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Nel corso del tempo, si sono sviluppati vari strumenti che hanno permesso di andare a valutare la propensione al disgusto. Qui di seguito, sarà possibile comprendere la loro progressiva evoluzione.

Il sistema di classificazione e valutazione della propensione al disgusto più diffuso fino ad oggi è stato descritto da Haidt, McCauley e Rozin (1994), i quali hanno realizzato la Disgust

Scale (DS), uno strumento a 32 item che permette di misurare le risposte soggettive di

ciascun individuo di fronte a degli stimoli elicitanti il disgusto, i quali sono stati suddivisi in 8 domini:

1. Cibo avariato;

2. Animali che vivono in condizioni sporche;

3. Prodotti del corpo (es. feci, muco, odori del corpo); 4. Ferite del corpo;

5. Morti e cadaveri;

6. Comportamenti sessuali inappropriati; 7. Violazione delle pratiche igieniche;

8. La “magia simpatica” che si manifesta di fronte a stimoli non infettivi che però assomigliano a contaminanti (es. caramelle a forma di feci) o che in passato sono stati a contatto con dei contaminanti (es. un maglione indossato da una persona malata).

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Inoltre, sulla base di ciò, è stata suggerita l'esistenza di quattro domini del disgusto (Rozin et al., 2000):

1. Core disgust: insorge di fronte ad una minaccia reale o percepita di incorporazione orale di alcune sostanze potenzialmente pericolose oppure, in generale, può nascere quando il soggetto si sente offeso da parte di alcuni alimenti, animali o prodotti del corpo, infatti, lo scopo del core disgust è quello di proteggere il soggetto da tali stimoli. Il core disgust si è sviluppato come risposta adattiva quando l’uomo è divenuto onnivoro e ha allargato la propria dieta sperimentando nuovi cibi potenzialmente pericolosi (Haidt et al., 1997). Tra i domini specifici del core disgust c’è quello relativo agli animali: di solito, l’uomo tende a cibarsi solo della carne di animali che si trovano a una distanza intermedia dall’uomo; il disgusto viene invece esperito di fronte al cibarsi di carni di animali troppo lontani dall’uomo (es. roditori, insetti) o troppo vicini ad esso e con cui si possono instaurare dei legami affettivi (es. primati, animali domestici) (Tambian, 1969).

2. Animal-reminder disgust: insorge quando il soggetto si trova di fronte a quegli stimoli che ci ricordano la nostra natura animale e la nostra mortalità. Infatti, alcuni stimoli che elicitano questo tipo di disgusto sono le pratiche sessuali, la cattiva igiene, la morte e le azioni/oggetti che potrebbero lesionare o violare il corpo;

3. Disgusto interpersonale: è suscitato dal contatto con individui indesiderati (es. persone sconosciute, malate, immorali) e serve per proteggere il singolo individuo e anche l'ordine sociale;

4. Disgusto socio-morale: insorge di fronte alle violazioni morali che rivelano che una persona è priva dei valori umani e serve per proteggere l’ordine sociale.

L'avversione a questi quattro domini del disgusto può essere acquisita attraverso delle esperienze di apprendimento e infatti, ognuno di questi domini si sviluppa in momenti diversi nel corso della vita del soggetto: il core disgust, in quanto “disgusto fondamentale”, è acquisito precocemente per promuovere l'allontanamento da agenti patogeni attraverso il rifiuto orale, invece, gli altri domini del disgusto sono acquisiti in periodi successivi dello sviluppo (Stevenson et al., 2010).

Tuttavia, esistono dei problemi non trascurabili che limitano l’utilizzo di questa scala (Olatunji, & Sawchuk, 2005).

Un primo problema si riferisce al dominio dell’animal-reminder disgust, per il quale esiste ancora troppo poco supporto teorico, empirico e pratico. Secondo Rozin et al. (2000), l'uomo

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prova disgusto verso quelle caratteristiche della propria natura umana che lo fanno sentire debole e mortale; in un certo senso, "il disgusto può essere inteso come una difesa contro la paura universale della morte". Tuttavia, questa prospettiva può essere interrogata su più fronti:

 Non è ancora ben chiaro come la risposta di disgusto possa svolgere la funzione di alleviare la paura universale della morte o neutralizzare il ricordo dell'appartenenza degli esseri umani al regno animale;

 Non è ancora stata dimostrata empiricamente l'esistenza di un dominio dell’animal- reminder disgust composto dal disgusto verso la sessualità, la morte, le violazioni del corpo e l’igiene, infatti, queste quattro categorie sono separate e modestamente correlate tra loro;

 Da un punto di vista evolutivo, non ci sono abbastanza prove per poter affermare che le persone evitino di ricordare la propria natura animale per necessità di sopravvivenza (Bloom, 2004; Fessler, & Navarrete, 2005; Royzman, & Sabini, 2001). Infatti, l’evidenza dimostra che gli esseri umani

o Sembrano apprezzare le frasi in cui vengono fatti confronti con gli animali (es. "coraggioso come un leone", "saggio come un gufo");

o Non sembrano essere evitanti o disgustati da quei comportamenti che vengono messi in pratica sia dagli esseri umani che dagli animali (es. dormire, respirare, saltare e camminare);

o Accolgono calorosamente gli animali all’interno delle proprie case, rendendo così meno netta la linea di confine tra gli esseri umani e gli animali.

Un secondo problema riguarda il fatto che non è ancora chiaro se i domini proposti da Rozin et al. (2000), siano concettualmente distinti tra loro. Infatti, il core disgust protegge l’individuo dalle malattie, ma possiamo notare che le risposte di disgusto nei confronti del rischio di sviluppare una malattia sono classificate anche negli altri domini, per esempio:

 I cadaveri, le ferite del corpo e la scarsa igiene sono delle fonti di infezione e di malattia che però rientrano nel dominio dell’animal-reminder disgust;

 Gli individui indesiderati e portatori di malattie rientrano nel dominio del disgusto interpersonale.

Nonostante ciò, le sottoscale del disgusto sono trattate come se fossero empiricamente e teoricamente distinte (Calde et al., 2000; Goldenberg et al., 2001; Rozin et al., 2005; Troop et al., 2000).

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Un terzo problema è emerso quando le analisi quantitative hanno rivelato che gli item relativi a reati morali non covariavano con gli altri item, cosicché il dominio morale è stato rimosso. Per poter migliorare la DS, Olatunji et al. (2007) hanno rimosso gli item problematici (in tutto, 7 item):

 Sono stati rimossi gli item con bassa affidabilità;

 Sono stati rimossi gli item del dominio sessuale (es. "credo che le attività omosessuali siano immorali") perché i 4 item che misuravano le reazioni di disgusto ai comportamenti sessuali non erano coerentemente connessi con gli altri 7 sottodomini del disgusto, probabilmente perché i comportamenti sessuali immorali possono suscitare altre emozioni oltre al disgusto, tra cui la rabbia.

Questa revisione della DS ha portato alla nascita della Disgust Scale-Revised (DS-R), una scala molto più attendibile e valida di quella originale e costituita da 25 item. Questa tiene in considerazione un punteggio totale e valuta 3 domini di disgusto altamente correlati tra loro:

 Core disgust (es. "stare per bere un bicchiere di latte che ha un odore cattivo", "vedere dei vermi sopra un pezzo di carne che sta all’interno di un secchio dell’immondizia");  Animal-reminder disgust (es. "vedere i visceri di un uomo dopo un incidente",

"prendere con le tue mani il corpo morto del gatto di un tuo amico");

 Contamination-based disgust (es. "un amico ti offre un pezzo di cioccolato a forma di feci di cane"; "prendi un sorso di soda e ti rendi conto che hai bevuto dal bicchiere di un’altra persona").

Successivamente, Tybur, Lieberman e Griskevicius (2009) hanno messo in evidenza delle limitazioni teoriche della DS-R che rendono problematico l’uso di questa scala:

 Il sostegno teorico ed empirico nei confronti del dominio dell’animal-reminder disgust è molto debole;

 I 3 domini del disgusto possono essere meglio spiegati come fattori che segnalano la presenza di agenti patogeni, piuttosto che essere considerati come aspetti teoricamente distinti del disgusto;

 La DS-R ignora altre categorie di stimoli che provocano reazioni di disgusto, come gli atti sessuali e le trasgressioni morali.

Sulla base dei limiti della DS-R, Tybur et al. (2009) hanno recentemente proposto un nuovo modello per la valutazione delle differenze individuali del disgusto che viene chiamato

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“Modello di adattamento al disgusto” e che è stato creato prendendo in considerazione le pressioni della selezione naturale nel corso della storia evolutiva dell’uomo. Quindi, il disgusto, piuttosto che svolgere funzioni astratte legate alla protezione della persona o a evitare i ricordi della nostra natura animale, si è evoluto per motivare soluzioni comportamentali a più distinti problemi adattativi. Sulla base di ciò, sono stati individuati tre tipi di disgusto, ciascuno funzionalmente specializzato per l’adattamento del soggetto:

1. Disgusto patogeno: serve per motivare l’allontanamento dalle sostanze contaminanti e dagli agenti patogeni che potrebbero aumentare il rischio di contrarre una malattia. Siccome negli ambienti ancestrali, i microrganismi infettivi rappresentavano una minaccia costante per la sopravvivenza e la riproduzione dell’uomo (Maynard Smith, 1978; Tooby, 1982), la selezione naturale ha favorito lo sviluppo di meccanismi che proteggono l’uomo da tali microrganismi: in primis, ha messo a disposizione il sistema immunitario fisiologico che attacca gli agenti patogeni quando entrano a contatto con il corpo (Delves et al., 2006), in secondo luogo ha permesso lo sviluppo del disgusto patogeno, che funge da "sistema immunitario comportamentale", in quanto impedisce il contatto e l’ingestione degli agenti patogeni, motivando l’allontanamento dagli stessi (Schaller, 2006; Schaller, & Duncan, 2007).

Gli stimoli che elicitano il disgusto patogeno sono quindi tutte quelle sostanze patogene e infette che potrebbero aumentare il rischio di contrarre una malattia, e tra queste ricordiamo:

 Gli stimoli che elicitano il core disgust: gli alimenti andati a male, gli animali e i prodotti del corpo;

 Tre dei quattro stimoli che elicitano l’animal-reminder disgust, che sono considerati anche come fonti di malattia: cadaveri, individui con scarsa igiene e violazioni del corpo.

 Gli stimoli che emettono gli stessi segnali visivi, olfattivi, tattili o uditivi di un agente patogeno che ha giocato un ruolo importante nel nostro passato ancestrale, ma che oggi è privo di agenti infettivi (es. vomito di plastica o caramelle a forma di feci) (Haidt et al., 1994).

2. Disgusto sessuale: serve per motivare l’allontanamento del soggetto da partner sessuali biologicamente inadeguati e per evitare comportamenti sessuali non convenzionali o potenzialmente dannosi che metterebbero in pericolo la propria sopravvivenza e il proprio successo riproduttivo nel lungo termine. Quindi, gli atti

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sessuali e i partner sessuali considerati inadeguati sono una categoria specifica di stimoli che elicitano il disgusto (Haidt et al., 1994).

La selezione naturale ha messo a disposizione del soggetto due grandi dimensioni, necessarie per la scelta dei partner sessuali adeguati per garantire il successo riproduttivo (Jennions, & Petrie, 2000; Neff, & Pitcher, 2005):

 Qualità intrinseca del partner: permette di scegliere il partner sulla base di alcune caratteristiche, indipendenti dalla compatibilità genetica, quali per esempio la simmetria corporea, l'attrazione facciale e la forma del corpo che vengono usate sia dalle donne che dagli uomini per valutare l'attrazione verso l’altro (Grammer et al., 2003; Singh, 1993; Thornhill, & Gangestad, 1993, 2006);

 Compatibilità genetica: maggiore è la somiglianza genetica di un potenziale partner con se stessi, minore è il successo riproduttivo, infatti, se i familiari più vicini (es. fratelli, genitori, figli) possedessero delle qualità intrinseche desiderabili in un partner, non sarebbero partner adatti per l'accoppiamento, perché il legame tra consanguinei aumenta la probabilità di produrre una prole meno sana (Bittles, & Neel, 1994; Charlesworth, & Charlesworth, 1999; Haig, 1999).

Quindi, se la qualità intrinseca e la compatibilità genetica con un altro soggetto sono alte, questo dovrebbe essere scelto come partner sessuale e la lussuria è l’emozione che serve per motivare l’accoppiamento; al contrario, se la qualità intrinseca e la compatibilità genetica con un altro soggetto sono scarse, questo dovrebbe essere evitato come partner sessuale e il disgusto è un'emozione idonea a svolgere questa funzione (Lieberman, 2006).

Il disgusto sessuale può essere quindi identificato come:

 Una reazione ad un contatto sessuale indesiderato (Tomkins, 1963);

 L’antitesi dell’aspirazione sessuale (Koukounas, & McCabe, 1997; Vonderheide, & Mosher, 1988);

 Una risposta prototipica che si manifesta quando gli individui sono invitati a immaginare il sesso con i propri familiari (Ackerman et al., 2007; Fessler, & Navarrete, 2004; Haidt, 2001; Lieberman et al., 2007; Westermarck, 1891/1921).

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Bisogna però precisare che il disgusto che motiva l’allontanamento da partner sessuali e comportamenti sessuali inadeguati è un problema di adattamento separato e diverso dal disgusto che motiva l’allontanamento dagli agenti patogeni, per due differenze fondamentali:

 Nel caso del disgusto patogeno, il rilevamento degli agenti patogeni si basa su segnali quali il pus e il cattivo odore, invece, nel caso del disgusto sessuale, la valutazione dell'idoneità del partner dipende da altri segnali, molti dei quali non sono deputati all'abolizione degli agenti patogeni (es. vedere la cura di una madre per un neonato) (Lieberman et al., 2007);

 Nel caso del disgusto patogeno, gli individui e gli oggetti che portano al rischio di infezione dovrebbero motivare l’allontanamento dagli stessi, invece, nel caso del disgusto sessuale, un individuo considerato come partner sessuale inadeguato, dovrebbe motivare l’allontanamento nel contesto dell'accoppiamento, lasciando però aperta la possibilità di altre interazioni sociali, come l’amicizia, l’appartenenza al gruppo e lo scambio sociale. 3. Disgusto morale: serve per evitare i rapporti sociali con coloro che violano le norme

sociali e usano comportamenti antisociali (es. mentire, rubare, imbrogliare, uccidere, denigrare, danneggiare) che potrebbero danneggiare non solo se stessi, ma anche le relazioni di cooperazione, la coesione e le reti sociali all’interno del proprio gruppo sociale (Cottrell, & Neuberg, 2005; Haidt et al., 1994; Nabi, 2002).

Nel corso del tempo sono stati condotti degli studi che hanno confermato l’associazione tra i comportamenti antisociali e le reazioni di disgusto: un campione di studenti australiani che è stato sottoposto alla lettura di vignette che rappresentavano crimini, traffico di droga, frode o furto, ha formulato più parole di disgusto in un compito di completamento del linguaggio, rispetto al gruppo di controllo (Jones, & Fitness, 2008). Questa associazione tra comportamenti antisociali e disgusto non è esclusiva per le culture occidentali che parlano inglese, ma è generalizzabile anche in altre culture: Haidt et al. (1997) hanno riferito che, quando venne chiesto di generare una lista di stimoli elicitanti il disgusto, una donna ebrea di Israele citò alcuni politici, uno studente giapponese di Hiroshima citò l’abuso verbale e uno studente inglese di Chicago citò l’abuso di minori.

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 Dopo aver ascoltato una storia che conteneva trasgressioni morali (es. rubare, dire bugie), i bambini mostrano un’espressione facciale di disgusto e sperimentano anche un certo livello di disgusto fisico nei confronti di tali trasgressioni (Danovitch, & Bloom, 2009);

 Dopo aver letto le azioni immorali commesse da criminali, i soggetti hanno trovato in modo più accessibile parole di disgusto e di pulizia in un compito di completamento di parole (Jones, & Fitness, 2008).

Inoltre, gli studi sul comportamento suggeriscono che il disgusto non viene usato solo per descrivere le trasgressioni sociali, ma rappresenta una risposta verso più stimoli tra cui l'infezione, l'incesto e l'iniquità (Bloom, 2004; Nabi, 2002).

Questa ipotesi può essere confermata da uno studio condotto da Schaich Borg et al. (2008) con la risonanza magnetica funzionale (fMRI), secondo il quale è emerso che gli atti legati all'agente patogeno, gli atti incestuosi e le violazioni socio-morali attivano una rete di regioni cerebrali associate al disgusto, come il globo pallido, il putamen, il caudato e l’amigdala.

Alcuni studi hanno anche constatato che il disgusto morale può anche essere suscitato dai comportamenti sessuali che violano importanti regole socio-morali: un comportamento sessuale poco consono alle regole morali viene sperimentato come una trasgressione e suscita disgusto morale rivolto a se stesso, al comportamento osservato o al trasgressore (Koukounas, & McCabe, 1997).

Inoltre, sono state mosse delle ipotesi a livello ontogenetico, riguardanti lo sviluppo di questi tre domini del disgusto nel corso della vita dell’individuo: si presume che il disgusto patogeno si sviluppi prima del disgusto sessuale (per esempio, prima della pubertà) perché i comportamenti per allontanare gli agenti patogeni sono necessari ben prima dei comportamenti che guidano la scelta del partner. Invece, per quanto riguarda le forme di sviluppo del disgusto morale potrebbero variare in relazione al tipo di interazione sociale usata in quel momento (per esempio, scambio sociale diadico vs formazione di coalizione). Insieme al modello di adattamento del disgusto, Tybur, Lieberman e Griskevicius (2009) hanno anche sviluppato la Three Domains of Disgust Scale (TDDS), ovvero un questionario self-report a 21 item che permette di misurare la propensione al disgusto su una scala Likert a 7 punti che va da 0 (per niente disgustoso) a 6 (estremamente disgustoso) e che presenta una struttura fattoriale, infatti, risponde ai rispettivi domini del disgusto, sulla base dei

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segnali patogeni (es. pestare le feci di un cane), degli atti sessuali (es. udire due sconosciuti durante un rapporto sessuale) e degli atti morali (es. ingannare un amico).

Infatti, possiamo notare che la TDDS, a differenza del DS-R, oltre al disgusto patogeno, riconosce anche il disgusto sessuale e il disgusto morale come domini adattivi fondamentali del disgusto. La valutazione delle reazioni di disgusto sugli atti sessuali e sulle violazioni socio-morali è coerente con i lavori precedenti che dimostrano che gli stimoli elicitanti il disgusto sono estesi dagli alimenti contaminati al dominio sociale (Haidt et al., 1997).

Nel corso del tempo, sono stati condotti degli studi che hanno permesso di esplorare la diversità dei tre domini del disgusto della TDDS in relazione ad altri costrutti convalidati, permettendo così di fornire ulteriori prove di validità discriminante e convergente dello strumento. Infatti, le tre scale della TDDS, in particolare il disgusto morale, sono relativamente distinte tra loro e ciò supporta la struttura a tre fattori della TDDS, di cui abbiamo ampiamente parlato.

Tra questi studi, possiamo citare quello condotto da Olatunji et al. (2012) che hanno sostenuto il modello a tre fattori, dimostrando che il dominio del disgusto patogeno e del disgusto sessuale presentano rispettivamente delle correlazioni molto forti e moderate con la paura di contaminazione e i sintomi ossessivo-compulsivi di lavaggio, mente il disgusto morale non è correlato a nessuno di questi costrutti.

Coerentemente a tali risultati, Tybur, Griskevicius e Lieberman (2009) hanno riscontrato che soltanto il dominio del disgusto patogeno e del disgusto sessuale presentano una correlazione positiva con la percezione della vulnerabilità alla malattia (PVD, Faulkner et al., 2004) perché, come abbiamo visto prima, entrambi i domini motivano la persona ad allontanarsi dagli agenti patogeni portatori di malattie e dai partner sessuali che porterebbero ad un rischio di malattie sessualmente trasmissibili. Invece, il dominio del disgusto morale non è associato alla percezione della vulnerabilità alla malattia, semplicemente perché non è correlato all'eliminazione di minacce patogene.

Inoltre, possiamo notare che l'emozione del disgusto è vissuta più intensamente della rabbia in risposta agli agenti patogeni e agli atti sessuali inappropriati; invece, l’emozione della rabbia è espressa più intensamente del disgusto in risposta alle trasgressioni socio-morali. Tuttavia, la scala del disgusto morale della TDDS non sembra chiaramente valutare le reazioni di disgusto alle violazioni socio-morali, probabilmente perché di fronte alle trasgressioni socio-morali, il soggetto può evocare un misto di emozioni quali rabbia e

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disgusto, quindi il disgusto può essere considerato come un artefatto dell'intensità della rabbia che si esprime verso tali trasgressioni (Horberg et al., 2009).

In generale, quindi, la TDDS si è rivelata un ottimo strumento in grado di misurare in modo valido e attendibile le tre principali dimensioni del disgusto proposte dal modello di Tybur et al. (2009).

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CAPITOLO 3

STUDIO SPERIMENTALE

3.1 LO STUDIO

Tenendo presenti le considerazioni effettuate nei precedenti capitoli e i risultati delle precedenti ricerche riguardanti la paura della contaminazione e il ruolo del disgusto, possiamo ipotizzare che il disgusto sessuale e morale giochino un ruolo particolarmente importante nella contaminazione mentale (e non nella contaminazione da contatto). Infatti, anche Rachman (2004, 2006) ha precedentemente ipotizzato che il disgusto per se stessi che il soggetto vittima di abuso sessuale, di umiliazioni o tradimenti, o in generale che abbia avuto pensieri, fantasie o immagini a contenuto sessualmente inappropriato o immorale, possa attivare lo stato di contaminazione mentale.

Però, fino ad ora, nessun studio presente nella letteratura ha valutato l'eventuale diverso ruolo che il disgusto patogeno, sessuale e morale hanno nella contaminazione da contatto e nella contaminazione mentale. Infatti, lo studio presente è stato condotto con gli scopi di:

1. Verificare l’ipotesi che il disgusto patogeno sia particolarmente correlato con i sintomi di contaminazione da contatto e che quello sessuale e morale siano correlati con i sintomi di contaminazione mentale;

2. Verificare che il disgusto patogeno abbia un ruolo predittivo rispetto ai sintomi di contaminazione da contatto, mentre quello sessuale e morale abbiano un ruolo predittivo rispetto ai sintomi di contaminazione mentale, pur controllando statisticamente i livelli di ansia e depressione.

3.2 METODO

3.2.1 Partecipanti

Sono stati reclutati 35 partecipanti con diagnosi di DOC afferenti all’Istituto di Psicologia e Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva (IPSICO) di Firenze per un adeguato trattamento.

I partecipanti sono stati esclusi dallo studio se avevano meno di 18 anni, o se mostravano

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