• Non ci sono risultati.

Disposizione dei membri alla vita associativa

Nel documento Nuove identità e secolarizzazione (pagine 139-142)

ANALISI DEI QUESTIONARI INDIVIDUALI

4. Disposizione dei membri alla vita associativa

Al fine di conoscere la precedente vita associativa dei membri e gli eventuali mu-tamenti intervenuti a seguito della conoscenza della G.F.U., è stata inserita una batte-ria di domande (dalla 14 alla 26) sulle esperienze e adesioni ad altri gruppi ed asso-ciazioni prima e dopo l'adesione alla G.F.U. Il risultato è interessante. Infatti ne viene che solo il 28% dei rispondenti ha aderito ad un'altra organizzazione prima di cono-scere la G.F.U. (domanda 14), e fra questi il 28.6% solo ad una, il 32.1% a due, il 7.1% a tre (domanda 15).

Dalla domanda 16 vediamo inoltre che l'interesse dei soggetti è sempre rimasto inalterato: infatti, l’89.3% dei rispondenti indica una appartenenza passata ad altre organizzazioni spirituali/religiose di tipo: cattolico, massonico, acquariano e buddista (domanda 19). Molto meno presenti risultano gli interessi culturali (28.6%) e artistici. Praticamente assenti quelli di natura socio-politica e sindacale.

Molti (il 64.3% di chi ha risposto) dichiarano inoltre di essere stati membri attivi nelle associazioni cui erano precedentemente affiliati; cosa che mostra un interessa-mento marcato per le tematiche di natura spirituale (domanda 18).

Invece l'interesse per la politica è scarso. Alla domanda 29, che mirava ad accer-tare l'intensità dell'interesse per i problemi politici del proprio paese, il 26.0% non ha risposto; e dei rimanenti il 40.0% si dichiara poco interessato, il 22.0% non interes-sato, e solo il 12.0% molto interessato.

Ma se, come abbiamo visto, la disposizione dei membri alla vita associativa risulta particolarmente bassa, dopo l'esperienza nella G.F.U. essa addirittura decresce. Tro-viamo infatti (domanda 20) solo un 17% interessato a esperire nuove forme associa-tive.

Se vogliamo delineare un'immagine dell'attivista G.F.U. che questi primi dati ci suggeriscono possiamo allora dire così:

138 Capitolo VII - Analisi dei questionari individuali

1) l'attivista G.F.U. è, in un certo senso, vergine, ossia incontra la dimensione asso-ciativa per la prima volta nell'organizzazione alla quale tuttora appartiene; 2) egli inoltre è pienamente gratificato da questa appartenenza, non provando alcun

desiderio di nuove incursioni nella socialità;

3) nel grado in cui egli ha avuto esperienze associative precedenti, è un soggetto che palesa non generici bisogni di socialità, ma un interesse già definito ed organizzato per gli aspetti spirituali o religiosi della vita. Tanto è vero che quasi tutti quelli che hanno avuto esperienze associative dopo il contatto con la G.F.U., le hanno avute nello stesso ambito religioso-spirituale (domanda 24).

Tutto questo è sufficiente, perlomeno nel caso della G.F.U., a mettere in dubbio l'idea diffusa secondo la quale i nuovi gruppi di natura spirituale sarebbero in buona sostanza ricettacoli di transfughi da esperienze di natura diversa, quasi che il ritiro nel mondo dello spirito fosse un balsamo per le delusioni e i disinganni della vita attiva. Molto significativo è il dato relativo al precedente impegno politico, tanto basso da non poter in nessun modo far pensare alla sindrome di alternanza tra felicità “pub-blica” e “privata” (Hirschman 1983) (4).

La G.F.U., comunque, continua per i più a rappresentare il luogo privilegiato della identificazione. Tra coloro infatti che si sono avvicinati ad altre esperienze il 41,2% (domanda 22) continua a sentire la G.F.U. come la più importante.

Se è vero inoltre che questo movimento non pesca soltanto nel milieu associativo cattolico (dei gruppi spirituali/religiosi di provenienza, quelli cattolici sono menzio-nati nel 33.3% dei casi, ma i gruppi acquariani sono menziomenzio-nati nel 20.8% dei casi, e lo stesso vale per la massoneria), è anche vero che esso modifica sensibilmente i modi di accostarsi alla spiritualità e di viverla. Infatti, dopo l'entrata nella G.F.U., cala l'a-desione ai movimenti cattolici, ora menzionati solo nel 13.3% dei casi. Cresce invece l'adesione alle religioni orientali: al buddismo, menzionato nel 26.7% dei casi, e ancor di più all'induismo, menzionato nel 33.3% dei casi (domanda 26).

Il distacco dal cattolicesimo e l'avvicinamento al buddismo e all'induismo sono interpretabili alla luce della dottrina della G.F.U. che, presentandosi come un supera-mento e una sintesi delle religioni professate nel mondo, accentua gli aspetti “formali” a scapito di quelli “contenutistici”, l'esperienza mistica e le pratiche del corpo e della mente piuttosto che i dogmi; ed è per ciò più simile alle religioni orientali, con le loro molteplici vie della conoscenza di Dio, che a quelle del Libro: in questo molto “New Age”, se è vero che in tale corrente:

(...) l'itinerarium mentis ad Deum si muove in avanti secondo questa concatenazione: crisi della ragione-rinascita dell'intuitività e dell'immediatezza-riscoperta di Dio nel mondo/mistica naturale e orientalizzante (Terrin 1993: 83).

Inoltre, accanto al gusto di una religiosità depotenziata a congiunzione psico-fisica con il cosmo e di un divino non corrusco ma materno, attingibile con la pratica di

4. La provenienza “politica” degli aderenti ai N.M.R. è stata sostenuta da diversi autori fra i quali Kent (1988). Altri autori invece sostengono che solo una minoranza degli adepti ai N.M.R. proviene da gruppi politici (Rochford 1982).

Ornella Urpis - Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia 139

discipline lietamente salutifere, gioca la natura specifica di queste discipline e prati-che. L'uomo della G.F.U. si familiarizza subito con lo yoga e la meditazione, con i termini sanscriti e tibetani, con gli oggetti devozionali tipici dell'oriente: mandala, mantra, chakra, incensi, profumi e petali di fiori diventano per lui nomi e cose dome-stiche che lo immettono in una sensibilità tutta “indiana”. Non a caso, infatti, alla domanda: “Le presentiamo un elenco di tradizioni religiose e spirituali. Ci può dire, secondo Lei, quale fra queste è la più vicina al messaggio della G.F.U.?” (domanda 13), fra tutte le religioni e correnti spirituali elencate l'induismo e il buddismo sono quelle che registrano il maggior numero di risposte; rispettivamente induismo 17.0%, buddismo 14.0%, contro cattolicesimo 10%, taoismo 3.0%, cristianesimo ortodosso 3.0%, culti primitivi 3.0%, gnosticismo 2.0%, sufismo 1.0%.

Tornando ad analizzare i dati sul mutamento di interessi associativi con specifico riferimento alle esperienze spirituali, vediamo che dalle fila della massoneria proviene il 20.8% dei rispondenti, ma di questi nessuno (vedi domanda 26), dopo l'esperienza nella G.F.U., vi è tornato.

Con il suo complicato intreccio di razionalismo ed esoterismo, la Massoneria è una fonte di ispirazione per il movimento “acquariano”, e la tradizione massonica è parte integrante della dottrina della G.F.U. Forse si può dire che la Massoneria e tutta la mitologia che ne accompagna la storia (dalle suggestioni egizie, misteriche e gno-stiche, e dal mito del Graal, sino ai Templari, all'alchimia, ecc.) rappresentano una linea di tradizione esoterica occidentale alla quale Raynaud de la Ferrière ha attinto non meno che alla spiritualità dell'Oriente - che del resto è di solito ben conosciuta anche negli ambienti massonici.

Sembra inoltre che la Massoneria sia molto diffusa in America Latina, e tutto ciò spiega come la galassia delle Logge abbia fornito un terreno di reclutamento fertile alla G.F.U. Il fatto che nessuno vi faccia ritorno si deve probabilmente alla maggior ricchezza dell'offerta della G.F.U. confrontata con quella della Massoneria, la cui re-ligiosità laica può essere intellettualmente attraente, ma manca del pathos di una ge-nuina presenza divina, del rapporto maestro-discepolo e dell'intensità affettiva della vita comunitaria.

La G.F.U., senza togliere nulla al fascino dell'esoterismo massonico e della sua particolare inclinazione razionalistica, dà in più anche queste cose e, oltre ad esse, anche la prestanza e il senso di controllo del corpo e della mente che si acquisiscono attraverso la pratica assidua delle discipline. È perciò naturale che chi vi approda dif-ficilmente torni su i suoi passi. Una testimonianza che comprova la superiore forza attrattiva della G.F.U. e la grande congruenza tra il messaggio massonico e quello “acquariano”, la troviamo nell'intervista a un diplomatico peruviano, coordinatore dei Centri di Studio del suo paese.

Questi, già iscritto all'Istituzione dovette poi abbandonarla per opposizioni fami-liari ed entrò nella Massoneria. Però, non appena lo poté, se ne allontanò per entrare definitivamente nella G.F.U.:

Incominciai ad insegnare Cosmobiologia e ciò che mi attraeva di più era l'aspetto sim-bolico e la parte di interpretazione astrologica. A questo punto, però, iniziarono i con-trasti con la mia famiglia. Questa infatti era cattolica e, inoltre temeva che avrei

abban-140 Capitolo VII - Analisi dei questionari individuali

donato gli studi per dedicarmi a cose ritenute un po' eccentriche. Così lasciai l'Istitu-zione e tornai all'università (al corso di Relazioni Internazionali) e, tutto immerso negli studi, frequentai l'Istituto solo sporadicamente. Ma nel 1972 entrai nella Massoneria e fui iniziato. Per me la Massoneria era un po' un succedaneo della G.F.U. Tra l'altro, mia madre rispettava molto la Massoneria. Nella Massoneria potei applicare tutto ciò che avevo studiato nella G.F.U., anche con l'intento di verificare le reazioni dei massoni. Questi mi diedero sempre e comunque la loro approvazione, e ciò mi confermò nel convincimento che la conoscenza che avevo appresa nella G.F.U. era vera e fondata. Insomma, l'esperienza massonica fu per me una conferma. Nel 1973 venni a Caracas, senza più opposizioni familiari, tornai ad insegnare Cosmobiologia ed entrai a pieno titolo nell'Istituzione.

L'importanza del rapporto maestro-discepolo, quale carattere distintivo della G.F.U. rispetto alla Massoneria, è sottolineata da Ferriz il quale accusa il gruppo diri-gente della G.F.U. di volere:

(...) cancellare il Discepolato che è la base della Tradizione Iniziatica, ossia la catena Sat-Guru-Guru-Chellah.

Si trasformerebbe l'Istituzione in una Loggia dove sarebbero soltanto vincoli ammini-strativi e filosofici (G.F.U. 1987: 14).

Nello stesso senso va la testimonianza di un aspirante membro G.F.U. italiano di 57 anni, ex-rosacrociano, che lamenta l'assenza del rapporto maestro-discepolo (che, come ogni vero fatto di carisma, è il nucleo e il collante della comunità) nella sua associazione di provenienza e dichiara di volerlo cercare proprio nella G.F.U.:

Quello che cercavo era un maestro, una persona che avendo già compiuto un lungo cammino spirituale mi potesse seguire e aiutare a risolvere i dubbi. L'esperienza rosa-crociana era interessante e coinvolgente, ma mancava di un aspetto importante, cioè del rapporto discepolo-maestro.

Nel documento Nuove identità e secolarizzazione (pagine 139-142)