio su pietra di

marmo

perchèsianobenedetta dalla posterità.

Art. 49c

Sarà coniata

una

medaglia d'oro, ar- gento e bronzo del merito civile, la quale verrà aggiu- dicataai genitori, ai cittadini, ai maestrideiduesessi, agliartisti, agli scrittori distinti,ed a chiunqnecontri- buisce col suo lavoro al miglioramento dello spirito

umano

ed al benessere morale ed economicodelpaese.

Firenze 18 giugno 1867.

Salvatore Morelli Deputato

(27)

DISEGNO DI LEGGE

Per la reintegrazione giuridica della

Donna

Onorevoli Signori,

Una

delle ragioni

per

le quali l'umanità o non

cam

mina, o procede troppodubbiamente sullavia del pro- gresso, èappuntoquelladiavere spostatocon artificiali sistemi le cosedalla loro sede naturale, e di non avere assegnato a ciascheduna di esse la sfera dei rapporti che le compete. Sicché l'opera del legislatore filosofo per essere oggidì veramente riparatrice, epromuovere

il benessere delle nazioni, fa mestieri che inizii la riforma allo scopo di riordinare elementarmente la spostata situazione giuridica degli enti sociali, onde ciascuno di essi riprenda il suoposto, ecompia laparte che gli convienenellavoro razionaledella vita individua e collettiva.

È

per questa considerazione che io, scorgendo nella

Camera

lagenerosa tendenzadimigliorarelesorti d'Ita- lia, con leggi provvide e conformi alla missioneinizia- trice della terza civiltà del

mondo,

oso presentare alla sua considerazione il presente

schema

di legge riguar- dante i dritti delladonna.

Imperocché son convinto che la sua anormalità giu- ridica sia

germe

al disordine, alle degradazioni e alle lotte deplorabili, nelle quali

non

pureItalia,

ma

la più gran parte dell'umanità

geme

fatalmente dasecoli.

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(28)

Io potreiriassumerein provadei miei detti

una

serie infinita di fatti incontestabili narrati dalla storia,

ma

per nonpeccared'importunità versoisapientissimimiei colleghi rappresentanti, ai quali più che a

me

stesso sononoti, eper

non

prolungare la discussione sopra

un

argomento che laforzadell'intuitoappalesaveroatutti,

mi

limito a certe considerazioni cardinali, che bastano dase stessea convincere

ognuno

dellanecessitàdiprov- vedervi istantemente con

un

atto legislativo.

Voi, signori,

non

potretesconoscere nella

donna

tutte le condizioni, checostituiscono nell'uomo lapersonalità giuridica,e che

ammesse

queste condizioni, non puresi

ha il debito di riconoscerle,

ma

di garantirne lo svol- gimento.

ySe l'umanitàhalavatocontorrenti disanguenell'ul- tima guerra americana l'obbrobrio della schiavitù dei Neri,

come

puòellamaiconsentirepiù alungo laschia- vitù della donna, la quale è la più importante varietà dell'essere umano, anzi è la creatrice, la educatriceed

il

movente

perpetuodiquest'essere?{

Come può

consen- tire checolei chedeve riscuoteremaggiorrispettonella casa e nella società, rimanga destituta dei dritti civili e politici accordati acoloro che ne riconoscono lasu- premazia e la chiamano col

nome

di donna, signora?

Come può

consentireche sineghino alei causa lepre- rogative accordatedalle leggi all'uomo,effetto dellasua contemplazione creativa?

Noi spessodeploriamo neicittadini violazioni al dritto edinadempienza del dovere,

ma non

sappiamo deter- minare l'origine di questi trascorsi ohe disturbanol'or- dine civile.

Ebbene, signori, quei trascorsi mettono capo nel di- sprezzo sistematico, nel quale lasocietàviziata da'pre- giudizi, hamantenuto sin ora il dritto delia donna.

4

(29)

L'uomo

che emosso da lei albene ed al male, Donpo- teva riceverne l'ispirazione al rispetto del diritto pro- prio edaltrui,

quando

ella lo vede sconosciuto e

ma-

nomesso in lei medesima.

Quindidaciòderiva l'inadempienzaaldovere,perchèse lasocietànonloadempieversodilei, tanto

mene

ella

può

inspirarel'uomoad adempierloversoaltrui.Ifiglichecre- scononelle bracciadellemadrischiaveimprontanonella vergine

anima

unacertapassività,cherimaneincancella- bileeli

accompagna

pertutta lavita, anche

quando

nella condizionedi uomini cominciano a godere certe garan- zie all'esercizio deipropridritti, ed allaproprialibertà.

L'uomo

stessoche siconnubiaalla

donna

perquellain- fluenzanaturale che esercitasu di lui, o nesciente, o irritata dallaprivazione deidiritti, trovainlei

un

serio ostacolo che gliene impedisce l'esercizio, lo assonna e

quando

dovrebbeconcorrere volenterosopel bene della Nazione all'urna o pel bene della città al Municipio, egliosvogliatamente o perpreconcetto

manca

aldovere patriottico con grave

danno

dellacosa pubblica.

La chiesa ed il dispotismo corruttori dell'umanità,

quando hanno

sentitoparlaredimoralità edi virtùdel- l'uomo,

non

se ne sono troppo allarmati,perchè ilvero uomo, il più potente uomo, l'Ercole della casa chesi

chiama

donna

destituta di dritto, didignità, e d'intel- ligenza era

un

perennelievito di corruzione, e la sua schiavitù neutralizzava agevolmente nell'uomo l'entu- siasmo della virtù.

Oltre a queste considerazionive ne

hanno

dell'altre che riguardano la giustizia, la decenza ela moralità sociale.

Come

in tutti ipaesi del

mondo,

in Italia la

donna

è considerata

come

l'uomo,

quando

deve faredeisacri- fici verso il

comune

e verso lo stato, Elladeve pagare

(30)

27 tutti i balzelli, che

impone

il governo

ella deve

am-

ministrare i figli alla leva

ella deve dare gli alloggi ai militari

elladeve esserepostasottoprocesso e cat- turata se delinque, e l'equivalente di tutti questi pesi, di tutte queste gravezze deve essere la ridevole rico- gnizione di qualcheprerogativa giuridicamessa nelco- dice per ischerno, e la irriconoscenza totale dei diritti civili e politicicoerentialla personalità d'ogni cittadino italiano. Così la

donna

nellacasa

non

hanome, nel

Mu-

nicipio

non

ha rappresentanza, nella Provincia non ha rappresentanza, nella Nazione

non

ha rappresen- tanza, negli uffici pubblici non haaccesso veruno, dal- l'urnavieneesclusa, dalle cattedre viene esclusa, nello Stato non balena mai

come

altrove la sua figura, di onori pubblici e del merito civile non l'è fatta mai lar- gizione. Se è incontrata sola per via,

un

guardia di P. S.

può impunemente

catturarla sotto pretesto di meretricioecondurlanei sifilicomiiper essere sottoposta alla più turpedelleviolenze, e quindirimanereschiava in quellavergognadelsecolo importataci dallabastarda civiltàstraniera, che si chiama Inpanai oufficiale. CY»-i questa grande leva della decadenza o della civiltà dei popoli rimane ingratamentedestituita diogni garanzia, e nelle sue ore malinconiche maledice la società ed i legislatori che la tengono in una schiavitù, di cui nei riflessi del suo senso

comune

sente tuttoil peso el'in- tensità dolorosa.

Signori, dopotutto questoiovimetto dinanzi

un

di-

lemma:

la

donna

la ritenete percosa o per persona?

Riconoscete o negate in lei lefacoltà tutteche possiede l'uomo? ammetteteo negate inlei la identità del tipo?

ammettete o negate in lei

una medesima

destinazione coll'uomo? Sericonoscete ladonna perpersona, se

am-

mettete in lei le stesse^ facoltà che possiede l'uomo, se riconoscete in leil'identità deltipo rivestito del presti-

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(31)

gio dellagenitura, chelarendepiùmaestosaesolenne, se ammettete nello svolgimento delle sue facoltà,

come

vi

comanda

il

buon

senso, la ragione e la storia, co-

mune

destinazionecon l'uomo,qualeargomento potrebbe affacciarsi pernegare allacreatricedeicittadini, lagiu- ridica caratteristica di cittadino? alla

madre

degli elet- tori, dei deputati, dei ministri il dritto di portare il

voto all'urna, e diesercitare le altre prerogative poli- tiche concesse all'uomo suo

compagno?

Signori, coloroche siopporranno a quest'atto digiu- stiziaverso laschiava biancache ci dàla vita,cieduca, e ci

muove

dal nascere al morire, non potrannoessere che gli eunuchi del Concilio di Trento,

ma

voi sapien- tissimi, che vedete in questo rialzar delladonna

un

incremento di forza, d'attività, d'intelligenza nell'uomo individuo e collettivo, voi

non

sarete fra i pusilli che da questo atto profetizzano disordine nella famiglia e nellasocietà. Il disordine e l'anarchiasonooggiinper- manenza, ed accennano ad

un

decadimentoprogressivo, giusto perchè la

donna

che è il primo ente della vita domestica, è destitutadei suoidritti, e soggiace schiava ed ignorante alla prepotenza dell'egoismo virile.

I disvolenti addurrannocerto, che accordandoquesti dritti alladonna,essasisvierebbedallecuredomestiche, e dall'allevamentoededucazionedeifigliuoli,cuiè prin- cipalmentechiamata dalla natura.

No, dico io, ellaubbidiente pur troppo alle leggidel dovere, tralascerebbe tutto,

come

tralascia il teatroed altre vanità,

quando

la natura legislatrice, le

impone

doversi esclusivamente dedicare agli uffici domestici.

Questo anche avviene pei padri di famiglia.* essi

non vanno

all'urna e

mancano

ai doveri civili e politici,

quando

int«me necessità ne fanno loro divieto.

Poiiodomandereiai signori, ohe veggonoilfinimondo

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(32)

nellareintegrazionedei dritticiviliepoliticidelladonna:

dal medio evo in qua, la

donna

haconseguito qualche diritto; ebbene quale detrimento ne ha avuto la fami- glia ela società? Eccoli: voi l'aveteimparataa leggere, ed essa vi ha diretta meglio la casa, vi ha educato meglio i figliuoli, e vi ha aiutato col suo entusiasmo alle imprese dell'emancipazione nazionale. Voi le avete dato posto sulleliste dello stato civile, l'avete

ammessa

adereditare, ed essa vi ha generosamente risposto,fa-

ceudo balenare nella famiglia

un

certo sentimento di dignità

umana

fin allora sconosciuta affatto, vi ha mi- tigato i costumi, vi hamigliorato l'economia.

Che

cosa dovete attendervi

dunque

dallasua totale emancipa- zione? Moralità, sapienza, forza, ricchezza, ordine, di- gnità, coscienzadel diritto edel dovere, e sviluppodi tutti quei beni che rimasero

un

desiderio vacuo per gl'individui eperlenazioni,dacché la

donna

degradata eridottaletame invece di generare uomini,vennecon- dannata dalla sociale ingiustiziaa generar funghi!

Un

altro argomento su cui si appoggerannogli op- positori sarà quello dell'opportunità. Essi vi diranno:

ma

noi siamo ancora immaturi, i nostri costumi non permettono queste riforme.

y

E

giusto perchè siamo immaturi bisogna riformare, onde raggiungere la maturità. Quale gente più

imma-

turadeiNegrialla libertà,

quando

per mantenersischiavi han versato fiumi di sangue, ed

hanno

massacrati i

maestri di scuola, che sentivano la carità civile d'illu- minarli?^

Con

tuttociò la coscienza della civiltà ameri- cana, che riconoscevail bisogno morale di effettuire quella grande riforma glie l'haimposta con la forza, e vi è rimasta benedetta datutto il genere

umano.

II giorno in cui, onorevoli Signori, sarà emanata la legge che eguaglia la

donna

all'uomo nell'esercizio dei

(33)

dritti civili e politici,torneràilrispettoscambievolefra

i coniugi, l'uno guarderà nell'altro,

non

lo schiavo od

il padrone,

ma

il

compagno

amoroso della sua vita, e quest'armoniadomesticadislagandosinella società,scan- celleràquelle uggiespessofomentatedalladonnaschiava, cherendono l'uomo omicida ed assassinodell'altr'uomo.

* Signori, voci dall'America, vocidall'Inghilterra, voci dalla

Germania

e dalla Francia, vocidatutti gli angol1 della nostra penisola s'elevano per reclamare la solu- zionediquesta quistione umanitaria,egiàqualchePar- lamento ha proposto l'ammissione della

donna

al voto politico. Vi lascerete voi scappardi

mano

l'iniziativa di questa grande riforma?

Toglierete voi all'Italia nostra la gloria di essere la prima ad abolire questa turpe schiavitù? Io

non

l'im- magino, e con piena fiducia mi aspetto dalla vostra saggezza, dalla vostra giustizia, dal vostro spirito di umanità l'approvazione del disegno di legge che ho l'onoredi presentarvi, il cui ultimo articolo quantun- que sembri ridondante, pure ha

un

ligame intimo coi vantaggichesiattendonodall'emancipazione delladonna.

Imperocché mira a correggereunerrore del secolo

ma-

terialista, il quale spende e spande per migliorare le razze dei cavalli e dei bestiami, nulla poi curandosi della crescente degradazione della razza umana.

DISEGNO

DI

LEGGE

Art. 1. Riconoscendo nella

donna

identità di tipo e facoltàeguali all'uomo,giustiziavuolecheessa siaegua- gliata al

medesimo

nei diritti civili e politici.

Quindi le donne italiane, dallapubblicazionedi que- sta legge, sono facultate ad esercitare i dritti civili e

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(34)

31 politicinello stesso

modo

econ le

medesime

condizioni che li esercitano gli altri cittadini del regno d'Italia.

Art. 2. Le divergenze degli interessi, che potranno verificarsi nelpassaggio dal vecchioa questo nuovo re- gime,verrannocomposte edordinatedaappositi decreti.

Art. 3. Tutte le disposizioni del codice e di altre leggi suppletorie, che circoscrivevano e limitavano i

dritti delladonna, rimangono abolite.

Art. 4. Le donne italiane, che si mostreranno più diligentialmiglioramento dellarazzaumana,dando alla patria figliuoli di belli e robustitipi, e li educheranno in

modo

da farli divenire eroi, pensatori e produttori distinti, avranno conferiti dallo Stato titoli di onore, pubblici uffici, ed anche pensioni vitalizie, secondo il

maggior bene che

hanno

arrecatocolla loro opera.

Firenze 18 giugno 1867.

Salvatore MoreIIì, Deputato.

(35)

DISEGNO DI LEGGE

Per circoscrivere II culto cattolico nella Chiesa e sostituire al Camplsantl 11sistema di Cremazione

Onorevoli Signori!

Quello chela storiaimputeràalla nostra generazione

come

colpapiù grave, èilpocorispettousatoalla logica.

Lasciando dall'uri dei lati la lunga serie dei maliche ha derivazione da ciò, richiamo la vostra autorevole attenzione sopra

un

fatto, il quale perchè tropposcan- daloso produce gravi inconvenienze al senso morale, alla salute pubblica, ed alla libertà dei cittadini ita- liani,ereclamadalla

Camera un

sollecitoprovvedimento legislativo.

Il fatto cui io accenno, o Signori, èl'abuso delculto esterno praticato dal clero cattolicoperispirito difana- tismo,e peralimentare lapiù barbara supestizionefra le povere plebi, abusando della loro ignoranzain tutte le città, ivillaggi e le borgatedelnostro Regno,equel che più

monta

la

mano

forte che l'autorità politica gli

concede per dar luogoa tantescene comichee damedio evo investigate dalla volponeria per ismungere oboli dalla scarsella,'dell'operaio, ed imbuirgli la coscienza.

Se abbiamo latolleranza dei cultida cui sono nate

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(36)

33 nel nostro paese le istituzionidichiese diverse, perchè oggimai

una

parte dei cittadini

non

crede al cattoli- cismo; se abbiamo incamerati i beni del clero catto- lico, e sciolte le corporazioni religiose per iscemare la ostile influenza che queste esercitarono per se- coli, oltre alle altre ragioni dipubblico interesse che

si connettono all'avvenire morale ed economico della nazione, siamo ora noi logici permettendo al prete di

Roma

che perturbi loStato coi suoi artifizi settarii, e rinnovi scene grottesche e ridicoleper lepubblichevie delle nostre cittàcon grave detrimentodel commercio, della libertà, dell'ordine, della morale, edella pubblica salute?

Signori, a

me

sembra che no, anzi a

me

sembra che

gli stranieri, i quali vengono a deliziarsi nelle nostre ridenticontrade,

vedendo

sopravviverealla nostrarivo- luzionecotalimascherate da cuida

mane

a sera si deve essere obbligatorio osservatore,edelle quali non rimane più

orma

intutte le città civili d'Europa, debbonore- criminarci non solo d'illogici,

ma

di contraddizione e peggio.

Io diceva l'abuso del clero cattolico nel suo culto esterno offende il commercio, perchè specialmente nei centri più popolosi, ora colle processioni bianche delle innumerisue feste, ora colle processioni neredei fune- ralichesi sogliono moltiplicaree rivestire di tuttoilter- rorismodell'inquisizione,specialmenteinricorrenzeepi- demiche peraccrescere l'intensitàdel male, questi fatti verificandosi nelle vie più commerciate fanno arrestare per ore intere carri ed uomini, e tolgono alla vita in- dustriale il più prezioso del suo tempo.

Io diceva pure che offende la libertà, perchè la pre- potenzaclericale sostenuta dal governo, sia che passi unicamente ilviatico, sia queste processioni di vario

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(37)

34

colore, autorizzaisagrestani che precedono,adimporre

ai cittadini o di cavarsi il cappello,o d'inginocchiarsi

come

tante volte èavvenuto a Napoli, dove perquesto dal 60 in qua sono registrati vari sanguinosiconflitti.

A

ciò si aggiunge, che il suono perenne delle cam- pane accennante d'ordinario ad avvenimenti mortuari, toglie i riposi ed

impone

forzosamente il lutto di pri- vate famiglie ad intere cittadinanze, la qual cosa per

me

è un'ingiustizia ed

un

attentato insiemealla libertà.

Dissi inoltre che l'abuso esterno del culto cattolico offendel'ordine,perchè, aprescinderedalleprovocazioni di cui è causa col suo fanatismo, vi è proprio in se stesso qualche cosadinoiosoed'incompatibileconquel- l'ordine di idee accettato dalla civiltà del

mondo,

ed un pochino anche danoi italiani,

quaudo

nell'entusiasmo di un più lieto avvenire lo stigmatizzavamo d'anacro- nismo.

Il culto cattolico offende la morale, perchè colle sue molteplici feste, che sono per la chiesa un argomento di utilità, distoglie dal lavoro i miseri credenti per mendicare due terzi dell'annochenon producononulla, o alimentarsi colla prostituzione.

Dissi da ultimo che offende la pubblica salute, per- chè ai mali naturali da cui è afflitta questa disgraziata generazione, si aggiungono gli artifizi di tante appari- zioni lugubri che spengono nel cuore gli ultimi raggi della speranza.

Chi si trovò in Napoli nell'ultima invasione colerica può testimoniare, che furono più le morti prodotte dal clero cattolico con le paure delle sue processioni fu- nebri, scampanìi e cantilene, che da

mane

a sera as- sordavanoeriempivanodi lutto e di terrorequel vasto paese, delle avvenute per forza epidemica. Passandoai cimiteri dove il clero cattolico raccoglie la più ricca

4

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(38)

35 suamesse, senza parlare delleprofanazionicuidàluogo,

il sistema dei campisanticollocati in siti vicini all'abi- tato, è difettoso in

modo

da dare sviluppo a queimia- smi dai quali si genera quella serie di malanni che ha infiacchita la nostra salute.

Finché il fanatismo

adombrò

le menti in

modo

da negligere i vivi per darsi tutto col pensiero ai morti, sicchéipiù ridenti sitiele migliori ricchezze venivano spese pei campisanti,lacosa era in qualche

modo

giu- stificabile,

ma

orache questo fanatismo si è visto

mi

cidiale all'umano consorzio, e la ragioneimponeinvere laconservazionedella vitaspecialmente della classi pro- duttrici, reiette finora econdannate dalla sociale ingiu- stiziaa vegetare miseramente

come

belve nei siti più malsani delle città e delleborgate, oggi non è più le- cito mantenereillusso dei campisanti, e bisogna ricor- rere ad un sistema più ragionevole, perchè più utile alla pubblicasalute epiù consolante per le famigliedei defunti.

Il sistema che io invoco, o Signori, è il sistema di cretnazìnne detto dai latinicremandivclcomburendi, san- zionatoda

Numa,

dalle leggi delle dodici tavole, econ- servato fino al quarto secolo deliaChiesa Cristiana, la quale poi lo inverti nel rovinoso sistema dei sepolcri in chiesa e dei campisanti, chi dice perchè erasi per- duto il

modo

di lavorare Vamiantoy entro cui racco- glievansi dal rogo le ceneri dei trapassati e si presen- tavano, sacre reliquie, ai parenti, ed i più severi poi giudicano essere stata una delle arti questa del elen- catoper mantenere nelle città, nei villaggie nellebor- gate quel fomite di malessere che ha generato tante nuove epidemie.

Pertutte le esposte ragioni,essendo per noi dovere imprescindibile quello di spulezzare i nostri costumidi

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